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Autore: tsubaki    30/06/2007    9 recensioni
One-shot incentrata sulla giornata passata insieme da Vegeta e Bra prima dell'arrivo di Baby sulla Terra.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bra, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Shopping

Shopping

 

 

 

Con passo lento e cadenzato Vegeta percorse il corridoio del piano superiore della sua casa, mani in tasca e cipiglio sul volto.

Se c’era una cosa che aveva imparato in tutti quegli anni trascorsi sulla Terra era che le donne erano odiose. Tutte quante.

E si sentiva quasi sottomesso a loro. Lui, il principe dei saiyan, uno dei guerrieri più potenti dell’universo, veniva messo a tacere dal genere femminile. Soprattutto dalle creature con occhi e capelli azzurri.

Giusto due giorni prima era stato bellamente offeso dall’unica giovane ragazza di cui gli importava qualcosa.

Si sentiva tranquillo, quasi in pace con se stesso, quando quella furia azzurra, erede di una che sopportava da molto più tempo, gli si era parata davanti con le mani sui fianchi e le sopracciglia aggrottate. Posa che aveva visto migliaia di volte.

E aveva iniziato ad urlargli contro.

Dannata mocciosa! Aveva osato insultare i suoi baffi! E dire che era stata lei a proporgli l’idea di farli crescere.

Aveva faticato terribilmente per riuscire a farli spuntare. I capelli e i peli saiyan in generale non crescevano mai, restavano della stessa lunghezza per tutta la vita. Ma era una sfida che aveva deciso di vincere.

Aveva impiegato settimane, Bulma gli aveva comprato decine di prodotti terribilmente puzzolenti per rinforzare e far crescere i follicoli e finalmente c’era riuscito. Come effetto collaterale, però, era obbligato a farsi la barba quasi tutti i giorni.

Bra era stata felicissima di vederlo con i baffi, per giorni lo aveva elogiato e riempito di sorrisi.

Ma solo dopo poche settimane era cambiato tutto. La signorina, due giorni prima, gli aveva rinfacciato che stesse davvero male e al saiyan era crollato il mondo addosso.

Come si permetteva quella ragazzina di dirgli certe cose?!

L’aveva ferito scoprire che non le piacessero più i suoi baffi. Il suo orgoglio, come ormai succedeva da anni, era stato messo a tacere e Vegeta si era arreso, decidendo di tagliarsi quei baffi che a lui piacevano davvero molto.

E non era tutto! Per sua sfortuna la storia della sfuriata di Bra era di dominio pubblico dato che la conoscevano anche Bulma e Chichi. E se la sapevano loro due, entro poco tempo l’avrebbero saputa tutti.

“Poco manca che la senta anche Kakaroth…” si disse Vegeta consapevole che le chiacchiere delle due donne raggiungevano anche i luoghi più remoti. Forse avrebbero raggiunto anche la navicella spaziale in cui viaggiavano Trunks, Pan e Kakaroth.

Sbuffando, Vegeta continuò il suo tragitto, indeciso se andarsi o meno ad allenare. Era già tardi quella mattina, mancavano pochi minuti alle 10. Sarebbe riuscito ad allenarsi solo due ore prima dell’ora di pranzo e, sinceramente, non ne aveva assolutamente voglia.

Era molto cambiato Vegeta in quel frangente. Aveva scoperto la bellezza di dormire fino a tardi, la pace nel prepararsi senza fretta, perdendosi a guardare la sua donna dormire al suo fianco o anche semplicemente restare disteso a riflettere.

Gli allenamenti non erano più una necessità primaria e Vegeta stava imparando a godersi la vita.

Tornò in camera sua e di Bulma e prese il suo gilet nero in tinta con i jeans che indossava. Aveva ormai preso l’abitudine di vestirsi come un terrestre, anche se gli ci erano voluti anni prima di abbandonare quasi definitivamente le sue tute in stile saiyan.

Uscì poi dalla camera, deciso ad andare a fare un giro in macchina e a comprare la schiuma da barba, ormai quasi finita. Non si sarebbe mai più fatto crescere i baffi, di questo era sicuro!

Nel tragitto, però, fu placcato da una figura mista di azzurro scuro e rosso che, con voce acuta, gli rivolse la parola.

Papino, dove vai?” gli domandò Bra bloccandogli la strada. Vegeta inarcò le sopracciglia, e si chiese se lei lo stesse per caso aspettando.

“Non sono affari tuoi” disse lui cercando di superarla. Ma Bra non glielo permise.

Irritato da quei giochetti Vegeta la prese per la vita e la spostò di peso, riprendendo a camminare.

