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Autore: J O A N    12/12/2012    1 recensioni
Apro gli occhi di scatto, senza muovermi minimamente o alzarmi dal letto. Mi ci vuole qualche istante per mettere a fuoco i profili degli oggetti e ricordare che è notte, stavo dormendo, sono in camera mia, mia madre non è in casa. Mi ci vuole anche qualche istante per accorgermi della lacrima che mi ha bagnato la guancia ed è morta sulla stoffa del cuscino. Inspiro, calma. Mi asciugo la lacrima, espiro, ancora più calma.
Mi muovo leggermente,stringendomi il piumone. Non sono sicura di volermi alzare. E’ ancora presto, la sveglia suonerà solo tra tre ore circa. Ho tempo.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Di spiriti e di neve.








Il tempo fuggiva, le si spezzava tra le mani, le sfiorava il viso, andava svoltando l’angolo e sgretolando macerie.

E sentiva parole di vita, pronunciate da gente che augurava la morte. Sentiva mani di estranei che la spingevano e la colpivano, la lambivano e la imprigionavano in un posto che non faceva per lei.
Alzò gli occhi e trovò l’immagine di se stessa che le rimandava lo sguardo, senza poter avere nemmeno un  pezzo di cielo per se da osservare, ma solo la sua nuova, cruda, triste realtà.
E’ così dolce e caldo nella mia mente, sono così docili e tranquilli i fantasmi, stanotte.
 
 
Apro gli occhi di scatto, senza muovermi minimamente o alzarmi dal letto.   Mi ci vuole qualche istante per mettere a fuoco i profili degli oggetti e ricordare che è notte, stavo dormendo, sono in camera mia, mia madre non è in casa. Mi ci vuole anche qualche istante per accorgermi della lacrima che mi ha bagnato la guancia ed è morta sulla stoffa del cuscino. Inspiro, calma. Mi asciugo la lacrima, espiro, ancora più calma.
Mi muovo leggermente,stringendomi al piumone. Non sono sicura di volermi alzare. E’ ancora presto, la sveglia suonerà solo tra tre ore circa. Ho tempo.
Mi ritrovo sdraiata supino a disegnare con la mente cerchi invisibili sul soffitto. Mi ritrovo a sperare che la sveglia non suoni mai e a pretendere di essere qualcun altro.
E’ così dolce e caldo, nella mia mente.
Accendo l’abat jour e la luce calda mi fa male agli occhi, per un po’. A fianco al letto ho lasciato a metà il capitolo del libro che stavo leggendo, ma ora non ho voglia di leggere, strano ma decisamente vero.
Improvvisamente un pensiero mi attraversa. Quando sono andata a letto nevicava, anche molto. Ora probabilmente le strade sono imbiancate.
Sospiro, e quasi mi sorprendo che non si formi una nuvoletta di vapore caldo, considerando il freddo che fa. Spengono i riscaldamenti di notte, nella mia città.
Mi coccolo ancora un po’ nel letto scaldandomi le mani con il fiato, poi pian piano esco da sotto le coperte appoggiando un piede al pavimento, cerco di non badare al gelo che mi mette i brividi.


E  si fanno largo nella tua testa parole di giorni, di mesi, parole di anni che hanno trovato sfogo solo urlando nella tua testa.
Fanno confusione, picchiano, ti lacerano, e sai che se non ti piegherai a loro ti spezzerai in due.
Mille frammenti di un corpo senz’anima e senza vita, mille anni di fantasmi assillanti.
Un profumo di corpi e di belle parole.
Non sei stanca?
 
Dalla mia finestra vedo le montagne. Le guardo sempre. Sono così lontane ed eterne, mi mancano le mie montagne più di qualsiasi cosa. Ogni giorno osservo il giorno che muore su di loro ad ovest, l’ultima luce che tramonta su di esse e le tinge di rosa. La neve che persiste per la maggior parte dell’anno. Ora però è buio, e non vedo niente oltre i palazzi.
Le strade sono bianche, come immaginavo. Ho sperato che nevicasse per tutta la settimana. E’ bello quando succede qualcosa che vuoi nella vita reale.
La vita reale.
Ma io sono reale. Sono reale quanto il freddo della neve, quanto il rumore del fuoco che scoppietta.
Sono reale?
Quant’è fragile la vita, penso. Potrei essere morta tra dieci secondi. Potrei essere pazza, tra dieci secondi.
La neve ha davvero coperto tutto. Mi vengono i brividi e un’eccitazione e gioia mi scalda il cuore.
Il freddo mi ha sempre scaldato il cuore. Le carezze dell’inverno, della lana dei maglioni, mi fanno stare bene.
Non farò niente per tutta la notte.
Berrò una tazza di latte e desidererò che venga ancora più freddo. Desidererò braccia che mi scaldino e ancora maglioni. Desidererò più neve, voglio che copra la città, voglio che copra i palazzi.
Voglio che gli spiriti nella mia testa smettano di correre selvaggi.*
 Voglio gelare ed essere tenuta al caldo.
Voglio che la neve mi seppellisca viva.
E questa è una storia inutile di una gelida notte d’inverno.





*Frase modificata della canzone "Lover's Eyes" - Mumford and Sons




 

  
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