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Autore: avrilswords    15/12/2012    1 recensioni
Sorrisi furba e con la stessa espressione che sempre mi caratterizzava mi avviai verso di lui.
Mi appoggiai di fianco contro la parete.
“Buongiorno Styles” sussurrai guardandolo dalla testa ai piedi.
Si girò verso di me e si sorprese di vedermi così vicina a lui.
“Foreman” mi salutò con noncuranza, scrutandomi.
“Come mai da queste parti?” chiesi marcando con un dito la scia di bottoni sulla sua camicia, dall’alto verso il basso.
“Aspetto la mia ragazza” rispose duro afferrando la mia mano e allontanandola da lui, quando ormai ero arrivata all’altezza del suo ombelico. Ridacchiai alla sua reazione.
“Ah si?” chiesi interessata, avvicinandomi a lui e alzandomi sulle punte.
“Sono contenta per te, riccio” soffiai sulle sue labbra per poi assaporarle lentamente.
Harry rimase per un attimo sconcertato dal mio gesto, rimanendo immobile.
“Harry?” oh aspetta, era una voce femminile quella?
Mi allontanai da lui sorridendo soddisfatta, sul suo viso era dipinto il panico.
Mi avviai verso l’uscita, godendo dello sguardo omicida della nuova preda del riccio.
Davvero carina, ottima scelta Styles.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fly away with me.

Nome? Noelle Foreman.
Aspirazione? Studiare criminologia ad una buona università, magari in America.
Programmi per il futuro? Rovinare la vita alle persone.
“Ragazzi avete altri 5 minuti per finire, non dovete scrivere un poema!” ridacchiò la nuova prof di letteratura inglese.
Non fosse venuta sarebbe stato meglio.
Quella donna sprizzava gioia da tutti i pori, ma sa con chi ha a che fare? Con la classe più chiassosa, menefreghista, ignorante e maleducata di tutto l’istituto.
Sono sicura che fra due mesi non sarà più così felice, diamine.
Io sono l’eccezione in mezzo ai babbuini, cioè, ragazzi che componevano la mia classe, ma su questo non ci sono mai stati dubbi.
I professori dicevano che se non fosse per la mia condotta avrei davvero una pagella impeccabile, ma al diavolo.
Io sono così: prendere o lasciare.
“Signorina ha finito?” mi sorrise la professoressa McCaine.
Emisi un gemito di disapprovazione. “Quasi” risposi annoiata.
Programmi per il futuro? Rovinare la vita alle persone.  Divertirmi.
Il che era uguale, ma meglio non specificare le fonti del mio divertimento, questo potrebbe ritorcersi contro di me e odio i colloqui privati professore-famiglia. Che poi io non ho una famiglia, ma poco importa.
Il suono della campanella mi fece sobbalzare, fui la prima a consegnare il mio foglio e uscire da quell’aula.
Incrociai per i corridoi la mia squadra di cheerleader che come al solito mi salutò con quell’eco di voci da ochette quali erano.
Feci loro un cenno con la testa fingendo un sorriso per poi trasformarlo in una smorfia di disgusto una volta superate.
Arrivai velocemente al mio armadietto, schivando gli studenti che di fretta si recavano verso l’uscita.
Riposi tutti i miei libri al loro posto, riempii la borsa dei libri necessari e sistemai la frangetta folta e nera sulla mia fronte; poi con le dita pettinai i ciuffi lunghi che feci ricadere morbidi sulle spalle.
E proprio dallo specchietto vidi dietro di me quel ragazzo. Ma che dico ‘quel’ ragazzo? Lui è IL ragazzo. Il ragazzo più bello della scuola.
Sorrisi furba e con la stessa  espressione che sempre mi caratterizzava, chiusi di scatto l’armadietto e mi avviai verso di lui. Mi appoggiai di fianco contro la parete.
“Buongiorno Styles” sussurrai guardandolo dalla testa ai piedi. Era davvero bello.
Si girò verso di me e si sorprese di vedermi così vicina a lui.
“Foreman” mi salutò con noncuranza, scrutandomi.
“Come mai da queste parti?” chiesi marcando con un dito la scia di bottoni sulla sua camicia, dall’alto verso il basso.
“Aspetto la mia ragazza” rispose duro afferrando la mia mano e allontanandola da lui, quando ormai ero arrivata all’altezza del suo ombelico. Ridacchiai alla sua reazione.
“Ah si?” chiesi interessata, avvicinandomi a lui e alzandomi sulle punte. Quel ragazzo era davvero alto.
“Sono contenta per te, riccio” soffiai sulle sue labbra per poi assaporarle lentamente.
Harry rimase per un attimo sconcertato dal mio gesto, rimanendo immobile.
“Harry?” oh aspetta, era una voce femminile quella?
Mi allontanai da lui sorridendo soddisfatta, sul suo viso era dipinto il panico.
Mi avviai verso l’uscita, godendo dello sguardo omicida della nuova preda del riccio.
Davvero carina, ottima scelta Styles.

 

Mi fermai a pranzare in un fastfood.
Se mi vedesse il mio coach mi ucciderebbe, ma il mio metabolismo e gli esercizi fisici pomeridiani mi salvano sempre dalla prova bilancia.
Finii di pranzare e andai al parco a fare una passeggiata. La primavera era alle porte ma a Londra faceva ancora un certo freddo, perciò all’uscita del locale mi strinsi nel mio spolverino.
Mi inoltrai nel parco, e la fine pioggerella tipica di Londra cominciò ad accarezzarmi capelli e spalle. Respirai a pieni polmoni il profumo della pioggia e continuai la mia passeggiata.
In lontananza vidi una coppietta su una panchina che stava tranquillamente pomiciando. Nemmeno fossero in privato, un bambino potrebbe traumatizzarsi nel vederli.
Mi avvicinai maggiormente e riconobbi Brith, una delle cheerleader e Josh, il capitano della squadra di basket.
Brith è la classica ragazza oca che cambia letto ogni sera, ma gira voce che con questo ragazzo abbia messo la testa a posto.
In effetti sono già passate già due lunghe settimane, il ragazzo deve saperci fare.
Che cosa romantica, ora ci si diverte.
Afferrai decisa il cellulare e cercai nella rubrica ‘Ferson Josh’.
Sicuramente aveva il mio numero, meglio così. La scena sarà più esilarante.

‘L’ultima volta ci hanno bloccato proprio sul più bello, che ne dici di riprendere ciò che abbiamo tralasciato?
Fammi sapere, non vedo l’ora di rivederti.’

Inviai il messaggio, ricordando ancora la nostra piccola sosta nello spogliatoio della palestra prima che ci beccasse il coach, alcune settimane prima.
Lo vidi leggere il messaggio e sbiancare.
Se conosco abbastanza Brith, so che lei non ha molto chiaro il concetto di ‘farsi i cavoli propri’.
Infatti prese dalle mani del suo ragazzo il cellulare, lesse il messaggio e beh, dovetti trattenermi dal ridere troppo forte.
Il colorito della povera Brith cambiò da bianco a roseo a rosso acceso nel giro di pochi secondi.
Mi allontanai velocemente dirigendomi all’uscita di quel parco con il sottofondo delle urla frustrate di una ragazza trandita.
Musica per le mie orecchie.

  
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