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Autore: Eliyss    14/12/2012    1 recensioni
Io, io lo avevo mandato all’inferno
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dovevo studiare chimica, il giorno dopo avrei avuto una prova, ma chi aveva voglia di studiare?!
Mi bastava rileggere gli appunti cinque minuti prima di entrare in classe ed il gioco era fatto, o almeno, così speravo.
Ero sdraiata sul letto, fissando il soffitto.
La mia stanza quasi vuota e priva di significato. Le pareti erano completamente bianche, non avevo niente appeso ai muri.
L’unico tocco di colore, era il letto con le coperte fucsia.
Pensavo.
Pensavo a lui, che ogni giorno quando entravo a scuola era là, seduto con i suoi amici sul divanetto vicino all’entrata. Sorrideva a chiunque lo incontrasse con lo sguardo. Sempre allegro, sempre contento.
Illuminava la mia giornata, che sono grazie alla sua serenità cominciava sempre al meglio.
I suoi ricci castani così perfetti ed i suoi occhi pieni, vivi, dannatamente intensi.
Verdi.
Lui era il ragazzo più bello che io avessi mai visto, era il ragazzo che sempre avevo sognato che però, non mi aveva mai degnato di parola.
Fino a che un giorno, assolutamente inaspettatamente, mi si illuminò il cellulare.
 
-1 nuovo messaggio-
 
Lo aprii, pensando che siano i soliti messaggi promozionali o quelle catene che tutti detestano e che, stando alle loro stupide profezie, io oramai sarei destinata alla solitudine eterna.
A mio grande stupore, non fu così, ed appena vidi il nome del mittente di quel messaggio, il cuore cominciò a battermi così veloce, che sentivo i battiti in tutto il corpo. Mentre rischiai veramente l’infarto, quando lessi il contenuto.
Ciao bella! ;)
DA: Harry Styles
 
Il cellulare mi era caduto a terra, sbattendo violentemente contro il tappeto della mia camera ma apparentemente, sembrava non essersi guastato.
Era proprio un Suo messaggio.
Era un messaggio dal mio Harry, ovviamente mio per dire, purtroppo.
Ma la cosa più scioccante, era che mi aveva scritto ciao bella.
Se non fossi morta in quella circostanza, allora significava che ero davvero immortale!
Mi piegai lentamente per riprendere possesso del cellulare caduto a terra, ed aprii e chiusi velocemente gli occhi per verificare che non fosse tutto solo un sogno.
Invece era vero, era fottutamente vero!
Volevo rispondere con un semplice ciao, poi pensai che così poteva capire che avevo già il suo numero, pur non avendogli mai parlato. Optai per un semplice chi sei? c: ma non riuscivo a scrivere.
Mi tremavano le mani.
Aspettai impaziente la sua risposta, mentre mordevo la matita che tenevo in mano.
Se non si fosse mosso a rispondermi, sarebbe finita in modo tragico per quella povera matita!
 
