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Autore: MaleficaGgggi    27/06/2007    5 recensioni
Premettendo che sono presenti spoilers presi da New Moon, poi ho deciso di lavorare un po' con la fantasia - storpiando irrimediabilmente la storia...- ditemi che ne pensate.
Come sempre pioveva, Bella era seduta al tavolo con Mike e la sua compagnia. Erano ormai tre settimane che pranzava con loro, s'era quindi abituata a quelle futili discussioni che occupavano la pausa per il pranzo. Le voci dei presenti si ammassavano col borbottio di tutti gli altri studenti e questo non aiutava a pensare. Come ogni volta, a pranzo, Bella fissava il tavolo dei Cullen e, Alice, Jasper, Rosalie ed Emmett ricambiavano il suo sguardo, squadrandola. La stessa Rosalie, che mai l'aveva vista di buon occhio, la guardava con un'espressione strana, differente, non c'era la solita aria sufficiente sul suo volto ma con una certa sofferenza. Cosa era cambiato?
Genere: Triste, Drammatico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Come sempre pioveva, Bella era seduta al tavolo con Mike e la sua compagnia. Erano ormai tre settimane che pranzava con loro, s'era quindi abituata a quelle futili discussioni che occupavano la pausa per il pranzo. Le voci dei presenti si ammassavano col borbottio di tutti gli altri studenti e questo non aiutava a pensare.
Come ogni volta, a pranzo, Bella fissava il tavolo dei Cullen e, Alice, Jasper, Rosalie ed Emmett ricambiavano il suo sguardo, squadrandola. La stessa Rosalie, che mai l'aveva vista di buon occhio, la guardava con un'espressione strana, differente, non c'era la solita aria sufficiente sul suo volto ma con una certa sofferenza.
Rinsavita dallo sguardo ammaliante di Rosalie, Bella si diresse verso l'aula di biologia, da sola in quel groviglio di folla che andava ad annidiarsi per i corridoi. Come sempre il professor Banner le chiese dove fosse il suo collega e, come ogni volta da quattro settimane, lei aveva risposto, ostentando -per altro vanamente- una certa freddezza, di chiedere ai fratelli.
Come sempre si trovò a vagare tra gli antri bui della sua mente, bui da quattro settimane.
"Matrimonio" quella parola riecheggiava nelle sue orecchie, le sue sinapsi implodevano al solo ricordo di quel 22 di marzo quando Edward le aveva chiesto di sposarlo. Socchiuse gli occhi. Risentiva la voce di Edward, udiva ancora la sua promessa "Non ti lascerò, mai più", aveva detto... eppure ora era sola ad analizzare al microscopio alcune cellule epiteliali di un qualche suo compagno.
Subito dopo ginnastica raggiunse, con la sua ormai celeberrima sbadataggine, il suo pick-up e mise in moto, fece retromarcia e il veicolo schizzò via nella sua impressionante lentezza.
Posteggiò nel vialetto e s'andò a sedere sotto il portico di casa sua. Charlie sarebbe andato a cena con i suoi colleghi, sarebbe stata sola, un vero e proprio toccasana per quella sindrome depressiva che iniziava ad esploderle nel suo cuore.
Socchiuse gli occhi per qualche istante. Udì il rombo di un'auto. Non era quel rumore che ormai conosceva bene della Volvo di Edward così non gli dette troppo peso e continuò a starsene con gli occhi chiusi massaggiandosi le tempie.
-Bella- la chiamò.
La ragazza aprì velocemente gli occhi e mise a fuoco chi si trovava di fronte. ROSALIE.
-Ciao Rosalie- salutò ostentando un mezzo sorriso.
-Dovremmo parlare- scandì.
-D'accordo, accomodati- invitò facendo strada verso il salotto - Parleremo senza un mediatore?- domandò Bella sedendosi.
-Ho perso tirando a sorte- ammise scuotendo la testa - Alice non voleva parlarti, Emmett s'è tirato indietro e ovviamente Jasper avrà barato... così tocca a me parlarti.
-Bene, t'ascolto- assentì.
-Tre settimane fa, quando t'ho chiesto di tornare al tavolo con i tuoi amici,- "mica tanto gentilmente" pensò l'altra -t'abbiamo detto che non sapevamo dove fosse Edward... ebbene...- esitò - abbiamo mentito- disse con una certa leggerezza.
-Avete notizie di Edward?- domandò accorata.
-Da tre settimane, no- rispose brevemente.
-Dov'è come sta?- continuò a chiedere quasi senza dar peso alla risposta negativa ricevuta.
-Quattro settimane fa era con Jasper a cacciare animali di grosso taglio in Canada, è stato lì per una settimana ma ora non sappiamo dove sia...- aggiunse balzando in piedi.
-In Canada?- ripeté con una certa espressione ebete sul volto.
-Te l'aveva detto- le rammentò.
-Mi pare ma credo d'averlo rimosso- annuì accompagnandola alla porta.
-Alice dice che non devi preoccuparti, presto sarà nuovamente qui- tentò di rassicurarla.
-L'ha visto?- chiese accorata.
-No, lo spera- ribatté raggiungendo la sua BMW fiammante.

