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Autore: AthenaSkorpion    13/12/2012    1 recensioni
E se Teti fosse riuscita a salvare nella sua integrità il corpo del futuro eroe che sarebbe stato Achille?
Se il tallone che lo portò alla morte fosse stato immortale esattamente come tutto il resto?
Gli Dei avrebbero tremato.
P.S. Questa storia è in collegamento fuori trama con "La mela di Eris".
Genere: Avventura, Guerra, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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L'uomo attendeva fuori casa, sotto il caldo sole primaverile, in attesa di notizie e divorato dall'ansia crescente. All'interno, le grida strazianti sembravano uscire perfino dai muri. Non poteva ascoltarla, non poteva ascoltare la moglie soffrire e strillare in quel modo disperato. Tappò le orecchie con le mani e, dondolando su se stesso terrorizzato, iniziò a pregare:- Ilizia, protettrice dei parti, ti prego, veglia sulla nascita di mio figlio e allevia le sofferenze di mia moglie! Sei forse adirata con noi mortali? Perché in paese sono morti tutti i nascituri? Ti scongiuro, per tutti i sacrifici che ti ho donato, proteggici...
Un grido più alto degli altri si levò dall'interno della casa. Ma non era della moglie. In esso riconobbe la voce della serva ostetrica. Non poté più attendere e corse in casa, per trovare davanti a sé i due cadaveri delle persone che amava di più, moglie e prole. Inevitabile fu la sua furia. Gridò al cielo la sua rabbia, ferito, e si ripromise di vendicarsi. Non poteva certamente sapere, il povero mortale, che Ilizia era appena morta avvelenata.
 
 
 
