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Autore: RoseGONEwild    10/12/2012    1 recensioni
[Vic/Jocke]
La vendetta non tardò ad arrivare. Vic non se l’aspettava nemmeno, quando vide Jocke avvicinarsi durante uno degli assoli. Lo faceva sempre.
A lasciarlo sbalordito fu la naturalezza con la quale afferrò il manico della chitarra per evitare che gli arrivasse in faccia mentre si abbassava per leccarlo. Per tutta la dannatissima lunghezza.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Gaia (affettuosamente Gaila) con cui mi manca un sacco sclerare ad ogni ora. <3
Noi abbiamo le prove video di parte degli avvenimenti qui descritti, anche se non sono tutti presi dallo stesso live.


Erano passati sei mesi.

Sei mesi dalla nottata che entrambi avevano classificato come un incidente di percorso. Era successo soltanto qualche giorno dopo che Vic era ufficialmente entrato nella band. Erano stati a letto insieme. Un’esperienza nuova, ma gradita da entrambi. Non abbastanza da ripeterla, tuttavia.
Erano tornati alle loro vite, chiudendo in un cassetto l’ebbro piacere di quella notte passata. Le loro ragazze, i concerti, la band: tutto era tornato come prima.
 Erano sulla cresta dell’onda. Vic era il nuovo chitarrista e gli Hardcore Superstar stavano mantenendo il successo raggiunto prima che Silver se ne andasse. Tutto andava a meraviglia.
Anche il concerto stava volgendo al meglio. Vic si portò al centro del palco, a fianco di Jocke: era arrivato il momento di deliziare il pubblico con Shame e Standin’ On The Verge.
Il frontman si concesse un generoso sorso di birra, l’ennesimo di quella sera. Poi cinse le spalle di Vic con il braccio destro, e lo avvicinò a sé. Iniziò a cantare tenendolo stretto contro il proprio corpo.
Vic lasciò cadere la testa all’indietro, appoggiandola alla sua spalla, mentre accompagnava la voce con la melodia della chitarra. Jocke sorrise.
L’immagine che prese forma nella mente del chitarrista, mentre pizzicava le corde con il plettro in maniera pressoché automatica, fu quella di una porta che si apriva. All’interno della stanza immaginaria c’erano lui e Jocke. Si stavano svestendo. Era la stanza d’albergo in cui si era consumato il loro amplesso.
Socchiuse le palpebre, infastidito dalla luce abbagliante dei riflettori, e voltò il viso verso Jocke. Il ricordo era fin troppo piacevole. Cantarono assieme il ritornello e fece uno sforzo immane per non baciarlo.
Si separò da lui durante la seconda strofa di Standin’ On The Verge. Prima di raggiungere nuovamente la sua parte di palco però, si lasciò persuadere dalla malsana idea di provocarlo. Il braccio del cantante lo stava ancora tenendo stretto contro il suo petto, una posizione perfetta per abbassarsi strusciando il fondoschiena contro la sua coscia.
Jocke, per tutta risposta, piantò le unghie nella sua spalla prima di lasciarlo andare. Non appena raggiunse il suo microfono, Vic guardò nella sua direzione ed incontrò un’occhiata che sapeva di sfida.
Avanti, vediamo di cosa sei capace.
La vendetta non tardò ad arrivare. Vic non se l’aspettava nemmeno, quando vide Jocke avvicinarsi durante  uno degli assoli. Lo faceva sempre.
A lasciarlo sbalordito fu la naturalezza con la quale afferrò il manico della chitarra per evitare che gli arrivasse in faccia mentre si abbassava per leccarlo. Per tutta la dannatissima lunghezza.
L’allusione era palese, ma nessuno sembrava averla colta al di fuori di loro due. Vic ringraziò di avere la chitarra all’altezza giusta, quando sentì il sangue fluire verso quella particolare zona del suo corpo.
Merda…
Jocke si protese in avanti per rivolgergli un’espressione fastidiosamente soddisfatta, un sorriso che diceva “non saprai mai fare di meglio”.

Vic aspettò pazientemente l’assolo di Dreamin’ In A Casket.
 Jocke impazziva ogni volta. Gli si inginocchiò di fronte, ad occhi chiusi, suonando una chitarra invisibile, avvicinando sempre di più la schiena al pavimento del palco.
Quando  fu completamente sdraiato sul legno scuro, Vic proseguì con l’assolo avvicinandosi fino ad essere in piedi sopra di lui, con gli stivali ai lati dei suoi fianchi. Jocke aprì gli occhi ed inarcò le sopracciglia sorpreso, poi gli regalò un sorriso perverso.
Il chiarrista si abbassò finendo quasi a cavalcioni sopra di lui, ma si rialzò in tempo per permettergli di ricominciare a cantare e di rimettersi in piedi a sua volta. Se il pubblico avesse iniziato a sospettare qualcosa, sarebbe stata la fine. Se Adde e Martin avessero iniziato a sospettare qualcosa, sarebbe stata la fine.
Era una sfida personale, la loro.
Grazie al cielo è quasi finita.
Non che fosse stufo di stare sul palco, ma al momento l’idea di andare di nuovo a letto con Jocke lo attraeva maggiormente.

Pausa. Giusto il tempo per asciugare via il sudore, bere un goccio d’acqua, e poi tornare sul palco per le ultime tre canzoni.
Vic sospirò sfilandosi di dosso la chitarra. L’appoggiò alla parete e cercò con lo sguardo una bottiglietta d’acqua minerale che non fosse ancora stata svuotata. Ne aveva appena localizzata una ancora chiusa, quando si sentì prendere per il colletto della t-shirt. Una delle poche che non aveva ancora avuto tempo di tagliare.
Si ritrovò in punta di piedi con la schiena che aderiva al muro, poco più in là rispetto a dove aveva appoggiato la chitarra. Per qualche secondo sentì la testa girare. Realizzò soltanto in un secondo momento che le sue labbra erano premute contro quelle di Jocke. Le dischiuse immediatamente per permettere alla sua lingua di affondare fra di esse, e mise le mani attorno al suo viso.

Quando i suoi talloni toccarono di nuovo il pavimento, Vic si massaggiò il collo per qualche secondo. Sbattere la testa contro un muro non è piacevole nemmeno se la ricompensa è un bacio appassionato da  Jocke Berg.
Seguì uno scambio di sguardi che lasciava ben poco all’immaginazione riguardo a come avrebbero passato la nottata.
Se solo avessero avuto più tempo, avrebbero potuto rischiare. In bagno, ad esempio.
L’avrebbero fatto, se non fosse stato per il fatto che dovevano come minimo portare a termine il concerto.
Jocke si morse il labbro inferiore. – A dopo – disse, avviandosi verso il palco.
Vic lo fermò, prendendolo per una spalla.  – E comunque, hai ceduto. Ho vinto io -.

  
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