La notte passò agitata, e la mattina di sabato giunse lenta, quasi quanto la velocità irrisoria del pick-up. Jacob Black apparve sotto il portico di casa Swan alle dieci meno venti.
-Ciao Jake- lo salutò Charlie passandogli davanti per andare al lavoro.
-Bella- proferì quello entrando.
-Jake- ricambiò.
-Devo informarti che alcuni dei miei "fratelli" del nord hanno detto d'aver attaccato un...- esitò un istante.
-Un?- ripeté l'altra sfoderando la sua preoccupazione.
-Un freddo- sillabò scuro in volto.
-Sai di chi si tratta?- domandò affranta.
-L'hanno attaccato in molti, più di venti... è scappato ma...- esitò ancora, eludendo al meglio la domanda.
-Ma?- ripeté irritata.
-Sai che noi siamo tra i pochi a poter scalfire i freddi...- continuò a dire guardando altrove.
-Di chi si tratta?- scandì con un lieve accenno d'ira negli occhi.
-Sono qui per dirti che vado a cercar notizie- chiarì. -Grazie Jake- rispose. Quello annuì e senza dir nulla se ne tornò alla sua moto.
Non appena fu abbastanza lontano, Bella, deglutendo a fatica le lacrime, mise in moto il pick-up che sfrecciò via nella sua ormai celeberrima non velocità.


Il rombo scoppiettante del pick-up fece trasalire i Cullen, che sedevano nella sala da pranzo.
Bella posteggiò nel vialetto e, con una sbadataggine non paragonabile alla solita, raggiunse quasi inciampando ad ogni passo la porta. Forse era la troppa ira verso quei lupi o forse era la troppa preoccupazione per la persona amata a renderla così imbrananta, quel giorno.
Esme l'attendeva sulla porta con l'amplissimo sorriso cordiale che sfoderava ogni volta che Bella andava a casa sua.
Le fece strada fino alla zona giorno della casa e la fece accomodare tra lei e Carlisle davanti al resto dei Cullen.

-Questo è quanto- riferì singhiozzando.
-Quei...- borbottò Emmett.
-Non sappiamo si tratti di nostro fratello- lo zittì Jasper proprio sul nascere delle imprecazioni che quello avrebbe potuto spendere per descrivere la comunità dei Black.
-Jazz ha ragione- concordò Alice.
-Comunque,- continuò a dire Bella facendosi forza -Jake ha detto che si sarebbe informato-.
-E tu credi che, se si trattasse di Edward, quello ci aiuterebbe?- domandò nuovamente iracondo Emmett.
-Mi fido di lui- annuì innocenetemente Bella.
-E fai male- bofonchiò impercettibilmente Alice.
-Che intendi?- domandò la ragazza.
-Niente... ovviamente... però... sai... trattandosi di lupi... non si sa mai- rispose vagamente. Jasper le prese la mano e scosse la testa.
-Hai visto qualcosa?- continuò a chiedere.
-No,- rispose acidamente Jasper- non ha visto nulla.
-Non ti mentiremmo mai, Bella,- convenne Esme- tu fai parte della famiglia.
A quelle parole il cuore di Bella iniziò a battere con più calma. Aveva trovato il suo cosmo, si sentiva a casa con i Cullen, loro sarebbero potuti veramente diventare la sua famiglia. Ora ne era certa.
-Rose, Alice, accompagnate Bella a casa- ordinò con la sua solita cordialità Carlisle.
-Sono in grado di guidare- ribatté.
-Non lo sei... e poi Edward non ci perdonerebbe mai se ti succedesse qualcosa, quindi meglio prevenire che venirti a trovare in ospedale, non trovi?- controbatté Jasper con una certa spigliatezza che non gli si addiceva molto.
-Bene,- continuò a dire il dottore senza neppure aspettare che Bella potesse rispondere -Rose prenderà il tuo pick-up, mentre Alice ti accompagnerà con la Volvo.
"La Volvo di Edward?" si continuò a chiedere mentre seguiva Alice verso il garage.
La ragazza-elfo [ndr: che orrenda nomea per alice...] mise in moto.
-Io so dov'è- farfugliò assicurandosia la sedile con la cintura di sicurezza.
-Lo sai?- domandò l'altra esterrefatta "perchè non me l'hai detto?" avrebbe voluto aggiungere a tale quesito ma evitò di stuzzicare la ben nota suscettibilità dei vampiri.
-Per quel che ne so è in Canada, ma voleva parlare con Aro e Volturi... quindi potrebbe anche essere su un volo per l'Italia- rispose vaga.
-Allora sta bene- dedusse. Poteva ancora sentire il profumo di Edward aleggiare nell'abitacolo. -Non saprei... non lo sento da due settimane, però ha detto che mi avrebbe avvertito se si fosse mosso...- aggiunse "sono preoccupata per lui" pensò sospirando, ma, fortunatamente si tenne per sè quel pensiero.
-Quindi...- borbottò.
-Cosa?- domandò fermando la macchina.
-Niente... me lo diresti se avessi una visione?- chiese quasi implorando.
-Ovviamente- annuì.
Bella scese dall'auto, Rosalie prese il suo posto. La Volvo sfrecciò via.

