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Autore: miciatoby    13/12/2012    1 recensioni
Quella notte Myungsoo, per la prima volta in vita sua, aveva avuto paura di addormentarsi, lui, che in genere crollava come un sasso non appena poggiava la testa sul cuscino, si era ritrovato a combattere con il sonno, per paura di perdere quel poco di controllo che aveva.
....
Con mani tremanti aveva preso l'oggetto posato sopra, una maschera bianca. Aveva osservato attentamente la maschera, al tocco era calda, non poteva essere di porcellana.
-Che strano..- aveva riflettuto ad alta voce, poi aveva alzato la maschera all'altezza del viso, per indossarla.
-Non farlo!!!-
....
-Tu lo vedi?- la voce del ragazzo aveva un che di femminile, molto dolce -Vedi il bambino che è con me?-
....
-Tu hai il dono, tu vedi!- aveva urlato l'uomo sulla sedie a rotelle, afferrandolo per il polso.
....
Terrorizzato Myungsoo era fuggito via, scappando dall'ospedale e dall'orrore che aveva visto, nelle orecchie c'era ancora l'eco delle urla disperate dell'uomo.
Genere: Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Myungsoo aveva aperto gli occhi, un rumore accanto al suo viso lo aveva trascinato via dai suoi sogni senza immagini.
I suoi occhi si erano posati su una figura di spalle, che frugava silenziosamente nel comodino.
Senza farsi prendere dal panico, Myungsoo aveva afferrato il libro che riponeva sempre sotto al cuscino e lo aveva sbattuto in testa allo sconosciuto, sperando di stordirlo quel tanto che bastava per riuscire a trovare qualche arma, per metterlo definitivamente KO.
Con uno scatto agile, era uscito dalla stanza, lo sconosciuto gli era alle calcagna e blaterava cose senza senso, cercando di afferrarlo, ma Myungsoo era un giovane con un corpo da atleta, non era facile stargli dietro, e in un baleno era arrivato in cucina, aveva preso un mattarello e si era rigirato verso il suo aggressore.
-Ladro, vattene via!- lo aveva affrontato.
Lo sconosciuto aveva sibilato qualcosa che il ragazzo non riusciva a comprendere e si era avvicinato con aria minacciosa, facendolo indietreggiare verso il lavello.
Myungsoo aveva cercato di rimanere concentrato, caricando tutte le sue forze sulle braccia, pronto a colpire il malvivente.
La tensione era alle stelle, Myungsoo aveva sentito il sudore calargli sulle tempie quando aveva alzato la sua arma e l'aveva riabbassata sulla testa dell'uomo.
Improvvisamente la luce si era accesa e Myungsoo aveva dovuto sbattere gli occhi un paio di volte per abituarli al chiarore artificiale, prima di girarsi verso la porta, tutti i sensi in allerta.
-Cosa stai facendo con un mattarello nel bel mezzo della notte?- la madre di Myungsoo, una dolce signora con le guance perennemente rosse come mele, si era portata la mano alla bocca, sbadigliando.
-Mamma, c'era questo sconosciuto, un ladro, gli ho dato una mazzata in fronte, chiamiamo la polizia prima che si riprenda- aveva spiegato il ragazzo, girandosi verso l'uomo e non trovando nessuno -Quando...Dove...Come?-
-Myung di cosa stai parlando? Ti ho visto correre in cucina, agitandoti come un matto... Stavi sognando qualcosa?- la signora Kim era avanzata verso la macchina del gas, lanciando un'occhiata distratta all'orologio, di già le 4 e 20? Aveva preso il pentolino e aveva messo a scaldare del latte, sospirando all'idea della dura giornata che la aspettava in clinica, poi si era voltata verso il figlio, con un sorriso caldo.
-Sono sicuro, non stavo dormendo,altrimenti come avrei fatto ad arrivare qui?- Myungsoo non riusciva a credere che quel tizio fosse sparito così, continuava a guardarsi intorno, quasi febbrilmente.
