Anime & Manga > Tiger & Bunny
Ricorda la storia  |      
Autore: Aggrodolce    11/12/2012    3 recensioni
Quella sarebbe stata “la” serata. Sarebbe stato tutto perfetto, in ordine, romantico. Nessun particolare tralasciato. Nessun inconveniente. Perfetto. Avrebbe solo dovuto trovare il coraggio di aprire quella porta tanto per cominciare, o meglio di citofonare visto che quella non era casa sua.
[AntonioxNathan (FireBison)]
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Hola! Tanto che non ci si vede, eh? 
Mi spiace ma di questi tempi l'ispirazione si va proprio a far friggere... Eheh. Ma nonostante tutto sono riuscita a tirar fuori questa schifezzuola! 
Leggetela se volete farvi due risate, è comica e beh, spiega come IO vedo Antonio. Magari è OOC, fatemelo notare che modifico gli avvertimenti. 
Detto questo è dedicata ad una mia amica, sperando le piaccia ♥ E ovviamente che piaccia anche a voi! 
Buona lettura! ♥ 


Giorni di gloria  



Quella sarebbe stata “la” serata. Sarebbe stato tutto perfetto, in ordine, romantico. Nessun particolare tralasciato. Nessun inconveniente.
Perfetto.
Avrebbe solo dovuto trovare il coraggio di aprire quella porta tanto per cominciare, o meglio di citofonare visto che quella non era casa sua.
Ma in fondo, come biasimarlo?
Antonio Lopez non era tipo da cene raffinate, bon ton o tantomeno dichiarazioni. Persino a lavoro, dovendosi vestire per bene per fare buona impressione agli sponsor e parlare con loro si sentiva a disagio. Non aveva mai avuto una storia seria a causa della sua timidezza, inversamente proporzionale alla sua grande ed imponente stazza ed ai suoi modi semplici.
Per essere felice gli bastavano un paio di birre in un pub, con alcuni amici accanto. Non aveva mai seriamente pensato all’eventualità che prima o poi si sarebbe presentata l’occasione in cui avrebbe dovuto affrontare una elegante cena con una persona che, tra parentesi, gli piaceva parecchio.
Ma quella sera era lì, pronto ad affrontare le sue paure più oscure, deciso a passare una serata a dir poco perfetta.
Nonostante però si fosse imposto di non rovinare in alcun modo la serata gli imprevisti cominciarono a cadergli addosso come api attirate dal miele, cosa che mise il nostro Tonio ancora più in imbarazzo, facendolo diventare paonazzo e sudare freddo. Situazione che non volgeva affatto a suo vantaggio, visti i litri di acqua di colonia che aveva usato per profumarsi quella sera che si sarebbero inevitabilmente mischiati con l’odore di sudore fino a cancellarsi, lasciando spazio solo alla puzza.
No, no. No. Calmati. È solo un appuntamento. Solo una cena. Una stupidissima cena che puoi superare, senza dubbio.
Coraggio.
Fai un bel respiro e rilassati. Concentrati.
Ce la puoi fare.

Ancora una volta tentò di auto convincersi quanto poteva, respirando a fondo per la centesima volta nel giro di cinque minuti, sperando e pregando tutti gli dei che gli venivano in mente che quel metodo potesse funzionare e finalmente si decidesse a calmarsi e a suonare il citofono.
Dopo svariati tentativi finalmente si azzardò ad avvicinare la mano al citofono, tremante, neanche avesse avuto un improvviso attacco di Parkinson.
Ma insomma Antonio, sei o non sei un uomo, pensò. Spingi quel dannato pulsante! Avanti! Vorrei sapere cosa diavolo ti ferma, sei al pari di una femminucc— !
Quando finalmente Bison sembrava essere arrivato con le dita al campanello ed avere iniziato a contemplare l’idea di spingere il pulsante, qualcosa nella tasca del suo smoking emise un suono acuto ed assordante, accompagnato da una fastidiosa ed improvvisa vibrazione.
Inutile dire che l’eroe fece un balzo degno di un oro olimpico, ed inutile precisare anche che il mazzo di rose che teneva in mano per poco rischiò di finire a terra, frantumato in mille petali rossi; pochi secondi più tardi infilò una mano nello smoking e ne estrasse un cellulare,  che ancora si ostinava a squillare deciso e soprattutto insopportabile, perlomeno per Antonio, prossimo ad un esaurimento nervoso.

