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Autore: ReaRyuugu    15/12/2012    1 recensioni
Vedere la neve come una sorta di collegamento tra la gioia dei tempi andati e quella che finalmente poteva concedersi non poteva che infondergli una rara serenità che manifestava adesso con un composto sorriso, presto sostituito da un’espressione di sorpresa quando sentì la propria mano destra venir afferrata da un altro palmo, più grande e più caldo del suo, che la strinse con delicatezza tra le sue dita.
Breve oneshot dal clima invernale, incentrata su un pairing piuttosto di nicchia: V e...
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Christopher Arclight/ Five, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Salve!
Sì, dovrei lavorare alla mia longfic, lo so. Ma è quando ha aperto la sezione ZeXal che tramavo di scrivere qualcosa sulla mia OTP di questa serie, vale a dire la Contrastshipping (Gauche/V
–ovvero Five-, o Nistro/Quinton, se preferite la denominazione americana) – perché se la mia ship prediletta non è un crack pairing ovviamente io non sono contenta.

Quindi ecco una breve, fluffosa oneshot dal clima invernale (ambientata post-series, immagino) che, badate bene, contiene qualche SPOILER, in particolare sui veri nomi dei fratelli Tron assieme a qualche spoiler minore sulla loro background story.

Detto questo, buona lettura! Sia che vi sia piaciuta sia che no, ricordatevi che accolgo a braccia aperte qualsiasi tipo di recensione! <3 Alla prossima!

 

 

 

 

Cold snow, warm skin.

 

Per qualche motivo trovava quasi poetico che nonostante Heartland City fosse una città tanto vivace e popolata, quando la neve scendeva ad imbiancare quel paesaggio ipertecnologico tutto iniziasse a tacere, ogni singolo suono attutito da quel delicato manto di soffice luce bianca che si poggiava ovunque.

Era veramente da tanto, tanto tempo che non vedeva la neve con i suoi occhi. L’ultima volta quand’era stata? Probabilmente quando ancora viveva all’estero, quando i suoi fratelli erano appena dei bambini e la sua famiglia sembrava ancora essere un imperturbabile concentrato di perfezione.

Sbatté le palpebre sui begli occhi azzurri mentre, fermando il suo cammino, alzava la testa, osservando i fiocchi candidi scendere lentamente dal cielo nero attraversato dalle mille luci dei proiettori e delle insegne. Pensandoci, aveva senza ombra di dubbio nevicato in altre occasioni, ma dopo che la sua vita si era pressoché sgretolata tra le sue mani non aveva mai prestato troppa attenzione a quello che lo circondava, limitandosi a perseguire il suo scopo di vendetta e ad obbedire ad ogni ordine impartitogli da Tron…

… ma quei tempi, fortunatamente, se li era lasciati alle spalle da molto, pensò, ritrovandosi a scuotere la testa con un sorriso un po’ amaro mentre come al solito si rimproverava di rivangare avvenimenti tanto dolorosi anche quando non serviva, schiudendo appena le palpebre per osservare una nuvoletta di vapore uscire dalle sue labbra semiaperte.

Non c’era davvero alcun motivo di pensare al passato, adesso, ma vedere la neve come una sorta di collegamento tra la gioia dei tempi andati e quella che finalmente poteva concedersi non poteva che infondergli una rara serenità che manifestava adesso con un composto sorriso, presto sostituito da un’espressione di sorpresa quando sentì la propria mano destra venir afferrata da un altro palmo, più grande e più caldo del suo, che la strinse con delicatezza tra le sue dita.

- Tutto bene, Chris? – domandò una voce decisa ma non severa, richiamando solo parzialmente l’attenzione del giovane adesso assorto ad osservare le loro mani unite.

Non era così frequente, per l’altro, palesare anche oltre le sicure mura di casa la loro relazione, ma era proprio grazie a questi piccoli gesti improvvisi e inaspettati che Christopher Arclight aveva imparato a conoscere il suo compagno, esaminando con silenziosa e scrupolosa attenzione ogni suo gesto. Alzò dunque lo sguardo, incontrando i suoi occhi violetti di solito così sicuri, adesso attraversati da quella che sembrava pura insicurezza.

- Mai stato meglio. – Rispose, la voce come al solito moderata dalla sua proverbiale compostezza. Sì, era chiaramente insicurezza quella che scorgeva nelle sue iridi ametistine, sospetto ampiamente confermato dalla stretta divenuta improvvisamente un po’ più forte attorno al proprio palmo delicato non appena i loro occhi si erano incontrati.

- Piuttosto, Gauche, tu come ti senti? – lo incalzò, stavolta approfittandone per intrecciare le dita sottili tra quelle del ragazzo più alto, che non appena si sentì rivolgere quella domanda distolse lestamente lo sguardo.

Precisamente, era l’esatta reazione che si aspettava.

Non si frequentavano da molti mesi, ma in quel lasso di tempo Gauche era diventato un libro aperto per Chris, per il quale reazioni e pensieri del compagno ormai non erano certo più un segreto: ammise a se stesso che non era stato troppo difficile, vista e considerata la mentalità semplice, quasi infantile, di quell’uomo così forte e al contempo tanto imprevedibilmente sensibile (seppur con moderazione), che proprio come un bambino spaventato cercava in quella stretta di mano l’appiglio sicuro che serviva ad infondergli coraggio, come se quella a cui stesse andando incontro fosse la prova più rischiosa della sua intera esistenza.

