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Autore: SilverKiria    11/12/2012    2 recensioni
Occhi verdi. Cognome Potter. Non sarebbe la prima volta che qualcuno con queste caratteristiche salva una persona che ama. Lily ci protegge da lassù.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Ginny Weasley, Harry Potter, James Sirius Potter | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Ginny Weasley Potter era distesa sul divano del numero 12 di Grimmauld Place, la sua casa provvisoria.
Harry stava per firmare il contratto della villetta che adocchiavano da un anno e lei non vedeva l’ora di trasferirsi.
Il piccolo James aveva un anno e mezzo però correva già in giro per casa a fare disastri: purtroppo dal nonno e dallo zio ( Sirius, così lo chiamavano ) aveva preso la vena combina guai.
L’enorme pancione le ostacolava la vista e non riusciva a leggere il Settimanale delle Streghe.
Ginny aspettava infatti il secondo bambino, ma non erano sicuri del sesso: a loro infatti piaceva scoprirlo appena nato il piccolo.
Rinunciò a leggere e si alzò faticosamente dal divano.
Era sola in casa: Harry era a lavoro e sarebbe tornato tra circa mezzora, lavorava solo la mattina per aiutare la moglie con la piccola peste.
Andò in cucina e si preparò un the caldo.
Mentre versava il liquido con l’uso della bacchetta sentì piangere: James si era svegliato.
La ragazza lasciò lì il the e si diresse il più velocemente possibile, per quanto le permettesse il pancione di otto mesi, su per le scale: James diventava irritabile se non veniva ascoltato subito.
Era a metà della prima rampa quando sentì dei passi: James era uscito dalla culla.
- James stai fermo! La mamma arriva su…-
Non fece in tempo a finire la frase che il bimbo due piani più su si mise a piangere disperato: probabilmente era caduto.
Però era un pianto diverso, doloroso.
Ginny pensò si fosse ferito e tentò di accelerare il passo.
Era a metà dell’ultima rampa di scale che la separava dal figlio quando sentì un dolore lancinante al basso ventre espandersi per tutto il corpo.
Del liquido iniziò a scorrerle in mezzo alle gambe: le si erano rotte le acque.
- No…manca ancora un mese! –
Tentò di continuare a camminare, voleva raggiungere James e verificare che stesse bene, ma il peso e lo sforzo furono troppi: Ginny cadde rovinosamente a terra.
Sentì dell’altro liquido bagnarle i pantaloni.
Fu col terrore sul viso che vide sangue sgorgare fuori, inzuppandole i vestiti.
- Il bambino…-
Prese la bacchetta e cercò di concentrarsi, nonostante fosse scossa da forti tremiti.
- Expecto Patronum – sussurrò.
Non accadde nulla.
James continuava ad urlare e Ginny era terrorizzata.
- James mamma sta arrivando! – tentò di urlare, ma la voce si stava affievolendo.
Pensò ad Harry, a James e riprovò: - Expecto Patronum -.
Una flebile nube argentea uscì dalla bacchetta ma non prese forma.
- Avanti Ginny! –
Nonostante tentasse di pensare ai ricordi felici la mente era impegnata a sentire le urla del figlio e le forze stavano scemando.
La vista era annebbiata, non aveva più molta sensibilità nelle mani.
Ecco, le stava scivolando la bacchetta.
Stava per perdere conoscenza, quando sentì un forte impulso provenirle dalla pancia.
Era come una scarica di energia positiva e Ginny li vide: gli occhi verdi di Harry. Gli occhi che amava, che l’avevano fatta sognare, gli occhi in cui si perdeva
prima di dormire.
- Expecto Patronum! – era poco più di un sussurro, ma bastò.
Un enorme cavallo d’argento uscì dalla bacchetta di salice.
Non parlò nemmeno, non respirò, cercò solo con le forze rimanenti di trattenere il ricordo degli occhi che amava.
L’ultima cosa che vide prima di perdere conoscenza fu la coda del cavallo scomparire dalla finestra.

Dolore. No, era finito. Cominciava a sentire il corpo, ma come distante.
