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Autore: sunako chan    01/07/2007    2 recensioni
Cosa aveva potuto fare di così tanto oltraggioso, quella creaturina, per meritarsi la morte? La portò a casa, voleva allevarla come se fosse sua figlia; per strane ragioni, lui e il marito non potevano avere figli, quindi la bimba diventò la loro figliuola. Dopo pochi istanti dal suo debutto in casa, la bambina conficcò un kunai nella testa della madre che morì poco dopo.
Il pover uomo, rimasto vedovo, capì il perché tutti volessero uccidere quella bimba, era pericolosa... era lei... la vendicatrice mascArata...
Genere: Parodia, Demenziale, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU), Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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CENERENTOL(A)

di
Asuki.

C'era una volta, in un piccolo paesino lontano, sperduto in una foresta sconosciuta, un pover uomo a cui gli era morto il marito.
Il pover uomo era padrone di tutte le terre che circondavano il suo lussuoso castello. Aveva pure una dolce figliuola, l'ultimo dono che suo marito gli aveva lasciato. Lo definiva: l'ultimo regalo, la cosa più importante che gli era rimasto; non era proprio sua figlia, il marito l'aveva presa con se dopo aver sentito dire che qualcuno la cercava perché la volevano uccidere. Lui provò pena per la creatura indifesa. Cosa aveva potuto fare di così tanto oltraggioso, quella creaturina, per meritarsi la morte? La portò a casa, voleva allevarla come se fosse sua figlia; per strane ragioni, lui e il marito non potevano avere figli, quindi la bimba diventò la loro figliuola. Dopo pochi istanti dal suo debutto in casa, la bambina conficcò un kunai nella testa della madre che morì poco dopo.
Il pover uomo, rimasto vedovo, capì il perché tutti volessero uccidere quella bimba, era pericolosa... era lei... la vendicatrice mascArata: era la figlia del dio delle serpi, Orochimaru e aveva lasciato sua figlia tra gli essere umani perché voleva vendetta.
Il pover uomo voleva disfarsene, ma non poteva, era pur sempre “l'ultimo dono”, quindi la allevò a modo suo. La viziava sempre, le comprava qualsiasi cosa, bastava che lei chiedesse, e lui correva subito a comprare la cosa bramata dalla piccola: kunai, shuriken, katane e varie ed eventuali armi di questo genere. La piccola vendicatrice era cresciuta in una buona famiglia, sotto le cure del padre, ma era pur sempre l'erede del dio delle Serpi, mica poteva bramare “Barbie”.
All'età di 95 anni, il pover uomo, ormai stanco, capì che la povera creatura aveva bisogno delle cure di una madre. Così fece dei provini. Scelse una donna giovane con due figlie... beh, sperava che almeno la sua piccola abbandonasse la sua vendetta per giocare con le due bambine.
Ma, sfortunatamente, durante il viaggio di nozze, il pover uomo morì di un colpo al cuore mentre lo faceva con la moglie, forse troppe emozioni.
La povera piccola rimase sola al mondo, non aveva più nessuno, suo padre era morto e lei non voleva vivere da sola, allora convinse la sua matrigna a rimanere con lei e le sue due figlie.
Dopo poco, la matrigna mostrò la sua vera natura: lei era il dio delle serpi, Orochimaru. Era profondamente invidiosa della bellezza e della cattiveria della sua figliastra, per due ragioni: la prima perché queste qualità non appartenevano alle sue figlie e la seconda perché queste qualità facevano apparire le due figlie ancora più gentili e cortesi. Allora decise di punire la figliastra; le sorellastre erano sempre vestiste in modo poco “curato”, la povera vendicatrice era costretta ad indossare un semplice e grossolano vestito colorato ed un grembiule, ed era costretta ad adempiere, per lei, i lavori più pesanti e disumani: si alzava all'alba ed era obbligata a fare l'animatrice dei piccoli di 5 anni del grest vicino casa sua, gruppo chiamato “gli scoiattoli”. Doveva sempre ridere, giocare, scherzare... Quando finiva di sbrigare tutte le sue mansioni, per riscaldarsi, era solita chiamare un branco di animali della foresta, solitamente scoiattoli, che avvolgevano completamente il suo corpo, per questo cominciarono a chiamarla Sasuke, che tradotto vuole proprio dire “scoiattolo”.
Non solo doveva sopportare tutto questo, ma la piccola Sasuke doveva dormire in soffitta, stanza che era stata ristrutturata apposta per lei: stanza coloratissima, con tanti fiori e disegni qua e la.
Nonostante tutto questo, la piccola vendicatrice non cambiò il suo carattere irruento e poco cortese, e non smise di sognare che un bel giorno la sua vendetta sarebbe arrivata.
Fece amicizia con gli animali che, incuriositi da quei colori, si intrufolavano in soffitta e anche con i topi di fogna che abitavano lì già da tempo. I topi amavano la piccola Sasuke poiché, talvolta, lei li liberava dalle grinfie di Orochok, il malizioso serpente della sua matrigna.
Qualche mattina, quando non andava al grest a lavorare, la piccola Sasuke preparava la colazione per tutti gli abitanti della casa: dalle sorelle alla madre, dai topi agli scoiattoli, e ogni volta che lei portava al primo piano i vassoi della colazione per la matrigna e le sorellastre, succedeva sempre e solo la solita cosa:
-Sasukeeeeeee!!! Prendi queste calzette sporche e portale a lavare. Riportamele entro un ora!!!!- ordinava la più grande delle sorellastre.
-Si, sorellastra.-
-Sasukeeeeee!!! Prendi le mie mutande sporche e riportamele sporche tra 5minuti!!!- ordinava la sorellastra minore.
-Si, sorellastra.-
-Sasukeeeeeee!!!!!-
-Si?-
-Ciao.-
-...-
-...-
-...-
-VAIIII!!!-
-Si, signora padrona.-

