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Autore: Eliyss    14/12/2012    4 recensioni
"Devi sfogarti? Fallo."
"No. Io non piango. I deboli piangono, e io non sono una debole."
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Adesso ti racconto questa!”- mi disse Micky mangiando i popcorn sul MIO divano, e sbriciolando ovunque. Tanto oramai ero abituata, lui quando era a casa mia, non serviva nemmeno che gli dicessi la tipica e monotona frase ‘fa pure come se fossi a casa tua’, perché ormai per lui, lo era già. E ovviamente per me era lo stesso, quando andavo da lui.
“Adesso invece basta!”- lo interruppi prima ancora che cominciasse la seconda frase, e ridendo gli tirai un cuscino da divano in faccia.
Oramai erano otto anni che lo conoscevo, dalla prima media.
Otto anni che mi rompeva ogni giorno con le sue stupide barzellette.
Otto anni che ci chiamavamo ogni sera se non ci vedevamo il pomeriggio e quando non potevo rispondere insisteva fino a che non gli davo qualche segno di vita.
Ma erano anche otto anni che gli confidavo qualunque cosa, ogni singolo mio pensiero, mio sentimento e mia opinione.
Otto anni che lo abbracciavo forte e lui mi stringeva come nessun altro faceva.
Otto anni che lo chiamavo migliore amico.
Otto anni che sopra il mio letto c’era una scritta dipinta da noi due con il colore blu, che dice ALY E MICKY, PER SEMPRE INSEPARABILI.
A volte non ce la facevo più a sentirlo. Lui parlava, parlava, non c’era modo di farlo stare zitto. Ed era proprio per questo che lo adoravo.
Passavo più tempo insieme a lui che con la mia famiglia, anche se a dire la verità, non avevo questo meraviglioso rapporto con i miei genitori.
Si separarono quando io avevo dieci anni e mio padre andò a vivere in Italia con l’amante e sua figlia che aveva qualche anno in meno di me. Come stare peggio? Ecco, partì il giorno dopo il divorzio. Non ci ho mai più parlato ne l’ho mai più sentito.
Ora avrà una famiglia più felice di quando stava con noi?
Bah non lo so e non mi importa, come io non conto niente per lui.
Anche i miei nonni, i suoi genitori che vivevano già lì, in un piccolo paese in provincia di Milano, poco dopo la separazione venderono casa e andarono ad abitare chissà dove.
Lontano.
Che persone di merda.
Tutti.
Quando lo venimmo a sapere, io, ma soprattutto mia madre, rimanemmo con un vuoto dentro, che probabilmente nessuno riuscirà mai più a riempire. Aver passato anni della tua vita con una persona così poco degna di essere a capo di una famiglia tanto umile come era la nostra, provocava un senso di collera ma allo stesso tempo un vuoto, inspiegabile.
Quando raggiunsi la maggiore età, volevo addirittura cambiare cognome. 
Nicolson. Mi faceva schifo portare il cognome di un uomo così.
Inizialmente le stavo vicina a mia madre, sempre, ma crescendo anche il mio rapporto con lei è andato sempre peggiorando. Forse per colpa del mio carattere, o forse e quasi più probabile, per colpa del suo nuovo fidanzato, che la porta costantemente in giro per il mondo per settimane, ed io la vedo qualche giorno al mese.
Questa situazione mi ha costretta a dovermela sempre cavare da sola dai quindici anni.
Non ho mai avuto bisogno di nessuno, o forse non riesco semplicemente ad ammetterlo. Mi si è creato tanto orgoglio, e non è una caratteristica di una persona che piace molto agli altri, ma mi è quasi stata imposta, involontariamente.
L’unica persona con la quale non riuscirei a stare senza è proprio lui, Micky. Con lui sono diversa, mi sento un’altra. Perché so che lui mi capisce, che mi accetta con tutti i miei difetti e mi conosce fino in fondo.
Dopo il trauma della storia con mio padre, la mia vita prese un’altra svolta solo quando, un anno dopo, conobbi proprio lui, il mio migliore amico. Ricordo ancora il primo giorno di scuola media, quando non conoscevo praticamente nessuno, e lui si sedette vicino a me, con quel sorriso così dolce.
Da quel giorno non ci staccammo più, ed ancora ora, a 19 anni, non riesco a pensare alla mia vita senza lui.
Oramai tutto il quartiere è abituato a vederci costantemente in giro insieme, quando passiamo tutti ci salutano allegramente.
La ragazza castana chiara, dai capelli di lunghezza media e gli occhi verdi intensi del colore dei prati in primavera, ed il ragazzo moro, occhi scuri dal cappuccio ed il ciuffo sulla fronte. Era un’amicizia speciale, lo avevano capito persino gli alberi(?) oramai!
Un appoggio su cui posarmi nei momenti di sconforto, che ti capisce e ti sostiene sempre, che ti fa ridere e stare bene con te stessa. La persona migliore che io abbia mai potuto incontrare.
Una passione ci ha sempre accomunati, ci ha stretto in un legame ancora più forte e saldo.
Quella che una persona qualunque potrebbe chiamare un semplice hobby, un inutile passatempo, ma per noi era come entrare in un altro mondo, ci faceva staccare completamente e dimenticare tutto.
La musica.
Il canto.
Appena lui intonava qualcosa, anche due note a caso, mi rilassavo, sorridevo involontariamente. Passavamo interi pomeriggi a cantare, anche a volte solo per comunicare tra di noi. Quando c’era l’occasione per cantare, non esitavamo a farlo.
 
