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Autore: Wolfmaster    12/12/2012    1 recensioni
Veloce come il vento, forte come la terra, un lupo si aggira come nebbia nella nera foresta. Con un canto melodioso, uno squarcio nella notte, la luna rossa brilla in cielo, portatrice di morte.
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Solitudine.
Capitolo 1


Guardava la sua immagine riflessa attraverso i vetri dell’autobus; i suoi capelli, che avevano finalmente cominciato a toccarle la schiena, erano scomposti come al solito, sembrava  si fosse appena alzata dal letto.
Gli occhi color azzurro pallido come quelli del padre, la fissavano con lo sguardo incerto. In fondo non era così male.
“Se solo avessi le labbra più morbide e gli occhi meno tondi, forse…” pensava.
Con un sospiro distolse lo sguardo.
L’autobus era più affollato del solito, per fortuna mancavano solo poche fermate.
Non lo prendeva quasi mai, preferiva tornare a piedi con i suoi amici.
L’occhio le cadde su un gruppo di ragazzi che ridevano e scherzavano tra loro.
C’erano dei momenti in cui il mondo si divertiva... tutti ridevano, scherzavano, non avevano pensieri; e invece lei si sentiva sola; sola da morire.
Pensava che nessuno la capisse, che la vita non aveva uno scopo per lei.
L’autobus frenò improvvisamente mandandola a sbattere contro una signora; si scusò e abbassò lo sguardo imbarazzata mentre l’anziana donna sistemava le buste della spesa che la ragazza aveva appena calpestato.
Le porte si aprirono, e lei finalmente uscì fuori.
Faceva freddo quel pomeriggio; gli alberi della foresta erano piegati per la forza del vento che soffiava impetuoso.
“Non è un buon segno…” pensò inquieta.
Sentì delle risate; si voltò e si imbatté nei suoi amici; nonché vicini di casa.
Abitavano tutti in una riserva nella foresta.
Erano i discendenti della tribù degli Haloke; un antico gruppo di uomini che adoravano in grande spirito del lupo bianco.
Un flashback le tornò in mente : quando era piccola, voleva tanto possedere un piccolo lupo come animale domestico, ma sua madre le ribadiva sempre; che un grande spirito libero come il lupo, non poteva essere rinchiuso né domato da nessuno…nemmeno dall’amore di una persona.
-Ehi Runa!- Alec le fece un cenno con la mano –Vieni con noi, facciamo la strada insieme- Runa scese dalla nuvoletta, e si uni a loro.
Makya e Hakan le sorrisero.
-Ma che fine hai fatto? Perché sei fuggita in quel modo, non mi dire che te la sei presa per la battutina di Marcus, lo sai che è un idiota!-
-Sì, lo so, ma mi ha messo di cattivo umore; comunque è tutto apposto-gli disse per tranquillizzarlo.
-Va bene, allora ci vediamo alla roccia, dopo pranzo.- E si salutarono.
Ritrovò un po’ del suo buonumore; le piaceva uscire nella riserva con i suoi amici, fingevano sempre di essere guerrieri della tribù che avevano il potere di trasformarsi in animali.
Sospirò.
Le venne da pensare che ormai, erano grandi per questi giochi, quando erano piccoli era diverso…ora aveva 17 anni, e doveva crescere;
“Credo che non andrò dopo pranzo”.
Prese il cellulare per mandare un messaggio ad Alec. ma lui la battè sul tempo.
"Oggi eri incredibilmente strana…non trovare scuse per non venire! Ho una sorpresa per tirarti su il morale :)"
Alec, era il suo migliore amico dalle elementari.


La loro amicizia era iniziata a scuola.
Un giorno Runa scivolò in corridoio e si sbucciò leggermente il ginocchio; come ogni bambina sii mise a piangere, ma poi spuntò fuori Alec.
-Ti sei fatta male?- le chiese porgendole il suo peluche preferito a forma di lupo –Tieni; Wolfie ti farà passare la bua- Le sorrise.
Il male passò subito, ma non per via del peluche…

Runa scese dalla nuvoletta, e si sedè a tavola.

Sua madrela guardava un po’ preoccupata –Tutto bene tesoro? Non ti vedo bene oggi- si avvicinò e le accarezzò i capelli –No mamma va tutto bene-
"Bugiarda..."
-Io e tuo padre oggi usciamo, tu cosa fai? Esci con i tuoi amici?-
Era indecisa, ma alla fine decise di uscire con Alec e gli altri.
Finito di mangiare andò in camera sua.
Il suo sguardo si posò su quel peluche, ormai scolorito e senza un occhio…
Cominciò a ridere come una pazza.
-Penso che ti dovrò restituire sai?-
Il lupetto la guardava con quell’unico occhio che aveva, come per dire -Mi mancherai tanto sai?-
Sorrise e lo accarezzò.


  
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