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Autore: Caillean    10/07/2004    6 recensioni
Nel freddo inverno del VII anno, dopo la battaglia finale con Voldemort, qualcuno deve fare i conti con i ricordi più cupi, qualcun'altro deve dire 'addio'... E' una one-shot che segue gli eventi di "HP Ombre che inghiottono" . Buona lettura.
Genere: Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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AMARA VITTORIA

AMARA  VITTORIA

 

 

Qualcuno stava sistemando dei fiori nel vaso posato sul comodino di Ron.

Il fatto che fossero le due di notte non stupì più di tanto Harry, che in quel momento si sfregava le palpebre rimproverandosi tra sé di esser stato sul punto di chiuderle, di caderci di nuovo.

      Non voleva, non doveva addormentarsi.                                                     

      Si concentrò sui gesti pacati di Madama Chips. Le mani delicate armeggiarono sicure con forbici e piccoli rami di felce, fino a che la medi-maga non si accorse delle attenzioni di Harry.

      “ Scusami, Pottersussurrò per non rompere la quiete dei degenti, “ non volevo disturbare. ”

      Harry scosse la testa, con un triste sorriso. “ Non dormivo. ”

      La donna sembrò sul punto di dire qualcosa, poi desistette e se ne andò in punta di piedi tra le due file di letti. Letti che ospitavano da troppi giorni le stesse persone.

      Harry lo sapeva: era ancora dispiaciuta per aver dovuto dare a lui e ad Hermione quelle notizie tutt’altro che positive sulla salute di Ron.

      Che razza di Natale! ” si sfogò con amarezza Harry.

      Mai lo avrebbe immaginato in quelle tinte fosche, il ritorno ad Hogwarts dopo la distruzione di Voldemort. Soprattutto, mai avrebbe pensato di dover notare in se stesso una paura ancora maggiore di andare incontro al sonno. Dopo gli ultimi tre anni passati a temere di svegliarsi e scoprire di aver attaccato i suoi amici…dopo gli innumerevoli incubi che avevano riguardato i suoi genitori, Sirius

      Era Natale, e proprio quel Natale che avrebbe dovuto essere doppiamente festeggiato, sarebbe stato il più triste di tutti. 

     Gli si era stretto il cuore in una morsa, quando due notti prima aveva dovuto assistere alla crisi di Hermione. Si trovava nello studio di Lupin, quando la McGrannitt aveva mandato a chiamarlo. Dopo una notte di totale incoscienza e delirio – in cui era caduta ancora prima di esser liberata – Hermione si era svegliata in preda ad incubi angoscianti. Sapendo che descriverglieli non avrebbe potuto aiutarla, Harry l’aveva abbracciata, ripetendo senza sosta. “ Sono qui…sono qui. ”

      L’aveva vista calmarsi solo dopo averla tenuta abbracciata per più di un’ora.

      Tom Riddle era solo un ricordo…ma i dolori che straziavano il suo corpo, così come quello di Ginny, quelli erano terribilmente reali, e portavano il marchio della follia di Malfoy e di MacNair.

      “ Resta qui, stanotte. ” l’aveva pregato lei, asciugandosi in fretta le lacrime, dominandosi perché i suoi singulti non svegliassero Bill.

      “ Resto qui, Hermione. ”

      Per superare l’ennesima nuova ondata di angoscia portata da quel ricordo, Harry aprì quasi meccanicamente il biglietto pinzato al mazzo di fiori destinato a Ron. “ Hai cantato forse per l’ultima volta come fenice, ma non importa se non dovessi confermarti un Animagus. Sei la migliore fenice che abbia mai incontrato. ”

      Era firmato Ninfadora.

      Tonks era tornata ad Hogwarts.

 

       Nessuno l’aveva vista andare via, e Tonks si era limitata a lasciare un messaggio scritto nella mantella logora di Minerva McGrannitt, quando uno dopo l’altro tutti erano ritornati nella Sala Grande. Fanny e Ron li avevano guidati non senza difficoltà attraverso l’unico varco possibile, ma fare ritorno al castello si era rivelato ancora più difficile.

       Tonks si era guardata attorno colta da lunghi brividi. Coloro che tornavano erano la metà di quelli che si erano ritrovati in quella dimensione, come prigionieri o salvatori. La metà.

       Il groppo in gola non l’aveva lasciata respirare per un paio di secondi.

