Anime & Manga > Twin Princess
Segui la storia  |       
Autore: Dreamer In Love    14/12/2012    9 recensioni
"Tell me somethin', girl
Are you happy in this modern world?
Or do you need more?
Is there somethin' else you're searchin' for?"
(Shallow - Lady Gaga & Bradley Cooper)
Shade si è appena trasferito in una nuova città, in una nuova scuola dove, volente o nolente, è costretto a entrare in contatto con un gruppo di scalmanati. E lui che pensava di passare un anno tranquillo… Tra lezioni, amicizie e amori, scoprirà che a volte non tutto ciò che si vede è la verità. Dovrà scontrarsi con un mondo a volte troppo crudele e inoltrarsi in strade buie e tormentate per riuscire a scorgere la luce dell'amore nell'oscurità.
La RedMoon è vita, ma in un certo senso c'è anche qualche cenno di RXS e RXB e FxB.
Genere: Azione, Demenziale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Fine, Shade
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Cattive ragazze '
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
12.
Armistizio

- Opossum e altre avventure -
 
Fine alzò un istante lo sguardo dal tavolo per posarlo su un angolo della mensa. Shade stava mangiando degli involtini. Erano di spinaci, li aveva presi anche lei, ma sapeva che Shade odiava quel vegetale: infatti, masticava con un’espressione di disgusto. Le venne da ridere e una leggera morsa allo stomaco le suggerì di non pensare troppo a lui perché la delusione e la sofferenza per quel legame reciso erano sempre dietro l’angolo. Poi, i suoi occhi cremisi calarono casualmente su un dettaglio che la fece rabbrividire. L’inutile essere che gli era seduto accanto aveva leziosamente allungato una mano sotto il tavolo e accarezzava l’interno coscia del giovane. E se le intenzioni di quella sgualdrina non erano chiare, appoggiata sul piano lasciava intravedere il seno dai bottoni slacciati della camicia. Il cobalto rise per una battuta della ragazza e le dita maliziose di lei vennero fermate gentilmente da quelle di lui; rimasero mano nella mano. Quel gesto finale la scosse profondamente. Non poteva credere che quei due facessero sul serio. Ovviamente Mirlo era riuscita a comprare la sua fedeltà con la sensualità; sapere Shade così manipolabile e superficiale la feriva.
- Sinceramente mi aspettavo che tornasse da noi strisciando ancora la settimana scorsa. –
La voce stridula di Altezza, che aveva notato dove fosse rivolto lo sguardo della rossa, riportò l’attenzione di Fine al tavolo. L’amica, infatti, la ringraziò mentalmente di averla salvata da quella visione.
- Dopo averti sentito parlare con Lemon avrebbe dovuto chiudere con quella stronzetta.  –, continuò la bionda.
Fine si accertò che solo la parte femminile del gruppo stesse ascoltando; Bright e Auler stavano discutendo di basket, nulla li avrebbe potuti distrarre.
- E’ chiara l’opinione che ha di me e ciò che ha sentito non mi scagiona totalmente. Rimane il mio passato, quello che ho fatto… -
Lione allungò una mano per posarla sul braccio dell’amica, cercando di confortarla.
- E’ stato tutto un malinteso. Sicuramente verrà a scusarsi. Sta solo aspettando il momento giusto. –
- A me sembra che senza noi tra i paraggi le cose gli stiano andando abbastanza bene. -, commentò Sophie accennando ai due ragazzi nell’angolo che ora si stavano baciando passionalmente.
La gomitata di Lione non tardò ad arrivare nelle costole dell’azzurra.
- Che ho fatto? -, chiese quella ingenuamente e nemmeno l’occhiataccia di Altezza ebbe alcun effetto.
Fine, intanto, era tornata a guardare con un’espressione afflitta i due innamorati.
- Gli uomini sono tutti così. Cercano solo il sesso. Sinceramente faccio anche a meno di avere accanto uno così. –
- Oh, dai! Sappiamo tutte che è stato circuito da mia cugina. –
Le tre amiche guardarono Lione sorprese per quel momento di fredda consapevolezza nei confronti di Mirlo; era un’assoluta novità visto che la sua opinione era sempre offuscata dallo sforzo di volerle bene.
- Shade sa cosa sta facendo. –
L’improvviso intervento di Auler fece sobbalzare tutte e quattro, scoperte nel discutere di un argomento che era considerato tra loro tabù ormai da un mese.
- Che intendi? Gli avete parlato? Non dovevate mantenere le distanze? -, lo incalzò la biondina parlando anche per le altre.
Bright, accanto all’azzurro, diede un’alzata di spalle.
- E’ nostro amico. Ci siamo già chiariti con lui. -, spiegò solo.
- Comunque, non è entrato troppo nei dettagli ma dice che sa che Mirlo non è un angelo. -, continuò il fidanzato di Altezza. - Nonostante questo ha deciso di frequentarla lo stesso e le cose tra loro si stanno facendo abbastanza serie. –
Le ragazze si mossero tutte insieme: Fine sbuffò e tornò al suo piatto, Altezza lanciò uno sguardo incazzato al fratello e al fidanzato che trasalirono all’istante, Lione guardò distrattamente Shade e Mirlo che ora stavano chiacchierando tranquillamente e Sophie diede un’alzata di spalle, gongolando contenta non sapendo nemmeno lei di cosa.
Poi, le porte della mensa si spalancarono. Un ragazzino del primo anno con la divisa sgualcita e una guancia rossa si avvicinò correndo al loro tavolo. Aveva una corporatura esile con lineamenti dolci, capelli grigi e occhi ambra. Lione si alzò all’istante e gli andò incontro reggendolo prima che ciondolasse a terra.
- Tio! Che cos’è successo? –
Attorno a loro si accerchiarono i membri del gruppo, impedendo la visuale sul giovinetto. Mirlo si alzò dalla sedia riconoscendo il cugino e Shade la guardò apprensivo.
Il ragazzino ansimava mentre si teneva alla sorella.
- Fine, fuori... –, farfugliò.
- Prendi fiato… -, rassicurò l’arancio il fratello, accarezzandogli gentile la botta sulla guancia.
Bright gli porse del ghiaccio recuperato dalle inservienti mentre tutti rimanevano in attesa di sentirlo parlare. Alcuni studenti si erano fatti avanti per vedere meglio e assistere in caso di bisogno. Gli altri aspettavano pazienti e all’erta che accadesse qualcosa.
 