Achille aveva ceduto e aveva fatto cadere la sua dura facciata, lasciando scivolare nella polvere della sua cella le lacrime inarrestabili. Piccoli fiori neri erano sorti dal leggero manto di terra che i fiumiciattoli dell'Olimpo non avevano mai lambito. Si sentiva incredibilmente debole. Non certo per fame, poiché l'ambrosia era ancora lì per lui. Lui si sentiva sconfitto. Chi aveva creduto di poter ingannare? Troppo inorgoglito per quell'aura dorata, aveva pensato forse di poter sovrastare il Fato? Già troppe volte l'aveva fatto, prima ancora di nascere. Ma era colpa sua, in fin dei conti? La madre, per troppo amore, lo aveva destinato a una fine disonorevole e lo aveva condannato a morir senza gloria.  Ma ancora non riusciva a spiegarsi perché nessuno lo avesse fermato fino a quel momento. E cosa significavano davvero quei fiori neri come la morte? All'improvviso ricordò i precetti del suo maestro Chirone. Devi avere equilibrio, gradire, ma mai adorare, essere incuriosito, ma mai desiderare. Il desiderio porta alla gelosia, all'invidia, alla vendetta,gli aveva detto. Un nuovo rivolo di calde lacrime prese a cadere al pensiero che il suo caro amico potesse avere ragione e lui lo avesse ignorato tanto superbamente.
Il suo stupido orgoglio... Le sue stesse lacrime lo infastidivano, la sua stessa debolezza lo induceva a disprezzarsi, in quel momento desiderò di avere le mani libere solo per potersi tergere il volto. Ma quelle catene gli impedivano ogni movimento che non fosse un leggero dondolio. Quasi desiderava poter sanguinare, quelle corde metalliche gli facevano male nello spirito; perfino avere un corpo dolorante e torturato poteva sembrargli una via di salvezza per la sua profonda rassegnazione. In quel momento avrebbe implorato il perdono di chiunque. E così si ritrovò a pensare a Patroclo e Pentesilea. Aveva mandato entrambi nell'Ade, aveva rovinato l'esistenza delle persone a cui teneva di più. E per quanto ci provasse, le lacrime non si placavano, ora accompagnate da singhiozzi sempre più violenti. Erano forse le Erinni a massacrarlo, ora? Si costrinse a rimanere presente a se stesso. Perché se davvero ripensava a tutto ciò che aveva fatto, si rendeva conto che nulla era per il suo bene ma per quello dell'intera umanità.
-L'uomo non deve vivere governato da Dei volubili e boriosi! Per il possesso di una sciocca mela dorata, le Dee hanno scatenato la più cruda guerra di tutti i tempi. Quanti giovani sono morti per difendere la patria? Altro che bella morte, la gloria non può consolare le madri piangenti né riportare i mariti a casa. Nessun onore restituisce agli orfani i genitori scomparsi, nessuna schiava ritrova la libertà elencando i propri meriti. La morte e la guerra sono frutti partoriti da voi superficiali maledetti, voi che scherzate sulla pelle degli uomini!-gridò improvvisamente determinato e rabbioso, sputando a terra. L'oro che lo circondava fremette con tanta forza da agitare e piegare le catene incantate e per un attimo si sentì davvero potente.
- Non mi muoverei tanto se fossi in te. Potrebbero scoprirti.
Da dietro una colonna apparve il dio che aveva parlato, seguito da unaltra figura. Emanava un'aura purpurea simile a una nuvola. Ade sorrise amichevole e si sedette per terra a pochi passi dal prigioniero, senza dire nulla, con Ares che lo seguiva. Achille li fissò torvo, in silenzio. Non sapeva cosa pensare del suo visitatore silenzioso. All'apparenza sembrava perfino più giovane di lui, forse aveva l'aria di un diciassettenne, ma nei suoi profondi occhi si vedevano esperienze millenarie che Achille non avrebbe mai potuto eguagliare. Sembrava anche più vecchio del fratello Zeus. Normalmente Achille non aveva difficoltà a vedere chi gli era nemico e chi no, ma il dio dei morti era impenetrabile e incomprensibile. Pareva scrutare la sua anima senza difficoltà. Alla fine decise di parlare:- Perché sei qui? Vuoi prenderti gioco di me prima della mia morte? E tu Ares? Non ti basta il tradimento che mi hai inflitto?
Ares attese che laltro parlasse per lui, Ade ampliò leggermente il sorriso e carezzò il suo scettro mettendoselo in grembo tra le gambe incrociate, sopra la tunica.
- Io ho votato a tuo favore, figlio mio.
- Perché ti ostini a chiamarmi figlio tuo? Io non ho nulla a che vedere con te.
Ade socchiuse gli occhi e sogghignò.
- Tu sei morto e risorto nell'acqua mortale dello Stige. Tu hai ripreso corpo dopo aver vissuto per qualche istante nella mia terra, l'Oltretomba. Tu sei il riassunto di tutto ciò che c'è in terra. Figlio di un'abitante dell'Oceano, di stirpe umana, erede dell'aldilà, dio. Hai più potere di chiunque altro, Zeus lo sapeva, tutti lo sapevano. Non crederai di aver ricevuto quell'ottima ospitalità per puro spirito di fratellanza! Qui sei temuto, anche ora che sei in catene. Zagreo ha trovato il modo di mimetizzarsi tra questi stolti, ma tu no. Tu sei il messaggero della Morte. Io di te so cose che neppure Apollo, il grande oracolo, saprà mai dirti. Gli Dei sono perfino riusciti a riunirsi in consiglio democraticamente per ucciderti.