“Vai via in macchina?” gli domandò Bra continuando a seguirlo per nulla demoralizzata. Vegeta si bloccò a mezz’aria su uno scalino. Cominciava ad intuire il motivo del suo interesse.

“E anche se fosse? Tu non puoi guidare” le ricordò lui riprendendo il tragitto. Bra sbuffò e lo rincorse.

La settimana prima era andata a fare un giro in centro in macchina e, con la musica a palla e l’auto piena di pacchi, aveva tamponato una macchina distruggendo entrambe le automobili. Inoltre, la ragazza si era anche tremendamente infuriata con il conducente dell’altra macchina, urlandogli che per colpa sua aveva fracassato la sua. Poco le importava che si trattasse del sindaco della città dell’ovest. Si era quindi ritrovata con la patente bloccata per un mese e la macchina dal carrozziere. E Bulma si era arrabbiata molto con lei, non l’avrebbe mai portata a fare shopping. Trunks era nello spazio quindi a Bra era rimasto solo suo padre.

“E dai papino! Non è stata colpa mia se ho fatto l’incidente! Il sindaco andava così piano! Non riuscivo a stare alla sua andatura, rischiavo di addormentarmi!” disse la ragazza cercando di giustificarsi.

Vegeta la ignorò, continuando a camminare. Doveva trovare il modo di schiodarsela di dosso. Fu tentato di alzarsi in volo e raggiungere il centro senza alcun mezzo di trasporto, ma Bulma era stata ben chiara quando tempo prima gli aveva proibito di continuare a muoversi in volo. Doveva cercare di adattarsi alla vita terrestre, anche per quello era stato costretto a prendere la patente.

Avrebbe anche potuto ignorare il suo ordine…ma non aveva voglia di subirsi la rabbia di Bulma. Quando era furiosa con lui passava tre stadi, sempre uguali: iniziava con le urla, seguite poi dal trattamento del silenzio. Passava giorni senza parlargli e senza sorridergli: se all’inizio della loro relazione per lui era un toccasana non averla tra i piedi, ora che stavano insieme da tanti anni era doloroso sentirla lontana. Non serviva nemmeno precisare che in quella seconda fase fosse off limits anche la camera da letto.

L’ultima fase, comunque, restava la più dura da superare. Si trattava della chiacchiera continua.

Bulma continuava a parlare come una macchinetta per ore, lo tormentava durante i pasti, mentre guardava la tv, anche mentre si allenava. E sarebbe stato da pazzi per lui andarsene e tornare tempo dopo: lei si sarebbe arrabbiata ancora di più e avrebbe ricominciato con le urla e via dicendo. Era in trappola.

Vegeta ringhiò maledicendo per l’ennesima volta le donne e uscì dalla Capsule Corporation con Bra alle costole. La figlia continuava a parlare ininterrottamente cercando di convincerlo a portarla con sé. *Irritante come sua madre…* pensò il saiyan tirando fuori dalla tasca la capsula con la sua macchina.

Fece per salire ma Bra si posizionò di fronte a lui, sbarrandogli nuovamente la strada. “Ti prego papino, portami con te! Farò la brava!” disse la ragazza facendo un’espressione da cucciolo bastonato. *Usa anche gli stessi trucchetti di sua madre!* pensò Vegeta indietreggiando.

Si riscosse e le ordinò a gran voce di spostarsi e farlo partire. Bra mise il broncio fissando il padre. Entrambi si osservarono trucemente.

La ragazza, poi, si sciolse in un sorriso. “Ma lo sai che stai proprio bene senza i baffi? Sei davvero figo!” disse la ragazza, adulandolo.

Vegeta arrossì. Quella frase lo riempì d’orgoglio. Osservò gli occhi limpidi di Bra e sospirò.

“Sali” le disse indicandole di sedersi. “Grazie papino!” gridò la ragazza saltandogli al collo e dandogli un bacio schioccante sulla guancia lasciando il segno del suo rossetto.

Vegeta divenne ancora più rosso e scosse la testa, cercando di riassumere un po’ del suo contegno.

Fece per salire anche lui in macchina quando vide che Bra si era accomodata nel sedile del guidatore. “Spostati signorina!” le ordinò. “Questa è la mia macchina, ti proibisco di sfasciarla!”

Bra sbuffò e si accomodò nel sedile accanto. “E non parlare troppo” le ordinò lui accendendo il motore. Partirono poi in direzione del centro.

 

Era chiaro che Bra non lo avesse nemmeno ascoltato. Non avevano fatto neanche cento metri che la ragazza aveva preso a parlare di tutto e di più, non lasciando pace al povero saiyan.

Se non fosse stata sua figlia, probabilmente l’avrebbe gettata fuori dall’automobile e lasciata lì.