C’era aria di bufera…
 
Ma soprattutto, aspettavano che Fine facesse qualcosa e lei si limitava a guardare di sfuggita la scena e a divorare il suo pranzo.
- Fuori ci sono alcuni ragazzi della Sendagaja che vogliono parlare con la Tigre Rossa…-, disse in un sussurro Tio.
A quelle parole, la rossa s’irrigidì, sbiancò e rivolse un’occhiataccia a Mirlo che sobbalzò dalla sorpresa. Tutto accadde in pochi secondi perché Fine tornò a indossare la sua maschera d’indifferenza; Shade non se ne sarebbe nemmeno accorto se non avesse notato il cambiamento d’umore improvviso della sua ragazza a sentir nominare la Sendagaja. Avrebbe voluto fare a entrambe delle domande ma sapeva che non avrebbe ricevuto risposta: la castana era evasiva quando si trattava di Fine e Fine non lo degnava di uno sguardo da settimane ormai.
 
Cosa potevano nascondere le due ragazze? Fine non solo aveva guardato male Mirlo ma le aveva rivolto anche una richiesta di spiegazione e di complicità. Sapevano entrambe cosa implicavano le parole di Tio.
 
La ragazza ingurgitò con una lentezza esasperante l’ultimo pezzettino di hamburger e si tamponò la bocca con un tovagliolo, pulendosi dai residui di cibo. Poi, si portò un bicchiere d’acqua alle labbra e sorseggiò.
 
Il suo atteggiamento posato era snervante ma sortiva l'effetto sperato: mantenere la calma in tutto il corpo studentesco.
Mi chiesi quanto doveva essere difficile per lei avere un tale ruolo e responsabilità.
 
- Bene. –, affermò, posandolo sul tavolo dove tintinnò leggermente. - Tio, dove sono questi ragazzi? –, continuò, sicura.
- In cortile, davanti al cancello principale. –, rispose il ragazzino.
Fine si alzò e con passo tranquillo uscì dalla mensa, seguita dai suoi amici e in seguito dalla marmaglia di ragazzi incuriositi.
 
 
- Posso aiutarvi? –
La rossa aveva usato un tono molto gentile e pacato, mentre si rigirava tra le dita una ciocca dei suoi bei capelli rossi. Guardava quasi annoiata il ragazzo davanti a lei, il quale capeggiava un gruppo di studenti ben piazzati. Questo sfoderò un sorriso che non contagiò, però, gli occhi chiari e con un gesto nervoso mosse la sua chioma grigia.
- Devo parlare con la Tigre Rossa. -, disse sicuro.
Tra gli studenti della scuola, affacciati alle finestre dei piani alti o accalcati nel cortile, si diffuse un basso mormorio. Bright, Auler, Altezza, Lione e Sophie, invece, stavano a qualche passo di distanza dalla rossa.
 