Nel frattempo...

Dall'altra parte della foresta sperduta, in un'altra foresta sperduta, sorgeva un grandissimo palazzo reale.
Un giorno, il Re, padrone del castello, convocò il granduca.
-E' tempo che la giovane principessa prenda, finalmente, moglie e barattelli e si allontani da casa mia!-
-Ma vostra magnificenza...- rispose calmo il duca.
-Ha qualcosa da ridire, granduca Sakura?- Lo sguardo minaccioso del Re, intimorì il gran duca che abbassò lo sguardo.
-S-si... la vostra figliuoletta deve prima trovare una ragazza ed innamorarsi di quest'ultima... sennò non si libererà mai di lei.-
-Avete ragione...-
-No, sire, la ragione non la voglio avere, nono.-
-Come mai osa contraddirmi???-
-Come ben sa... la ragione l'hanno solo due individui... e io non voglio essere tra questi...-
-E chi sarebbero?-
-Lo sa benissimo... i primi sono i pazzi, e io non lo sono... i secondi sono le... le...-
-Le?-
-Suvvia che ha capito benissimo chi sono!!!- Il granduca diede una pacca sulla spalla al Re.
-AAAAAH, si ho capito... gli altri sono le prost... come lei, granduca!!!! Adesso se ne vada!-
-Organizziamo un provino!!!!!-
-Provino?-
-Si, tutte le fanciulle del reame saranno invitate... dovrà pur esserci una che la farà innamorare...-
-Hai ragione! Hai avuto un ottima idea!!!!!-
-Adesso mi da pure del “tu”?-
-Certo... perché no?-
-Allora posso darle anche io del “tu”, mio caro Re Tsunade?-
-Certo che non puoi!!!! Adesso vai subito ad inviare tutti i moduli di iscrizione a tutti i reami vicini!!!!-

Furono subito spediti gli inviti e il biglietto arrivò anche a casa della povera vendicatrice mascArata.

-Cosa dice la lettera?- gridò la matrigna seguita dalle figlie.
-C'è scritto che ci sarà un provino, e per ordine del Re Tsunade, ogni fanciulla dovrà parteciparvi...-
-Uh madre, andremo ad un provino!!!!!-
-Non ho ancora finito... dice che in questo provino la principessa dovrà cercare una moglie.-
-Diventerò la moglie della principessa!!!!- Gridarono all'unisono le sorellastre.
Una di loro rimase zitta per un istante, poi riprese parola.
-Non mi dire che anche Sasuke dovrà venire alla festa...-
Le sorellastre cominciarono a schernire Sasuke e iniziarono a ridere pensando la sorellastra che andava alla festa con un vestito fatto interamente di pelle di scoiattolo.
Ma la matrigna, sorridendo, disse che Sasuke sarebbe, certamente, venuta al provino, solo se avesse finito il suo lavoro e se si fosse procurata un vestito adatto. Avendo intuito il piano della madre, le sorellastre cominciarono a sghignazzare e a saltellare.