“Ma la vuoi smettere?!”- gli gridai simpaticamente dall’altra parte del salotto, mentre ci stavamo lanciando addosso qualunque cosa ci capitasse fra le mani, ovviamente prese da casa mia.
“Sei una grandissima stronza!”- mi rispose lui, mentre mi arrivò dritto in fronte il telecomando del televisore.
“Ma che sei cretino?!”- gli sbraitai contro alzandomi di scatto e dirigendomi verso di lui.
Micky si mise le braccia davanti alla faccia per proteggersi, implorandomi in continuazione perdono. Appena fui vicina a lui, scoppiai a ridere, e così anche lui, e mi limitai a tirargli una sberla sulla nuca, dietro la testa.
Come potevo picchiarlo?! Non ci sarei mai riuscita.
“Comunque mi hai fatto male!”- dissi con tono offeso incrociando le braccia e successivamente toccandomi con le dita il punto preciso in cui il telecomando si scontrò con la mia povera fronte.
“Ti sta giusto bene!- disse sorridendomi -Ora accompagnami a casa”- continuò il mio migliore amico, mentre si alzò da terra e si diresse verso la porta principale.
“Ah e dovrei anche accompagnarti a casa dopo che mi sono beccata un telecomando in faccia?! Che c’è, vuoi pure che ti tenga per la manina?”- dissi con un tono provocatorio, scuotendo la testa.
“Se proprio vuoi, per me non c’è problema!”- rispose, facendomi l’occhiolino.
Io gli saltai addosso e gli scompigliai i capelli.
“Idiota!”- gli dissi spostando lo sguardo in basso e sorridendo, mentre lui si sistemò il cappuccio.
 
“Devo cercarmi un lavoro”- cominciai il discorso, mentre ci stavamo dirigendo verso casa di Micky.
“Anche io, ma so già cosa voglio”
“Micky, tu ce la devi fare!”- gli dissi girandomi verso di lui.
Sapevo quanto lui ci tenesse a cantare, a riuscire a fare di quella vera passione il suo lavoro. Lo avrei sostenuto sempre e comunque.
“Ti ho già parlato dei GMD3?”- mi chiese, sistemandosi ancora una volta il cappuccio ed il ciuffo davanti sulla fronte.
“I che?- risposi con un tono molto da camionista lol –No, che sono?”- continuai.
“Io e due miei amici ci siamo ritrovati un paio di settimane fa, dopo qualche anno che non ci vedevamo e così abbiamo deciso di provare a formare una specie di gruppo. Abbiamo già in programma un sacco di cover, di progetti. Andiamo veramente d’accordo e credo che insieme possiamo dare del nostro meglio”- e sorrise.
Vedevo nei suoi occhi la speranza, la soddisfazione e la felicità, e questo era ciò che più mi faceva stare bene, mi rasserenava.
“Un paio di settimane e tu vieni a dirmelo solo ora?”- gli dissi fermandomi di scatto, dopodiché cominciai a balbettare qualcosa, ma senza riuscire a dire niente, anche perché nemmeno io sapevo ciò che volevo far uscire dalla mia bocca.
Cazzate.
“Daaaaai! Non era ancora ufficiale, è ora che ne siamo proprio convinti.”- mi rispose immediatamente.
Ero felice per lui. Poter realizzare il proprio sogno con degli amici era una cosa meravigliosa, e lui sicuramente se lo meritava. In quanto agli altri.. bè non li conosceva neanche!
“Hai da fare questa sera?”- mi chiese successivamente.
“Il mio unico progetto era andare a letto alle 9!”- gli risposi.
Se non dormivo sempre almeno dieci/undici ore, poi di giorno ero peggio di uno zombie! Sono nata stanca lol.
“Allora lo prendo come un: certo Micky, verrò volentieri a farti compagnia!”
“Tu non hai idea di quanto io abbia il bisogno di dormire!”
“Vorrà dire che domani dormirai fino a mezzogiorno!”- mi disse infine lui, guardandomi con quel magnifico sorriso, facendomi poi l’occhiolino.
 
