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Autore: MimiRyuugu    11/12/2012    3 recensioni
Ecco qua, dopo Ultimi Ricordi, la continuazione della saga dei Tre Uragani. Riuscirà la nostra Giulia Wyspet ad avvicinarsi di più al burbero Severus Piton?
"You are the life, to my soul, you are my purpose, you are everything."
Genere: Avventura, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Severus Piton, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I Tre Uragani Saga'
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Seeera u.u dopo aver litigato mezzora con la connessione perchè è saltata solo quando ho deciso di aggiornare (infausto presagio D:), eccomi qui finalmente u.u so che è tardi e sono una degenerata ad aggiornare di notte ma mi è venuto l'impulso, quindi eccomiii *^* dopo aver blabberato a vanvera posso anche continuare xD in questo cap non ci sono canzoni ç_ç però è dedicato ad una persona speciale che ha ritrovato l'ispirazione *^*

Avvertenze: OCC ma neanche tanto, diabetanza che con Giulia si sa e esagitudine post neve dei Tre Uragani xD

Vi lascio alla lettura, anche se è un cap pittosto corto >.< (secondo i miei standard xD)
Buona lettura bimbe <3



10° Capitolo

Mi svegliai di buon umore, senza nemmeno protestare quando Hermione mi buttò giù dal letto con i suoi urli. Quando i miei neuroni furono svegli, dedussi che Anna doveva essere appena tornata in dormitorio. Senza badare ai cuscini che volavano, completi di insulti, andai in bagno a sistemarmi. Da quanto urlava Herm, sembrava fosse una Strillettera. Il mio cervello però era fisso sui bei ricordi di ieri sera. Sentii silenzio provenire dalla camera. Mi affacciai dalla porta per accertarmi che Hermione non avesse soffocato Anna. Le trovai tutte e due con il naso incollato alla finestra. “Che succede?” chiesi, divertita. “La neve!!!” esclamò Anna, con la voce da bambina. “Allora non era un sogno! Ha nevicato davvero stanotte!” disse stupita Hermione. “Marina! Marina! Facciamo marina!” iniziò a dire subito la prima. Il prefetto la guardò truce. “Eh si…la neve…” sospirai, andando al mio letto. Mi ci buttai di peso, schiacciando per poco Billy Joe. Anna mi guardò curiosa e si tuffò accanto a me. “Cosa è successo ieri sera?” chiese. Io arrossii. Anche Hermione si avvicinò e mi guardò. “Ma niente…siamo usciti…e…ma niente!” rimbeccai. “Se fai così vuol dire che qualcosa è successo! Dai racconta!” cercò di convincermi Anna. Io presi in braccio il gatto, che si lamentò. “La neve…i Green Day…una cosa tira l’altra…” iniziai a raccontare. “Green Day?” chiese stupita la seconda. “Ma si…la magia della neve!” risposi, ovvia. Lei mi guardò scettica. “Su Herm, tutte le ragazze pensano che ci sia qualcosa di magico nella neve…” commentò Anna. Hermione la guardò scuotendo la testa. “Insomma, continua!” tornò a dire Anna, euforica. Io strinsi ancora di più a me Billy. “Eravamo vicini…e…ma niente…ci…siamo baciati…” conclusi, rossa in viso. Hermione strabuzzò gli occhi ed Anna si aggrappò alle coperte per evitare di cadere dal letto. “Co…come?! Ripeti!!!” squittì la prima. “Hai capito bene…” sorrisi. La seconda mi gettò le braccia al collo felice. “Evvai!! Hai fatto breccia nel cuore del nostro arcigno professore! Brava Giulia!” si complimentò. Hermione si appoggiò a una delle colonnine di legno del baldacchino. “Non…non stiamo assieme però! La promessa era che io mi diplomassi…quindi…così sarà!” dissi subito, a scanso di equivoci. Herm sospirò di sollievo, poi mi guardò con gli occhi lucidi. “Oh no...incomincia…” sospirò