Film > Lorax - Il guardiano della foresta
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Autore: Elelovett    14/12/2012    3 recensioni
E se oltre al rimorso di aver distrutto la Valle Once-ler avesse anche quello di aver perso la ragazza dei suoi sogni? Forse non ha raccontato proprio tutto a Ted...
Questa è la storia di come Once-ler ha incontrato Ellie e la sua vita è cambiata. Ma basterà l'amore della ragazza a farlo desistere dal tagliare gli alberi? E fino a che punto i protagonisti sono disposti a seguire i propri sogni? Amore, avventura, divertimento e lacrime, solo per chi ha voglia di addentrarsi in questa storia e conoscere un lato di Once-ler che il film non mostra. :)
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Once-ler, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cap.22

Crescerà

Erano passati quarantasette anni da quando Lorax ed Ellie erano volati via.
Once-ler aveva guardato impotente la fabbrica che cadeva a pezzi finché non era rimasta solo la struttura che divenne il suo rifugio; Thneedville che veniva completata grazie ad Aloysius O'Hare, il ragazzetto brufoloso che lo aveva definito il suo idolo e che poi aveva approfittato della sua caduta per vendere aria alla gente e diventare l'uomo più potente della città. Desolazione e oscurità continuavano a regnare nella Valle, e Once-ler non aveva smesso di fissare la famosa frase neanche un giorno. Per non essere disturbato nel suo auto-esilio aveva piantato cartelli e avvertimenti di ogni genere affinché chiunque stesse alla larga, e dopo la visita di qualche ragazzo impertinente aveva piazzato trappole all'entrata di casa sua. Col tempo le visite si erano fatte sempre più rare, finché tutti si scordarono il suo nome e nessuno andò più a cercarlo. Era meglio così, in fondo: non voleva che qualcuno lo distogliesse dalla sua triste ed eterna riflessione. Era un mostro e come mostro doveva essere trattato.
La sua punizione era intensificata dalle apparizioni di Ellie, senz'altro proiezioni della sua mente stanca e disperata, ma così vivide da spingerlo a invocare il nome della ragazza. Quando quella spariva, col respiro affannoso Once-ler distoglieva lo sguardo dalla finestra e si prendeva la testa tra le mani. Sì, erano passati quarantasette anni e lui ne aveva quasi ottanta, ma il suo amore per Ellie non era invecchiato neanche di un giorno.
Una sera stava leggendo il suo vecchio taccuino quando sentì un ronzio sospetto. Il ronzio divenne ben presto rombo, poi tacque. Once-ler sbirciò circospetto tra le assi che aveva inchiodato alla finestra: un ragazzino appena sceso dal suo motorino stava entrando nel suo giardino, dopo tutti quegli anni! Chissà che era venuto a fare...
Il malcapitato suonò il campanello, e il marchingegno che il vecchio aveva disposto moltissimi anni prima funzionò alla perfezione, catapultando il ragazzino in aria. Manovrando le braccia meccaniche che aveva salvato dalla vecchia fabbrica, Once-ler lo afferrò per un piede e lo portò all'altezza della sua finestra:
«Chi sei? Chi sei, e che ci fai qui?»
«Sono Ted! » gridò quello nel panico.
Aggiunse poi, senza fiato:
«Tu sei Once-ler? »
«Non hai letto i cartelli? Nessuno ha il permesso di venire qui! Sparisci, e lasciami in pace! » tuonò il vecchio riportandolo a terra con poca gentilezza.
Il ragazzino tirò fuori qualcosa dalla sua tasca:
«Senti, dicono che se uno ti porta queste cose tu gli parli degli alberi! »
Quella parola, alla quale pensava ogni giorno ma che non aveva sentito pronunciare per quarantasette anni, lo fece sussultare. Riportò il ragazzo alla sua altezza e lo scrutò con particolare attenzione:
«Alberi? Credevo che nessuno tenesse più agli alberi! »
Ed era vero, era quello il problema. Per colpa sua tutte le truffule erano scomparse e nessuno teneva più alla loro salvezza. Ted rispose deciso:
«Beh eccomi qui, sono uno che ci tiene ancora! »
Se quello che diceva il ragazzo era vero, forse Once-ler stava ricevendo una nuova occasione: l'opportunità di trasmettere la sua storia, i suoi errori, i suoi consigli a qualcuno. Forse, ma solo forse.
 
