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Autore: cup of tea    13/12/2012    3 recensioni
“Lo sai cos’è, tesoro?” Le chiedo, spostandole un ricciolo biondo dietro all’orecchio.
“La nonna dice che è zucchero filato, ma io lo so che non è vero, l’ho letto su internet. Si chiama neve ed è una forma di pre…precitipaz..precipitazione. La pioggia si solidifica perché fa freddo.” È così intelligente ed ha appena sei anni. Mi dispiace solo che i bambini di oggi non sappiano più sognare.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oggi qui nevica.
E quando nevica, tutto è un po’ più magico.
Ringrazio Blindside per aver dato forma insieme a me a questa storia.



 

 

Di Sogni e Magici Pattini d’Argento

 




“Mamma, corri! Vieni a vedere!”

Quando la mia bimba grida così, eccitata per qualcosa di nuovo, non riesco mai a dirle di no.

Esco dalla cucina e la trovo di spalle, seduta in ginocchio contro lo schienale del divano. Sta guardando fuori dalla finestra e posso immaginare con una certa precisione i suoi occhi accesi di entusiasmo di fronte alla prima nevicata della sua vita. 

Mi avvicino e mi ci siedo accanto, imitandola nella posizione. Guardo fuori, guardo lei.

“Lo sai cos’è, tesoro?” Le chiedo, spostandole un ricciolo biondo dietro all’orecchio.

“La nonna dice che è zucchero filato, ma io lo so che non è vero, l’ho letto su internet. Si chiama neve ed è una forma di pre…precitipaz..precipitazione. La pioggia si solidifica perché fa freddo.” È così intelligente ed ha appena sei anni. Mi dispiace solo che i bambini di oggi non sappiano più sognare.

Guardo mia madre sulla sedia a dondolo, mentre fa la maglia e mi restituisce un’occhiata di intesa da sopra gli occhiali.

“Oh. Sì, è proprio così, amore mio. Quest’anno Ghiacciolino e Bucaneve devono essere finalmente riusciti a fare pace e ad aggiustare i Magici Pattini d’Argento.” Stacca gli occhi dal vetro solo per guardarmi con aria confusa, ma anche di sfida. “Chi sono Ghiacciolino e Bucaneve?” Chiede.

“Dunque, da dove cominciamo…” Felice di essere ancora in grado di stuzzicare la sua curiosità, mi accomodo sui cuscini e la prendo in braccio.

“Esiste, sopra le nuvole, un grande regno incantato dove vivono tutti i Folletti del Clima e le Fate delle Stagioni. Lì-”

“Come si chiama questo regno?” Mi interrompe, perché il suo spirito scientifico richiede dati e coordinate affinché riesca a credere alle cose.

“Oh, nessuno lo sa con certezza. E’ segretissimo: se si venisse a sapere, i suoi poveri abitanti sarebbero invasi dalle telefonate delle agenzie di viaggi e dai turisti! Noi lo chiameremo banalmente Regno delle Stagioni, per comodità.” La cosa non sembra convincerla, ma riprendo prima che lei possa interrompermi di nuovo. “Come questo nome ti avrà suggerito, il Regno è diviso in quattro zone, ognuna dedicata a un preciso  periodo dell’anno. Nel Regno della Primavera, per esempio, vivono e lavorano le Fate dei Fiori e degli Animali, insieme ai Folletti del Tepore  e della Luce.”

“Che cosa fanno ?”

“Beh, quando arriva il ventuno marzo di ogni anno, le Fate e i Folletti della Primavera scendono sulla terra e svegliano le piante gli animali, addormentati per il lungo inverno.”

“Io non ho mai visto nessun folletto o fata. Sono invisibili?”

“No, no. Niente del genere. Qui sulla Terra assumono forme diverse da quelle che hanno nel loro Regno. Una fata, per esempio, può diventare una gemma su un ramo, mentre un folletto può trasformarsi nel piacevole tepore che scioglie il ruscello ghiacciato.”

“Oh.” Si fa pensierosa. “Ho capito. Allora le Fate dell’Autunno fanno nascere le castagne o colorano le foglie di arancione, mentre i Folletti diventano il vento che le soffia via”.

Ho finalmente catturato la sua attenzione e sta lasciando spazio alla fantasia.

“Proprio così. E lo sai cosa fanno i Folletti dell’Estate? Convincono il sole ad andare a dormire un po’ più tardi, mentre le Fate portano i suoi raggi più vicini alla terra, così che i raccolti abbondino; per evitare che brucino, invece, alcune di loro rinfrescano l’aria con grandi acquazzoni.” Mia madre, che nel frattempo si è alzata, ci porta del latte caldo e dei biscotti. Poi si risiede sulla sedia a dondolo e riprende a fare la maglia, ascoltando la mia storia e sorridendo di tanto in tanto.

"A questo punto arriviamo al Regno dell’Inverno: qui, intorno all’inizio di dicembre, il Grandi Maestri del Gelo e del Ghiaccio scelgono un Folletto di grande valore che indossi i Magici Pattini d’Argento e trasformi le gocce di pioggia in fiocchi di neve, semplicemente pattinando attraverso le nuvole e il vento gelido creato dalle Fate. So che ti stai chiedendo come mai, allora, questa è la prima nevicata che vedi da quando sei nata.” Le do un buffetto sul naso, e lei annuisce, ormai rapita dal racconto.