Arrivò finalmente il gran giorno. Fin dalla prima mattina, le sorellastre cominciarono a scegliere l'abito e i gioielli che avrebbero indossato. Nel frattempo, la piccola vendicatrice svolgeva il suo lavoro al grest, e nonostante tutto l'aiuto dei topi e degli scoiattoli, all'arrivo della sera e della carrozza, lei non aveva neppure un vestito per andare al provino.
-Allora non potrai venire... mi dispiace così... poco... mwahahahahaha...-
La piccola Sasuke salì tristemente in camera sua, arrivò davanti la finestra e cominciò a guardare il palazzo, dopotutto, anche se aveva quel carattere, andando a quel provino, avrebbe potuto compiere la sua vendetta, ci sarebbero state così tante persone che si sarebbe divertita tantissimo a sterminarle.
All'improvviso, venne colpita da una luce accecante che proveniva proprio dietro di lei. Si voltò e vide un bellissimo completo, e indovinate chi glielo aveva confezionato? Esatto, i suoi adorati serpenti. Indossò l'abito e si guardò allo specchio.
Era semplicemente bellissima. Aveva indosso un bikini nero, di quel tessuto lucido, portava i guanti lunghi fino sopra il gomito e neri, un paio di stivali, dello stesso colore del resto del vestito, lunghi fin sopra il ginocchio ed infine, per abbellimento, una giarrettiera rosso fuoco con al centro un disegno: lo stemma del suo gruppo del grest, uno scoiattolo.
In men che non si dica, la piccola Sasuke corse giù per le scale, ma scivolò e sbattè il sedere per quattro o cinque gradini finché non arrivò davanti la matrigna con le gambe in aria. Si alzò immediatamente e toccandosi il sedere, disse:
-Aspettare, vengo anch'io.-
Le sorellastre si girarono e la videro. Era bellissima e, accecate dall'invidia, cominciarono a saltarle addosso ed a strapparle i vestiti. Quando furono soddisfatte, se ne andarono lasciando sola la piccola Sasuke, che nuda, cominciò a piangere e a correre per le vie del bosco.
Tutti gli animali e le persone che andavano al provino, la osservavano correndo, e tutti si chiedevano chi poteva essere quella pazza che correva come un'ossessa per tutto il bosco.
Stanca, si accasciò davanti ad un panchina e, incrociando le mani su di essa, continuò a piangere e a dire: -E' tutto inutile, non compierò mai la mia vendetta.-
Ma in quel momento, dal cielo scese una nuvola che si trasformò subito in un essere con gli occhi e i capelli neri, vestito con una tutina verde pisello.
-Sciocchezze!- Disse lo strano essere -Tu compierai la tua vendetta e ti aiuterò io! Asciugati le lacrime... non vorrai mica farti vedere in questo stato alla festa!-
-Chi sei?- chiese Sasuke non appena smise di piangere.
-Sono io, sono Gai, quello che non ti farà mai, del male, sai. Non abbiamo molto tempo, prendi quella zucca! Avanti!-
Sasuke la guardò stranita, chi era quell'essere? E come si azzardava a darle degli ordini?
-Vuoi compiere la tua vendetta? Allora prendi quella diavolo di zucca!-
Sasuke, udendo la parola vendetta, corse a prendere la zucca e la mise hai piedi del fatino.
Il fatino cercò il suo kunai magico, lo trovò, prese tra le mani la zucca. Agitò il kunai verso la zucca mentre cantava:
-(*)Quant’è bella giovinezza
che mi sfugge tuttavia!
Se vuoi vendetta, che essa sia:
di vendetta, però, non c’è certezza!-
Conficcò il kunai nella zucca, la piccola Sasuke si aspettava una magia, però nulla, anzi, il fatino cominciò a tagliare la zucca e cominciò a mangiarla.
-EHIIII!-
-Eh? Fidati di me...- disse il fatino con la bocca piena.
Mentre mangiava, il fatino continuava a ripetere:
-Quant’è bella giovinezza
che mi sfugge tuttavia!
Se vuoi vendetta, che essa sia:
di vendetta, però, non c’è certezza!-
La ripeté 10 volte, come minimo, poi sputò quello che aveva in bocca. Sasuke lo guardò con disgusto “che schifen” pensava.
Il fatino guardò per l'ultima volta la zucca rigurgitata, ispirò profondamente, spalancò la bocca e... un “piccolo” rutto uscì dalla sua bocca e si riversò sulla zucca... dopo pochi istanti, il gesto disgustoso trasformò la zucca in una bellissima carrozza a forma di scoiattolo.
-Wow.- era l'unica cosa che riusciva a pronunciare la piccola vendicatrice.
-Adesso ho bisogno di... ecco!-
Il kunai ancora una volta volteggiava in aria e il fatino diceva ancora la solita filastrocca, in men che non si dica, i topoloni e i serpenti si trasformarono in scoiattoli giganti che furono subito attaccati alla carrozza. Poi fu la volta degli scoiattoli, il fatino li trasformo, uno in un superbo cocchiere e l'altro, in un elegante valletto.
-Wow.-
-Visto? Dovevi fidarti solo di me! Però... adesso tocca a te!!!-
-A me? Non vorrai mica ruttarmi in faccia...- disse Sasuke che al sol pensiero si sentiva male.
-Tranquilla... ahahahaha... fidati di me... dimmi come vuoi essere vestita!-
-Mah... vorrei un travestimento strano... nessuno deve riconoscermi...-
-Oooooook... va beeeeene!-
Il fatino guardò con sguardo minaccioso la piccola Sasuke che, vendendolo avanzare verso di lei, indietreggiò subito.
-Non aver paura!-
Il fatino prese con una mano i due polsi di Sasuke e la sbatté al muro, con l'altra mano prese il kunai e glielo passò su tutto il corpo, solleticando così Sasuke, infine, Gai schioccò un bacio sulla fronte della piccola vendicatrice e si allontanò: la piccola cominciò a girare su se stessa e in men che non si dica un vestitino le copriva le vergogne. Sasuke si specchiò nel laghetto vicino e vide il vestito: era identico a quello del fatino.
-Ma che schifen di vestito è?- chiese la piccola schifata.
-Mi hai detto che non volevi essere riconosciuta, ed eccoti qua, non ti riconoscerà nessuno! Però una cosa... entro mezzanotte devi essere a casa... se rimani lì un solo minuto in più, la magia svanirà.-
-Ok.-
Salì sulla carrozza che partì poco dopo.