Da ormai due giorni Ted si presentava da lui per ascoltare il resto della storia. Once-ler scoprì che non gli dispiaceva affatto la compagnia di quel ragazzino, specie dopo tanti anni di tormento e solitudine. Vedeva qualcosa di speciale nel ragazzo, una volontà che avrebbe potuto ribaltare la situazione: forse quella frase, a meno che, aveva a che fare con lui. A lui gli alberi interessavano ancora. Anche se, come Once-ler aveva potuto constatare, Ted non era spinto da una pura passione per la natura, ma dall'amore per una ragazzina.
«Ah, è per una ragazza! » aveva detto il vecchio malizioso.
«Che? No! » Ted sembrava quasi offeso.
Ma Once-ler riconosceva un ragazzo innamorato, specie dopo tutto quello che aveva passato con Ellie. Già, Ellie...Aveva deciso di tagliarla dalla storia, di non dire nulla al ragazzo...Il messaggio di amore per gli alberi sarebbe arrivato lo stesso. Il fatto era che il vecchio conservava gelosamente il ricordo della fidanzata, e temeva che raccontandolo lo avrebbe macchiato e compromesso. No, tutto quello che aveva fatto a Ellie, la loro storia, doveva seguirlo nella tomba, era qualcosa che non era ancora pronto a condividere.
Tutto il resto invece sembrava colpire molto Ted, che lo ascoltava pendendo letteralmente dalle sue labbra. A poco a poco, giungendo al termine della sua storia, Once-ler capì: l'aveva pensato sin dall'inizio ma adesso era chiaro, la frase si riferiva a Ted.
«A meno che uno come te non ci tenga molto niente andrà meglio...O sarà risolto. » aveva spiegato al ragazzo.
Quella era la chiave, quello il messaggio che Lorax gli aveva lasciato e che per quarantasette anni non aveva colto. Non bastava che lui si fosse pentito, doveva far nascere in tutti gli altri il desiderio di aiutare e rispettare la natura, fare in modo che diventasse un imperativo comune, altrimenti nuovi Once-ler sarebbero emersi dalla folla pronti ad abbattere alberi, O'Hare ne era la dimostrazione. E la sua occasione era Ted: era giovane e desideroso di aiutare, sarebbe stata la nuova voce degli alberi e avrebbe più facilmente spinto la città a seguirlo. Once-ler era troppo vecchio, e aveva sprecato tutte le occasioni che la vita gli aveva dato, quindi era troppo tardi...Mai si sarebbe potuto assumere quel compito. Ma Ted, lui sarebbe stato ascoltato!
Gli serviva solo un seme, e il vecchio sapeva bene come procurarglielo. Per tutti quegli anni l'aveva conservato gelosamente, incapace di piantarlo perché non se ne sentiva degno. Mentre Ted aspettava curioso il vecchio rovistò tra le sue cose e tirò fuori il vecchio medaglione di Ellie, in cui ancora era incastonato il seme. Lo estrasse e lo lasciò cadere dalla finestra tra le mani del ragazzo.
«L'ultimo seme di Truffula. Devi piantarlo, Ted. » disse.
Il ragazzino fissò il seme confuso:
«Sì, ma...Nessuno tiene più agli alberi ormai. »
«Allora fai in modo che ci tengano! Pianta il seme in mezzo alla città, dove tutti lo vedranno! Cambia l'andamento delle cose! Lo so, può sembrare piccolo e insignificante, però non conta ciò che è, ma ciò che può diventare! Quello non è solo un seme, così come tu non sei solo un ragazzo. »
Sei la mia unica occasione Ted, sei l'unica occasione della Valle. Avrebbe voluto dirglielo, ma tacque. Ted montò sul suo motorino e gli gridò, sparendo nella nebbia:
«Non ti deluderò! »
«Lo so... » mormorò il vecchio guardandolo sparire.
Era il seme di Ellie, ed era in mano al ragazzo. Lui aveva fatto la sua parte, ora non rimaneva che sperare.
 
Nel silenzio della Valle risuonò un canto, lontano ma ben distinguibile. Once-ler guardò dalle assi: le mura di Thneedville erano state distrutte e dal varco luminoso usciva un canto di gioia.
Crescerà, crescerà, vedrai che germoglierà!
Il vecchio non riusciva a crederci, Ted ce l'aveva fatta! Stavano piantando il seme!
Once-ler afferrò la sua vecchia ascia e ruppe le assi di una prigionia che durava da ormai troppo tempo. La forte luce gli fece socchiudere gli occhi per un attimo mentre dopo anni si affacciava alla finestra e respirava la libertà. Perché in fondo il merito era anche suo: finalmente si era riscattato. Sentì le lacrime salirgli agli occhi mentre intravedeva un nuovo, radioso futuro per la Valle:
«Grazie, Ted. »



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Per prima cosa spero di aver reso giustizia a questa bellissima scena che mi ha fatto stringere il cuore la prima volta che l'ho vista e continua a farmi piangere: il vecchio Oncie che rompe le assi e si affaccia dopo anni e anni. Poi, come vedete questo capitolo segue più che altro le scene originali del film, ma non volevo renderlo una mera trasposizione del "copione", così spero di aver rimaneggiato bene le battute e di aver dato un tono più narrativo aggiungendo i pensieri di Oncie.
E infine...Un ringraziamento speciale alle mie abituali lettrici, sempre meravigliose nei loro complimenti e nelle analisi psicologiche (XD) e a Beata Vegana che pur non essendo qui su Efp segue la mia fic e mi ha rintracciata da Youtube! Un bacio a tutte, il prossimo sarà l'ultimo capitolo e non sapete quanto le vostre recensioni mi mancheranno.
Elena
  
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