«Ehm… Pronto?»
«Antonio, sei tu?»
«S… Sì… Nathan?»
«Caro, ma cosa fai lì al freddo? Ti vedo dalla finestra! Forza Sali, ti apro subito!»

La chiamata si interruppe all’istante ed il suono metallico di un portone che scattava lasciò il nostro Bison ulteriormente di stucco.
Non aveva più scuse oramai. Doveva entrare.
Lentamente dunque varcò la soglia dell’appartamento del compagno e si guardò intorno.
Magari faccio ancora in tempo a tornare indietro, pensò.
Magari mi posso dare malato. Un improvviso malessere, un giramento di testa, la febbre, la peste, qualsiasi cosa— 
Ma ormai il suo destino era segnato. Come un eroe al patibolo si avviò verso l’ascensore dell’appartamento, avendo la brillante intuizione che farsi sei piani di scale a piedi avrebbe mandato completamente al vento ogni speranza di arrivare almeno in minima parte pulito a quell’appuntamento.
Ma quale razza di problema ha quest’ascensore?! Si disse poi tra sé e sé, mentre aspettava con ansia e trepidazione il magico elevatore che lo avrebbe portato al superattico di Nathan.
Quando finalmente questi arrivò, si sbrigò a salirvi e a digitare il numero “6” tra i 9 possibili numeri corrispondenti ai vari piani del palazzo.
Coraggio… Muoviti…
Durante il lungo, interminabile, straziante minuto che Antonio passò nell’ascensore rischiò seriamente di andare in iperventilazione, di avere un attacco di panico ed ebbe la forte tentazione di gridare un improvvisato “AIUTO VOGLIO SCENDERE” con relativa chiamata di sicurezza, ma fortunatamente non fece nulla di tutto ciò e in poco più di quel minuto infernale si ritrovò faccia a faccia con il portone d’ingresso di Nathan.
Era pronto ad entrare, andava tutto bene, era arrivato vivo al sesto piano e nonostante tutto la colonia funzionava ancora.
C’era solo un piccolo, minuscolo, insignificante problema; la porta era chiusa, e un secondo campanello lo stava aspettando, guardandolo quasi con aria di sfida, o almeno questa era l’impressione che Antonio ebbe di quel semplice oggetto inanimato.
Lo fissò per un altro minuto buono, ed il tutto sembrava preannunciare l’inizio di una battaglia epica e senza esclusione di colpi, ma quel delirante mezzogiorno di fuoco venne interrotto da Nathan stesso, sulla soglia della porta in paillettes e pantaloni rigorosamente rosa e molto, molto attillati, pronto ad accogliere Antonio.
«Antonio!»
Cinguettò il rosato, adoperandosi subito per abbracciare il castano.
«Ce l’hai fatta ad arrivare! Temevo non venissi più! Coraggio, entra!»
Gli fece strada dentro casa, svanendo in pochi istanti nel soggiorno.
Antonio notò subito l’abbigliamento di Nathan, per poi pensare al proprio. Forse aveva un po’ esagerato.
Diede una leggera occhiata anche alle rose che teneva in mano, decidendo all’ultimo minuto di gettarle in un cestino accanto alla porta del compagno.
Ma sì, pensò. In fondo una serata come tante altre sarebbe andata bene lo stesso. E così come le rose, anche la scatolina che aveva tenuto nascosta fino a quel momento in una tasca dello smoking sarebbe rimasta lì, in attesa di un’occasione più consona per essere utilizzata. 
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Tiger & Bunny / Vai alla pagina dell'autore: Aggrodolce