13/12/2012
2 recensioniIl vero messaggio del Natale è che noi tutti non siamo mai soli
Raven era sgusciata dalla sua stanza silenziosa come un pensiero.
Fuori nevicava, e i fiocchi di neve sbattuti dal vento contro le finestre della T Tower facevano un lieve ticchettio, come un orologio.
Il tempo che scorre.
“Tra poco è Natale” fu il suo breve pensiero. Ma le importava poco, e mentre scendeva le scale si chiese dove volesse andare.
I suoi piedi la portarono in soggiorno, dove la luce soffusa dell’albero allestito a festa in mezzo alla sala luccicava di timidi bagliori colorati.
Nel buio che inghiottisce ogni cosa, anche i colori diventano grigiastri?
La sua attenzione fu attratta da un piatto di biscotti.
Quando allungò la mano sentì qualcosa assalirla.
“Sono per Babbo Natale!”
Oh, no.
“Beast Boy”
Lo disse senza guardarsi indietro. Era l’unico in casa a credere fermamente nell’esistenza di Babbo Natale.
“Non dirmi che credi-“
“Ovvio che sì!”
Il ragazzo le tolse di mano il biscotto, e lo riportò al suo posto. La casa era silenzio condensato.
“Perché sei qui?”
“Aspetto Babbo Natale” lo disse come se fosse stata la cosa più ovvia del mondo “E tu?”
“Mi sentivo sola”
Era stato un errore esprimersi in modo così esplicito. Così poco criptico.
Non aveva mai chiesto a nessuno di comprenderla, di accettare lei e i suoi pensieri, il suo passato. Desiderava restare un enigma.
E ancor più voleva essere sola, lì, a guardare la neve fuori la finestra seduta sotto le luci dell’albero.
Perché al buio sarebbe stato davvero tanto tanto tanto triste.
“Impossibile”
“Che ne sai tu?” lo apostrofò lei, quasi con rabbia.
“A Natale non ci si può sentire soli. Non sarebbe…Natale. Capisci?”
Raven lo guardò, apatica, e annuì, anche se in realtà non capiva. Il senso del Natale. Perché farsi regali? Perché guardare la neve che scende con aria stupita?
“Ti va di aspettare Babbo Natale con me?”
Perché amarsi?
Aspettarono. A lungo. Come quando si aspettano i miracoli.
In silenzio. O almeno sufficientemente perché lei riuscisse a pensare con calma.
Il respiro di Beast Boy le riempiva le orecchie, nel silenzio sembrava quasi rumoroso.
Però non dava fastidio.
Era la vita che spezzava il buio, la quiete tombale di una casa addormentata e la riempiva di un’attesa infantile, spensierata.
Chiuse gli occhi.
Avrebbe voluto provare quello che provava lui.
Babbo Natale non arrivò mai, e i biscotti se li mangiarono loro.
Erano buoni. Probabilmente quelli che aveva preparato Stella erano stati buttati precedentemente.
Nella delusione per il mancato arrivo, Beast Boy non perse la sua allegria, e suggerì almeno di fingere davanti agli altri titans di averlo visto arrivare e mangiare i biscotti.
“Speriamo non vedano le briciole”
Lei sorrise. Quasi fosse stato un fratello, un figlio. Un amico.
“Nessuno le noterà, Bibi”
Fuori un bagliore di mattino illuminò come una stella il mondo intero.
“Buon Natale Raven”
Il timido schiocco di un bacio sulla guancia colmò un profondo vuoto.
Era l’alba del 25 dicembre.
_Camaleontica Mutaforma versione natalizia.
Non so cosa mi sia preso, io solitamente non faccio nessun genere di contest, e visto che questo non mi sembrava una competizione ho deciso di partecipare, giusto per avere dei prompt per le varie fanfic natalizie che mi sono proposta di scrivere (i buoni non si fermano mai, tanto per riprendere la trama dei biscotti).
L’iniziativa, molto graziosa devo ammettere, si chiama “Addobba l’albero di Natale con il COS!” e questo è il link.