Achille guardò confuso Ade. Quest'ultimo, pazientemente, riprese le proprie spiegazioni:- Tu avevi già iniziato a capire che eri speciale, non è così? Quei fiori che sbocciano solamente quando sei vicino alla guerra, al duello, alla morte... Così dissimili da quelli bianchi e puri di Dioniso. Nessuno sa che, quando diventasti immortale, creasti una corrente contro il destino. Due Fati ora gareggiano per regnare, tu sei il creatore della Morte, sei il suo strumento. Nel momento in cui fu oltrepassato il momento in cui saresti dovuto morire, nel momento in cui sei diventato immortale e dio, in quel preciso istante le due correnti sono entrate in collisione. Ilizia è morta pochi istanti fa. L'hai avvelenata tu. Zeus, guardiano dell'equilibrio, è morto per mano tua. Non nego di esserne stato deliziato-aggiunse ilare-ma hai comunque infranto la naturale corrente degli avvenimenti. Tuttavia, voglio mettere in chiaro che intendo aiutarti. Tutti mi descrivono come un bastardo insolente, ma la verità e che non mi comprendono. Nessuno avrebbe scelto la morte come regno, io invece ho preso questa decisione consapevolmente. Zeus mi ha poi infangato dicendo a tutti di avermici esiliato, ma era contento anche lui che non dovesse averne niente a che fare. Questa vita che tutti lodano altro non è che la prova, la sofferenza prima del premio. Lì, almeno parlando per me, posso estraniarmi dalle congiure, dalle superficiali macchinazioni di questi incapaci, raggiungere illuminazioni che Zeus non ha mai potuto ottenere, scoprire la Vita vera attraverso i racconti della Morte, elevarmi alle più pure caratteristiche degli uomini e degli Dei senza rinunciare a me stesso. Io sono sempre stato preso per un codardo manipolatore, la verità è che semplicemente sono diverso.
Ade per un istante si perse in malinconici pensieri e poi riprese con più vigore:- Voglio aiutarti, già te l'ho detto. Non è tuo destino morire ora. I due Fati sono agli sgoccioli, ma tu devi dare il colpo di grazia. Sappi però che gli umani non troveranno il bene che tu vuoi per loro in vita, perché se morissero gli Dei, anche loro andrebbero in rovina. Devi accettare il fatto che l'uomo non può sopravvivere con gli Dei né senza. Gli uomini stanno già combattendo tra loro, hanno rinunciato a sacrificare a Dei che, troppo presi dai loro problemi, non li ascoltano più. Tra poco moriranno tutti, ma senza il tuo impegno decisivo, quest'agonia si trascinerà per tempi lunghissimi.
Achille abbassò lo sguardo:- Quindi io devo porre fine all'intera Vita?
- No. Ares ti aiuterà e Dioniso rimarrà per riportare alla luce chi ripopolerà l'Universo, acquisendo il suo diritto di regnare e tu mi sostituirai nell'Oltretomba. Ci sarà finalmente equilibrio e l'umanità potrà godere della pace, qualora Dioniso voglia che essa viva di nuovo sulla terra.
- Ade... morirai anche tu. E tu Ares Lo sai che se così fosse morirai anche tu?
- Lo sappiamo, figliolo. Ma è meglio così. Ho imparato talmente tante cose... Ho le mie soddisfazioni. Persefone sa che l'ho sempre amata, non ho rimpianti. E onestamente non posso rimanere un giorno di più a vedere impotente quello che gli umani sopportano a causa nostra... e a causa loro.
Achille annuì sollevato e disse, molto più pratico:- Come posso liberarmi?
Ade risfoderò il suo candido sorriso e dalle pieghe della tunica evanescente prese un corno.
- Mai sentito parlare della Cornucopia?
- Non è il corno di Amaltea che può donare ogni cosa il possessore desideri?
Rifletté un istante e poi disse:- Ade, sei un genio.
Ade fece un saltello infantile di gioia e Ares, con un fluido movimento del braccio, estrasse una chiave dal corno. In poco tempo Achille fu libero.
- Tieni, Achille. Usala bene, questa Cornucopia, è l'unica arma che ti rimane. Io ora tornerò nel mio regno per godere degli ultimi istanti di vita con Persefone. Abbi cura di te, eroe.
Prima di scomparire apparve una dea che lo inchiodò a terra schiacciandogli il collo sotto il palmo della mano.
- E... E... Eris, lasciami...
- Tu, stupido idiota! Io devo regnare! La discordia ora regna comè giusto, ho lavorato più di un decennio per vincere, non osare portarmi alla morte dopo tanto patire! Voi, miserabili deuncoli, avreste dovuto consegnare a me lo scettro del potere! Vuoi morire? Esaudirò il tuo desiderio.
Eris strinse la presa e negli occhi di Ade ci fu un lampo di paura mista a soddisfazione. Non poté pensare altro prima che Achille prendesse per i capelli la dea. Mentre la trascinava via, Ade riprese fiato e si alzò in piedi con l'aiuto di Ares. Batté lo scettro a terra una volta e le catene di Efesto circondarono l'addome di Eris avvinghiandola come serpenti. 
- Codardo, affrontami in duello anziché usare queste stupide trappole!
Ade la liberò e non attese oltre. Sparì nell'Oltretomba prima che Eris potesse raggiungerlo. La dea cacciò un grido di rabbia pura e disse ad Achille, che la fissava sbalordito:- Siamo nemici da tempo, anche se più volte gli ho portato parecchi bocconcini. Tu, piuttosto, sei disposto ad aiutarmi?
- Eris, lascialo in pace-disse Ares in un ringhio.
La dea annuì sprezzante e disse, lucidando un'ascia bipenne spuntata fuori da chissà dove:- Certo, salviamo l'umanità... bla, bla... La verità è che se pure gli uomini sopravvivessero al tuo piano scellerato, continuerebbero a distruggersi e io avrei ciò che voglio, in ogni caso.
Gli rivolse un sorrisetto malizioso e disse:- E poi, non dovresti fare il beato salvatore tu che per cause davvero impensabili hai fatto strage di uomini in guerra. Non hai neppure esitato a distruggere la tua amata e poi sei venuto qui a far pagare agli Dei le tue stesse azioni. Davvero esemplare... ne sono colpita...
Achille fece finta di ignorare le parole della dea e si allontanò.
- L'ultimo pensiero di Pentesilea è stato: Possibile che neppure questo cosiddetto eroe riesca a mettere da parte le proprie ambizioni?
Ad Achille saltarono alcuni battiti del cuore.
- Tu menti, lei si fidava di me.
Eris gli si avvicinò e disse:- Mi dispiace...
Achille digrignò i denti e dalla Cornucopia estrasse un pugnale molto simile alla Lancia, ma di dimensioni ridotte e, in un rapido movimento menò un fendente che divise in due esatte metà il corpo attonito di Eris. Come Zeus, anch'essa scomparve in una tempesta di sabbia. Ares fece una risatina e disse:- Achille, permettimi di aiutarti. Sarà divertente far fuori Atena... Dopodiché, mi darai tu il colpo di grazia.
Achille soppesò il pugnale, annuì e andò a compiere la sua missione, con la coscienza pesante.
 
