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Autore: Snow Owl    14/12/2012    1 recensioni
Harry Potter... al nominare di questo nome si apre un mondo magico. Da Potterhead di sangue di cuore, adoro tutto ciò che riguardi la Saga. Tra i miei personaggi preferiti in assoluto: i Gemelli Weasley. Mitici, grandiosi, inimitabili Fred e George. Essendo dei caratteri per i miei gusti troppo poco nominati nei libri, ho deciso di scrivere qualche Fanfiction su ciò che nei libri non c'è. Ad esempio, ho sempre immaginato l'avventura in cui George Weasley perde l'orecchio, vista da un'altra prospettiva. Girate pagina... a voi!
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: George Weasley
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Vampate di luce rossa e verde lampeggiavano nella notte. Ovunque si sentivano urla e fragori quando un incantesimo colpiva il bersaglio, e Lupin pregò che si trattasse di Mangiamorte e solo Mangiamorte. Si curvò sul Manico di Scopa e accelerò per uscire in fretta dalla zona rossa. Quattro Mangiamorte si staccarono dal gruppo e iniziarono ad inseguirli.

Lupin si abbassò appena in tempo per scansare un lampo di luce verde che mancò George per pochi centimetri.
–Attenzione dietro! -, urlò a indirizzo del ragazzo, che era impegnato a scaraventare maledizioni verso due degli inseguitori più accaniti.
Ma qualche secondo più tardi, un grido strozzato fece voltare di scatto Lupin; George era piegato in due sul Manico di Scopa e si teneva la testa tra le braccia.Con orrore, Lupin notò che fiotti di sangue denso e scuro filtravano a intervalli regolari tra le mani del ragazzo e gli scorrevano sul viso sbiancato, tra i capelli e sulle spalle.
Lupin si gettò all’indietro appena in tempo per afferrarlo per le spalle ed evitare di farlo precipitare nel vuoto.
Intanto il Manico di Scopa era sfuggito al sua controllo e volava a scatti irregolari, mentre altri due Mangiamorte sopraggiunti da dietro stavano puntando le bacchette su di loro. George si reggeva a fatica anche con il sostegno di Lupin e sembrava sul punto di svenire.
–George! Affannato, Lupin agguantò il ferito per il colletto della maglietta, ormai fradicia di sangue, e gli piantò il braccio libero intorno alle spalle per tenerlo diritto, cercando di orientarsi.
Il Manico di Scopa fece un brusco balzo in avanti, poi si lanciò in picchiata. Dieci secondi, dieci disperati, affannati attimi dopo, avevano oltrepassato la barriera protettiva e si dirigevano verso un’ampia distesa d’erba.
Atterrarono con un tonfo sordo, e Lupin scese appena in tempo per sorreggere George, che inciampò nel manico di scopa e si accasciò al suolo con gli occhi vitrei di dolore. Con le mani cercava freneticamente di tamponare il sangue che scorreva senza tregua dalla ferita aperta e ormai gli aveva inondato viso, collo e petto. –George! -, urlò Lupin, mentre il ragazzo gli si contorceva tra le braccia in preda a crampi di dolore.

–George, dobbiamo arrivare alla Tana, solo lì saremo al sicuro. Cerca di alzarti, ti reggo io. Andrà tutto bene, ragazzo, tutto bene -, aggiunse, forse più per tranquillizzare sé stesso.
Sentiva che il panico, così come tante altre volte, stava sul punto di esplodere e di sopraffarlo, ma si diede una scossa e ignorò l’allarme che continuava ad urlargli nella mente:
“Ce la farà, deve farcela, Molly saprà come guarirlo, se ci muoviamo andrà tutto bene, se mi muore non potrò mai più guardare in faccia Molly e Arthur!”.

In risposta, George si alzò sui gomiti e si piegò in avanti, scosso dai brividi. Tossendo sangue, cercò di alzarsi a sedere, il viso pieno di lacrime e sangue, ma con un gemito di dolore si premette la mano sulla ferita e cadde riverso sull’erba, perdendo conoscenza.

Raccogliendo tutte le sua forze, Lupin lo trascinò a sedere a peso morto, poi con la bacchetta indicò la passaporta. Un attimo dopo, entrambi si dissolsero in un lampo di luce blu per ricomparire subito dopo nel cortile della Tana. Il tentativo di mantenere l’equilibrio fu vano, avvinghiato a George, Lupin barcollò e cadde a terra con un tonfo. –Aiuto!
 

  
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