esasperata Anna, porgendole già i fazzoletti. “Com’è stato?” chiese a fil di voce il prefetto, rifiutando i fazzoletti. “Avete presente quei baci così travolgenti da far tremare le gambe?” chiesi. Anna annuì, mentre Hermione sbuffò. “Ecco…così…” sorrisi. La prima mi abbracciò ancora. Il prefetto mi guardò languida, poi scoccò un’occhiata alla sveglia. “Ragazze muoviamoci! Arriveremo in ritardo a colazione…” esclamò. Mi infilai di volata l’uniforme e presi la borsa, buttandoci dentro i libri man mano che Herm declamava le materie. Andammo in Sala Comune, dove notammo subito Fred e George, impegnati nella distribuzione di volantini. “Salve belle fanciulle!” esclamò il primo. “Che state facendo?” chiese Hermione, già con cipiglio severo. “Calma signorina Granger, nulla di non conforme al regolamento!” disse subito George. Io sorrisi e Fred ci diede un volantino a testa. “C’è una festa stasera, sono inventate tutte le Case, e tutti gli anni, a parte i primini ovvio!” iniziò a spiegare George. “Ma dove…” iniziò a chiedere Anna. “Stanza delle Necessità, 21.00 in punto!” rispose Fred, facendoci l’occhiolino. Noi tre ci guardammo. “Ovviamente i professori non sanno nulla, però, abbiamo dalla nostra quegli infidi…” iniziò a dire George. Fred tossì. “…giusto…quei beneamati della squadra d’Inquisizione, che non diranno nulla alla Umbridge. Vogliono divertirsi un po’ anche loro!” continuò il gemello. “Può darsi che ci verremo…” sorrise Anna. I due si guardarono compiaciuti. “Allora a stasera, signorine!” esclamarono in coro. Hermione appallottolò il volantino e lo buttò in borsa appena uscite dalla Sala Comune. “Ci andiamo?” chiese Anna, senza entusiasmo. “Musica dance e un branco di ragazzi scalmanati che ballano…che divertimento…” commentai, gioiosa. “Però se notate ragazze…” iniziò a dire Herm. Io ed Anna la guardammo. “…è da tanto che non facciamo qualcosa assieme…” continuò. “Hai ragione…” disse illuminata Anna. “Quindi vuoi dire che dovremmo andare alla festa?” chiesi al prefetto. Lei alzò le spalle. “Magari ci facciamo solo un salto…e poi Draco sarà li, quindi…” propose Anna. Hermione annuì. Magari stava pensando che ci fosse anche Ron. Però Piton non poteva esserci. Le mie amiche lessero questo pensiero nei miei occhi. “Solo un salto…poi se ti annoi te ne vai…” mi incitò Anna. Io annuii. Andammo a colazione. L’argomento principale era la festa. A quanto pare tutti avrebbero partecipato. Dopo aver parlato con Ginny e Mary Kate per tutto il pasto, ci dirigemmo in aula. Le lezioni non furono così pesanti, e nell’aria c’era un’atmosfera euforica. Appena finite le ore del pomeriggio, mi fiondai in dormitorio a studiare Pozioni. Trascinando con me anche Anna, ovviamente. Avremmo dovuto sostenere due buone, anzi, ottime interrogazioni l’indomani. Mettemmo giù i libri quando Hermione tornò in camera. Infatti, la mia compagna di studi, non riuscì a resistere alla tentazione di stuzzicare il prefetto mentre cercava di concentrarsi. Poi scendemmo a cena. Anche quella sera niente botte o risse. La mia schiena ne fu felice. Appena anche i dolci furono spariti, gli studenti si diressero senza dare nell’occhio ai propri dormitori, per prepararsi. Decisi di vestirmi come al solito, avendo così tempo per aiutare Hermione a sistemare i capelli. Le piacevano proprio i boccoli. Ci sistemammo, e, alle 21.15 scendemmo. La Stanza apparve subito, rivelandoci una sala con pista da ballo (già colma di studenti), musica a tutto volume ed un tavolo con bibite e stuzzichini infondo. Senza dimenticare i divanetti sparsi intorno qua