-Myungsoo- la voce pacata della madre era stata come una carezza gentile e aveva avuto il potere di far calmare il ragazzo all'istante.
-Quando eri più piccolo soffrivi di sonnambulismo. Pensavo non avresti più avuto episodi, evidentemente mi sbagliavo. Domani vieni in clinica da me, ho un'amica che può farmi il favore di farti un EEG per controllare che tutto sia a posto-
Il ragazzo aveva annuito, molto confuso. Non riusciva a credere che la sua mete potesse avergli giocato quel brutto tiro, non quando tutto sembrava così reale.
La mattina dopo Myungsoo aveva telefonato alla piccola libreria dove lavorava, per avvertire che sarebbe arrivato solamente nel pomeriggio.
-Sei sicuro di stare bene? In due anni è la prima volta che mi chiedi un permesso- il suo datore di lavoro, il Signor Lee, era un brav'uomo, lo aveva assunto più di due anni prima, quando Myungsoo, appena diplomato, gli si era presentato davanti completamente privo della minima esperienza.
Il signor Lee aveva quasi 80 anni ed era cresciuto tra libri di ogni genere, anche se il suo vero lavoro era stato un altro: ragioniere di una grande azienda, il lavoro più noioso che potesse capitare ad un uomo con una mente aperta e brillante come la sua.
A 65 anni, era andato in pensione e aveva usato i soldi della liquidazione per aprire quella libreria, il suo posto magico.
Due anni prima, si era visto arrivare davanti quel giovane ragazzo e, da buon libraio un po' orso, il suo primo pensiero era stato quello di sbattergli la porta in faccia, poi però aveva immaginato che una presenza giovanile avrebbe potuto attrarre un po' di clientela. Ormai le librerie come la sua potevano contarsi sulla dita di una mano, spazzate via da posti immensi dove si trovava di tutto. Quasi tutto, in verità era difficile trovare libri rari e con poche copie, o addirittura di case editrici sconosciute in quei posti, roba che invece veniva venduta nel negozio del signor Lee. Però per sopravvivere la sua libreria aveva bisogno di clienti e quel ragazzo era di bell'aspetto, avrebbe sicuramente attratto clientela femminile. Con quella idea in testa il signor Lee aveva iniziato a fare qualche domanda a Myungsoo e aveva subito notato quanto quel tipo non rispecchiasse minimamente l'idea che si era fatto di lui. Da fuori sembrava frivolo, un po' ignorante, invece, allontanandosi un minimo dalla superficie, ci si accorgeva di quanto fosse profondo. Certo, non era il classico topo di biblioteca, ma poteva andare. Prima di assumerlo gli aveva fatto un'ultima domanda, quella fondamentale, per capire che tipo di persona realmente fosse e la sua risposta lo aveva spiazzato.
Gli aveva domandato quale fosse il suo libro preferito, aspettandosi un titolo di qualche famoso best-seller, oppure qualcosa di ricercato, ma che faceva tendenza. In genere chiunque volesse fare colpo su di lui nominava qualcosa del genere, ma il ragazzo aveva dato un titolo di un libro di letteratura per ragazzi, uno di quelli meno famosi, che il signor Lee pensava fosse solo nella memori dei vecchi come lui, non certo letti da un ragazzo del nuovo secolo. 'I ragazzi della via Paal'. Avventura, passione, lealtà.
In due anni, non si era pentito neanche una volta di averlo assunto, aveva iniziato a considerarlo come il nipote che non aveva mai avuto, e per questo si era preoccupato quando gli aveva chiesto il permesso per andare in ospedale.
-Stia tranquillo signor Lee, è mia madre che ha insistito per farmi vedere, ma non ho niente. davvero. Ci vediamo nel pomeriggio, la ringrazio ancora-
Il signor Lee aveva improvvisamente sentito un brivido salirgli gelido sulla schiena. Aveva un brutto presentimento -Ragazzo, spero davvero che sia tutto ok- aveva sospirato, rimettendosi gli occhiali e tornando ad immergersi nella lettura.
  
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