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Autore: bulma_89    01/07/2007    13 recensioni
Cosa nasconde il passato di Vegeta oltre a guerra e distruzione? E' proprio vero che non conobbe mai l'amore? E se improvvisamente quel passato tornasse...come reagirebbe il principe?
“La vecchia fece scendere il sangue azzurro della principessa nel vaso, l’acqua si intorbidi, diventando celeste –Come è possibile che tu ti sia potuta dimenticare del principe?- A quelle parole Laya sbarrò gli occhi per lo stupore –Ma io non lo mai dimenticato…- Ripenso agli occhi neri come il carbone di lui –Lui è la nostra ultima speranza- continuò l’anziana –ma che stai dicendo? Se ne è andato tanto tempo fa…ricordo bene, la causa del tutto fu quel perfido mostro di Freezer- -Ti promise una cosa però…”
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Bulma, Nuovo personaggio, Vegeta
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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OIlà

OIlà! Rieccomi come la mia nuova, famosa fan fiction!!!

Dopo una serata passata a gozzovigliare per la notte rosa a Rimini e dopo aver ascoltato il concerto del grande Raf, pubblico ora il primo cap di questa storia che ho iniziato a scrivere qualche gg fa…

Ringrazio tutte le mie recensitici di “jealousy” e delle altre mie fan fiction.

Premetto che questa storia è incentrata soprattutto sul principe…sul suo io…

 

Buona lettura!

 

Odore di bruciato e desolazione, sterpaglia, scheletri di case ormai distrutte da tempo.

Il nulla e il buio regnavano incontrastati in un luogo che in un tempo già dimenticato, appariva piacevole alla vista. Ma i ricordi svanivano come neve al sole sbiadito e lontano di Gekly, pianeta distante anni luce dalla terra, dimenticato da Dio e da tutti.

Qualcuno avanzava a fatica, evitando di guardare la desolazione da cui era circondata, ansimava e la pesante armatura di un materiale sconosciuto a noi terresti, la opprimeva.

Si tolse l’elmo e lo abbandonò a terra, senza degnarlo di uno sguardo “Non mi serve più”.

Arrancava ed udiva i lamenti dei suoi compagni, morenti.

Si trascino fino ad una minuscola capanna ed entrò, lasciandosi cade a terra.

Distrutti, conquistati, rasi al suolo da un nemico terribile e spietato. La schiavitù o la morte.

“Meglio la seconda…al disonore” –Ma noi siamo già stati disonorati, principessa- Una voce la riscosse e cercò di intravedere la figura nel buio, la riconobbe –Sto male Caliate- -Lo so…non soltanto tu, giovane Laya-

La principessa di ciò che restava di Gekly guardò la minuscola figura che si muoveva con agilità nel buio, era l’indovina Caliate, la veggente più potente del regno.

-Ormai non conta più nulla, siamo schiavi- Caliate cercò lo sguardo della principessa, era esausta e sfinita ma nonostante tutto i suoi tratti regali apparivano prepotenti.

Di bell’aspetto, figura sinuosa, lunghi capelli argento e occhi verdi, ancora quasi all’inizio della sua lunga vita. Fino a trecento anni potevano vivere quegli esseri, Caliate li aveva già passati da un pezzo e la sua saggezza non arrivava a toccare confini, lei vedeva e sapeva.

-Esiste una remota speranza, mia principessa - -Cosa dici…ormai il fato ha prevalso- -Dov’è finita la condottiera di mille battaglie! Tu non puoi abbandonare il tuo popolo!- tuonò la veggente al che Laya tacque. Una lacrima scese sul suo bel viso –La speranza è un lusso che non ci possiamo più permettere- -Ma non capisci? quando avranno preso anche il tuo spirito, allora sarà la fine! Non arrenderti mai Laya!- -Allora, Caliate, dimmi dove si trova la nostra remota speranza- si stava addormentando. Aveva combattuto tanto…-Non è ancora tempo del riposo!- gridò la veggente, pose davanti alla principessa un vaso colmo d’acqua –Ancora con le divinazioni, non sono servite a nulla- la veggente non rispose –Sei ferita?- -Eh?- -Sei ferita Laya? - -Si certo…sanguino dal braccio sinistro- La vecchia indovina glielo prese con violenza facendole provare un forte dolore –ma che fai!- -Zitta-

La vecchia fece scendere il sangue azzurro della principessa nel vaso, l’acqua si intorbidi, diventando celeste –Come è possibile che tu ti sia potuta dimenticare del principe?- A quelle parole Laya sbarrò gli occhi per lo stupore –Ma io non lo mai dimenticato…- Ripenso agli occhi neri come il carbone di lui –Lui è la nostra ultima speranza- continuò l’anziana –ma che stai dicendo? Se ne è andato tanto tempo fa…ricordo bene, la causa del tutto fu quel perfino mostro di Freezer- -Ti promise una cosa però- -Basta! Perché vuoi farmi stare male in un momento come questo ricordami lui?- gridò la principessa –Osserva l’acqua!- gli intimò la veggente, Laya guardò e vide solo qualcosa di indistinto…poi prese forma era un pianeta. –E’ solo un pianeta…cosa centra con il principe?- -Solo un pianeta e per giunta molto lontano da qui…- continuo Caliate –Ma…- -Ma cosa?- -Ma il principe si trova li- -Li? In quel minuscolo pianeta ricco d’acqua?- -Si…la Terra…- rispose l’indovina con gli occhi spiritati –Tu devi andare da lui- Laya scosse la testa, incredula –non sono rimaste più navicelle!- -Si invece…pensi che io non ne abbia conservata una?-

