Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: Neji the Malkavian    12/12/2012    5 recensioni
Come si scopre il vero amore? A volte lo si scopre nelle maniere più impensabili. A volte abbiamo solo bisogno di sbagliare.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ecco la mia breve, modesta e alquanto incasinata composizione per il contest di novembre! Già è parecchio incasinata, ma lo sono anche le emozioni delle persone, quindi penso che vada bene così, forse rende di più l'idea!XD mi scuso per i troppi argomenti trattati in così poco spazio, ma dovendo scrivere una one-shot non avevo modo di approfondire di più i sentimenti della protagonista! Grazie comunque a chi si appresta coraggiosamente a leggerla e a lasciarmi la propria opinione (qualsiasi tipo di opinione e ben accetto! Anche gli insulti, che forse mi merito!XD)

 

 

 

 

 

Ero sempre stata una ragazza semplice, ma allo stesso tempo forte e sicura di me, finché non l'ho incontrato. Era un sogno ad occhi aperti, bellissimo, elegante, sfacciato e provocatore.

Lo vidi per la prima volta a lezione, quando entrò in aula in ritardo. I corti capelli neri scompigliati, l'aria di sfida dipinta sul suo volto perfetto, accentuata dai suoi magnetici occhi blu. Tenne testa alla predica del professore senza battere ciglio. E il suo modo di fare impertinente e spensierato mi colpi come un fulmine a ciel sereno. Sentii il cuore battere senza controllo, e il volto avvampare. Volevo conoscerlo. Volevo sapere tutto di lui. Volevo poter essere sua.

 

Da dopo quel giorno mi ritrovai a seguirlo ovunque con lo sguardo, la mia testa e il mio cuore non si davano pace. Ogni volta che lo vedevo arrossivo come una stupida, ma non riuscivo mai a trovare il coraggio di parlargli. Mi stavo tormentando, lo desideravo sempre di più.

Mi feci coraggio e decisi di tentare un'altra strada.

Guardai la mia compagna di banco, non ci avevo mai parlato più di tanto; in realtà, non avevo mai fatto veramente amicizia con nessuno in quella classe.

-Senti Katy.-

Lei si volto verso di me con aria sorpresa, non si sarebbe mai aspettata che le rivolgessi la parola.

-Potrei chiederti un consiglio riguardo un ragazzo?-

Il suo volto si illuminò, e per un istante rimasi perplessa chiedendomi a cosa stesse pensando. Forse le piaceva e quindi non era il caso di chiederle informazioni su di lui, o forse era semplicemente sollevata di sapere che mi interessavo ad un ragazzo. In fondo le voci di corridoio sulle mie preferenze sessuali, non mi avevano di certo facilitato nel rapportarmi con gli altri; tutti credevano che fossi lesbica.

-Vuoi dire riguardo a Chad?-

Sicuramente l'aveva intuito da come lo guardavo. Annui in silenzio.

-Mi dispiace tesoro, ma lui non la guardà mai una come te. Dovresti essere più donna.-

Questo già lo immaginavo, ma non potevo di certo immaginare le azioni che seguirono le sue parole.

 

Venni trascinata da un negozio all'altro spinta dentro ogni tipo di camerino, salone di bellezza, parrucchiere, estetista. Mi girava la testa, ero confusa, sembrava stesse succedendo tutto troppo in fretta. Ricordo solo che dopo 4 ore di shopping sfrenato (cosa a cui non ero minimamente abituata), quando mi ritrovai davanti allo specchio, mi riconobbi a stento. Ero talmente diversa, sembravo quasi una ragazza normale, non ero più quella caricatura di una ragazzina in stile “Tomboy” troppo cresciuta. Per un attimo dimenticai che stavo per voltare le spalle a tutto ciò che ero, per inoltrarmi nel mondo luccicante di ciò che avevo sempre disprezzato. Ma non potevo farci nulla, ero troppo tormentata dai sentimenti che provavo.

Salutai Katy, ancora compiaciuta per la trasformazione che aveva operato su di me, e mi misi in macchina. Mi guardai di nuovo nello specchietto retrovisore, quella non ero io. Stavo tradendo me stessa, mi pesava doverlo ammettere. Ma il pensiero di poter essere tra le sue braccia sembrava più dolce, invitante e forte di ogni altra cosa.