Io me ne ero rimasto in disparte e avevo notato solo distrattamente che Mirlo era sparita…
 
- Chi sei? –, disse Fine tranquilla.
L’ospite fece grandi falcate verso la ragazza che nonostante la vicinanza non si mosse di un millimetro.
- Sono Toma, terzo anno della Sendagaja. –, prese il viso di Fine tra le mani. – Sei proprio bella. Se non fossi così impegnato, sono sicuro che saprei farti divertire. –, disse, ammiccante.
Fine si scostò pacatamente da quel contatto indesiderato. Lui rimase un po’ deluso di non aver fatto colpo ma sfoderò un ghigno sornione.
- Quindi dove posso trovarlo? -, continuò.
- Ce l’hai proprio davanti a te. E’ da molto tempo che qualcuno non mi chiama così. –, spiegò brevemente Fine.
Di scatto Toma mise una mano intorno al colletto della camicia della ragazza e cominciò a parlare a pochi centimetri dal suo viso. Fine continuò a guardarlo impassibile. Shade notò che aveva fatto segno con la mano agli altri di non avvicinarsi; Bright, infatti, non riusciva a stare fermo dalla frustrazione.
- Non ho tempo per giocare. Dimmi dove si trova e ti lascerò stare. Mi dispiacerebbe rovinare un viso come il tuo. -
- Sei proprio stupido allora… Ti disturba di più sapere che la Tigre Rossa è una ragazza o che, in ogni caso, ti farò il culo? –
Era stato un sussurro, sarcastico e provocatore, ma udibile da buona parte del cortile per il silenzio assoluto che regnava. Quel cambiamento repentino dell’espressione del suo volto ebbe la capacità di gelare Shade sul posto: stava mostrando una fiera e latente cattiveria che, il ragazzo non dubitava, Fine avrebbe sfoggiato nell’eventualità il nemico avesse fatto qualcosa di azzardato.
 
Per rendervi l’idea: avete presente i documentari in cui degli sventurati escursionisti incontrano un’orsa con i cuccioli? I più intelligenti sanno di dover mantenere le distanze e si godono le tenerezze e i giochi tra la madre e gli orsacchiotti; quelli che invece si azzardano ad avvicinarsi, se la vedono davvero brutta: l’orsa tira fuori i denti e non si fa tanti problemi ad attaccare. La sopravvivenza e il senso di pericolo cancellano ogni traccia di umanità e civiltà. Fine, infatti, era irriconoscibile; Auler mi aveva avvisato.
Ma la cosa che davvero mi rendeva terrorizzato era l’improvvisa consapevolezza di aver già sentito il nome Tigre Rossa. Il lavoro di mia madre mi permetteva di essere sempre ben informato e, fino a un anno fa, nei suoi uffici e tra le prime pagine dei giornali non si faceva altro che parlare di lei: capo di una numerosa banda di teppisti aveva tenuto ben impegnata la polizia con atti vandalici e spaccio… poi era scomparsa improvvisamente nel nulla. Le coincidenze erano troppe per essere ignorate: Fine era la Tigre Rossa, quella Tigre Rossa. Nessuno avrebbe mai potuto pensare che si trattasse di una ragazzina ma quella ragazzina era riuscita a mettere a soqquadro metà città.
Dannazione, perché non potevo avere una normale vita da adolescente?
 