- … io non so mica se me la sento di incontrare la tua famiglia. – borbottò il più alto, sistemandosi con una mano l’ampio bavero del cappotto. A quelle parole il più grande dei due (perché, nonostante l’evidente differenza di statura e corporatura, il maggiore era sempre e comunque Chris, anche se erano divisi giusto giusto da un annetto) sgranò sorpreso le palpebre, prendendogli entrambe le mani per mettersi davanti a lui.

Di tutte le cose di cui Gauche poteva essere insicuro, questa era l’ultima che si aspettava: dopotutto aveva già avuto a che fare con i suoi fratelli e suo padre… in un altro contesto e in una relazione ben diversa, certo, ma adesso che ogni asperità era stata appianata non c’era più alcun motivo di portar rancore verso di lui o verso la persona per cui lavorava e, così come loro due si erano riconciliati…

… riflettendoci su qualche istante, la loro riconciliazione non era stata esattamente facile.

Al contrario, nel primo momento in cui, dopo il ritorno della famiglia Arclight a Heartland City, “V” si era nuovamente imbattuto in quell’energumeno ancora chiaramente furioso nei suoi confronti per come si era azzardato prima a rapire Haruto e poi a trattarlo come un pezzente durante le finali del Carnevale Mondiale dei Duelli, la loro relazione basata sull’apparente disprezzo reciproco sembrava presagire tutto meno che una possibile relazione. Per essere completamente sinceri, però, l’astio pareva essere solo da parte di Gauche: così da non confondersi con uno come lui, Chris aveva deciso di non concedergli neppure uno sguardo, smettendo di ignorarlo del tutto solo quando si accorse di come, ad un certo punto (passando, per altro, inosservato più o meno quanto un contadino ad una serata di gala) avesse cominciato a pedinarlo.

Ricordava come si era improvvisamente voltato verso di lui, con una velocità tale da impedirgli di trovare uno squallido nascondiglio per celare la propria presenza e di come, venendo colto completamente alla sprovvista, Chris si era ritrovato davanti un mazzo di profumatissime rose bianche e un impacciato invito a cena. Convinto che si trattasse solo di un pretesto per “studiarlo” più da vicino e attuare una possibile vendetta, il primogenito Arclight non poteva certo immaginare che, al contrario di quanto volesse far sembrare, l’ossessione dell’ex membro del comitato direttivo del WDC non era affatto dettata dal suo senso d’inferiorità nei suoi confronti, convincendosi solo durante la loro prima uscita (immersa nell’atmosfera più imbarazzata possibile) che questi aveva deciso di ingoiare il proprio orgoglio e di ammettere, infine, quando davvero fosse attratto da lui.

E più che si frequentavano, un appuntamento dopo l’altro, più quest’attrazione diventava corrisposta, fino a che entrambi non ebbero chiaro che visti gli sguardi, le carezze e le parole che si scambiavano rimanere solo “amici” sarebbe stato piuttosto inopportuno. O meglio: l’avevano chiaro entrambi, ma era stato Chris a fare il primo, concreto passo verso la relazione stabile che adesso condividevano, intuendo man mano che osservava l’insicurezza sentimentale di quell’altro che, dopo il primo invito a cena, avrebbe dovuto aspettare molto tempo prima di un qualsiasi altro tentativo di far evolvere il loro rapporto in qualcosa di più. Gauche era rimasto stupito dalla determinazione dell’Arclight e dalla sua capacità di prendere in mano le redini della situazione, ma non aveva esitato ad assecondare, finalmente, i propri sentimenti, rispondendo affermativamente alla sua proposta e accettando, infine, di mettersi con lui.

Da quel giorno, poi, tutto tra di loro era andato per il meglio: oltre a qualche litigio superficiale non era mai successo niente di così eclatante o degno di nota, o tanto importante da portare il ragazzo coi capelli chiari a lamentarsene con la propria famiglia, quindi dov’era il problema?

- Cosa ti preoccupa? – gli domandò quindi col tono più calmo e posato possibile – Non ci sono ostilità tra te e la mia famiglia, quindi non riesco davvero a capire cosa ti turbi. –

- E che ne so… - l’altro borbottò, aggrottando le sopracciglia sugli occhi che si affrettò a distogliere il prima possibile dallo sguardo del compagno – … i tuoi fratelli, credo. –

- I miei fratelli non mordono. – rispose pacato, risistemandogli un bottone del trench bordeaux.

Rimase calmo per tutta la breve durata di questo piccolo gesto, ma dentro anche lui stava iniziando a provare una specie di fastidiosa preoccupazione: effettivamente, erano proprio i suoi fratelli a rappresentare l’ostacolo più difficile da superare.

Non entrambi, in realtà: Mihael difficilmente avrebbe fatto commenti, vista la sua attitudine positiva e la sua tendenza ad essere sempre felice per il prossimo, ma Thomas…

… sì, Thomas avrebbe decisamente potuto rappresentare un problema.

