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Autore: Aki_93    11/12/2012    1 recensioni
"Le era stata data una vita che non voleva e per recuperare ciò che avrebbe voluto avere continuava a guardasi indietro,nella vana speranza che questo potesse riempire il vuoto della sua anima nera."
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Sovrannaturale
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1° Capitolo: Ritorno a Casa. 


Dentro quella enorme stanza un silenzio innaturale regnava,interrotto solo dal rumore incessante e ritmico del pendolo dell'orologio che contava i minuti e i secondi che passavano. 
Nulla si muoveva,perchè non c'era niente che potesse muoversi o che avesse la minima voglia di farlo. 
Le porcellane antiche erano ancora poggiate sopra il tavolo,esattamente dove le ricordava,ferme nel loro grigiore con cumuli di polvere che negli anni aveva coperto ogni cosa,anche il tavolo che un tempo splendeva sotto i raggi del sole di New York,adesso non rimaneva che un pezzo di legno consunto dal tempo. 
Nell'aria non si percepiva altro se non l'odore acre e penetrante di muffa e polvere,la casa non era più stata usata da quando i suoi padroni se ne erano andati,circa un secolo fa.
Eppure nulla era più stato toccato,anche se  l'opportunità di vendere quella piccola villa si fosse manifestata più di una volta negli ultimi anni,ma nessuno voleva abitare li. 
Era una fortuna per lei,che tutto fosse rimasto esattamente al suo posto o almeno così voleva credere,perchè credeva fortemente che così facesse meno male,ma la casa era vecchia come tutto li dentro,sebbene molte cose fossero ancora nel loro identico posto. 
I tacchi che indossava strisciarono rapidi verso le scale che conducevano al piano di sopra,ricordava ancora le mille chiacchierate con Toby suo fratello,ricordava ancora come fosse bello avere qualcuno di cui potersi fidare ciecamente,qualcuno che però non avrebbe più rivisto.
Poggiò con estrema eleganza le dita lungo lo spesso strato di polvere che copriva la ringhiera e iniziò a salire senza però dire una parola.Le stanze erano ancora tutte aperte alcune candele usarate stavano ancora nel candelabro vicino alla porta dei suoi genitori,non esitò di certo e allungando il passo spostò quel tanto che bastava la porta leggermente succhiusa per farsi spazio. 
Le lenzuola bianche erano ancora sopra il letto,il libro preferito di sua madre restava muto in un angolo del comodino,ricordava quanto le piacesse ascoltare la voce di sua madre mentre leggeva versi di epoche mai finite. 
In una sedia c'era il cappello di suo padre,lo metteva ogni domenica per farsi bello quando andava in chiesa..chissà se era ancora fiero di lei e della persona che era diventata. 
Si fece strada proseguendo per la camera illuminata voltandosi,verso l'enorme specchio,dove ogni volta sua madre si divertiva a spazzolarsi i capelli e il riflesso della propria immagine la fece sussultare. 
Era diverso,tutto era diverso li dentro,anche la sua stessa immagine appariva distorta e corrosa dal tempo,come se le rughe che dovessero apparirle sul viso stessero per fare la loro comparsa,ma puntualmente non arrivavano mai. 
Il tempo scorreva lesto come se la stesse deridendo,come se le stesse sputando in faccia tutto quello che era,tutto quello che era diventata.Non osò spostare lo sguardo dalla sua immagine ferma,ferma come una statua di cera,si perchè la sua pelle era bianchissima quasi trasparente di una morbidezza che avrebbe fatto invidia al miglior tessuto del mondo,solo alcuni ciuffi biondi ondeggiavano nella spirale polverosa di un piccolo fascio di luce che,penetrava dalla tenda che copriva la grande vetrata. 
Erano passati settant'anni dall'ultima volta che era stata li,tra le mura di quella villa che definiva ancora casa sua,ma che nel profondo sapeva che niente più le apparteneva,se chiudeva gli occhi poteva ancora sentire le risatine felici delle sue sorelle che giocavano in cortile,gli schizzi d'acqua che bagnavano le loro faccie dolci mentre si divertivano.Era tutto un ricordo,tutta la sua vita era ormai diventato un ricordo un ammasso di niente che le faceva ancora venire le lacrime agli occhi. 
Lasciò andare una risata nervosa abbassando lo sguardo al pensare e rivivere la sua vecchia vita,una vita parallela a ciò che aveva adesso,ma il punto era proprio questo,cosa aveva lei? 
Di certo non le mancava niente,aveva tutto ciò che una persona è in grado di volere o di immaginare di possedere,le aveva tra le sue mani ma la giovinezza e il lusso non definivano la sua vita. 
Allora si chiese mentre percorreva a passi lenti il corridoio che la separavano da camera sua,che cosa veramente le mancasse e si pose una domanda fondamentale a cui però non seppe rispondere. 

"Dov'è il mio lieto fine?Merito di averlo?"

Le era stata data una vita che non voleva e per recuperare ciò che avrebbe voluto avere continuava a guardasi indietro,nella vana speranza che questo potesse riempire il vuoto della sua anima nera. 
  
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