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Autore: Sooky    27/06/2007    1 recensioni
Alice è una semplice ragazza che ama scrivere per raccontare ciò che prova...una ragazza qualunque insomma, ma ciò che le accade è qualcosa di assolutamente insolito...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dream

 

 

 

Osservavo il foglio bianco, in silenzio. Una sottile brezza mi scompigliava leggermente i capelli legati in una coda di cavallo. Socchiusi gli occhi lasciandomi cullare dal dolce profumo che emanava l'aria, profumo di erba fresca e di fiori...ero seduta sulla veranda, l'immancabile block notes in una mano, la matita nell'altra...mi picchiettavo leggermente la fronte con essa, come ero solita fare quando pensavo. Poi poggiai la punta sul foglio, e iniziai lentamente a scrivere...

Il vento, brezza leggera, mi porta lontano con la mente asciugando le mie gelide lacrime...

tu, così lontano, così inesistente, così impalpabile...non so chi sei, dove vai, non so se mi senti...

ma tu esisti per me...

esisti per me...

vorrei sentire la tua voce, vorrei sapere gli occhi che hai, vorrei sapere tu chi sei...

non ti ho mai visto, non so se puoi sentire il mio richiamo...

ma tu esisti per me...

esisti per me...

Smisi di scrivere e rilessi quelle frasi...storsi il naso, con velato disgusto...cos'era quella, una canzone? Una poesia? Niente di tutto quello...erano parole senza senso, senza significato...o meglio, rappresentavano esattamente quello che provavo, che sentivo, e ne provavo vergogna...da tempo ormai mi sentivo sola...diciannove anni ed ero sola, con il cuore spezzato per l'ennesima volta. Eppure non mi arrendevo...eppure non smettevo di sperare, sognare, bramare...ad un amore vero, ad un uomo che fosse per me e solo per me. A volte mi sembrava quasi di sentire un richiamo, che mi spingeva a guardare l'orizzonte per ore e ore, come in attesa di qualcosa, una grande forza che mi attraeva verso di sè...

Strappai il foglio dal block notes, lo accartocciai e lo lanciai lontano da me, in mezzo al giardino...

Chiusi gli occhi, rassegnata...dovevo smetterla di sognare, di illudermi...lasciai che la brezza mi cullasse, mi lasciai trasportare...sentivo piano piano i piccoli rumori della natura allontanarsi, e sentivo un piacevole senso di sonnolenza farsi strada, sempre di più, sempre di più...poi...

Qualcosa mi leccò la faccia...spalancai gli occhi, sorpresa. Due profondi occhi neri erano fissi nei miei, a pochi centimetri...un piccolo nasino umido, una lingua penzolante...mi alzai di scatto, urlando per la sorpresa...

Il povero cagnolino fece un balzo all'indietro, più confuso che spaventato...mi guardava scodinzolando, la lingua penzolante fuori dalla bocca. Sorrisi e mi inginocchiai di fronte a lui, che iniziò a farmi le feste.

-Ehi, piccolino- dissi accarezzandogli la testa -e tu da dove sbuchi, eh?-

Era un cane di taglia media, un meticcio dal pelo corto, completamente bianco fatta eccezione per una grossa macchia nera sull'occhio destro. Aveva un collare di cuoio nero, segno che non era randagio. Ma non aveva alcuna targhetta...che dovevo fare?

Una voce in lontananza mi indusse ad alzare lo sguardo verso l'orizzonte.

-Billa! Billa dove sei? Billa!-

Era un ragazzo alto, con i capelli scuri e scompigliati. Indossava un paio di jeans un po' malandati, un paio di scarpe da tennis bianche e una maglia a mezze maniche completamente nera, leggermente aderente sulle braccia e sul petto. Si voltò a guardarmi e sorrise, correndo nella mia direzione.

-Billa! Eccoti Billa, finalmente ti ho trovata!-

Il cane gli corse incontro scodinzolando alla vista del suo padrone, poi si voltò indietro e tornò da me. Il ragazzo mi guardò un po' stupito, poi mi raggiunse sulla veranda.

-Perdonami se ti ha dato fastidio...ma questa mattacchiona è saltata fuori dal finestrino dell'auto appena ho parcheggiato, non lontano da qui...è mezz'ora che la inseguo!-

Aveva due grandi occhioni verdi, pieni di ingenuità...gli occhioni di un bambino un po' cresciuto. Sorrisi timidamente.

-Non mi ha dato alcun fastidio...e così è una femmina eh?-

Lui sorrise.

-Si, Billa...di solito è tranquilla, non so perchè oggi ha deciso di farmi ammattire...comunque mi chiamo Alex, piacere.-

Gli strinsi la mano che mi stava porgendo.

-Alice, piacere..-

D'un tratto la sua espressione cambiò...iniziò a fissarmi insistentemente negli occhi...il suo sguardo passò dalla confusione alla meraviglia...spalancò gli occhi, e si avvicinò un po' di più.

-Io...io ti ho sognata...ora ricordo...si, eri proprio tu!-

Gli lasciai andare la mano, un po' spaventata dalle sue affermazioni.

-Cosa..?-

Sorrise, portandosi una mano alla fronte, sempre più stupito.

-Massì...sei tu, ne sono sicuro...ti ho sognata sai, non molto tempo fa...e da quella notte ho sempre provato una strana sensazione, qualcosa che mi spingeva ad osservare l'orizzonte per ore...guarda, io abito laggiù.-

Indicò con un dito la zona della città di fronte a casa mia...la zona che spesso mi soffermavo a guardare, all'orizzonte, per ore e ore...e all'improvviso sorrisi.

-E'...è incredibile- dissi.

Tornò a guardarmi, senza smettere di sorridere.

-Già...lo è, lo è davvero...ora si è fatto tardi, devo andare...è stato un piacere, 'ragazza sogno'.-

Arrossii.

-Il piacere è stato mio..-

Lo guardai uscire dal mio giardino, Billa che gli camminava a fianco. Poi, quando fu sulla strada, si voltò verso di me.

-Credo che capiterò da queste parti di nuovo uno di questi giorni...che ne so, magari potrei venire a trovarti...-

Sorrisi.

-Si certo...ne sarei felice.-

Mi lanciò un ultimo sorriso, poi si incamminò lungo la srada e presto non riuscii più a vederlo.

Avevo il cuore che mi batteva all'impazzata, e non riuscivo a spiegarmelo...ma di nuovo mi era tornata quella sensazione, quel presentimento, e fissai l'orizzonte. Sorrisi ancora di più...ora ne ero certa, non erano vaneggiamenti, nè tantomeno sogni ad occhi aperti. Scesi i gradini della veranda e raccolsi il foglio accartocciato che poco prima avevo gettato in giardino. Andai a recuperare la mia matita e ricominciai a scrivere.

Ero sola, ero perduta...non avevo una guida, nè una meta...poi...

ho incontrato i tuoi occhi, verdi e trasparenti come l'acqua, e allora ho capito...

tu esisti per me

esisti per me...

Ho sofferto...ho vagato inutilmente nel tempo e nello spazio, ho sofferto la solitudine più nera

non mi sono mai sentita amata...

ma tu esisti per me

esisti per me...

e ora niente sarà più come prima...

The End

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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