Ricordava chiaramente il primo momento in cui gli aveva rinfacciato di aver scoperto (il come, per il maggiore, era ancora un mistero: allora si vedevano ancora da poco, quindi le possibilità che li avesse visti per caso in giro erano davvero minime…) il fatto che lui e Gauche uscissero insieme: inizialmente il discorso era partito in modo quasi tranquillo ma, come ci si poteva facilmente aspettare da un ipocrita del suo calibro, il tutto era ben presto degenerato in una serie di insulti e risate sguaiate.

Così, tra un “disperato”, un “sei caduto davvero in basso” e un “non immaginavo avessi un debole per gli animali”, durante quel burrascoso confronto Thomas aveva lanciato la sua sfida: la loro relazione, dato che a suo parere era dettata unicamente dal senso di solitudine di Chris, non sarebbe durata più di due settimane.

Contro i pronostici così acidi del fratello, tuttavia, al giorno i due uscivano assieme come coppia da poco meno di quattro mesi: non un lasso di tempo troppo esteso, questo doveva riconoscerlo, ma abbastanza da far capire a chiunque che non aveva scelto di stare con Gauche solo per “disperazione”, come aveva immaginato quella malalingua.

Doveva ammetterlo, però: il dimostrare al fratello minore quanto si stesse sbagliando era il motivo alla base della dolce insistenza con cui aveva convinto l’altro ragazzo a seguirlo fino a casa sua. Solo adesso si rendeva conto di quanto una motivazione tanto superficiale l’avesse portato inevitabilmente allo stesso livello del secondogenito Arclight, senza contare che, in questo modo, poteva aver rischiato di velocizzare fin troppo le cose e, di conseguenza, di mettere a disagio il suo compagno improvvisamente così dubbioso.

Ma ormai era inutile piangere sul latte versato: la neve continuava a scendere copiosa posandosi inesorabile su di loro, pertanto era fondamentale riuscire a fugare subito ogni incertezza per evitare di essere ritrovati ibernati solamente allo scioglimento di quel primo ghiaccio invernale.

- … se è per ciò che possono dire tranquillo, ci penserò io stesso a farli rigare dritto. – aggiunse, annuendo una volta col capo. Gauche sospirò, il calore del suo respiro che si disperdeva rapidamente nell’aria gelida, e solo dopo un lungo momento di silenzio si decise nuovamente ad aprir bocca.

- Probabilmente si aspettano che tu abbia un… partner di chissà che classe sociale, non uno sgherro come me. – riuscì finalmente a dire, tutto d’un fiato. Quella rivelazione non poté che lasciare Christopher completamente interdetto, tanto che rimase immobile per lunghi attimi con gli occhi blu sgranati e fissi su di lui.

Sorprendentemente, stava venendo a conoscenza di più aspetti del suo ragazzo durante quel breve tragitto che in tutta la loro relazione assieme: pur sapendo dei suoi brevi e non esattamente frequenti attimi di tentennamento emotivo, era comunque abituato a vederlo come un ragazzo forte, spavaldo (talvolta anche fin troppo) e pieno di sé fino all’orlo, tanto che osservarlo mentre si faceva un sacco di problemi sull’opinione che qualcun altro poteva avere di lui, arrivando addirittura a sminuirsi, gli faceva quasi… tenerezza.

Finalmente sul suo pallido viso si dipinse un sorriso dolce e premuroso, mentre con le braccia irrigidite dal gelo lo invitava ad un composto ma tenero abbraccio.

- Non importa con chi io mi veda, la mia famiglia vuole solo che io sia felice. – mormorò, senza mai interrompere il loro contatto visivo – E io con te lo sono davvero. –

Detto questo, costretto a sollevarsi un poco sulle punte dei piedi (Chris sapeva bene quanto fosse raro trovare una persona che lo superasse in altezza, dunque il fatto di aver trovato qualcuno che lo costringesse addirittura a mettersi in punta di piedi per raggiungerlo rendeva il tutto, in un certo senso, un po’ più speciale) si allungò verso di lui, lasciandogli un bacio delicato e fugace sulle labbra semiaperte dallo stupore.

- … quindi smetti di farti problemi, hm? – proseguì subito dopo, facendo scivolare un polpastrello lungo ll contorno della sua mascella. Gauche sogghignò a sua volta, appoggiando in risposta una mano sulla sua guancia fredda.

-  Come vuoi tu, principessa. – replicò, nella voce un misto tra affetto e scherno. Sbuffò, Chris, ma non fece niente per ribattere a quella provocazione inizialmente tanto detestata, ma adesso ormai parte integrante della loro routine; ora come ora non gli importava niente di fastidiosi nomignoli, pensò mentre socchiudeva lentamente le palpebre, voleva solo premersi il più possibile contro quel palmo forte appoggiato sul proprio volto. Dopotutto, amava come nonostante il clima gelido, nonostante la neve, quella mano continuasse sempre e comunque a rimanere tanto piacevolmente calda.

 

E quel calore era tutto ciò di cui aveva bisogno.

   
 
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