La notte passò agitata, ma, almeno la Domenica passò in fretta e, come il tuono segue sempre il lampo, arrivò Lunedì.

Il sole, che verso le sei aveva vinto la fiacca e superato con dei deboli raggi la fitta coltre di nubi, ora splendeva nel cielo. Come previsto, i Cullen non c'erano. Mike, [ndr. lo chiameremo "il Piovra" che ne pensate?] giacché il pomeriggio era il più soleggiato degli ultimi mesi, o forse degli ultimi due secoli a Forks, aveva organizzato una sorta di pomeriggio studio al parco ma Bella aveva declinato l'invito usando come scusa il solito Jake Black. Ovviamente non appena riuscì a divincolarsi dal ben più che insistente Mike, dopo l'ora di ginnastica, corse -se così si può dire- col pick-up a casa Cullen.

Silenzio, un qualcosa di impercettibile e pesante piombò attorno alla casa, vuota. Il sole era stato battuto dall'insolenza di una fitta coltre di nubi che, spaurite, avevano preso fiducia in sé stesse e s'eran fatte avanti e avevano soggiogato l'astro un po' troppo ingenuo.
Per lo meno, il pomeriggio studio a cui aveva rinunciato era andato in fumo come un suffleè uscito male dal forno.[ndr: che razza di metafore vengono durante geografia...]
Chissà da dove saltò fuori Emmett.
-C'è il sole oggi eh- commentò apparendole alle spalle.
-Eh sì- annuì salutandolo.
-Se cerchi Alice, è con Rose ed Esme a Olympia per la pulizia del Watershed Trail Park- l'informò facendole strada nel salotto.
-Non sapevo di questa loro passione per la natura- farfugliò ingenuamente, sedendosi.
-Infatti non credo interessi a qualcuno di noi, pulire il parco, ma tocca a loro cacciare questa settimana e, quindi, potrebbero prendere qualche preda- ribatté.
-Gli altri?- domandò.
-Carl è in ospedale, Jasper è andato a fare un giro- chiarì.
-Bene allora torno a casa- decise girando i tacchi.
Il rombo scoppiettante del pick-up fece levare in volo uno stormo di capinere. Con una nonvelocità impressionante il pick-up sparì dietro una curva.
-Le tue scuse fanno pena- commentò qualcuno sbucando da dietro una porta.
-Che dovevo dirle?- domandò quello leggermente irritato.
-Bah, non saprei- rispose l'altro restando nell'ombra.
-Credi che sia necessario farla soffrire in questo modo, Ed?- continuò a chiedere - capisco che non ha risposto come volevi alla tua proposta, ma... a tutto c'è un limite...
-Non è per questo e, lo sai- aggiunse Alice sedendosi sul divano. Erano, ovviamente, rimasti lì, tutti.
-Sì, ma mi pare comunque eccessivo- ribadì.
-Verrà il momento in cui non potrò più proteggerla, Alice l'ha visto- borbottò.
-Per questo abbiamo votato- controbatté Jasper.
-Sì ma non è giusto che lei rinunci a tutto per me- continuò a dire (quasi) affranto.
-Ma così potremmo eludere qualunque pericolo- convenne Rosalie.
-E' per questo che ho deciso di prendere l'altra strada- mormorò.
-La più dolorosa- aggiunse Esme scuotendo la testa.
   
 
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