Uscendo dal parcheggio incontrai Nick, il mio vicino di appartamento e il mio migliore amico, da una vità. In quel momento mi vergognai di me stessa, mi sentivo in imbarazzo per essere cambiata così, ma il sorriso che si aprì sul suo volto dopo i primi istanti di silenzio e stupore, dissipò ogni mia paura.

-Sei bellissima.-

Mi sentivo irrimediabilmente impacciata, quel suo complimento mi aveva fatto sussultare e arrossire, abbassai lo sguardo e lo ringraziai timidamente, scappando verso le scale.

 

Il giorno seguente, lo stavo nuovamente guardando dal mio banco, supplicando me stessa di trovare la forza per potergli parlare, quando improvvisamente si avvicinò a me.

-Ciao June.-

Ero talmente confusa che per un istante dimenticai come si faceva a parlare.

-c-ciao.-

Lo vidi sorridere, sembrava divertito dalla mia reazione. Da dietro di lui Katy sembrava incoraggiarmi a parlargli, ma trovavo ancora difficile articolare anche solo una parola con un senso.

-Ti andrebbe di uscire con me stasera?-

Le sue labbra erano così sensuali e i suoi occhi rapivano tutta la mia attenzione. Ero totalmente e letteralmente persa a contemplarlo che mi accorsi di non avergli ancora risposto, solamente nell'istante in cui il braccio di Katy si appoggiò sulla mia spalla, e sentii la sua voce.

-Certo che vuole uscire con te!-

-Bene allora ci vediamo.-

 

Appena arrivata a casa, bussai alla porta di Nick.

-Ciao Nick.-

-Ehi, Juny. Come stai?-

Mi sentivo in colpa, quella era la nostra serata dei film horror, era sempre stato così da anni. E nonostante lui avesse un paio d'anni in più di me, e avesse avuto qualche ragazza, aveva sempre fatto in modo di incontrarla in un altro giorno. Nessuno aveva mai interferito con la nostra serata.

-Mi dispiace Nick. Stasera esco con un ragazzo. Potremmo vederci domani?-

Per un breve istante il suo volto sembrò triste. Ma subito mi sorrise come sempre, tanto che mi chiesi se non fosse stata solo una mia impressione.

-Tranquilla. Facciamo domani. Spero che ti divertirai stasera.-

Mi scompigliò i capelli come al solito e mi salutò con il suo solito sorriso. Quel sorriso che mi dava sempre forza quando mi sentivo triste o preoccupata.

 

Venne a prendermi con la sua auto sportiva, grigio metallizzato. E per tutto il tragitto mi raccontò di cosa faceva di solito con gli amici; per me fu una fortuna, non avrei saputo di cosa parlare, così mi limitai ad annuire e a ridere delle sue battute.

La discoteca era un mix di luci e suoni che mi lasciavano stordita, non ero mai stata in un posto del genere, la musica non mi piaceva, ma per lui avrei fatto di tutto. Mi cinse la vita con un braccio e mi trascinò con se al bancone. Ordinò due cocktail, si avvicino con le labbra al mio orecchio e mi chiese di ballare con lui. Non volevo ballare, era una cosa imbarazzante e i piedi mi dolevano per i tacchi che non ero abituata a portare. Volevo andarmene, ma mi costrinsi a restare.

Ad un tratto vidi Katy avvicinarsi a noi. Mise le braccia intorno al collo a Chad e lo baciò.

In quell'istante non riuscivo a capire cosa stesse succedendo, ma le parole di Katy, mi fecero ripiombare nella relatà.

-Che sciocca davvero credevi che lui volesse uscire con te?! Sono stata io a suggerirgli di chiederti di uscire. Volevo vedere la tua faccia in lacrime, dopo che avevi fatto così tanto per farti notare da lui.-

-ma...-

Le parole mi morirono sulle labbra. Stavo per mettermi a piangere ma non gli avrei dato questa soddisfazione. Mi sentivo un'idiota. Loro stavano assieme e io non me ne ero mai accorta, lei aveva solo finto di essermi amica.

-Ah, e giusto per la cronaca, sono stata io a dire in giro che sei lesbica. Tanto anche se andassi a dire in giro che è solo una bugia che mi sono inventata io, nessuno ti crederebbe.-

Si misero a ridermi in faccia, mi sentivo ferita e umiliata, si stavano facendo beffe di me e di ciò che provavo perché in quell'istante ogni dolce illusione di quel sentimento che ero convinta di provare crollò, come un castello di carte.