Erano passati cinque minuti ed ancora non aveva risposto.
Sicuramente aveva sbagliato numero, me lo sentivo.
Ma proprio mentre mi stavo rassegnando, ecco che ri-vibrò il telefono, e comparve nuovamente quel bellissimo nome sullo schermo.
Avevo comunque paura, paura di ricevere brutte risposte come scusa ma non era destinato a te, oppure non ero io, ma un mio amico idiota, oppure ancora tu saresti?!
In ognuno di quei casi, mi sarei sentita una merda, o forse peggio.
Invece lessi una frase molto carina, che non poté non incitare un sorriso sulla mia faccia, che diceva
Scusami, sono Harry della 5b, non sono mai riuscito a parlarti perché solo nell’incrociare il tuo sguardo, rimango senza parole. Ora che ho finalmente trovato il coraggio di scriverti, spero che possiamo conoscerci
Cioè, Harry Edward Styles, noto come il ragazzo più popolare della scuola, che scriveva messaggi così dolci?
Sembrava quasi tralasciare della timidezza nelle sue parole.
Ogni giorno, mi dava un motivo in più per innamorarmi di lui.
Poi realizzai, che quelle parole così tenere, le aveva dette proprio a me, una normale ragazza di terza, capelli castani di media lunghezza e gli occhi grandi così scuri, che parevano dello stesso colore delle pupille. Niente di così particolare, eppure era destinato a me.
Così cominciammo a parlare del più e del meno, di cosa mi piacesse fare e di come passavo il tempo, insomma un po’ di tutto.
Fino a che non arrivammo alle parole che stavo aspettando maggiormente.
Allora ti andrebbe di vederci domani?’
Non esitai a rispondere positivamente alla domanda che mi era stata posta, e gli dissi che sarei andata a letto perché troppo stanca.
Mi cambiai mettendomi il pigiama e mi coricai sotto le mie coperte color caramella.
Quella stanza così vuota, aveva preso improvvisamente colore, era piena dei miei sorrisi e dei miei sentimenti.
Sentivo il finimondo dentro di me, mi pareva quasi di scoppiare. Ero troppo felice.
Continuavo a ridere da sola, come una povera stupida, ma in quel momento non mi importava.
Finalmente qualcuno si era accorto di me, e la cosa migliore, era che quel qualcuno era il ragazzo a cui andavo dietro dalla prima superiore, per il quale avevo tanto sofferto e mi sentivo una nullità nel vedere con quali ragazze usciva.
Anche io meritavo un momento felice, forse uno degli unici nella mia vita così normale, così monotona.
Era strano, ma tanto quanto era strano, era bellissimo, era quasi come magico.
Allungai il braccio per premere l’interruttore della luce, e una volta che la stanza divenne completamente buia, chiusi gli occhi anche se prendere sonno, mi fu davvero molto difficile.
 
 
Erano le due e un quarto del pomeriggio.
Mancava solo mezz’ora all’appuntamento e non stavo più nella pelle! Dentro di me sentivo il finimondo, facevo fatica addirittura a respirare.
Ero davanti allo specchio continuamente a girarmi e rigirarmi per vedere con cosa stessi meglio, quali jeans mi facessero il culo più bello, quali più magra e solite paranoie di un’adolescente innamorata.
Una volta che fui decisa, presi il giubbotto marrone chiaro, la borsa ed uscii di casa fiera di me stessa.
Ero seduta su una panchina al parco, e mancavano pochissimi minuti all’ora dell’incontro.
La mia borsa l’avevo appoggiata di fianco a me mentre continuavo a guardarmi attorno per vedere se mi sarei ritrovata davanti quel sorriso così affascinante delineato dalle fossette, così irresistibili, ma ancora niente.
I tempo passava, e il mio umore calava minuto dopo minuto, fino a quando in lontananza vidi un ragazzo alto dirigersi proprio verso il parco, proprio verso me. Quei ricci così morbidi e perfetti li potevo riconoscere anche a kilometri di distanza.
Ad ogni suo passo mi sentivo peggio, ma allo stesso tempo non vedevo l’ora mi fosse accanto.
Volevo alzarmi e corrergli incontro, ma sembravo io che impazzissi per lui, cosa assolutamente vera, ma volevo che per una volta fosse a lui a cercare me.
Si fermò davanti ad una panchina, a pochi metri da me, e si sedette là, come se stesse aspettando qualcosa a sua volta.
Non capivo.
Aspettai un paio di minuti, poi mi feci coraggio e mi decisi ad alzarmi per chiedere spiegazioni.
“Perché fai finta di non conoscermi?”- gli domandai appena gli fui vicina, stando in piedi davanti a lui.
Harry alzò la testa che fissava il terreno.
“Come scusa?”- rispose con aria interrogativa e quasi scocciata.
“Ah, ora capisco. Sei solo un grandissimo bastardo Styles!”- gli dissi scuotendo la testa.
“Scusami ma non ti capisco. A cosa ti riferisci se non so nemmeno chi tu sia?”
Il mondo mi cadde addosso.
Cosa stava succedendo?
Perché proprio a me?
Lo sapevo che era troppo bello per essere vero, ma non riuscivo a capire.
“Sei stato tu ieri a chiedermi di uscire!”- ribattei subito io, alquanto irritata.
“Io cosa? Veramente sto aspettando un’altra rag..- e si fermò di colpo. Aveva intuito che c’era qualcosa che non quadrava, allora sospirò e ricominciò a parlare –senti, credo che ci sia stato un malinteso. Quei bastardi dei miei amici mi avranno dato il numero sbagliato.”- e si alzò dalla panchina dove stava seduto, si pulì con le mani i pantaloni e si incamminò verso l’altro lato del parco.
“Lo sapevo io! Mi fate schifo, tu e tutti i tuoi amici! Sai che ti dico, va all’inferno, va!”- gli gridai contro, sommersa dalle lacrime che non riuscivo a controllare.
Lui si voltò, e senza nemmeno una spiegazione un po’ più valida, senza accennare una minima espressione di dispiacere, mi fissò per qualche secondo e scosse la testa, dopo di che si mise le mani nelle tasche del cappotto, e riprese a camminare.
 

