D’improvviso una melodia
raggiunse il suo orecchio. Pervase l’aria, ghermendola, facendosi spazio con
forza, fino a quando fu la padrona invisibile della stanza. Forse c’era sempre
stata, in attesa dietro l’angolo, sospesa. Aveva trattenuto il respiro, scivolando
tra i corridoi deserti, sino a raggiungere la stanzetta dove si trovava. Ed
eccola fare la sua entrata dirompente. Come quando si sta passeggiando tra gli
alberi e ad un tratto il mormorio spezzato d’un fiume sale dal sottobosco. Si
cammina fintantoché la fonte si svela in tutta la sua forza impetuosa. Così si
era manifestata anche quell’ inattesa musica. Lo incuriosì a tal punto che
senza accorgersene, a passi lenti e autonomi si trovava già in corridoio. Non
si doveva fermare per capire da dove provenisse il suono, era come se la strada
che portasse ad esso, fosse una ed una sola, tutte le altre non erano nemmeno
prese in considerazione. Proseguì, senza fretta, nella casa addormentata.
Arrivò ad una porta socchiusa, in fondo ad un corridoio nella penombra. Un
fascio di luce bianca lo colpì non appena spalancò delicatamente la porta. Nel
farlo non si chiese cosa poteva aspettarlo nella stanza, sentiva che non c’era
alcun pericolo. Come si poteva aver paura di quella giovane donna che assorta
stava seduta ad un magnifico Centocorde di ebano lucido, percorso da
un’intricata maglia d’argento. La donna non si accorse della silenziosa
presenza del giovane e continuò a seguire il proprio spartito come aveva fatto
sino a quel momento. Il ragazzo non potè fare a meno di osservarla e di notarne
la bellezza illuminata dal fascio luminoso. Una lunga chioma morbidamente
intrecciata le ricadeva frizzante lungo la schiena. I suoi ricci fulvi,
catturavano la luce come pagliette d’oro. Muoveva con vigore le agili mani,
pizzicando le corde. Il ragazzo fu colpito da tanta destrezza. Indossava una
lunga giacca a due code, con grossi polsini; questa immagine la rendeva una
persona dinamica ed energica. Fino a quel momento non si era mosso né aveva
parlato per paura che la giovane donna sorpresa cessasse di suonare. Si limitò
ad accennare un passo in avanti, tendendo una mano verso di lei, come per
avvertirla della propria presenza, quando in un lampo dal pavimento di legno
divamparono alte fiamma azzurrine che si alzarono sino ad occludere la visuale
della pianista al ragazzo. Riuscì solo a scorgere, in un ultimo attimo, la
testa della ragazza voltarsi verso di lui, le mani che continuavano a danzare
senza sosta tra le corde, e rivolgergli con due luminosi occhi lilla un sorriso
che non era di rimprovero, ma che burlescamente sembravano dirgli <<
Cos’altro ti aspettavi?>>.
Spyrok si svegliò sconvolto
e sudato nella brandina che il locandiere gli aveva benevolmente offerto per la
notte. Si era svegliato urlando le parole che la pianista gli aveva suggerito
con gli occhi ..Cos’altro ti aspettavi?!.. e l'elegante figura illuminata
dal fascio di luce bianca già si dissolveva nel mentre tornava al mondo reale ... Non era abituato ad
avere sonni agitati e questo lo lasciava interdetto.