Cos’era quel rumore? Voci?
Sì, voci.
Non riusciva a decifrare ciò che dicevano, ma le percepiva.
Pian piano riprese controllo del proprio corpo e iniziò a capire ciò che dicevano.
- Ma sei sicuro? –
- Sì, l’hanno detto i dottori! –
- Ma, Harry, non è mai successo! –
- Hermione penso di essere l’eccezione a quasi tutte le regole magiche.-
- E…come sta? –
Come sta? Chi?
Un lampo.
James. Harry. Il bambino.
Aprì gli occhi e ci mise qualche secondo a mettere a fuoco.
Era in una sala d’ospedale, Harry le era seduto di fianco, Hermione e Ron d’altra parte del letto.
I genitori la guardavano preoccupati.
George e Angelina, Bill e Fleur, Charlie.
C’erano tutti.
Percy? No, Percy no. Sarà al lavoro.
Si girò e li vide, quegli occhi.
Fu colta dal panico.
- Che è successo?! Il bambino? James? Oddio dove…-
Harry la prese per le spalle e l’appoggiò allo schienale.
Sorrideva.
- Harry che…-
- Amore calmati. Stanno tutti bene. Tu stai bene. –
James sbucò dalle braccia del padre e urlò: - Mama! –
Harry glielo alzò sul letto e Ginny lo strinse forte a sé.
Lacrime. Stava piangendo.
Lo guardò meglio e notò dei segni sulla fronte.
- Che cosa…-
- Questa piccola peste era caduta, cinque punti magici ma fra nemmeno un’ora sarà come nuovo. –
C’era qualcosa di strano.
Ginny ci mise un po’ a capire, era ancora intontita dai farmaci.
Il pancione. Non c’era.
Andò nel panico.
- HARRY! IL BAMBINO…DOV’E?!-
Il sorriso di Harry si rimpicciolì, ma non scomparve.
- Sta bene. Ti si erano rotte le acque ma quando sei caduta si è staccata la placenta, per questo perdevi sangue. Stavi per morire. –
Harry non sorrideva più.
Ginny tentò di ricordare e quando le venne in mente la scena chiese:
- Che è successo? –
- Speravamo ce lo potesse dire lei. –
Era stato un medimago a parlare.
- Io…ho sentito come una scossa…un impulso. Non riuscivo a fare un patronus ma dopo ci sono riuscita, sono riuscita a vedere due occhi –
Ginny si girò.
- I tuoi Harry. –
Ora gli occhi del marito erano umidi.
- Ma…com’è possibile? –
Era stata Hermione a parlare.
Il Medimago prendeva appunti e quando finì ci guardo preoccupato.
- Non è mai successo, non sappiamo come sia potuto accadere…-
- Harry? Il bambino? –
Harry sorrise.
Si girò e quando si voltò teneva in braccio in fagotto.
Era lui.
Ginny si mise a piangere.
- E’…-
Si interruppe.
Il piccolo aveva aperto gli occhi.
Erano quelli di Harry, quelli di Lily.
- Harry…-
Il marito la guardava preoccupato.
- Ginny stai male? –
Un lampo, un’illuminazione.
Aveva capito.
- Harry so cos’è successo.
Tutti nella sala la fissavano, ammutoliti.
- So che può sembrare assurdo, forse impossibile. Ma credo che gli occhi che ho visto alla fine, quelli che mi hanno dato la forza di evocare il patronus, la scossa, l’energia…fosse tutta opera sua. –
Mentre parlava sorrideva incantata al piccolo.
- Erano i suoi occhi. Gli occhi di Albus Severus. –
Nessuno disse niente, tutti ora guardavano il Medimago.
- Potrebbe essere, ma sarebbe magia altamente antica. L’istinto di sopravvivenza ha dato la forza al piccolo di sprigionare energia magica…sarebbe qualcosa di incredibile. –
Harry accarezzò il figlio appena nato.
- Per noi no. Dopotutto non è la prima volta che un Potter dagli occhi verdi salva una persona che ama. –
Ginny e Harry si sorrisero.
Lily li proteggeva da lassù.


  
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