       Silente era morto. Kingsley era morto.

       Madama Chips li stava coprendo con un lenzuolo. Tonks non ce l’aveva fatta, proprio non era riuscita a restarsene lì, aggredita dai freschi ricordi della battaglia, dal folle ghigno di Voldemort nel momento in cui aveva deriso Silente per l’ultima volta…al corpo di Kingsley tra le sue braccia.

       Se ne era andata, senza avere una meta se non il “più lontano possibile”.

       Egoista…e  codarda, anche. Non era stata in grado neanche di affrontare i ricordi. Che importanza aveva l’essere stata lei a immobilizzare Lucius Malfoy e a permettere la sua cattura? Era riuscito comunque a strappargli Kingsley.

       Fu grata a se stessa per non aver ceduto del tutto allo sconforto e alla mezza idea di fare una visita al detenuto Lucius Malfoy. Ora che l’ondata di pazzia se n’era andata, si rendeva conto che in quel modo avrebbe fatto solo il gioco del Mangiamorte. Gli avrebbe dato occasione di vederla soffrire una volta di più, avrebbe schernito Kingsley una volta di più.

       No, non c’era andata e aveva fatto bene.

       Tonks. ”

       La giovane Auror strinse le mani a pugno e si allontanò dalla finestra del corridoio. Harry era a pochi passi da lei, gli occhi verdi infiammati dalla stanchezza e dalla preoccupazione…non molto diversi dai suoi, quindi.

       “ Ciao, Harry. ” 

       Cosa significa questo biglietto? Te ne andrai di nuovo? ”

       Tonks diede le spalle alla fredda notte invernale. “ Forse no, questa volta no ”.

       Per lunghi istanti i due rimasero in silenzio.

       Poi Harry inspirò a fondo. “ Mi dispiace, Tonks ”. Aveva le lacrime agli occhi. “ Mi dispiace per Kingsley. ”

       Prima di rendersene veramente conto, Tonks ebbe tra le braccia il bambino sopravvissuto. E in quel momento era davvero poco più di un bambino, puro come un bambino.

       “ Non sono puro, Tonks. ” sussurrò lui, interrompendo l’abbraccio.

       Legimanzia

       Harry, tu mi hai…letto nel pensiero. ”

       Il ragazzo non diede importanza alla sua osservazione. “ Sono tutt’altro che puro. ”

       “ Su questo ti sbagli, Harry. ”

       Tonks, hai visto quello che stavo per combina…”

       “ Io ti ho visto prendere la bacchetta di Silente e liberarci tutti da Voldemort. ”

       “ Dimentichi di avermi visto usare la Cruciatus sui Malfoy…e di avermi visto riempire la Stanza del Velo di tutte quelle Ombre. Unicamente per vendicarmi. ”

       Le tua parole dimostrano che hai capito l’errore. ”

       “ Se fossi certo di averle volute trattenere per loro, Tonks…per dare a quelle Ombre una seconda possibilità, ti darei ragione. Ma io volevo ancora che distruggessero i Mangiamorte, che li ingoiassero tutti. Volevo che soffrissero, e lo voglio ancora. ”

      “ Forse volevi ancora di più che alcune di queste Ombre restassero con te…o sbaglio? ”

      Harry fissò il manto plumbeo che oscurava la luna. “ Anche Kingsley meritava questa possibilità…”

      Tonks scosse la testa. “ Sapevamo tutti a cosa andavamo incontro, Harry. Kingsley è stato uno dei migliori Auror, e lui vi voleva liberi. ”

      Harry distolse da lei uno sguardo ancora più umido.

      Tonks gli prese il mento, spingendolo a voltarsi. “ Guardami. Harry, guardami. Kingsley ti stimava. E se ora tu potessi richiamare la sua Ombra da quell’Arco, sarebbe lui a dirtelo. Credi di averlo deluso? ”

      “ No, fortunatamente non mi ha visto nel momento in cui usavo la Crucia…”

      Harry! ” Tonks lo scosse. “ Nessuno di noi, vivi o morti, ti incolperà mai per quello che hai fatto. ”

      “ Questa volta è stato diverso, Tonks. Non ero posseduto da Voldemort, in quel momento. Quell’odio era tutto mio. Tutto…mio. ”

      Cercò di nuovo il suo abbraccio, e Tonks glielo offrì. Lo accolse come una sorella, come aveva fatto quel giorno al cimitero, davanti alle lapidi dei suoi genitori.