 
 
- Sorella, passami altro filo, insomma!
Cloto fissò la cesta del filo, si guardò intorno lievemente divertita e disse:- Atropo, non fare la sciocca, ridammi i fili.
Atropo guardò la bambina impaziente e disse:- Non guardare me! Su, tirate fuori questi fili e fate il vostro lavoro.
Riprese a lavorare e tagliò quattro dei sei fili rimasti. E mentre Achille e Zagreo prendevano i loro posti sui loro troni, anche le tre Moire, che per lungo tempo avevano giocato con la Morte, ne furono sopraffatte, assieme ad Ares. In quel momento, ci fu il silenzio e il Caos lasciò il posto all'Ordine.
 
 
 
Ecco la rapida conclusione della storia di Achille.
A questo punto ci sono alcune cose che devo spiegare:
Ho sempre detto che Teti è un'Oceanina ma in realtà è più propriamente una Nereide.
Non ho descritto la sua morte perché era troppo penosa. Avevo in mente di fare una cosa molto cruda perciò ho lasciato perdere.
Achille è ancora un uomo, in realtà, non dategli del debole quindi se esplode in lacrime. Nel resto della storia rimane viva la sua furia quindi almeno qui lasciamolo sfogarsi...
Ade è il migliore della situazione dal mio punto di vista, insieme ad Ares e ho perfino calpestato le mie idee fino a far sembrare Atena la più brutta e cattiva quando è la migliore alleata di Achille. Tra i suoi alleati molti nella distruzione totale lo appoggeranno, Poseidone si suiciderà addirittura per adempiere alla sua missione.
Achille, essendo l'eroe che ho odiato di più nella mitologia greca, in questa storia è stato quasi designato a comparsa mentre sono le vicende di chi lo circonda a interessare davvero.
Vi ringrazio per avermi seguita fino alla fine, spero di essere stata entusiasmante e che abbiate colto gli spunti di riflessione disseminati qui e lì. Au revoir.
  
   
 
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