Toma sfoderò un ghigno schifato, mentre caricava il braccio per colpire la giovane. Shade si mosse ancor prima di mettere insieme un pensiero logico, seppur confuso dalla nuova rivelazione. La sua mano si frappose tra i due e fermò l’attacco.
- Lasciala stare… -
Il grigio si voltò verso di lui, sorpreso: abbassò il pugno ma non lasciò la presa su Fine. 
- Shade, non immischiarti. -, lo sgridò la rossa, impettita.
Il ragazzo di Tokyo, semplicemente, la ignorò.
- Ti porterò la Tigre Rossa ma ora smettila di dare fastidio a Fine. -, sussurrò il cobalto, furibondo e non sapeva bene se con se stesso, la rossa o il ragazzo della Sendagaja.
Toma lasciò la giovane. I due si studiarono per qualche secondo mentre la ragazza, esclusa dal silenzioso duello, rivolgeva a Shade una serie infinita d’insulti.
- Aspetta qui. –
Il cobalto si allontanò con passo di marcia mentre Fine borbottava ancora e lo seguiva con lo sguardo, sconcertata. Le fu subito accanto Bright per proteggerla nell’eventualità che lo sconosciuto cercasse nuovamente di importunarla. L’attenzione di tutti, comunque, era sul Ragazzo di Tokyo che, quando arrivò al limitare del cerchio creato dagli studenti, vide la massa aprirsi per farlo passare. Si avviò verso il pollaio e, cogliendo la gallina di sorpresa, la acciuffò con un telo cerato. Il sacco improvvisato si muoveva imbizzarrito e Shade faticò parecchio a tenerlo tra le braccia, per non parlare delle beccate che la Tigre Rossa riusciva a dargli attraverso la plastica. Tornò velocemente verso l’ingresso. A qualche metro di distanza, lasciò che la gallina cadesse a terra; quella cominciò a correre nel cortile come una forsennata creando il panico. Gli studenti correvano al riparo all’interno dell’edificio mentre Toma e Fine guardavano scioccati il pennuto che scorrazzava incattivito. Quella puntò subito sull’intruso – sembrava almeno riconoscere le persone che l’avevano salvata e le avevano dato un tetto sulla testa – e cominciò a rincorrerlo, impazzita.
- Eccoti la Tigre Rossa! -, spiegò Shade, a distanza di sicurezza.
Fine si accostò al cobalto e cercò di richiamare la sua attenzione.
- Ma che stai facendo? Sei impazzito per caso? –
Il ragazzo di Tokyo abbassò gli occhi su di lei, scocciato da quel tono petulante quando avrebbe dovuto solo ringraziarlo.
- Sei tu che sei impazzita ad esporti così. Pensi che se sapessero che sei davvero tu non chiederebbero l’intervento della polizia? –
Quelle parole, che lasciavano intendere fin troppo bene quanto Shade avesse chiara la situazione, obbligarono la ragazza a zittirsi.
- E’ la mascotte della scuola. Mi dispiace deluderti ma lei è l’unica Tigre Rossa che conosciamo. Se vuoi sfidare qualcuno, fallo con la nostra squadra di calcio che, comunque, ti farà il culo. Aspettiamo di vederti al torneo. -, urlò il cobalto in direzione dello studente della Sendagaja che, ormai, correva a perdifiato in direzione dell’uscita seguito dai suoi scagnozzi e dalla Tigre Rossa che continuava inviperita la sua caccia.
Altezza, ovviamente, stava video registrando tutto con il suo telefonino.
- Questo va sul mio blog. -, annunciò contenta mentre smanettava con i tasti.
Lione, Sophie e Bright fecero entrare in classe il rimanente degli studenti, visto che la campanella delle lezioni era suonata, mentre Auler sistemò il telo cerato e andò a recuperare un po’ di mangime per catturare nuovamente la gallina.
Shade e Fine guardavano quei movimenti da un angolo del cortile, il primo soddisfatto ma irritato, la seconda dispiaciuta, risentita e incazzata. Entrambi erano a braccia conserte uno accanto all'altro.
- Non dovevi intervenire. -, trovò alla fine la ragazza il coraggio di parlare e il tono era fin troppo acido.
- Se non fossi intervenuto sarebbe scoppiato il finimondo. Quella stupida gallina ha fatto il lavoro sporco per noi. -
Finalmente la ragazza lo guardò negli occhi.
- Avevo tutto sotto controllo. Prima di tutto c’è da proteggere la scuola. -
- Prima di tutto hai fa proteggere te stessa. Dannazione, vuoi finire in qualche riformatorio per caso? -
L'ira che la ragazza aveva negli occhi svanì in un secondo, sostituita dalla preoccupazione.
- Cosa sai esattamente di m-… della Tigre Rossa? -
- Non so cosa facciano gli studenti nel tempo libero ma sembra sia l’unico a leggere i giornali. Mi domando come sei riuscita fino ad ora a mantenere l'anonimato. E proteggersi con una gallina è una cosa così… stupida. Dannazione, Fine! Ti credi così intoccabile e onnipotente? Dobbiamo trovare un modo più efficace. –
Fine rimase qualche secondo a guardare il Ragazzo di Tokyo, interdetta. Shade aveva collegato egregiamente ogni tessera del puzzle, ogni indizio che per sbadataggine o orgoglio lei aveva lasciato scorgere. Nemmeno i suoi amici – e Lione e Altezza erano un’eccezione ma comunque non sapevano tutto – erano riusciti a intuire la situazione. Non sapeva ancora, però, se Shade era dalla sua parte. Certo, dopo un intervento simile non poteva più considerarlo un nemico ma rimaneva in ogni caso coinvolto con Mirlo e si era dimostrato contrariato dal suo modo di fare.
- Sbaglio o avevi detto che sono solo una persona violenta e aggressiva e che non volevi più avere nulla a che fare con me? -
Shade si scompigliò i capelli in un gesto nervoso.
- L'ultima parte l'hai detta tu per essere precisi. E, anche se non ci sono andato così lontano, ti chiedo scusa. Sono giunto a conclusioni affrettate. Forse vale la pena avere a che fare con te, con voi. -, e accennò agli amici che girovagavano nel cortile indaffarati.
Ovviamente, il cobalto sapeva fin troppo bene che li stavano tenendo d’occhio e che alla prima mossa falsa sarebbero intervenuti per proteggere Fine.
- Perché ti scusi? Hai ragione, no? Chi vorrebbe avere una criminale come amica? -
- A quanto pare, mi devo comunque mettere in fila: penso dipenda dall'ebbrezza dell'infrangere le regole e dall'adrenalina. -
Shade accompagnò quelle parole a uno dei suoi sorrisi sghembi e maliziosi che avrebbero fatto arrossire anche un opossum. Puntualmente, Fine diventò paonazza per l’imbarazzo e gli diede un pugno sul braccio, stizzita.
- Che idiota che sei. –, gli disse con una risata sulle labbra.
Poi, si fece di nuovo seria.
- Non pensare che sia così facile riguadagnare la mia fiducia. –
- Certo, certo. -, l’assecondò lui sbrigativo, avendo notato il tono divertito che Fine aveva usato.
- E l’idea della gallina è geniale. –
- E’ un’idiozia totale. -
Erano entrambi entusiasti di aver ritrovato la loro amicizia, di poter tornare alla piacevole routine di un mese prima, di scherzare insieme e di punzecchiarsi. Lui sapeva che l’aveva delusa, che avrebbe dovuto davvero riscattarsi e giurò a se stesso che non l’avrebbe mai più giudicata.
 