Stavo ancora piangendo. Non riuscivo proprio a smettere, mi ero fatta ingannare da un cretino dannatamente irresistibile.
In quel momento volevo spaccare tutto, qualunque cosa o persona in quel momento avrebbe infastidito ancora di più il mio umore.
Poi sentii la solita sensazione che si ha quando si ha l’impressione di aver dimenticato qualcosa, e infatti avevo ragione.
Merda! Avevo dimenticato la borsa sulla panca del parco.
Corsi fino ad oltrepassare il cancello che divideva strada e la zona verde.
Per fortuna la borsa era ancora là, e dando un’occhiata generale, sembrava contenere ancora tutto.
Una sirena distolse la mia attenzione da tutta la tristezza che avevo dentro.
Il suono proveniva dall’altra entrata, dalla parte opposta del parco.
Corsi per vedere cosa fosse successo, e vidi un lenzuolo bianco ricoprire probabilmente un corpo e vicino, molto vicino un’auto ferma.
Rimasi scioccata a quella scena, non avevo mai provato una sensazione simile. Mi avvicinai ancora un po’, scorgendo per terra una scarpa. Mi era familiare.
Riflettei un attimo, e quando realizzai, fu troppo tardi perché le lacrime scoppiarono in un pianto isterico. Portai le mani al viso, e cominciai a gridare disperata.
Feci qualche passo avanti e mi inginocchiai vicino a quel corpo.
Tremavo.
Mi feci coraggio, ed alzai leggermente quel telo bianco. La mia vista era offuscata da tutte le lacrime, ma riuscii ad intravvedere quel viso così angelico, così perfetto del ragazzo che pochi istanti prima mi aveva distrutta.
Non riuscivo a smettere di piangere. Mi sentivo in colpa.
Io, io lo avevo mandato all’inferno.
Gli accarezzai un ultima volta quei ricci, ancora profumati di vaniglia, prima che un agente non mi fece allontanare.
Perché?
Lo sentivo dentro, avevo i sensi di colpa che mi tormentavano terribilmente.
Per quanto in quel momento lo avessi odiato, lo rivolevo accanto, volevo rivedere il giorno dopo il suo sorriso mentre entravo a scuola.
Volevo perdermi ancora una volta nell’intensità dei suoi occhi.
E invece ero stata io, me stessa, a dare fine a tutto quel piacere.
Così tornai a casa, senza farmi notare presi le chiavi della macchina di papà che nascondeva dentro al vaso di fiori appena fuori dalla porta.
Misi in moto, pur non avendo la più pallida idea di come si utilizzasse quel mezzo, e quando riuscii in qualche modo ad avviarmi, spinsi velocemente l’acceleratore chiudendo gli occhi.
L’unica mia certezza in quel momento era che sarei molto probabilmente finita nel vuoto che stava davanti a me, ma allo stesso tempo che avrei potuto rincontrarmi con il ragazzo che amavo.
Io, io lo avevo mandato all’inferno.

-Look at me
Sooo guys(?)
Allora mia prima OS sui One Direction, boh in questi giorni mi andava di fare qualcosa di drammatico!
Fatemi sapere come vi sembra:)
Non so più che scrivere, quindi sparisco subito c:
Ultima cosa! Se volete passate nella mia pagina, ho altre storie sui 1D e sui District3 *occhi dolci*
Grazie mille and a massive thank you <3

@alikee1D

  
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