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Autore: NicolHoran_1D    13/12/2012    2 recensioni
Parla di una ragazza di 17 anni che vorrebbe avere una vita come tutte le altre persone.
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi sveglio di scatto e mi strofino gli occhi. Stranamente mi bruciano, mi giro e vedo il cuscino sporco di trucco. Un altro incubo, basta non ce la faccio più! Sono ormai due maledetti anni che faccio incubi, continuo a sognare quella scena orrenda. La scena di quando è morto mio padre, o meglio di quando si è suicidato sparandosi in testa. Quella scena me la ricordo come se fosse ieri, la sogno tutte le notti.
Perché? Perché non posso avere una vita normale come la hanno molte persone? Perché devo sempre essere triste?. Molte domande passano per la mia testa, ma nessuna di queste ha mai trovato la risposta.
Mi alzo e mi vado a fare una doccia, forse così riesco a dimenticare, o per lo meno a togliere quella scena e quei pensieri dalla testa per un po’. Apro l’acqua calda, anzi, caldissima. Aspetto un po’ e quando diventa abbastanza calda entro. I pensieri cominciano ad uscire dalla mia testa, anche solo per un po’. Quando sono sotto la doccia mi sento libera, mi sento un’altra persona. L’acqua scorre lungo il mio corpo. Insapono i capelli per poi sciacquarli, poi insapono molto lentamente anche il mio corpo, anch’esso dopo averlo insaponato lo risciacquo. Ho una voglia di cantare. Cantare quella canzone stupenda che mi cantava mio padre quando ero piccola, “Evanescence – My immortal”. La canto ogni volta che mi manca, quando la canto mi sembra di averlo accanto.
La canto in questo momento, mi sento libera, più libera di prima. Cantandola mi sembra quasi di volare, di volare verso di lui.
Dopo aver finito la doccia esco, vado in camera e cerco qualcosa nella valigia. Frugo all’interno della valigia fino a trovare quello che cercavo, così metto una canottiera con sopra una felpa e dei pantaloncini corti e delle scarpe da ginnastica, faccio una coda di cavallo e poi mi trucco.
Scendo e vado in cucina dove c’è mia nonna che prepara la cena.
“Mmm… cosa c’è per cena?” chiedo con l’acquolina in bocca.
“ Finalmente ti sei svegliata Greaci! Per cena c’è il pollo con le patate.”
“Buono! Da quanto tempo è che non mangio qualcosa di commestibile!.”
La nonna ha appena finito di cucinare, mette il pollo sul tavolo.
Cominciamo a cenare e il silenzio invade la stanza, quando la nonna lo interrompe….
“Allora Greaci, il fuso-orario è alle 10:30, tutti i giorni aiuterai me e tuo nonno a preparare la tavola e se vuoi dei soldi devi guadagnarteli.”
“Cosa? Ho capito bene? Io rientro quando cazzo mi pare, non aiuto ad apparecchiare e poi non lavoro!!!” dico molto fiera di me e molto arrabbiata, la nonna sta per dire qualcosa, mi alzo e prendo la mia borsa e il mio libro per poi uscire. La nonna mi dice qualcosa ma non l’ascolto più di tanto.
Esco e mi dirigo al mare. Cammino, non mi interessa quello che pensa la nonna, non mi interessa se è preoccupata. Arrivata, mi avvio decisa nel mare. Entro, cavolo l’acqua è ghiacciata! Un brivido percorre tutto il mio corpo. Mi immergo, faccio fatica a respirare. Vorrei solo tornare su, ma qualcosa dentro di me, me lo impedisce. Sono sotto da un bel po’. Ormai non sento più la testa, anzi, la sento però fa solo male. Sento qualcuno entrare in acqua,  mi prende in braccio e mi porta a riva. Sento delle voci, vedo delle ombre, ma niente di più.
Cerco di guardare meglio, è un ragazzo.
“Perché? Perché mi hai tirata fuori?” Ora sono arrabbiata, il sangue percorre le mie vene più velocemente. Molti sentimenti passano tra quelle vene, rabbia, odio, tristezza e felicità.
“Ma tu sei pazza! Eri sotto da troppo tempo, così saresti morta….”
“Io volevo morire!” Sbotto, il ragazzo rimane a guardarmi. Il suo viso è illuminato solo da i raggi della luna. Un brivido percorre nuovamente il mio corpo. Mi alzo e mi avvio a casa. Sono immersa nei miei pensieri, quando una voce mi distrae.
 “Ehi non so nemmeno il tuo nome!.”
Era lui, quel ragazzo che mi salvò la vita.
“Greaci, mi chiamo Greaci!” Mi giro urlandogli il mio nome.
“Piacere io sono Liam! Spero di rivederti presto!.”
In quel momento mi blocco. Avrei tanto voluto rispondergli di Si ma qualcosa mi bloccò.
“Come vuoi!.” Tutto quello che dissi è stato questo, due semplici parole. 

----------------------------------------------------- Quella in foto è Greaci <3
  
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