 Certo, ora che sapevo con chi avevo a che fare e intuivo cosa fosse successo in quei mesi di vita per strada, le cose non si sarebbero fatte semplici. Forse avrei dovuto dire tutto a mia madre, forse avrei dovuto denunciarla ai professori, ma mi ostinavo a pensare che ci fosse una spiegazione, che si trattava di un malinteso e che fosse impossibile che quella ragazza potesse essere pericolosa. Anzi, visti gli attentati che aveva subito nel corso del tempo doveva essere in una situazione molto scomoda…
Non osavo nemmeno immaginare il dolore e la sofferenza che provava, che l'avevano resa tanto diffidente e orgogliosa. Ormai avevo deciso di rimanere al suo fianco. Volente o nolente, quella ragazza mi era entrata nel cuore, piano e discretamente.  Non c’erano stati giuramenti di amicizia eclatanti o dimostrazioni d’affetto, anzi, il nostro rapporto era sempre stato litigioso e maldestro, ma ogni suo piccolo gesto era riuscito, nel bene e nel male, a rendermi suo amico. E chissà se un giorno la nostra amicizia non avrebbe anche potuto ricompensarmi…
 
- Cosa devo fare, quindi? –
La rossa gli sorrise maliziosa e il ragazzo non potè fare altro che prepararsi al peggio.
- Ho una sola condizione. -
- Se si tratta di lasciare Mirlo te lo scordi. -, prevenne il cobalto per evitare di essere convolto nella guerra tra quelle due.
Fine schioccò la lingua, infastidita.
- Dopotutto, quella sgualdrina è un problema tuo. Cercherò di sforzarmi a essere civile con lei. -
 
Ero stupito da quel momento di magnanimità e sperai con tutto me stesso che fosse vero.
 
- Quindi di che si tratta? -
- Non sono l'unica a cui devi chiedere scusa. -
La ragazza indicò con un dito la combriccola che, finito di sistemare, si era avvicinata per sentire come si stesse concludendo l’armistizio tra Fine e Shade.
Shade annuì.
- Hai ragione. -
Porse la mano alla ragazza per sigillare l’accordo; lei la strinse energicamente, sorridendo divertita.
 
