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Autore: Madnesss    12/12/2012    0 recensioni
Mi ha sempre preoccupato, tormentato. Bruciato. Per tutta la vita mi ha spaventato ed ho sempre cercato di evitarlo. L'abbandono. Essere dimenticata da qualche parte, per sempre, sola con me stessa. Intrappolata. Condannata ad essere sola, senza le persone che amo. Decadere in silenzio. L'abbandono è una forza che uccide le persone. Questo modo di pensare è malato, ma non sembra io riesca a farne a meno.
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Mi ha sempre preoccupato, tormentato. Bruciato. Per tutta la vita mi ha spaventato ed ho sempre cercato di evitarlo. L'abbandono. Essere dimenticata da qualche parte, per sempre, sola con me stessa. Intrappolata. Condannata ad essere sola, senza le persone che amo. Decadere in silenzio. L'abbandono è una forza che uccide le persone. Questo modo di pensare è malato, ma non sembra io riesca a farne a meno.

Ogni giorno mi promette che non mi abbandonerà mai. Lo so che lo spavento, ma voglio essere sicura. Non può spezzare una promessa.

"Non ti dovrai mai spaventare di questo, son sempre tornato, no?"

Cominciai a preoccuparmi di nuovo.... "Non mi hai detto che mi ami..." Sentivo le lacrime pungermi gli angoli degli occhi.

"Non ne ho bisogno, lo sai già" sorrise, il che mi ha fatto sorridere a mia volta.

"Torna presto"

"Ci proverò, Ti amo."

"Ti amo anch'io."

Mi diede un bacio, salutò e quindi partì.

Partì. Forse questa volta non tornerà.

Questo inferno stava per iniziare. Le prime ore passarono in fretta, ho ucciso il tempo pulendo. Ora non c'è più nulla da pulire.

Forse dovrei andare a dormire. Di colpo ero sola nell'attico, muri graffiati prodotti da instabilità – chiaccere inutili, conclusioni pessimistiche, messaggi inviati a chi non li riceverà mai.

Chi mi ha lasciata qui? Comincio a colpire la finestra, non riesco a romperla. Ho cercato di urlare alle persone che passavano ma non riuscivano a vedermi. Nessuno mi aiutò, starò qui per sempre. Decadendo lentamente nell'oblio. Iniziai a piangere disperatamente con la testa stretta tra le mani.

I miei occhi erano spalancati, il mio cuore batteva forte contro la cassa toracica e sento dei forti spasmi attraversarmi la testa. Sono nel salotto di casa mia. Fuori è buio. Le lacrime fuoriuscivano dai miei occhi. Era solo un sogno. Ho preso la mia coperta e la tennì stretta tra le mia braccia.

Forse poteva essere vero. Iniziai a piangere e corsì verso la finestra. "Perché ancora non è a casa!" Guardai l'orologio, erano le nove di sera. E se non riuscissi a riconoscerlo quando torna? Mi sono precipitata a vedere la nostra foto collocata sul comodino della stanza da letto. Eravamo lì, insieme. Sto affondando ancora di più nel recesso della mia mente. Cercai di guardare lo specchio. Sapevo di essere mentalmente instabile, lui era l'unico che riusciva a farmi stare meglio. E non sapevo perché non fosse qui con me. Odio la mia persona. Odio tutto di me stessa. Precipitai ancora più a fondo nel pozzo della mia bassa autostima. Mi odiavo. Guardai lo specchio ancora più a fondo. Riuscì a vedere un ombra riflessa, che sembrava scivolare verso la sala.

Le mie mani si strinserò in un pugno e il mio sangue iniziò a scorrere. Se chiudo la porta sarei intrappolata in questa stanza. Ho bisogno di sapere cosa c'è la fuori. Non voglio essere sola ora "Per favore, aiutami..." sussurai a me stessa. Sgusciai lentamente fuori dalla stanza, stando attenta a non fare troppo rumore. Cercai di strisciare lentamente fino alla sala da pranzo, e da lì passare in cucina. Ho bisogno di sapere cosa è, mi avvicino. Sono proprio dietro la cucina. Appoggiai la testa al muro per un momento. Era lì, lo vedevo. La sua pelle è morta e grottesca, indossa dei brandelli di abiti macchiati di sangue. Sono impallidita di colpo e tremavo incontrollatamente. Non riuscirei mai a sopravvivere! Mi vuole consumare, bruciare, lo so.

Ogni cosa si fermò. Si fece tutto silenzioso. Cercai di dare un altro sguardo. Ogni cosa sembrava normale. Perché tutto ciò sta accadendo? Perché vedo queste cose? No, era reale. Lo era. Non posso farcela, impazzirò. Non voglio che mi prenda, devo scappare. Iniziai ad incamminarmi verso la porta. Mi fermai e tentai di respirare. Sentivo dei passi pesanti, non erano i miei. "No..." ho sussurato abbastanza piano da non riuscirmi neanche a sentire. Lo sapevo, era dietro di me, non voglio girarmi. Proverò a correre verso la porta. Forse se correrò abbastanza veloce riuscirò ad uscire fuori. Cominciai a contare nella mia mente "1...2..." Mi afferò. Sentivo le sue fredde e morte mani afferarmi. "NO! NO!" gridavo "LASCIAMO ANDARE! PER FAVORE!" Questa è la fine. Morirò, intrappolata nella mia casa.

"Hey, sono tornato", disse una voce familiare, in un modo che era più rilassante di qualsiasi cosa abbia mai provato in vita mia. Ma poi mi resi conto che la voce proveniva dietro di me – dalle labbra della cosa che mi stava trattenendo. Mi girau e vidi la SUA faccia. Collassai, travolta dal sollievo. Mi portò alla poltrona.

"Sei tornato."

Sorrise leggermente "Ho detto che lo avrei fatto, no?"

Sorrisi e l'abbraciai forte, volevo che quel momento durasse per sempre.

Guardai verso la porta. C'era una pila di vecchi, consunti vestiti insanguinati...
   
 
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