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Autore: MaybeInfinite    15/12/2012    1 recensioni
Ted. Tutto si fermò quando Albus incrociò gli occhi del ragazzo, che stava fermo accanto alla porta. Uno sguardo, uno sguardo che conteneva tutte le parole che non potevano dirsi, non davanti a tutti. Uno sguardo che significava “Dopo”.
Albus abbassò la testa, perché doveva ancora aspettare, e l’attesa lo uccideva dentro.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Teddy Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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La neve scendeva lenta. Copriva il paesaggio, tanto che a guardarlo gli occhi facevano male, il bianco accecante rifletteva la luce del sole; un sole troppo lontano per riscaldare l’aria.
Dalla finestra al primo piano della Tana, Albus aspettava.
Guardava fuori, con le labbra quasi appoggiate al vetro, che si appannava e si spannava al ritmo del suo respiro. Albus alzò la mano e tracciò una piccola T, che scomparve quando il vetro si spannò, ancora una volta.
Passarono i minuti e non successe nulla.
Albus si allontanò dalla finestra e si buttò sul letto, guardando lo stemma di Grifondoro appeso alla parete. Aveva esaudito il desiderio di tutti, sei anni prima, quando il Cappello Parlante aveva urlato “Grifondoro!” e la Sala Grande era esplosa.
Il tempo era passato.
Era la vigilia di Natale: qualche ora dopo ci sarebbe stata la cena, ci sarebbero stati tutti.
Ma una persona, c’era una persona che Albus aspettava trepidante.

-Sono arrivati!-

Il ragazzo si alzò di scatto alla voce di Harry.
Corse alla finestra, controllando lo stato dei suoi capelli nel riflesso sul vetro. Fece un respiro profondo, uscì dalla porta e scese le scale.
Venne accolto da un mare di suoni e di voci, voci che salutavano i nuovi arrivati: Bill, Fleur e i figli, Andromeda e suo nipote Ted.
Ted. Tutto si fermò quando Albus incrociò gli occhi del ragazzo, che stava fermo accanto alla porta. Uno sguardo, uno sguardo che conteneva tutte le parole che non potevano dirsi, non davanti a tutti. Uno sguardo che significava “Dopo”.
Albus abbassò la testa, perché doveva ancora aspettare, e l’attesa lo uccideva dentro.
Fece ciò che tutti si aspettavano facesse.
La serata passò tra una risata e l’altra, scartarono i regali. Ed era ormai notte fonda quando tutti andarono a dormire.
Tutti tranne due, due lupi erano svegli e aspettavano il momento giusto.
Il giovane Potter stava guardando il soffitto, nemmeno se avesse voluto avrebbe potuto dormire.
La porta si aprì lentamente e un’ombra si avvicinò al letto.
Albus tremava quando si alzò. Raggiunse Ted e lo spinse delicatamente contro il muro, mettendo le mani sulla sua nuca. Si baciarono.
Si baciarono come nessuna coppia libera potrebbe mai fare. Perché i loro incontri erano pochi e silenziosi. Si svolgevano al buio e mai i ragazzi riuscivano a distinguere bene il viso del ragazzo amato.
Per questo ogni loro bacio racchiudeva la passione di due ragazzi che non erano liberi di amarsi come avrebbero voluto.

-Alb…-

Sussurrò Ted, ansimando. Albus, per tutta risposta, lo strinse più forte a sé. Aveva aspettato settimane e ora non voleva sentire ragione.

-Alb, non qui.-

Continuò Ted, baciando l’orecchio del ragazzo. Accanto c’era la stanza delle sorelle Potter, e se avessero sentito qualcosa sarebbero nati dei problemi che nessuno voleva.
Albus guardò Ted negli occhi, senza riuscire a distinguere bene il suo viso a causa dell’oscurità. Sapeva che aveva ragione.
Uscirono lentamente dalla stanza e attraversarono la casa per andare alla piccola camera degli ospiti, la più isolata, in cui c’era il letto di Ted.
I ragazzi si scambiarono uno sguardo d’intesa e i capelli di Ted si tinsero di rosso fuoco.
Albus sorrise, quello era il segnale, era arrivato il momento. Lasciò che Ted lo spingesse fino al letto e si sdraiò, mentre il Metamorfomagus si metteva sopra di lui.
L’aria di quella piccola e fredda stanza si stavo riempiendo di amore puro e incontaminato, si stava scaldando grazie al calore di quei due corpi che si amavano segretamente, di notte, che si muovevano per la casa come lupi.
Albus strinse tra le mani i corti capelli dal colore cangiante del ragazzo che amava, mentre lui gli sbottonava i jeans.

  
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