Come poteva pensare Bra che gli importasse che il rosso era il colore di quella stagione e che a lei stesse così bene? O di come fosse la migliore cheer leader che il suo liceo avesse mai avuto? O che una certa tipa le aveva detto che una ragazza amica di qualche altra stupida terrestre aveva fatto una figuraccia di fronte al figo della scuola?

*Ha preso tutto da sua madre* pensò incerto se quella fosse una buona cosa o meno. In quei momenti, quando era solo con Bra, rimpiangeva Trunks.

Lui era diverso. Non chiacchierava in continuazione e non lo assillava per andare a fare shopping o farsi crescere degli stupidi baffi.

Ma ora suo figlio si trovava in viaggio nello spazio. Aveva il compito di trovare le sfere del drago e far tornare grande Kakaroth e salvare l’universo.

Era stata una sorpresa per lui vedere il suo nemico-amico in versione bambino. La prima cosa che gli era venuta in mente era che in quelle condizioni aveva un’espressione ancora più da tonto. Sembrava ancora meno saiyan.

E si era terribilmente arrabbiato con Bulma quando questa aveva affermato che Goku da piccolo fosse ancora più carino. Le aveva quindi mostrato anche lui la sua rabbia che, invece, recava solo una fase: l’allontanamento per qualche giorno.

Non aveva mai saputo se la donna effettivamente soffrisse la sua mancanza, ma quello era il suo unico modo di mostrarle disappunto. Altrimenti l’avrebbe uccisa.

A mente lucida constatò che il metodo di Bulma fosse molto più doloroso.

Immerso nei suoi pensieri non si accorse neppure di aver superato il centro commerciale finchè Bra non si avvicinò a lui, urlandogli all’orecchio di fermarsi.

Vegeta si riscosse e rischiò di sbandare con la macchina a causa dello spavento che si prese. “Non farlo mai più!” ordinò a Bra indicandole di scendere. “Scusa papy!” disse lei chiudendo un occhio e alzando la mano in segno di dispiacere.

Vegeta alzò gli occhi al cielo e parcheggiò poco distante. Poi, con Bra al suo fianco, si incamminarono dentro il centro commerciale.

Le luci al neon erano molto potenti nonostante fosse giorno inoltrato. I negozi erano coloratissimi, la gente, o meglio solo le donne, si accalcavano nei vestiti scontati, quasi facendo a botte.

Vegeta si domandò interiormente perché fosse andato in quel luogo. O meglio, perché avesse portato con sé anche Bra. Da solo gli sarebbe bastato andare in un negozio specializzato, comprare una stupidissima schiuma da barba e tornarsene a casa. Ma sapeva che Bra avrebbe voluto girare tutti i negozi, dal primo all’ultimo. Sarebbero state delle lunghe ore.

 

Seduto in una piccola poltroncina di plastica, Vegeta, con le braccia incrociate e lo sguardo perforante dritto di fronte a sé, aspettava il ritorno di Bra.

Erano trascorse quattro ore ma Bra non aveva ancora intenzione di tornare a casa. Erano arrivati al momento scarpe. La figlia ne aveva già provate una decina, quattro paia già messe da parte per essere comprate e quasi tutte di colore rosso eccetto alcune nere.

Vegeta sospirò guardandosi attorno. Eccolo lì, in un piccolo pianeta nel nulla, rinchiuso in uno stupido centro commerciale a fare da balia a sua figlia. Sentiva di essere caduto in basso. Sperò con tutto sé stesso che Freezer e suo padre non lo stessero guardando dall’inferno o ci avrebbe fatto una pessima figura.

Con lo sguardo contò i pacchetti posizionati attorno ai suoi piedi. Trentasette…e la giornata non era ancora terminata.

Fortunatamente era riuscito a mangiare qualcosa, avevano fatto una pausa di circa un’ora in cui si erano entrambi abbuffati di pizza, Bra cercando di mantenere un po’ di femminilità e non strafogandosi come suo padre.

Ma la pausa era stata decisamente troppo breve per Vegeta.

Non ne poteva più di vedere gonne, magliette, giacche, borse, anelli, braccialetti, orecchini, collane, trucchi e tutto il resto! Per sua fortuna Bra aveva da poco fatto shopping di biancheria intima o gli sarebbe toccato anche entrare in quel dannato negozio pieno di pizzi e fronzoli!

Già una volta era stato costretto ad entrare, ma era stata quella strega della madre dei suoi figli a trascinarlo lì dentro. Una delle giornate più imbarazzanti della sua vita.

Per quanto fosse riuscito a mantenere la sua espressione fredda e corrucciata, i commentini delle commesse e di Bulma erano arrivati alle sue orecchie. Tutti quei discorsi sull’essere sexy e far capitolare gli uomini non gli erano affatto stati indifferenti. E immaginare Bulma con quei completini striminziti aveva solo peggiorato la situazione.

