Anime & Manga > D'Artagnan
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Autore: hera85    11/12/2012    2 recensioni
D'artagnan, nonostante sia legato ai polsi e bendato ,riesce comunque a mettere k.o. i suoi nemici.I suoi amici rimangono allibiti,stupefatti ,per non dire intimoriti.
ATTENZIONE: la storia è ambientata ai giorni nostri.E sì, sono fissata!
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: D'Artagnan
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Erano lì, rinchiusi in un cascinale e chissà dove.
Erano legati e incatenati, neanche fossero delle bestie!
Athos, Aramis e Porthos erano stati legati con le catene, mentre Constance e Milady erano semplicemente legate con corde.
Era evidente che Maschera di Ferro, ormai, non aveva più bisogno di quest'ultima e l'aveva legata insieme alla ragazzina. Non la riteneva più pericolosa visto che l'aveva disarmata da capo a piedi.
D'Artagnan invece, era lì, legato su di una sedia, distante da tutti. Il messaggio era chiaro: il Guascone veniva considerato pericoloso!
Era stato disarmato da tutte le armi che possedeva, persino quelle nascoste. E quando D'Artagnan fu "spogliato" di tutte le armi, persino i suoi amici non riuscivano a credere di quanta roba avesse addosso.
Era lì, legato, bendato e con un paio di cuffie nelle orecchie per isolarlo ancora di più.

Gli avevano tolto persino la casacca blù lasciandogli solo la camicia bianca, strappata avanti che faceva intravedere un fisico asciutto e scultoreo. Era sudato e sembrava esausto ma...Aramsi lo conosceva bene, era come un predatore che aspetta di scagliarsi contro la sua preda.
Ora che lo osservava così, quasi si vergognava a pensare certe cose:
Anche se legato, sembrava ancora più attraente di quanto già non lo fosse.
Cercò di distogliere lo sguardo e di pensare ad altro ma era impossibile. Era come ipnotizzata dal D'Artagnan che aveva avanti agli occhi. E questa cosa, la turbava. Era attratta da lui anche in quella situazione assurda. Constance non faceva che piangere e temeva che "il suo" D'Artagnan fosse morto ma in relatà era solo "entrato in stand-by", in attesa di colpire. La cella si aprì con uno scatto sonoro. Aramis si accorse di un leggero movimento dietro la schiena del ragazzo. -Che cosa stai facendo, D'Artagnan?- pensava preoccupata. Maschera di Ferro, intanto, si era avvicinato al ragazzo che pareva inerme. Un secondo dopo non si capì nulla: D'Artagna si era slegato dalla sedia ma aveva ancora i polsi legati ed era bendato. Questo però era solo un piccolo ostacolo per uno come lui. Con un rapido movimento, si scrollò dalla testa le cuffie. Con un rapido balzo riuscì a portare le braccia in avanti e a recuperare da terra l'unica rama a sua disposizione lì dentro: un bastone. Maschera di Ferro rimase impietrito, come cazzo aveva fatto a liberarsi così? -Sei un demonio!- gridò l'uomo. D'Artagnan si scagliò contro Maschera di Ferro sia a suon di arti marziali che col bastone. Il ragazzo, qualche ora prima, lo aveva trovato per caso tastando coi ipiedi in cerca di un'idea decente per poter fuggire. Prima sferrò un calcio in faccia al nemico e subito dopo averlo allontanato da sé riuscì a impugnare bene il bastone per poterlo muovere a suo piacimento. I polsi gli duolevano ma doveva affrontare il nemico, anche così. Voleva togliersi la benda dagli occhi, ma sapeva che si sarebbe ritrovato Maschera di Ferro di nuovo avanti e non aveva tempo di togliersela, quella benda era stretta. I nodi erano stati fatti bene (non si poteva dire lo stesso dei nodi che dovevano tenerlo legato). D'Artagnan era veloce e agile, seppur fosse impedito dalla corda ai polsi e bendato, riusciva a difendersi molto bene e ad attaccare altrettanto bene! Maschera di Ferro era in netta difficoltà, era sbalodito dall'agilità del suo avversario nonostante gli impedimenti. Parava e schivava ma con difficoltà, rispondeva ai colpi ma il più delle volte a vuoto. Alla fine, D'Artagnan intuendo che il suo nemico fosse alle strette, simulò un nuovo attacco. Maschera di Ferro come un pivellino, cadde col didietro in una delle celle vuote. Il Guascone, a tentoni ma rapido chiuse la candellata e imprigionò il suo nemico (a dir poco scarsino nella disciplina del TaeKwondo). Gli altri lo guardavano in un misto di ammirazione, sconcerto, incredulità e timore. D'Artagnan si slegò i polsi su si una superficie ferrosa e tagliente, si tolse la benda, finalmente. E mentre cercava di riabituarsi alla luce fioca di quel luogo, forzò le serrature, ormai corrose, delle celle con un piede di porco. Lo aveva trovato su di un tavolino logoro. Accidenti, in quel luogo non mancava proprio niente! -Di un po' ma che cosa ti hanno insegnato nelle scuole, in Guascogna?- fece Porthos ammirato mentre veniva liberato insieme agli altri. D'Artagnan rispose,- Veramente, tutto quello che so me lo ha insegnato mio padre e mio nonno- rispose tranquillo, come se avesse fatto la cosa più normale di questo mondo e il suo viso si illuminò del suo solito sorriso. Era incredibile quel ragazzo!
 
  
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