Caro Babbo Natale,
grazie, si grazie prima di tutto, così mi insegnava mia madre.
Grazie lo si deve dire a tutti, senza discriminazioni, senza secondi fini. Grazie non è come “lo faccio con piacere”, quando uno dice “lo faccio con piacere” nasconde sempre un “mi devi un favore”.
Il  grazie non funziona così, il grazie va donato senza pretese.
Grazie per la penna d’oca dell’anno scorso, era carina, ma si è rotta giocando agli scacchi dei maghi, avevo fatto scacco matto, ma la mia regina era molto violenta, era arrabbiatissima!
Grazie comunque, l’ho apprezzata!
 
Ma quest’anno vorrei qualcosa di diverso.
Sai, il prossimo settembre partirò per Hogwarts. Mamma dice che mi divertirò, che tutti si divertono a scuola. Papà dice che è un passo importante, che dovrò affrontare il cappello parlante, il professor Piton e i vari compagni di corso. Poi è sicuro che entrerò nella squadra di Quidditch, e che diventerò ho un campione! Mi dice che devo farmi degli amici, che devo essere me stesso e tenere alto il nome della mia famiglia, mi dice che non mi devo accontentare, che devo puntare in alto, mi dice che sarebbe meglio che non seguissi certi brutti ceffi, come i Grifondoro.
Però sai, voglio dirti una cosa, un segreto! Uno di quei segreti che non si dicono in giro, che bisognerebbe tenersi per sé!
Si Babbo Natale, ho paura.
Ho paura che vada tutto storto, che nessuno mi voglia come amico e che mi prendano in giro.
Ho paura di non essere all’altezza degli altri.
E se ci fosse un bambino più simpatico di me e tutti volessero mangiare al suo tavolo? E se nessuno volesse essere mio amico? E se agli altri bambini non andasse di giocare con me?
 
Quest’anno, caro Babbo Natale, vorrei  un po’ di fortuna.
Vorrei salire sull’espresso il primo settembre e trovare qualcuno che mi aspetta, vorrei trovare degli amici con cui passare i prossimi sette anni, vorrei che le persone mi amassero per quello che sono, vorrei tanti bambini con cui essere me stesso.
Vorrei anche un’amichetta, sai qui a casa non ho mai avuto modo di conoscere qualche bella bambina, vorrei  poterla guardare negli occhi e dirle ti amo. I grandi lo dicono sempre.
Vorrei  giocare con lei, vorrei che lei mi stringesse la mano (con Dobby non è divertente).
Vorrei che quella stessa bambina profumasse come la mia mamma, e avesse gli occhi brillanti come il sole.
Vorrei che fosse bellissima e che mi voglia sposare.
Vorrei presentarle la mia famiglia durante le vacanze di Natale e giocare con lei nel cortile di casa.
 
Caro Babbo Natale, vorrei tanto essere un bambino normale, senza dover pensare alle sopracciglia aggrottate di papà, alle mani tremanti di mamma, ai loro discorsi a me proibiti.
Caro Babbo Natale, vorrei che la mia casa vinca la coppa delle case, vorrei essere il miglior studente.
Vorrei che andasse tutto bene.
Grazie.
 
Un bambino