Anime & Manga > Inazuma Eleven
Ricorda la storia  |      
Autore: Melabanana_    13/12/2012    4 recensioni
[Questa storia fa parte della serie .:need:.]
La macchinetta fischiò di nuovo. Natsumi fece una smorfia a causa dell’odore aspro e pungente che si diffuse, posò le tazze in fretta e spense il fornello. Mentre gettava un’occhiata sconfortata al caffè bruciato, suo marito apparve in pigiama sulla porta della cucina.
“Natsumi? Hai preparato il caffè?” chiese stiracchiandosi.
“N-no! Non è pronto! Torna a dormire!”

############################
La storia di una coppia, il cui rapporto viene improvvisamente minacciato da un incidente. Le crepe sono difficili da risanare, soprattutto con il silenzio...
Endo/Natsu malinconica/introspettiva. AU. Ispirata alla canzone "L'amore è un'altra cosa" di Arisa.
{by Roby;}
Genere: Introspettivo, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mark/Mamoru, Nelly/Natsumi
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
- Questa storia fa parte della serie '.:need:.'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La macchinetta del caffè emise un leggero fischio, ma Natsumi non lo sentì, troppo occupata a guardarsi intorno.
Si era trasferita già da una settimana nel nuovo appartamento, ma ancora osservava ogni oggetto della casa con sorpresa ed eccitazione, come una bambina che osserva la sua nuova casa delle bambole. Un sorriso le increspò le labbra mentre prendeva fra le mani le due tazze bianche -i primi, preziosi oggetti che avevano comprato senza l’aiuto di suo padre, e Natsumi ne andava molto fiera. 
La macchinetta fischiò di nuovo. Natsumi fece una smorfia a causa dell’odore aspro e pungente che si diffuse, posò le tazze in fretta e spense il fornello. Mentre gettava un’occhiata sconfortata al caffè bruciato, suo marito apparve in pigiama sulla porta della cucina. “Natsumi? Hai preparato il caffè?” chiese stiracchiandosi.
“N-no! Non è pronto! Torna a dormire!” ordinò, imbarazzata. Si girò di scatto, tentando di nascondere il disastro combinato dietro la schiena, ma ovviamente Endou aveva già intuito tutto. Un sorriso luminoso, anche ancora assonnato, gli comparve sul volto. “Su, su. Ho proprio bisogno di un bel caffè caldo.” Esclamò.
Natsumi scosse il capo, ma Endou le prese dolcemente le mani e le spostò dalla caffettiera, poi versò il liquido nero nelle due tazze bianche. “Ecco.” disse. Mise una delle tazze fra le mani tremante della moglie, la quale rimase a fissarlo scioccata; quando vide il suo volto piegarsi in un’inequivocabile smorfia, Natsumi distolse lo sguardo e si morse il labbro. “Lo sapevo, è orribile, vero?” brontolò. Endou rise e scosse il capo; bevve tutto il caffè e poi la abbracciò.
“Non importa. Sei alle prime armi. Migliorerai.” La consolò. “E poi per me il tuo caffè è il migliore di tutti.” 
Natsumi arrossì e ricambiò con un sorriso incerto. “Grazie.” Mormorò. 
Avvolse le braccia intorno al suo collo e lo baciò…
 
[ Quando il caffè si raffredda ]
 
Il corridoio dalle lunghe pareti bianche sembrava infinito.
Natsumi sentiva il cuore martellarle nel petto, così forte che avrebbe potuto svenire da un momento all’altro. La mano di Endou, stretta nella sua, voleva rassicurarla e farle coraggio, ma la tensione nell’aria era palpabile. In quel momento il medico uscì dalla stanza. Natsumi si spostò bruscamente dal marito e guardò con occhi vuoti e smarriti l’uomo in camice bianco, che scosse il capo.
Muoveva le labbra, parlava, ma Natsumi non sentiva più nulla. Si portò una mano sulla pancia e chiuse gli occhi, ricordando ogni cosa con lucidità –il calore improvviso, la fontana di sangue, l’operazione.
Endou le afferrò un braccio, ma lei si lasciò cadere a terra. Iniziò ad urlare, a piangere. Nella sua testa sentiva solo le urla del suo bambino morto, andato insieme ad una parte di loro, per sempre.
 