e la alla pista. Ci guardammo intorno e notammo un sacco di persone famigliari. Luna che beveva qualcosa al tavolo. Neville in un angolo con sguardo perso. Harry e Ron vicino a lui. Fred con Angelina nella pista, e vicino a loro, Mary Kate e Blaise. Draco arrivò subito e prese per mano Anna. Andammo al tavolo e prendemmo qualcosa da bere. Purtroppo non erano riusciti a procurarsi alcolici. Mi stiracchiai, notando un sacco di gente nuova. Tutti dell’ultimo anno, a quanto pareva. Un ragazzo si avvicinò ed urtò Hermione. Poi le sorrise. Lei lo guardò imbarazzata. “Ti stava mangiando con gli occhi…” le sussurrai. Lei mi spinse piano. Musica hip hop imperversava nelle casse. The Way I Are, di Timbaland. “Facciamo una pazzia?” propose Anna, guardando me ed Hermione. Diede un bacio a Draco, poi ci prese per mano e ci trascinò in mezzo alla pista. Iniziò a muoversi. Il biondo la guardava dal bordo pista sbavando. Iniziai a muovermi anche io, trascinando anche Herm. Vedemmo qualche coppietta appiccicarsi. Hermione cercò di non farci caso. Non mi piaceva come musica, però il ritmo mi venne spontaneo. Iniziai a ballare attaccata ad Anna, lanciando sguardi intorno. Herm diede uno sguardo verso Harry e Ron. Guardavano sbalorditi verso di noi. Lei rimase indecisa sul da farsi, ma poi, si attaccò anche lei. Ballammo con un movimento di fianchi continuo. Peccato che l’unica persona che volevo mi vedesse non si trovasse li. Chissà cosa stava facendo Piton. Non ce lo vedevo in mezzo a tutto quel caos. Un ragazzo mi si avvicinò. Gli lanciai uno sguardo di ghiaccio, e lui si allontanò. Ero li con le mie amiche, ed intendevo ballare con loro. Continuammo a muoverci finché non finì il pezzo, poi corremmo al tavolo a bere. Anna scoccò un altro bacio al suo innamorato, poi tornammo in pista. Hermione si era sciolta e voleva a tutti i costi attirare l’attenzione di quel bietolone di Ron, che non faceva altro che guardarla con la bava alla bocca senza la minima intenzione di muoversi. Odiavo la canzone che c’era, ma non volevo stare seduta sulle poltrone ad annoiarmi. Mentre Britney Spears mi gracchiava nelle orecchie Gimme More, notai un ragazzo iniziare ad appiccicarsi ad Anna. Lei lo guardò malissimo e si allontanò, ma Keith insistette. Draco si gettò nella mischia e liberò la ragazza dalla presenza poco gradita. Mi girai e notai un altro brutto elemento. Josh. E stava venendo verso di me. Feci finta di nulla e continuai a ballare. Pochi minuti e me lo ritrovai addosso. “Non pensavo saresti venuta…mi hai sempre detto che queste feste non ti piacciono…” disse. Io lo ignorai. “Eddai Giuly! Parlami!” mi chiamò, prendendomi per mano e portandomi a se. Il contatto. Flash. No. Non doveva succedere. Dovevo pensare a Piton. Ai suoi occhi. Alle sue labbra. “Vai a quel paese…contento?” gli dissi. Lui ci rimase male. Mi allontanai dalla pista per andare a prendermi un bicchiere di succo di zucca. “Qualcosa non va?” chiese Anna, raggiungendomi. “Ci sono troppe persone qui…penso che tornerò su…” dissi, dando un’occhiata alla pista. “Se è per Josh te lo tengo lontano io…” si offrì Draco. Io scossi la testa. “Non ti preoccupare…considerando la musica poi, penso che tornerò in dormitorio…devo ripassare Pozioni…” risposi. I due si scambiarono uno sguardo. Io sorrisi e salutai Hermione. Lei mi raggiunse. “Te ne vai?” mi chiese. Io annuii. “Vengo anch’io…questa festa non mi entusiasma molto…” commentò. Anna ci guardò delusa, ma poi, sorrise. “Mi sa che anche noi ce ne andiamo tra poco…il dormitorio di Serpeverde è vuoto, meglio approfittare!” ci