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Autore: xjonasplobnrg    14/12/2012    2 recensioni
Ogni giorno, mentre girovagava per la scuola si domandava su quale male avesse mai fatto in una vita precedente per meritarsi tutto questo.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Saaaaalve, lo so non ho ancora finito l'altra FF ma adesso mi è venuta questa e speriamo di riuscirla a finire.
Spero vi piaccia, lasciate recensioni per farmi sapere se vi piace, quello che volete. Mi fa solo piacere.
Ps: il secondo capitolo è già pronto.
Buona lettura, Sofia <3





Quel giorno il cielo era più chiaro del solito e Hope, sveglia da ormai dieci minuto lo contemplava sorridendo.
Amava quelle poche nuvole in cielo che prendevano forme diverse: una assomiglia ad un cavallo in corsa, pebsò Hope e con le dita ne fece la forma.
Appena finito di disegnare la forma della nuvola, la sveglia di fianco al suo letto suonò e Hope sbuffando dovette alzarsi dal quel caldo dolce emanato dal letto e prepararsi ad un'altra insostenibile giornata a scuola.

“Buongiorno mamma”, disse Hope già vestita con la divisa della scuola -che odiava, non riusciva a capire perchè una donna non potesse mettere dei semplici jeans per andare a scuola invece di portare una specie di gonna scozzese che neanche sua nonna si sarebbe messa-, guardò sua madre, ma come sempre era assente, lo ripetè “Buongiorno mamma, sono Hope”
La donna si voltò e le sorrise, un sorriso tirato e svogliato; “Ciao tesoro, vai a scuola. E' tardi. Io preparo la colazione a tuo padre intanto.”
Ad Hope si mozzò il respiro e con calma prese la madre per una mano e disse: “Mamma, papà ci ha lasciate, ricordi? Se n'è andato..”, “Ah si, preghiamo per lui Hope, vieni.”; Hope si stava innervosendo, sapeva benissimo che non era colpa della madre ma di quella malattia chiamata Alzheimer che se la stava portando via piano piano.
“Mamma, il papà non è morto, ha lasciato me e te per una ventenne bionda con il seno rifatto!”
Kristin strizzò gli occhi e urlò a Hope di andarsene.

Hope odiava quella scuola piena di figli di papà che ti guardavano da capo a piedi, odiava essere sempre al centro dell'attenzione solo perchè il padre era un milionario conosciuto da mezza New York e odiava essere sulla bocca di tutto per lo “scandalo” che girava su tutti i giornali -e ovviamente nella sua scuola- e odiava suo padre.
“Hei Hope” mormorò Annie.
“Annie...” Non aveva proprio voglia di parlare con quella arpia che la prendeva solo in considerazione perchè sua padre era IL milionario.
“Come stai?” squillò Annie
“Bene. Ciao Annie.”

Ogni giorno, mentre girovagava per la scuola si domandava su quale male avesse mai fatto in una vita precedente per meritarsi tutto questo.
Non le mancava niente, anzi le mancava la cosa più importante: due genitori presenti, delle persone che l'amavano DAVVERO, degli amici.
Se ne fregava dei soldi, li avrebbe spezzati in mille pezzi uno ad uno.
Era infelice, era un'adolescente all'ultimo hanno di liceo infelice.
Aveva respinto tutto all'età di 13 anni quando suo padre se ne andò e sua madre dopo un anno fu colpita dall'Alzheimer; aveva quella dannata paura di rimanerci sotto ancora se mai avesse fatto avvicinare tanto qualcuno.
Così da quel giorno, lei diventò la tipica ragazza che si faceva tutti i ragazzi alle feste solo per dare fastidio al padre e per sentirsi bella, per aver la conferma di non essere un catorcio, per sentirsi sicura di sé -lei riusciva ad avvicinarsi le persone senza rimanere stregata da quel sentimento amore, si credeva forte per questo.

“Hope..” sussurò Nick di fianco a lei, “Che vuoi?” chiese lei svogliata e intenta a prendere appunti di scienze -se non li prendeva e non stava attenta durante scienze, lei prendeva sempre insufficiente in quella materia- “Che fai stasera?” Hope calcò così tanto sul foglio che la punta della matita si ruppe e si fece una sbavatura sul foglio, si voltò e guardò Nick stordita “Che faccio stasera eh? Vado al pub con Matt e Brian!”, e neanche dandogli il tempo di rispondere riprese a scrivere appunti.

In mensa stava perennemente con i ragazzi -non lo sapeva neanche lei il perchè, ci stava e basta.“Hei hope, stasera dopo il Pub andiamo a casa di Rob, vieni?” prima di rispondere accavallò le gambe e si morse il labbro inferiore “Mmm, può darsi” per poi alzarsi e andare in giardino, i ragazzi senza rendersene conto rimasero imbambolati da lei e quelle sue gambe che sapeva padroneggiare con fin troppa sicurezza.
Lei lo sapeva, lei sapeva di fare QUEL tipo di effetto sui ragazzi.

Ridendo si chinò sotto un albero, cercò negli anfibi il solito pacchetto di sigarette malfatte e se ne portò una alla bocca per poi accenderla con l'accendino che una volta usava sua madre.
Guardò il cielo, rivide la nuvola che prendeva la forma di un cavallo in corsa e ne seguì di nuova la forma.
Sorridendo ispirava il fumo e lo faceva fino ai polmoni per poi buttarlo fuori in una nube grigia che la incantava, prendeva anch'essa delle forme.
“Ciao.” Hope si girò e il suo sorriso si trasformò in uno sguardo ghiacciante per la persona che l'aveva interrotta; “Che vuoi ancora?”
“Sai di solito questo è il mio albero...” disse con calma Nick abbassando la testa
“Il tuo albero?” Hope scoppiò in una risata assordante e che dava alquanto sui nervi, finchè Nick non la prese per un polso e la fissò “Che c'è da ridere è Hope? Sai sarai pure figa ma non sei la reginetta di questo posto, non sei proprio nessuno. Con me fare la preziosa non funziona.”
“Non ci terrei a fare la preziosa con te, sarebbe un NO secco subito con te, ciao Nicholas”

Era brava a rispondere, a far sentir di merda una persona, era DAVVERO brava -ma senza accorgersene stava colpendo anche lei e forse più forte.

  
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