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Autore: NanaSmile    09/12/2012    2 recensioni
Una comune ragazza, una di quelle che incontri per la strada e non ti accorgi della sua presenza.
La sua passione? La fotografia.
Un suo difetto? La timidezza.
Un suo pregio? Il suo sorriso.
Le sue emozioni? Mai rivelate.
Il suo nome? Elisa
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Era l'inizio di novembre, forse; tutto ciò che mi ricordo è che faceva freddo.
Troppo freddo per il periodo.
Gli alberi avevano già incominciato a perdere le foglie e le strade erano ricoperte da un manto arancione.
Mentre stavo camminando i miei pensieri erano accompagnati dal suono dei miei passi sulle foglie.
Era sia rilassante che irritante.
Una folata di vento gelido mi aveva riportato alla fredda giornata.
Alzai gli occhi al cielo, che tristezza, era grigio.
Davanti a me c'era una ragazza con una macchina fotografica tra le mani.
Stava fotografando il cielo.
Chissà perchè... a nessuno sarebbe venuta voglia di immortalare uno spazio grigio, è come leggere un libro al buio: non ha senso.
Un'altra volta mi ero chiuso nei miei pensieri.
Lei con passo leggero dev'essere andata via, non ho sentito neanche le foglie scricchiolare.
Assorto tra i miei pensieri mi sono preparato ad affrontare la mia situazione famigliare.
A volte distaccarsi dal mondo è bello, perchè lì nessuno ti può disturbare, non ti può imporre le sue idee, ma soprattutto sei libero.
Una volta tornato a casa salì le scale, ad ogni gradino che facevo per arrivare al piano del mio appartamento, le pressioni famigliari tornavano a gravare su di me.
Afferrai velocemente la maniglia della porta con la mano destra, mentre con la sinistra girai la chiave.
Potevo decidere di passare fuori la serata e di no doverla affrontare, però la velocità con cui aprì la porta era l'espressione della mia coscienza che voleva imporsi di entrare.
La serata continuò tra le urla di mia madre e le risposte di mio padre, era così da quando avevo quattro anni, ora ne ho quasi diciotto.
In realtà io non dovevo nascere, il motivo per cui io esisto è stato il grande amore che mamma prova per me, infatti i miei genitori si sono sposati perchè dovevo nascere.
Se non mi avessero concepito forse mamma sarebbe una donna in carriera e papà potrebbe aver avuto un'altra famiglia.
Invece sono nato io e ho distrutto tutte le loro ambizioni.
Mi ricordo che quella sera era demoralizzato dalla giorna trascorsa invana e che mi ero rifugiato in camera.
Ripensavo a quella ragazza del parco.
Provai a prendere un libro dallo scaffale vicino al mio letto.
Spensi la luce ed incominciai a leggere.
Sembrava qualcosa da pazzi, eppure lo stavo facendo.
Era un po' come quando stavo nel mio mondo, non riuscendo a capire le parole esatte le inventavo e creavo un racconto a sè stante, il mio racconto, proprio come creavo il mio mondo con i pensieri.
Forse non era così inutile fotografare un cielo grigio perchè si può sempre pensare a quando è azzurro, oppure modificarle quel colore così triste in qualcosa di migliore.


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Ciao a tutti, spero vi sia piaciuto questo primo capitolo, forse un po' confuso(?).. se devo  essere sincera le mani hanno incominciato a digitare lettere su lettere e il racconto ha incominciato a ascriversi!
Postatemi le vostre recensioni, sia per commenti positivi che negativi, sono contenta di sapere la vostra opinione.

NanaSmile 

  
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