Mi stavo rifacendo quella strada per circa la quinta volta nel corso di quella giornata. Ero stanca, avevo un’espressione spaventosa stampata in faccia. Speravo solo di non incontrare nessuno, non sarebbe stato sicuramente un piacevole incontro per il povero malcapitato(?) lol.
Strisciavo le scarpe sull’asfalto, non avevo nemmeno le forze di alzare i piedi per bene, rischiavo di addormentarmi là, in mezzo alla strada da un momento all’altro.
Che noiosa che sono, o che?! Me lo dico anche da sola! Lol
Arrivai davanti al cancello della tipica casa inglese di Micky, che dista circa 15 minuti a piedi da me, ma io ce ne misi trentacinque!
Suonai.
“Si?”- sentii la voce del mio migliore amico risuonare dal citofono.
“Sono io, idiota!”
Il cancello si aprì, ed io mi avviai sul vialetto che portava alla porta. Nel momento in cui fui vicina all’entrata della casa, mi si aprì la porta, e da dietro vidi spuntare la faccia da ebete di Micky.
Quanto sono dolce non è vero?
Mi pulii per bene le scarpe sullo zerbino, ed entrai. Soliti sue baci sulle guance, e mi diressi nel verso del salotto.
Micky cominciò a parlare, ma io completamente sovrappensiero non lo badai e, entrata nel soggiorno, feci l’azione che oramai era abitudine fare: sfilare il cellulare dalla tasca, e buttarlo sul divano, per poi sedermici anche io. Insomma, come se fossi a casa mia.
Però, mentre il mio caro telefono era già in volo in direzione: sofà, mi accorsi che non eravamo soli in casa, e che il divano era già stato occupato da altri due ragazzi. Stavano parlando tra di loro di chissà cosa. Uno era biondo con gli occhi azzurri, con il ciuffo verso l’alto, la faccia angelica ma così dannatamente sexy, e l’altro, col berretto da rapper in testa, i capelli castano chiaro portati avanti sulla fronte, ed un atteggiamento molto da duro, figo.
Sbarrai gli occhi, sentii Micky cadere per terra dalle risate, e vidi il biondino beccarsi il mio cellulare dritto in faccia, un po’ come era successo a me quel pomeriggio col telecomando.
Cominciai a scusarmi impulsivamente, andando verso lui dicendo ad una velocità supersonica solo ‘scusa scusa scusa’ non riuscendo a dire altro. Nel momento in cui mi chinai in ginocchio per riprendermi il piccolo ufo, cioè il mio telefono, alzai delicatamente lo sguardo ed incontrai il suo. I suoi occhi di un azzurro così intenso, azzurri come il mare più puro, come il cristallo più lucido, azzurri come il cielo infinito in un pomeriggio d'estate, azzurri come la meraviglia fatta persona. Quelle iridi piene di riflessi solari erano quasi impossibili da guardare, perchè ti sentivi opprimere, affogare dall'oceano limpido che vi traboccava dentro. Ed il suo viso angelico andava oltre ogni immaginazione, ogni oltre limite di bellezza. Esprimeva tutta la solarità, la purezza, la bellezza su quella sua carnagione così chiara.
Ne rimasi incantata.
Ad un certo punto, la sua voce interruppe quel momento così paradisiaco.
“Ehm.. occhio alla bavetta!”
Scossi la testa e mi accorsi che stavo sbavando per davvero, sui suoi pantaloni per di più!
Ok, volevo morire. Che grandissima figura di merda!

PERSONAGGI

-Look at me
Saaaaalve! :)

Eccomi con una nuova FF, questa volta sui district3!
La storia è ambientata , credo l'abbiate capito, prima che loro vadano ad Xfactor
E sinceramente non so ancora se la farò finire prima dei loro provini, durante o dopo! :)
Lo scopriremo solo viveeeendooo *cantando* lol
Posterò come oggi, ogni venerdì i capitoli c:
Io sono abbastanza emozionata per questa FF, voi fatemi sapere invece, mi farebbe piacere :D *occhi dolci*
Ok, sto scrivendo troppo, me ne vado!
Vi adoro c:


@alikee1D

  
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