“Devi sapere che qualche tempo fa, Ghiacciolino - il Folletto prescelto di allora – ruppe involontariamente i Magici Pattini d’Argento, poco prima del ventuno dicembre. Aveva un grande cuore e il compito di indossarli gli era stato affidato perché se lo era meritato, ma aveva anche la sfortuna di essere un po’ sbadato e distratto.

Una volta che gli furono stati consegnati, i Grandi Maestri gli diedero tutte le istruzioni: gli ordinarono di lasciarli riposare sotto la luce della luna fino al ventuno, poiché solo in questo modo le lame fatte d’argento e ghiaccio avrebbero raggiunto la durezza e la resistenza che gli avrebbero permesso di svolgere il lavoro. Avrebbe potuto indossarli solo allora, al momento opportuno.

Ghiacciolino, all’inizio, consapevole dell’importanza del compito che gli era stato affidato e dell’invidia scatenata tra i suoi pari, seguì tutte le indicazioni alla lettera, deciso a portare a termine quella onorevole missione nel migliore dei modi. Posizionò i Pattini nel punto preciso del suo igloo dove la luce della luna batteva più intensamente e controllava quotidianamente la consistenza delle lame, puliva le fodere e annodava le stringhe in accurati fiocchi.

Quando, però, il suo antipatico cugino Bucaneve – il secondo nella classifica del Folletti meritevoli - andò a fargli visita a metà dicembre, successe un guaio. Bucaneve era sempre stato subdolo e invidioso, e in quell’occasione non si smentì: dopo essersi falsamente congratulato con Ghiacciolino, lo convinse ad indossare i Pattini.

“E’ una missione davvero importante e tutti dipendiamo da te – gli disse – Fossi in te starei morendo dalla fifa di sbagliare!”

“No, posso farcela.” Gli rispose risoluto Ghiacciolino.

“E se poi qualcosa va per il verso sbagliato? Dicono  che bisogna essere veramente degli ottimi pattinatori perché la pioggia di trasformi in neve… fossi in te, io mi eserciterei.”

“No, io… io non posso. Non è ancora il 21…”

“Fa’ come vuoi, ma secondo me devi provare ad indossarli. La luna ormai avrà indurito abbastanza le lame, non può accadere niente di male. Qualcosa andrà storto, invece, se non ti preparerai a dovere.”

Detto ciò, Bucaneve lascò l’igloo.

Ghiacciolino era turbato dalle parole del cugino: a scuola gli avevano insegnato a pattinare e se la cavava piuttosto bene, ma avevano sempre usato pattini con lame comuni… cosa sarebbe successo se con quelli magici fosse scivolato o non fosse stato in grado di raggiungere la velocità richiesta? La pioggia non si sarebbe trasformata in neve e lui avrebbe deluso tutti.

Prese in mano con cautela i Magici Pattini. Effettivamente, Bucaneve aveva ragione: le lame sembravano abbastanza dure e resistenti. Decise che avrebbe provato ad indossarli, solo per un momento, solo per verificare che tutto ciò che aveva imparato a lezione fosse abbastanza. Si sedette per terra e li infilò, uno per volta. Legò le stringhe ben strette e si alzò.

Crack.

Ghiacciolino aveva esattamente la tua espressione preoccupata e spaventata quando accadde: le lame si erano rotte sotto il suo peso e non sapeva cosa fare.

Provò e riprovò ad aggiustarle, ma ogni sforzo era inutile.

Avrebbe preferito non farlo, ovviamente, ma si trovò costretto a dire ai Gran Maestri di aver indossato e rotto i pattini.

La loro ira fu incontenibile: non c’era soluzione a un danno del genere, perché il ghiaccio e l’argento delle magiche lame non si poteva rigenerare, né riprodurre.

Bucaneve sorrise beffardo quando il Maestro Supremo proclamò che Ghiacciolino sarebbe stato bandito fino a che non avesse trovato un’alternativa per produrre neve e che fino ad allora gli inverni sarebbero stati solo molto freddi.

Ciò che Bucaneve non aveva tenuto in considerazione, però, fu il fatto che il Maestro Supremo era supremo per un motivo preciso: sapeva tutto di tutto.

Bucaneve, infatti, colpevole quanto Ghiacciolino della disgrazia, fu condannato ad accompagnare suo cugino nella ricerca.

Immagino che alla fine i due abbiano trovato una soluzione. Guarda là fuori come viene giù!”

 “Oh mamma, non ti fermare proprio adesso! Come hanno fatto?”  I suoi occhioni mi guardano impazienti.

“Beh, Bucaneve probabilmente deve aver riconosciuto il suo errore, anche se gli ci sono voluti anni. Ghiacciolino non aveva dato la colpa a lui di fronte ai Grandi Maestri; al contrario, si era assunto le responsabilità delle sue azioni. Questo deve averlo fatto riflettere. Magari gli ha chiesto scusa e, collaborando hanno trovato un’alternativa ai pattini o sono addirittura riusciti ad aggiustarli.”

Sembra pensierosa.

Infine parla.

“Secondo me alla fine Bucaneve ha pianto. Lo sai che le lacrime delle creature fatate hanno proprietà magiche e curative? Le sue devono essere cadute sui pattini e devono averli rimessi a posto!”

La mia bimba mi guarda con la sua tipica espressione alla “Eureka!”

“Deve essere andata proprio così!” Rido e le do un bacio tra i capelli.

Mi alzo, mentre lei si mette di nuovo in ginocchio per guardare fuori.

Guardo mia madre. Mi sorride. Forse di sognare non si smette mai.
   
 
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