       Quell’odio lo hai messo da parte, lo hai confessato a Silente, ti ho sentito. Nessuno ti condannerà mai, non farlo tu stesso. Le tue energie usale per stare accanto a Hermione e a Ron. ”

      Restarono abbracciati a lungo.

      Tonks percepì alle spalle i passi zoppi del custode Gazza e quelli felpati della sua Miss Purr. Percepì voci lontane e indistinguibili, sentì il verso di una civetta dalla torre dei Grifondoro.

     Infine, Harry si scostò da lei. “ Parlami di lui, Tonks. ”

     “ Parlarti di…”

     “ Parlami di Kingsley. ”  

     Rimase per un attimo interdetta, poi il ricordo le diede la forza di sorridere.

     “ Ci siamo conosciuti durante una punizione, al mio primo anno del Master da Auror. Anche lui doveva scontare una punizione, ma dal suo sguardo qualcuno avrebbe potuto dire che lui fosse quello che mi stava punendo.

     “ Diceva sempre che un giorno o l’altro mi sarei cacciata in seri guai, e che lui avrebbe dovuto pararmi il culo...Sì, beh…non usava parole simili, lui. Non so dirti come mi considerasse, e non mi importava. Lui c’era per me, sempre. E non solo per proteggermi dai Mangiamorte o da me stessa.

     “ Ricordi quando Caramell e la Umbridge pensavano di aver incastrato Silente? ”

     Harry annuì, come avrebbe potuto dimenticare gli attimi di terrore in cui Silente aveva quasi pagato cara la fiducia che riponeva in lui? L’ES era stato scoperto, e lui se ne era assunto la piena responsabilità, consegnandosi ad una vita di fuga dal Ministero.

     Mentre Caramell e la Umbridge accarezzavano l’idea di poterlo arrestare, il Preside si era smaterializzato, ma solo dopo averlo affidato alla McGranitt…e a Kingsley.

     “ Io e Kingsley dormivamo a Grimmauld Place, in quei giorni. Quando sentii sbattere la porta con violenza, ero sola in casa. Kingsley se ne andò in salone e ignorò le urla della madre di Sirius. Non ricordo di averlo mai visto così furente. ”

     “ Era furioso con noi dell’ES, vero? ”

     “ No, Harry. Tutte le imprecazioni che non gli avevo mai sentito dire le mise tutte in quel suo sfogo, ma non contro voi ragazzi. Quando lo convinsi a parlare con me, immagino che a Caramell saranno fischiate parecchio le orecchie.

      “ Sai cosa disse, Harry? ”

      Il ragazzo non riuscì a rispondere nulla, il magone lo bloccava.

      “ Disse che comprendeva perché Silente riponesse in voi tanta fiducia. Disse che sareste diventati degli ottimi Auror, se solo questa guerra fosse terminata e voi aveste avuto la possibilità di applicarvi. Disse che Silente poteva sembrare a molti un ingenuo, ma che ancora una volta aveva visto giusto. ”

      Harry deglutì, la voce di Silente che gli sussurrava nella mente appena prima di spegnersi.

      Kingsley era fatto così. Quello che ti disse in quel bar babbano, il giorno che ti accompagnammo a visitare le lapidi dei tuoi e poi a Privet Drive…quelle parole non erano dettate dalla rabbia. Ti stimava, e voleva scuoterti. Con me ormai aveva quasi rinunciato…” terminò Tonks con un sorriso.

      “ Non credo, NinfadTonks. ”

      “ Vai da loro, Harry. Insieme siete la vostra forza. ”

      E tu che farai? ”

      La giovane Auror recuperò una delle sue espressioni più buffe. “ Mi toccherà andare dalla Preside. A quanto pare sono stata convocata…Io ho paura di quello studio. Ci sono troppe cose che potrei rompere da un momento all’altro! ”

     Si salutarono davanti alla porta dell’infermeria, e quando Harry rientrò, affiancò subito il letto di Hermione.

     Si chiese se avesse interpretato bene una della parole di Tonks, a proposito di quello che Kingsley doveva provare per lei. Quei due erano amici, ma forse avevano custodito nella segretezza del loro cuore sentimenti reciproci via via più profondi. Proprio come, per anni, era accaduto a lui ed Hermione.

       

 

   
 
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