sussurrò. Io ed Herm la salutammo, ed uscimmo. “Finalmente un po’ di pace! Quella musica è letale per i timpani!” osservò Hermione. Io annuii. “Vai da Piton?” mi chiese. “Perché no? Forse si starà chiedendo che fine ho fatto…” ipotizzai, speranzosa. Lei mi spinse nella direzione dei sotterranei. Le diedi un bacio sulla guancia e corsi via. Scesi le scale di corsa inciampando. Mi tirai su e ripresi la mia via. Arrivai al suo ufficio e bussai. Non sentii risposta. Bussai ancora. Niente. Forse si era arrabbiato perché non ero passata a salutarlo. Spinsi la porta e questa si aprì piano. Mi riproverai per non averci provato prima, poi, scivolai nella stanza, chiudendomi dietro la porta. Alla scrivania non c’era nessuno. Detti un’occhiata, poi entrai nella camera. Un sorriso apparve sul mio viso, quando, vidi Severus sdraiato sul letto. Mi avvicinai piano. Stava dormendo. Un pensiero si fece largo nella mia testa. Avrei potuto sdraiarmi dall’altra parte. Però gli sarebbe venuto un colpo vedendomi così d’improvviso vicino a lui. Mi sedetti sul letto ed iniziai ad accarezzargli la guancia. Non volevo svegliarlo. Mi dispiaceva. Aveva un’espressione così serena. Sospirai. Quanto mi sarebbe piaciuto dormire con lui tutte le notti. Svegliarmi con il suo viso accanto al mio. Sussurrargli dolci parole per svegliarlo. Anche perché Severus era la prima cosa a cui pensavo quando mi svegliavo. E l’ultima quando andavo a dormire. Ero indecisa sul da farsi. Da un lato avrei voluto svegliarlo, ma dall’altro volevo lasciarlo riposare. Non vedevo l’ora passassero i due anni rimanenti. Mi sembrava un sogno quello di potermi sposare con lui. Saremmo stati una famiglia. Avremmo anche avuto dei bambini magari. Arrossii. Certo che ne avremmo avuti! Piton si mosse nel sonno e io, che ero seduta a filo sul bordo del letto scivolai e caddi a sedere in giù, producendo un botto. “Che male!!!” sussurrai. “Signorina Wyspet, che ci fa li sotto?!” esclamò Piton. Mi alzai imbarazzata. “Scusi…non volevo svegliarla…” mi scusai. Lui fece per alzarsi ma io scossi la testa. “Non si preoccupi…se è stanco può anche riposare…anzi, se vuole le faccio un massaggio alle spalle…” proposi. Lui mi guardò scettico. Feci il giro del letto, mi tolsi le Converse e ci salii, avvicinandomi a Piton, che mi guardò contrariato. “Se solo a noi studenti dessero letti così comodi…” sospirai. Severus scosse la testa. “Non la mangio mica! Possiamo parlare anche qui…” sbottai, sdraiandomi su un fianco. Lui si girò verso di me. Le sue guance avevano preso colore. Sbadigliai. “Belle tonsille…la sua eleganza non ha rivali signorina Wyspet…” mi rimproverò. Mi ero dimenticata di mettere la mano davanti alla bocca. “Professore?” lo chiamai. “Si?” rispose lui. Adoravo la calma di quella camera. “Mi spiega perché i ragazzi d’oggi sono così…così…così rozzi? Si attaccano a noi come cozze allo scoglio, con i loro ormoni che impazzano…” dissi. Piton parve un po’ sconcertato. “Insomma…quando sono bambini schifano le ragazze, ma poi le vogliono avere più vicine possibile…come mai?” completai. Severus si schiarì la voce. “Bhe signorina Wyspet, tutto inizia da un’ape e un fiore…” iniziò a dire. Io lo guardai e scoppiai a ridere. Lui sorrise. “Ora non partiamo proprio dal principio! Ho quasi sedici anni, certe cose le so anche io!” precisai. Anche perché a me avevano raccontato la storia della cicogna. Con le api ed i fiori non ci avevo capito un granché. Non ero molto sveglia da bambina. “Ecco il problema di voi giovani…vi insegnano queste cose troppo presto!” sbottò. Io