Senza parlare me ne andai correndo, ma inciampai per colpa delle stupide scarpe che mi ero messa. Stavo per finire a terra davanti a loro e rendermi ancora più ridicola. Ma un paio di braccia forti mi afferrarono al volo.

E nel preciso momento in cui rialzai lo sguardo incrociando gli occhi verdi di Nick, scoppiai in lacrime. Cosa ci faceva lui lì? Mi aveva forse seguita? Non mi importava. Mi strinse a se lasciandomi nascondere il volto sul suo petto ampio, e solo allora realizzai quanto lui fosse importante per me. Stavo piangendo a causa di un altro ragazzo, e mi sentivo quasi in colpa a realizzare solo in quelle circostanze che era lui il ragazzo che amavo davvero, e che il suo unico complimento mi aveva fatto battere il cuore molto più di tutte le lusinghe che Chad mi aveva rivolto quella sera in macchina.

-Ora me la paga, non doveva farti piangere.-

-Ti prego Nick, lascia stare, non vale la pena che sprechi il tuo tempo con lui. E poi se sto piangendo è solo perché sono stata una stupida.-

Lo supplicai, e lui si giro dall'altra parte afferrandomi la mano e accompagnandomi fuori da quell'inferno di suoni caotici e ragazzi eccitati che si strusciavano gli uni contro gli altri.

 

Per tutto il viaggio verso casa, non ci scambiammo nemmeno una parola. Io ero troppo imbarazzata dopo aver realizzato ciò che provavo per lui, e lui troppo arrabbiato.

Mi fece entrare in camera sua, e mi accarezzò i capelli corti.

-Come ti senti ora?-

-Mi sento un'idiota. Ho sbagliato tutto, ho creduto alle loro bugie senza sospettare nulla, e per sempre ho perso un pezzo di me e lo sai che son stata troppo buona ma che, stanco ormai, non posso più fingere di essere ciò che non sono.-

-Calmati e spiegati.-

Effettivamente ciò che avevo detto non aveva molto senso, o meglio ce l'aveva solo per me.

-Sono stata troppo buona con loro. Anch'io avrei voluto fargliela pagare in qualche modo. Loro si sono portati via la mia sicurezza. E poi davvero io non voglio essere come loro. Non voglio fingere per tutta la vita. Sono stanca di questa farsa.-

Mi passai il palmo della mano sulle labbra, cercando di togliere il rossetto, e sulle palpebre, per togliere quell'orrendo trucco che copriva il mio volto, ormai probabilmente colato in una maschera buffa striata di nero. Probabilmente avevo fatto solamente più danni cercando di togliermi tutto quell'impiastricciamento dalla faccia, di quanto non avessi sistemato il mio volto, perchè Nick sorrise e per poco non si lasciò andare ad una risata.

-E poi probabilmente mi hanno portato via anche l'occasione di poterti dire ciò che provo. Perchè ora non ho nessun diritto di dirti che ti amo, dopo come mi sono comportata. Tu mi hai sempre voluto bene, ma io non ho mai fatto nulla per te. E ora probabilmente sarai anche arrabbiato per come mi sono comportata da sciocca.-

Il suo volto era tornato serio e i suoi dolci occhi verdi erano seri, e semi nascosti tra i ciuffi neri della sua frangia troppo lunga.

-Ok, allora facciamo così.-

Fece una breve pausa, e alzo lo sguardo a incontrare il mio.

-ripensa ancora a tutto il bene che ti ho dato solo e solamente io, ripensa ancora a quanto il niente tuo per me è tutto, è poi pensa che non me ne importa nulla, perché quello che tu credi niente, per me è davvero tantissimo. I tuoi sorrisi allegri, la tua forza, il tuo carattere, il tuo desiderio di rimanere sempre te stessa di fronte a tutto. Ecco tutto questo per me è la cosa più preziosa che esista a questo mondo: sei tu. E io ti amo.-

Non ebbi nemmeno il tempo di rimanere sorpresa dalla sua frase, che le sue labbra si posarono delicatamente sulle mie, dischiudendole in un bacio dolce e delicato, un bacio che mi fece vibrare l'anima.

  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Neji the Malkavian