Fu un enorme errore abbassare la guardia.
 
Successe tutto in meno di qualche secondo. Fine si chinò facendogli uno sgambetto e, mentre il ragazzo stava ancora cadendo, la rossa fece leva sul braccio. Il giovane finì in aria girando a cento ottanta gradi su se stesso. Nell’impatto con la terra si alzò un gran polverone attorno a loro. Shade si riprese a fatica, tra lamenti e parolacce, mentre il resto del gruppo se la rideva di gusto. Guardò scioccato la ragazza che torreggiava su di lui con le mani ai fianchi e un ghigno trionfante.
- Giusto per ricordarti che so difendermi da sola. -, commentò.
Si sistemò la gonnellina e la camicetta che si erano sgualcite con i movimenti esperti e si allontanò pavoneggiandosi con le amiche, ancora ridacchianti.
- Anche questo va sul blog. -, stava dicendo Altezza mostrando a tutte il video appena creato in cui il cobalto era l’indiscusso protagonista.
 
Quel video girò per settimane, ve lo garantisco.
 
Auler e Bright rimasero ad assistere la vittima che rantolava a terra. L’azzurro gli porse una mano per alzarsi. Shade fece per afferrarla.
- Chi ha liberato la Tigre Rossa deve anche ricatturarla. -, decretò il biondino ghignante.
Shade strabuzzò gli occhi e con un verso melodrammatico tornò ad accasciarsi a terra. I due scoppiarono a ridere.
- Bentornato. –
 
 
La ragazza li aspettava nervosa dietro l’angolo. Era stato azzardato allontanarsi così ma era stata una sorpresa sentire quel nome e lo sguardo che Fine le aveva lanciato era stato fin troppo eloquente. Quei ceffi provenivano dalla sua vecchia scuola ed entrambe sapevano cosa significava. Finalmente, vide il gruppo venire nella sua direzione, concitati e furibondi di come si erano svolte le cose. Mirlo aveva tenuto d’occhio il tutto attraverso il blog di Altezza, sempre aggiornato in tempo reale. Non aveva resistito a sghignazzare per la figuraccia che Shade gli aveva fatto fare. Sospirò. Forse si stava facendo prendere un po’ troppo da lui.
Prima che potessero superarla senza notarla, la castana si piazzò nella traiettoria dei tre che, trovandosela davanti, si pietrificarono.
- Mirlo?-
- Ciao, Toma. Mi ha stupito vedervi alla Keonguk. Non mi erano giunte notizie dal quartier generale. –
Il grigio, se inizialmente sorpreso, tirò su le spalle e sfoderò un ghigno.
- Che ti aspettavi, cara? Lui non si fida più di te. –
- Dovevo solo tenere d’occhio la situazione. –
- Non ti fai sentire da mesi, ormai. Ha dovuto mandare noi per controllare la situazione. –
Mirlo lo zitti con un gesto stizzito.
- Che sciocchezze, come se non sapesse che ci vuole tempo per queste cose. -
Toma incrociò le braccia al petto e sorrise divertito.
- Perché non vieni a dirglielo di persona. Dovrebbe avere ancora qualche lavoretto per te. Gli manchi, dopotutto. -
Il ragazzo si fece più vicino e le dita accarezzarono lentamente il braccio scoperto di Mirlo.
- E manchi anche a me, ragazzina. –
- Toglimi le mani di dosso. -, pronunciò acida, discostandosi da quel tocco viscido.
- Quindi che fai? –
- Vengo con voi ma tu stammi lontano. –
Toma alzò le mani in segno di resa, ghignante, e insieme ripresero il cammino.




Ed eccoci all'ultimo aggiornamento della settimana! Puntuale come un orologio, ho mantenuto la mia promessa... 
So che rispetto alla storia precedente le cose vi sembreranno procedere più lentamente ma ne varrà la pena. Le incomprensioni sono state chiarite e Shade sembra essere molto informato su ciò che significa essere la "Tigre rossa"... e Mirlo cosa centra in tutto ciò?
La relazione tra Shade e Mirlo vi fa palpitare il cuore, vero? Ahahaha 
Altezza voce del popolo non molla mai. 
Aspetto el vostre recensioni e vi ringrazio per le visualizzazioni. 
Ci vediamo a fine febbraio, 

Dreamer In Love
  
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Twin Princess / Vai alla pagina dell'autore: Dreamer In Love