appoggiai la testa sul cuscino, sempre rivolta verso di lui. “Però…noi ragazze non siamo così…cioè…come posso dirlo…così ossessionate…” commentai. “I maschi d’oggi sono precoci…per loro le donne sono dei semplici passatempi, finché, arrivati all’età adulta, capiscono che soddisfare le loro voglie non è l’unica cosa che conta nella vita…” spiegò Piton. Io annuii. “Ammettendo che sia vero, io non voglio essere usata e basta!” sbottai, irritata. “Infatti a questa conclusione arrivano anche loro, così iniziano a dire un sacco di frottole alla ragazza in questione…” rispose Severus. “Per questo non mi fido di nessun ragazzo della mia età…tutti montati che voglio sono una cosa…” sbuffai, pensando a Josh. Lui scosse la testa. “Io voglio un uomo sensibile, che si preoccupi dei miei sentimenti, che non mi usi e che mi ami davvero…” precisai, usando apposta il termine ‘uomo’. Piton rimase in silenzio. “Anche i suoi coetanei erano così?” chiesi. Lui ci rifletté. “Non tutti…la maggior parte…” rispose. “Scommetto che lei era sensibile e timido…” sorrisi. Piton non rispose. “Mi ricordo quando ero piccola…un giorno mia madre mi prese da parte e mi raccontò di come sono nata…ovviamente la storia della cicogna…” spiegai. Lui sorrise. “Quando compii i dieci anni, mi disse come stavano realmente le cose…rimasi scioccata per un bel mesetto…” continuai. “E ora?” chiese Piton. “Me ne sono fatta una ragione…” risposi, divertita. Mi misi a pancia in giù, con il mento appoggiato sulle braccia conserte sul cuscino. Iniziai a dondolare le gambe. “Le ricordo che domani ha un’interrogazione da sostenere…” mi ricordò Piton. Io sorrisi. “Non si preoccupi, ho già studiato…” lo rassicurai. “Sa…mia madre mi ha scritto un po’ di giorni fa…mi ha riferito che quest’estate i Green Day faranno tappa a Londra…e io voglio andare a vederli…” sorrisi. Lui mi guardò dubbioso. “Magari riuscirò anche ad avere l’autografo di Billy Joe Amstrong! Sarebbe un sogno…” sospirai. “Le piacciono così tanto questi…Green…Day?” mi chiese, cercando di pronunciare il nome come si deve. Io annuii. “È la mia band preferita…il loro ultimo cd è al primo posto della mia hit parade…” spiegai. Piton mi guardò curioso. “Eppure c’era anche American Idiot, tra i cd che le avevo dato…” ragionai, dubbiosa. Severus tossì. “È per caso quello che ha nella copertina una cuore che sembra una bomba a mano?” chiese. Io annuii. “Ho ascoltato le prime canzoni, ma non è il mio genere….ho gradito di più il secondo cd…” spiegò. Io lo guardai allibita. “Non le piacciono i Green?!” esclamai, come se mi avessero detto che Voldemort aveva cambiato carriera e si era dato al giardinaggio. Severus mi guardò alzando un sopracciglio. “Troppo chiassosi…” rimbeccò, annoiato. Io mi alzai a mi diressi verso il piccolo stereo, che giaceva nell’angolo delle stanza. “Dove sono i cd?” chiesi, decisa. Piton mi indicò il primo cassetto del comodino. Presi American Idiot e lo misi nello stereo, poi premetti play. La canzone che aveva dato il nome al cd iniziò a suonare, con la stupenda voce di Billy Joe. “Ripeto, troppo chiasso…” commentò. Io sbuffai. Mandai avanti. Jesus of Suburbia. Piton scosse la testa. Mandai ancora avanti. Lui rise divertito. “È testarda eh?” disse. Io annuii. “Vedrà che troverò una canzone per lei…” risposi. Poi un ritmo mi balenò in testa. Andai alla quinta traccia. Piton rimase zitto, con le orecchie tese. “Questa è la canzone che cantava ieri sera giusto?” mi chiese. Io annuii sorridendo. “Allora?” chiesi. “Non male, però le ripeto, non è il mio genere…” commentò. Sospirai