*Le donne saranno la mia morte…altro che Majin Bu!* si lamentò Vegeta interiormente.

Bra si avvicinò nuovamente al padre con un ennesimo paio di scarpe leggermente diverse da quello di pochi minuti prima. “Che ne pensi papy? Mi stanno bene?” chiese la ragazza camminandogli davanti. Vegeta buttò gli occhi al cielo e annuì, sperando di poter almeno cambiare negozio.

“Ma forse non stanno bene con il vestito che ho preso prima…e poi un po’ mi stringono…” cominciò Bra. “E allora non prenderle!” le rispose Vegeta con rabbia.

“Avevi appena detto che ti piacevano…allora hai mentito!” disse la ragazza puntandogli un dito davanti agli occhi.

Vegeta sbuffò e si chiese se davvero Bulma si sarebbe arrabbiata se avesse fatto fuori Bra. Prese un profondo sospiro e le disse di decidere in fretta.

“Ma papy non è così facile! E tu non mi sei neanche di aiuto!” disse lei puntando le mani ai fianchi. Rieccola la posa di sua madre.

“Bra, spicciati o ti lascio qui” la minacciò sicuro di avere la situazione in pugno. Ma la ragazza, invece che spaventarsi e muoversi, sorrise malignamente incrociando le braccia al petto. Ok, questo lo aveva preso indubbiamente da lui.

Vegeta inarcò un sopracciglio, confuso. Quell’espressione non presagiva nulla di buono. “E come farai a tornare a casa visto che le chiavi della macchina ce le ho io?” chiese Bra tirando il mazzetto fuori dalla sua borsetta e agitandole davanti agli occhi increduli di suo padre.

“Quando le hai prese?!” chiese lui che non si era accorto di nulla. “Sono pur sempre tua figlia, sai che sono molto veloce…eri distratto e ne ho approfittato!” disse orgogliosa la ragazza.

“Bah, posso tornare a casa volando” disse lui, rendendosi conto immediatamente che non sarebbe stato possibile. “No, altrimenti la mamma si arrabbierà non solo perché hai volato ma anche perché mi hai lasciata tornare a casa da sola in macchina, quando non posso farlo assolutamente!” disse Bra, vittoriosa.

Vegeta alzò gli occhi al cielo, chiedendosi ancora cosa avesse fatto di male per meritare tutto quello. Forse era quella la punizione per aver sterminato tante persone per conto di Freezer…se era così, l’inferno sarebbe stato una passeggiata.

“Allora papy, le prendo o no queste scarpe?” chiese la ragazza riprendendo il discorso di prima. Vegeta non poté fare altro che tornare a prestarle attenzione.

 

Erano ormai le sei di pomeriggio. Avevano fatto otto ore di seguito in quel maledetto centro commerciale. La macchina era stracolma di pacchi, e Vegeta era costretto ad andare lentamente a causa del peso eccessivo.

Bra si era finalmente calmata. Aveva terminato i discorsi da circa un’ora anche se ogni tanto aveva lasciato qualche commento qua e là. Vegeta si stava godendo quel momento di pace.

Era stata una giornata impegnativa e molto stancante, quasi più dei suoi soliti allenamenti. Bra sapeva essere distruttiva anche se non combatteva.

Viaggiavano in pace, tranquillamente, finchè una macchina con due ragazzi non si affiancò a quella di Vegeta. I due cominciarono a fare apprezzamenti su sua figlia.

Il saiyan non ci vide più e, senza nemmeno mutare di espressione, spinse la macchina dei due ragazzi giù dalla scogliera lanciandoli in mare.

Bra iniziò a ridere come una pazza e a scusarsi mentre Vegeta rimase impassibile. *Fidatevi, lo faccio per voi* pensò il saiyan continuando a guidare.

 

Poco dopo un alieno di nome Baby con il corpo di Gohan si scagliò contro Vegeta e Bra, dando inizio ad una nuova lotta per la salvezza del pianeta. Ma questa è un’altra storia.

 

 

 

 

FINE

 

 

 

 

 

 

Due fanfiction in un giorno solo! Sono orgogliosa di me!

Non è un granchè come storia, è una piccola one shot e niente più! Mi piace scrivere su Vegeta e sua figlia, mi diverto un mondo! Anche se la coppia Vegeta-Bulma resta la migliore!

Grazie per aver letto, mi auguro che vi sia piaciuta! Ah, e grazie anche a chi ha recensito “Father”! Sono contenta che vi sia piaciuta!

Alla prossima!

Baci, tsubaki

 

 

 

  
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