Notte, dolce notte, placida oscurità. Amava il calare delle tenebre, l’acuirsi dei timori e della stanchezza. Tanti piccoli impauriti tremanti nel buio, sfiniti dal sonno avrebbero ceduto, scordando per un attimo le loro paure. Avrebbe accarezzato le loro manine penzoloni, avrebbe tirato loro i piedi, sarebbe sbucato fuori da armadi, porte, da sotto i letti, da ogni pertugio e li avrebbe fatti urlare di terrore.
Le loro strilla acute e genuine erano ambrosia pura.
Ogni giorno, ogni notte, Pitch pregustava quei momenti di puro piacere fisico.
Dopotutto, nonostante il fallimento, era riuscito a far sapere al mondo che lui c’era.
In agguato.
Anche quella notte era in attesa del momento propizio. Un sospiro rilassato, una breve frazione di tempo in cui la sicurezza pare certa e sarebbe scivolato fuori da sotto il letto.
Tic, tac, tic, tac, l’orologio batteva sulla parete, respiri sempre più pesanti click, una luce si accende accecandolo.
Irritato, si copre il viso con le mani e intravvede una figura minuta sorridere al di là del fascio.
La bambina ride, emozionata, le brillano gli occhi.
A Pitch quasi casca la mascella, non sa se esserne felice o meno, sa solo che è tremendamente imbarazzante quando la tua vittima ti sorprende all’apice del tuo momento di gloria. E lancia gridolini isterici.
-Scusa, signorinella, ti spiacerebbe tornare sul letto e lasciarmi fare il mio lavoro?-
La bimba ride ancora, Pitch si rassegna e posa il volto sulla mano, fissa il buio davanti a se, appena irritato.
Non esistono più i bambini di una volta.







Note: Signori e signori, spero che questo sia un degno ingresso nel fandom *^* Povero Pitch, omino nero incompreso u.u Conto di tartassargli i maroni con un certo ghiacciolino di nostra conoscenza prima o poi. Intanto, spero vi sia piaciuta questa cosetta **