delusa. Settima traccia. Give Me Novacaine. Ancora una risposta negativa. Sbuffai affranta. Arrivai a She’s a Rebel, e mi arresi. “Voi giovani d’oggi, più una cosa è chiassosa, più vi piace…ma questa non è musica! È solo rumore…” commentò, severo. Lo fulminai con lo sguardo. “Non è vero!” rimbeccai, offesa. Piton rise. “A dire il vero la ragazza di questa canzone le somiglia…” osservò, sorridendo. Io sbuffai. “Comunque dei suoi cd ho gradito di più The Open Door e Enchant…” precisò. Era ancora steso sul letto. Lasciai il cd e lo raggiunsi, tornando a sdraiarmi come prima. “Che poi…noi giovani d’oggi ha detto…però lei non è mica vecchio!” rimbeccai, divertita. “Lei è una bambina al mio confronto…” sbottò Piton. Io scossi la testa. “Ora non esageriamo…quanti anni ha? Venti? Venticinque?” chiesi. “Non menta signorina Wyspet, sa benissimo quanti anni ho…e abbassarmi l’età non l’aiuterà ad avere una E nell’interrogazione di domani…” mi riproverò. Io gli feci la linguaccia. “E comunque mica sono una bambina! Ho sedici anni!” ribadii. “Ancora quindici le ricordo…e per favore, spenga questo strazio…” mi pregò lui. Io sbuffai e andai a spegnere, poi tornai sul letto, avvicinandomi a Piton. “Professore…le voglio tanto bene…” sussurrai. “Davvero? È per questo che mi sfinisce così? Figuriamoci cosa mi faceva se mi odiava!” rimbeccò acido. Io gli feci la linguaccia. “Guardi che dico sul serio!” sbottai. Lui sorrise. “Sono quasi le undici, le conviene tornare in dormitorio…” sbottò poi. Io scossi la testa. “Avanti, non faccia i capricci…” sospirò esasperato Piton. Io non mi mossi. Passarono dei minuti. “Dunque?” mi chiamò. “Non posso rimanere qui?” chiesi. “Domani ha lezione, compresa un’interrogazione che dovrà essere perfetta…si sta già facendo tardi…” precisò, arcigno. Io sbuffai e abbassai lo sguardo. “Voglio…dormire con lei…ancora stanotte…” sussurrai. Piton mi guardò dubbioso. “Cosa? Non l’ho sentita, può ripetere?” disse. Io tossii. “Vorrei…dormire…con lei…” ripetei, imbarazzata. Severus mi guardò ancora dubbioso. “Vorrei dormire con lei!” urlai. Lui mi guardò allibito. “Bene…ora penso lo sappiano in tutti i sotterranei…” osservò. Io lo guardai speranzosa, ma lui si alzò. “Niente storie, voglio vederla fuori di qui entro il cinque…” mi ordinò, impassibile. “Ma…” iniziai a dire. “Uno…” cominciò. “Però…” cercai di dire. “Due…” continuò. “Io…” tentai. “Tre…” proseguì, con le braccia incrociate al petto. Sbuffai. “Quattro…” disse, avvicinandosi. Io non mi mossi. “Cinque” concluse. Lo guardai negli occhi. “Come vuole, sarò costretto ad usare le maniere forti…” sospirò, seccato. Maniere forti? “Tanto lo so che lei non mi farebbe del male…” sorrisi, sicura. Piton mi guardò scettico. “Cosa glielo fa credere?” sbottò lui. Non sarebbe stato capace di buttarmi fuori a calci dall’ufficio…vero? “Lei...mi vuole bene…” provai a dire, sottovoce. Piton arrivò da me a passo svelto e mi tirò su di peso dal letto per un braccio. La sua era una stretta dolce e decisa. Nulla a che vedere con quella di Josh, che era solo rude e maleducata. Lo assecondai e mi accompagnò fino alla porta dell’ufficio. “Vede che collaborando si evitano situazioni spiacevoli?” esclamò soddisfatto, lasciandomi il braccio. Lo abbracciai. “Lei non mi farebbe mai del male… “ sussurrai. Severus mi accarezzò sulla testa. “Se ne vada ora, altrimenti sarò costretto…” commentò, divertito. Lo salutai e corsi fino alla Torre. Vidi un arazzo spostarsi, e subito uscire dalla parete Anna, che mi guardò stupita. “Potevamo fare la strada principale assieme…miss