Un sogno
ad occhi aperti
Caterina
prese un respiro ed entrò nella sua stanza nelle sue camere personali dove, a
detta della sua dama d’onore, c’era ad attenderla il Re. Erano passati anni
dall’ultima volta che Enrico era stato lì e lei aveva smesso di sperare che si
trattasse di una “visita di cortesia”.
“Oh Enrico,
che piacevole visita, come state?” chiese non
riuscendo tuttavia a mascherare un sorriso appena lo vide davanti a sé.
“Benissimo”
rispose prontamente; un sorriso c’era anche sul suo viso ma era del tutto privo
di allegria “Eppure mai quanto voi” aggiunse in tono ironico, lanciandole una
rapida occhiata.
La Regina
scosse la testa confusa, non riuscendo a capire il motivo di quella frase che
aveva tutta l’aria di essere un rimprovero.
“Oh suvvia,
non assumete quell’espressione sorpresa” l’ammonì lui distogliendo lo sguardo
con aria visibilmente seccata “Ho saputo da fonti certe del vostro piacevole
incontro nelle vostre stanze questa notte con Tommaso Moro…” rivelò poi mal
celando l’irritazione con finta indifferenza.
Caterina si
ritrovò stranamente a ridacchiare per l’infondatezza di quell’accusa. E non
solo perché lei non aveva mai tradito Enrico o perché tra lei e Tommaso non
c’era altro che una splendida amicizia, ma soprattutto perché era stata tutta
la sera precedente nella Cappella a pregare e c’erano tutte le sue dame e il
vescovo Fisher a poterlo confermare.
“E quali
sarebbero queste fonti certe… I Bolena o Wolsey?”
chiese allora ironicamente.
Il Re
abbassò per un attimo lo sguardo e lei capì che aveva indovinato.
“Caterina… E’
vero o falso?” chiese lui nuovamente fissandola stavolta.
“Non
potete crederlo davvero!” esclamò ricambiando lo sguardo mentre un
lampo di delusione attraversava i suoi occhi. Era più stupita adesso nel vedere
l’uomo con cui aveva condiviso vent’anni della sua vita credere che fosse
davvero capace di tradire i suoi valori in questo modo, che non di aver sentito
la torbida storia di cui i suoi rivali l’avevano resa protagonista.
Enrico
abbassò lo sguardo nuovamente, in realtà non aveva alcun dubbio e quella
inquisizione non era stato altro che una recita che il suo nuovo ruolo lo
obbligava a mettere in scena. Un’occasione per capire quanto sua moglie
significasse in realtà per lui, perché… vero o falso, era semplicemente
impazzito.
Lei gli si avvicinò lentamente e lui al tocco,
familiare ed estraneo allo stesso tempo, della sua mano, non si tirò indietro.
Anzi rialzò lo sguardo e le sorrise, per un attimo. E l’attimo dopo la stava
baciando.
“Forse
sto solo sognando” pensò Caterina, ma non lo disse ad alta voce,
per non rompere l’incanto.
Per quella
notte avrebbe continuato volentieri a sognare. Senza dormire.
NDA:
Un’altra one - shot ritrovata nel mio
archivio, nata da uno dei soliti challenge con la mia amica Ofelia20 che mi ha
dato da inserire delle frasi stavolta… Spero vi piaccia^^