Eppure
resta che una parte del cuore
sarà sempre sospesa
senza fare rumore

 
L’inverno era arrivato senza preavviso, in una notte.
Natsumi gettò un’occhiata fuori dalla finestra scura, poi il suo sguardo si spostò sull’orologio e sospirò; sembrava già notte, eppure erano solo le sei di pomeriggio. Quando Endou tornava tardi dal lavoro, il tempo sembrava non passare mai… Quell’uomo era così sconclusionato, tale e quale a com’era da ragazzo! Erano passati già tre anni dal loro matrimonio, ma ancora la faceva preoccupare.
Controllò il caffé, non era bruciato e profumava persino di buono. Natsumi sapeva di essere un totale disastro in cucina, benché Endou si fosse sempre sforzato di non farglielo notare; a fare il caffè era un po’ migliorata, ma nel resto era una vera frana, e non si poteva certo sopravvivere bevendo solo caffè.
La donna guardò di nuovo l’orologio e sospirò.
“Dai… torna presto…” mormorò, stranamente inquieta. Da ragazza era sempre stata così forte, così orgogliosa… ma negli ultimi tempi, stranamente, senza il sorriso di Endou, non si sentiva più sicura di niente. Era impossibile non notare che qualcosa era cambiato.
 “Sono tornato.”
La sua voce. Il rumore della porta. I suoi passi nel corridoio.
Natsumi si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo; le sue spalle, prima tesissime, si rilassarono tanto che le spalline del grembiule scivolarono giù, fermandosi al gomito. Uscì dalla cucina e accolse il marito con un sorriso. “Ciao.” Sussurrò. Cercò il suo abbraccio, sapendo che sarebbe stato caldo e confortante… Le mani di Endou erano fredde.
“Ho fatto il caffè.” Disse lei, timida. Timida. Perché?, si chiese.
Endou si scostò e sorrise, “Scusami, sono stanchissimo. Voglio farmi un bagno… vengo dopo a berlo, okay?”
Le baciò la fronte e uscì dalla cucina, Natsumi lo sentì salire le scale.
La donna rimase a fissare incerta le due tazze bianche vicine, dalle quali usciva ancora una leggera scia di vapore. Natsumi distolse lo sguardo e strinse le braccia al petto.
“Davvero? Verrai dopo?” Si chiese, si morse il labbro. Era quasi un tic nervoso, ormai. “Ma il caffè si raffredderà, e non sarà più buono…”
Endou era solo al piano di sopra, eppure lo sentiva lontanissimo. Ogni volta che usciva di casa, la paura che lui non rientrasse più la assaliva.
 

Senti che ci manca qualcosa, 
che c'è sempre una scusa, 
che la gioia si è offesa, 
che non c'è la scintilla, 
che si è spenta la stella, 
ma una colpa non c'è... 


Perché?
Natsumi si sentiva assillata da questa domanda. Continuava a rigirarsi, non riusciva a prendere sonno. Endou era uscito di nuovo e non era rientrato per cena, aveva detto che avrebbe mangiato fuori con i suoi amici. Le tazze erano vuote e pulite nel lavello, ma Natsumi non aveva avuto nemmeno il coraggio di chiedergli se poi l’aveva bevuto, il caffè. Avrebbe dovuto sorridere e domandargli com’era venuto. Non c’era riuscita, quando lui le aveva detto che usciva era rimasta come bloccata.
Chiuse gli occhi e tirò a sé la coperta, circondandosi le spalle. Faceva così freddo… non poteva nemmeno allungare la mano verso un corpo caldo. Sentiva un senso di amarezza e astio verso quel vuoto accanto a sé, eppure non era colpa di nessuno. Si era spento qualcosa, nel loro rapporto, quel giorno… Il maledetto giorno in cui il loro figlio era morto, e il medico aveva detto che non avrebbero mai più potuto averne uno… il loro sogno di famiglia perfetta, distrutto in un attimo.
La porta si aprì lentamente, facendola sussultare.
“Sono tornato.” Sussurrò Endou. Natsumi lo sentì entrare nel letto, ma non si voltò verso di lui. Non aveva il coraggio di allungare la mano, anche se lui ora era lì. Perché? Non era forse questo che desiderava? Che lui tornasse da lei presto, al più presto possibile?
“Ti sei divertito? Siete andati al negozio di ramen?” chiese sottovoce.
Endou si mosse leggermente. “Hmm. Sì. La prossima volta andiamo insieme.”
Natsumi annuì, “D’accordo.”
Calò di nuovo il silenzio, colmo solo dei loro respiri. Natsumi aspettò che lui dicesse qualcosa, che le raccontasse della serata, che la facesse ridere con una delle sue stupidaggini.
Solo che il suo profumo, dolciastro, non sapeva di ramen, quanto di foglie secche e pelle umana.
Endou sussurrò un caldo, “Buonanotte.”
“Buonanotte.” Mormorò Natsumi in risposta. Chiuse gli occhi.
 

La notte è troppo silenziosa adesso, 
l'amore è un'altra cosa…

 
 
 
 
 

xxx

**Angolo dell’Autrice**
Ciao.
Ecco, non so esattamente come mi è uscita questa roba deprimente… So solo che stavo ascoltando la canzone “L’amore è un’altra cosa” di Arisa, e tutta la trama mi è venuta in mente. La EndoNatsu non mi piace particolarmente come coppia –preferisco la EndoAki, la EndoKaze e la RocoNatsu, ad essere sincera-, ma mi sembravano i personaggi più adatti a diventare protagonisti di questa fic.
Fan della EndoNatsu, vi prego di non lanciarmi strane maledizioni (?), tratto così anche le mie coppie preferite, giuro! :’DDDD
Nel caso la cosa non fosse chiara, Natsumi ha avuto un aborto spontaneo, a causa del quale non ha più la possibilità di avere figli: è questa la crepa che si è aperta fra marito e moglie. Ho scelto di vedere la storia dal punto di vista di Natsumi, ma non so se dal punto di vista di Endou sarebbe stato meglio (?).
Baci,
    Roby
 
p.s. In questo periodo mi sento molto fruttina fruttuosa, sto scrivendo un sacco di roba! Ispirazione, portami via~  
   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inazuma Eleven / Vai alla pagina dell'autore: Melabanana_