ragnatela…” la presi in giro, aiutandola a scrollarsi la polvere di dosso. “Che ne sapevo io che eri nei sotterranei…” commentò, seccata. Poi scoppiammo a ridere. “Sai…ho trovato Piton che dormiva nel suo letto quando sono entrata…” iniziai a raccontare. “Fantastico…” rispose sarcastica. La spinsi e lei andò a finire contro la Signora Grassa, che si lamentò. Dopo parecchie scuse, ci fece entrare. “Comunque, non è successo ancora nulla tra te e il bel professore?” chiese Anna, mentre salivamo le scale. “A parte il bacio no…” risposi, tranquilla. “Secondo me è ancora vergine…” sbottò lei. Io la guardai allibita. “Che discorsi fai?!” la rimproverai, dandole un pugno in testa. “Ma che modi! Dicevo solo che, avendoti avuta bella e addormentata nel suo letto l’altra notte, è strano che non ti sia saltato  addosso…” spiegò. Sospirai esasperata. “Guarda che non sono mica tutti come Draco…” rimbeccai, infastidita. “Per tua informazione Draco è ancora puro e innocente…” rispose. Io risi. “Giusto a titolo informativo, era un’informazione che potevi anche evitare di farmi sapere…” commentai, annoiata. “Giusto, non cambiamo argomento…stavamo parlando del tuo Pitonchio…” ghignò maligna Anna. La spinsi ancora. “Scusa, vergine tu, vergine lui, coppia perfetta!” osservò. Cercai di zittirla. “Severus è un uomo maturo…avrà avuto delle esperienze in vita sua no?” ribattei. “Certo…però non era molto popolare ai tempi di Hogwarts…” replicò ancora Anna. Sbuffai. “E con questo? Comunque essere vergini non è un difetto…” lo difesi. Anna sorrise. Entrammo in dormitorio. Hermione era ancora sveglia, stesa sul letto che sfogliava un libro. “Sera! Di cosa parlate?” chiese, chiudendo il librone. “Nulla…della verginità di Piton…” rispose Anna, alzando le spalle. “Ma perché non faccio a meno di fare certe domande…” sospirò affranta Herm. Io risi e mi buttai sul letto. “Ritornando all’argomento, essere vergini alla nostra età, non è un difetto, ma dopo aver passato i trenta c’è da spararsi…” concluse la ragazza. Io la fulminai con lo sguardo e le tirai il cuscino. Lei mi diede una panoramica del suo dito medio laccato di smalto nero. “Io penso che, seppur Piton sia ancora vergine, qualcosa avrà imparato negli anni a scuola no? Quindi diciamo che fisicamente è ancora puro, ma mentalmente è bello che andato…” si introdusse Hermione. Io ed Anna la guardammo allibite. “Che c’è? Era solo per chiudere il discorso…” si giustificò, in imbarazzo. Risi e filai in bagno. Sentii dei tonfi, poi silenzio. Ed infine delle risa. Mi lavai i denti e tornai nella camera. Anna stava facendo delle boccacce seduta sul mio letto, ed Hermione rideva tenendosi le mani sullo stomaco. Io scossi la testa divertita. “A letto bambine!” dissi, spingendo giù dal mio letto Anna. “Hey!” rimbeccò lei, alzandosi. Hermione si infilò sotto le coperte, sbadigliando sonoramente. Sentimmo dei miagolii. James e Billy Joe stavano litigando per un gomitolo di lana. Anna non ci fece caso e si tuffò tra le coperte. “Billy! Muoviti o dormi sul tappeto stanotte!” lo richiamai. Il gatto lasciò il gioco al suo nemico e corse da me, balzando elegante sul letto. Mi misi sotto le coperte e lui mi si accoccolò con la testa sul cuscino. “Nox!” esclamai, e la luce si spense. Billy Joe iniziò a fare le fusa. Chiusi gli occhi e ripensai al bacio della sera prima. Sorrisi portando a me il batuffolo peloso che ancora faceva le fusa. Mi addormentai con l’immagine di noi due, fermi sotto la neve, uniti in quel bacio inaspettato.

 
  
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