La vecchia continuò a scrutare la terra –Lui non si vede, ma c’è…percepisco la sua aura…- -Vegeta…- fece adorante Laya –Dimmi di più, ti prego Caliate!- -C’è un sola donna che lui abbia mai amata, una soltanto…- Laya riconobbe che l’anziana era in un momento di trans –La promessa…lui mi disse che avrebbe amata me soltanto…dunque mi ama ancora?- domandò la principessa –Vai da lui presto! Il nemico si avvicina, solo un guerriero forte e valoroso come lui ci potrà salvare ma…- -Ma cosa c’è ancora?- -Guardati dall’azzurro…-

La principessa scosse la testa, non comprendendo le ultime parole della veggente. Questa allungò una mano raggrinzita e le porse una capsula –Qui c’è la navicella…vai- -Tu non vieni con me?- chiese la principessa ansiosa –Il mio tempo è finito, trova il principe- detto questo, spirò.

-No! Non puoi morire proprio adesso Caliate!- Ma Laya capì che con quell’ultima divinazione, la maga aveva esaurito tutte l’energie della sua lunga vita. Ora lei era sola.

 

Pianeta Terra, tutt’altra galassia.

 

-Dai su! Dacci più grinta più forza! Non fare l’incapace, così non mi fai nulla!- -Ci sto provando papà…ma tu sei troppo forte!- - E’ naturale che io sia forte e tu non diventerai mai come me se continui così!- Vegeta lanciò un pugno al figlio in pieno viso, il bambino cadde a terra, tramortito “Non è che ho esagerato…Bulma morirebbe se gli facessi fuori il marmocchietto” –Tutto bene?-

Il bambino si grattò la testa, infastidito –Papà però potevi colpirmi anche un po’ più piano…- -Tsk!- Vegeta guardò il bambino con aria di sfida –Rialzati da solo Trunks-

Il bambino ci provò, era instabile sulle gambe ma riuscì a tirarsi in piedi, Vegeta sorrise, soddisfatto – Comunque non sei andato poi così male- -Davvero?- Il piccolo guardò il padre, sognante. Voleva diventare forte come lui…era il suo sogno.

Si allenavano in giardino, Vegeta non aveva ancora ritenuto conveniente portare il suo figlioletto nella gravity room, ma l’avrebbe fatto presto. Voleva vedere suo figlio diventare estremamente potente, come il Trunks del futuro d’altronde.

Una voce anche un po’ squillante di donna lo distolse dai suoi pensieri –Ragazzi? Ei ragazzi!-

-Uh c’è la mamma!- -Già…- Vegeta guardò venire oltre Bulma, non riusciva a non ammirarla segretamente “Veste sempre sexy, lo farà apposta?” si chiese il principe. Bulma gli fece un occhiolino porgendo un panino con la nutella al figlio. Trunks lo gustò con avidità sporcandosi tutta la bocca con la dolce sostanza –E a me nulla?- chiese il principe infastidito. Bulma gli diede un pizzicotto al braccio –Per te c’è qualcosa dopo…- Vegeta sorrise sarcastico pregustando nella sua mente il corpo caldo della sua Bulma.

Come definirlo, un quadretto perfetto? Forse lo era davvero. Perché anche dal peggior assassino stava nascendo qualcosa, anche dalle ceneri talvolta, anzi spesso, risorge qualcosa di migliore.

Quanto tempo doveva passare ancora prima che lui lo capisse appieno ma….il principe era sulla buona strada. Era dalla fine del Cell-Game che si stava abituando alla vita di famiglia, senza però rinnegare la sua natura e le sue origini, senza permette al figlio di dimenticare chi era.

Covando in segreto la speranza che un giorno il suo eterno rivale potesse tornare…allontanando ma non dimenticando un passato che avrebbe fatto inorridire chiunque.

 

Una doccia calda…era quello che ci voleva per rilassare i suoi muscoli tormentati e rigidi, sentì qualcuno che apriva la porta del bagno, avvertì l’aura tranquilla della terrestre –Tesoro ti lascio qui l’asciugamano pulito- gli disse l’azzurra, fischiettando –Avevi detto che dopo avresti dato anche a me il mio panino con la nutella…- le disse Vegeta, dall’interno della doccia, l’azzurra rise di gusto lasciandosi scivolare via il vestito leggero che portava poiché si era in estate.

Aprì la porta della doccia ed entrò, sospirando davanti al torace muscoloso del marito e avvertendo un brivido di piacere percorrerle la schiena.

Incominciò al insaponare la schiena del suo saiyan e a baciarla, Vegeta era al massimo del relax –Tesoro sono contenta che stai insegnando a Trunks a combattere…- -Um…- Vegeta mugugnò, avvertendo solo il piacevole tocco della mani di lei e l’acqua che scendeva sinuosa, lui si voltò verso di lei e trovò un viso malizioso ad accoglierlo, la afferrò saldamente per la vita e la baciò accarezzando il suo corpo nudo che tanto bene conosceva e che mai si sarebbe stancato di esplorare –mi fai morire Vegeta…- Lui invece non le diceva mai nulla ma si esprimeva con il linguaggio del corpo e le diceva molto più di quanto lei potesse capire o immaginare.

Lei percorse i muscoli del suo petto a accarezzò quella pelle dura e bagnata, poi accarezzò e strofinò con il sapone i capelli di lui così neri e straordinariamente belli e serici.

L’azzurra avvertì il suo desiderio, sorrise contro la su spalle –Dunque vuoi passare subito al sodo?- fece scherzosa –Io voglio il mio panino con la nutella- ammiccò il principe assaporando il suo premio.

 

Allora? Recensite mi racc….

   
 
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