Quando arrivò a palazzo, i provini erano già iniziati.
La vide, vide la principessa seduta svogliatamente in quella sedia con la faccia annoiata mentre guardava l'inchino delle ultime due damigelle: le brutte sorellastre.
-Piacere, io vengo dal palazzo proprio dall'altra parte della foresta, il mio nome è Kabuto!- disse una delle sorellastre.
-E io sono Jiraya, sorella più grande di questa stupida e anche io vivo dall'altra parte della foresta.-
All'improvviso, la principessa alzò lo sguardo e vide all'ingresso la più mal vestita e strana fanciulla che avesse mai visto; doveva assolutamente conoscerla, così lasciò di sana pianta le sorelle e si avvicinò alla ragazza dell'ingresso, la prese per mano e la portò al centro della sala, in mezzo a tutti, in modo tale che tutti potessero invidiare la stranezza e la bellezza della fanciulla, tutte le dame si ripromisero, guardando il vestito e gli accessori della strana ragazza, di copiarli il giorno dopo. Dopo pochi minuti la principessa portò fuori la piccola vendicatrice.
Si sedettero sul bordo di una fontana e cominciarono a parlare.
-Sei strana.- cominciò a parlare la principessa.
-Anche tu.- rispose la vendicatrice.
-Io mi chiamo Itachi, e sono la principessa. Tu sei?-
-Mhm.-
-Come?-
-Mhm.-
-Mhm?-
-Mhm...-
Si guardarono attentamente negli occhi, avvicinarono i loro visi, la principessa prese per mano la vendicatrice, quest'ultima abbassò lo sguardo e guardò la mano della sua adorata principessa.
-Wow, dove hai comprato questo smalto?-
-Ti piace?-
-Si.-
-L'ho comprato...-
Poco dopo, l'orologio del palazzo cominciò a suonare e la vendicatrice lo guardò.
-Mezzanotte!-
Si ricordò della promessa fatta al fatino. -Devo andare!- gridò spaventata e, liberando la sua mano da quella della principessa, attraversò il palazzo e scese di corsa le scale.
La principessa non poteva mica lasciarla andare, così, insieme al granduca, la inseguì. Nel frattempo, nelle scale, l'incantesimo si spezzò e la piccola vendicatrice, rimase nuda, ma, imperterrita, continuò a correre.
La principessa la guardò, si fermò, e disse: -Ti troverò.-
Si sedette su di un gradino e fu all'ora che vide qualcosa: erano le mutandine della giovane. Li prese e li avvicinò al viso in modo da sentire l'odore che emanavano, si inebriò così tanto di quel profumo che svenne senza ritegno.
Il mattino seguente, la figlia del Re comunicò al padre che avrebbe sposato quella fanciulla strana, ma che era scappata prima di pronunciare il suo nome. Allora consegnò le mutantde al granduca che fu, quindi, incaricato di scovare il nascondiglio di quella ragazza. Partì immediatamente alla ricerca della “ragazza perduta”, così si chiamava la missione.
Sakura provò quelle mutande a tutte le ragazze del regno, ma non la trovò.

Arrivò infine a casa di Sasuke.
La matrigna preparò a dovere le figlie, sperava che una di loro diventasse la sposa della principessa. Le fece scendere, poi andò da Sasuke, era una minaccia, nessun'altra poteva approfittare di quella opportunità, perciò la chiuse nella sua camera, si mise la chiave in tasca e raggiunse le figlie, vani furono i tentativi della piccola vendicatrice di uscire da quella stanza.
Kabuto e Jiraya discutevano per chi dovesse essere la prima a provare quelle mutande e la matrigna le osservava mentre se li provavano senza successo, avevano il sedere troppo grosso.
La matrigna non si accorse degli scoiattoli, che, entrarono silenziosamente nella tasca, presero la chiave e la portarono a Sasuke.
Il granduca, stufo delle litigate delle due sorelle, riprese le e decise di andarsene, ma qualcuno lo fermò:
-Li devo provare anche io quei cosi.-
La matrigna tentò di sbarrare la strada al granduca, ma fu tutto inutile, allora gli fece lo sgambetto così le mutande volarono in aria. La piccola Sasuke corse verso quel prezioso indumento e li prese per un pelo, li indossò e in quel preciso momento, apparve il fatino Gai che, con il suo kunai, sfiorò le labbra della piccola vendicatrice. Tutti poterono vedere che era proprio lei la strana ragazza del provino che aveva conquistato il cuore della principessa.
Fu accompagnata al palazzo reale con la carrozza del granduca, lì ritrovò ad aspettarla la sua principessa e finalmente poté scoprire dove Itachi aveva comprato il suo smalto e poté finalmente compiere la sua vendetta.

E vissero, per sempre, felici e contenti!

Note autrice di fine capitolo:
Che dire? L'ispirazione di questa “cosa” (che dovrebbe fare ridere, in teoria) è arrivata un giorno particolare... ero ad un matrimonio e stavo ancora seguendo la celebrazione in chiesa... voi starete pensando: ma è normale? XD io vi rispondo: no, non lo sonoXD è finalmente l'avete capito, sisi!
Questa “cosa” era nata per essere una sola One-shot, ma penso, per sfortuna vostra, che riprenderò altre favole e fiabe, tra le più famose al mondo, come questa, ho ripreso “Cenerentola”, la mia fiaba preferita di quant'ero piccola, la vedevo ogni giorno quando c'erano le vacanze da sQuola... la vedrei tuttora se il videoregistratore non si fosse scassato XD

Credit: (*) questa filastrocca, è ispirata alla poesia di Lorenzo De' Medici, Trionfo di Bacco e Arianna.
Disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Masashi Kishimoto; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

Asuki.

  
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