15/12/2012
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“sono una delle tante?” furono le parole che Zayn sentì pronunciare dalla ragazza alta, magra con i capelli biondi e gli occhi marroni, marroni scuri e le labbra secche, mentre gli slacciava il pantalone.
“no, non lo sei.” Disse Zayn accennando un sorriso, un falso sorriso. Uno di quei sorrisi tipo: ti sto mentendo ma voglio il tuo corpo, e lo voglio ora. Andò avanti a sfilargli i pantaloni, pensando a quanto si sarebbe ancora divertiti, nuovamente come ogni giovedi pomeriggio. La ragazza gli faceva ripetizioni, che finivano per diventare scopate. Ma a Zayn importava o no? La conosceva ormai da quattro anni, ma solo un pomeriggio il loro rapporto cambiò, per una stupida matita caduta a terra che fece impazzire Zayn alla vista di codesta bellezza piegarsi per riprenderla. Zayn aveva 16 anni, lei 15. Crescendo il loro rapporto rimase lo stesso.
Zayn gli accarezzò le cosce, così magre. Il suo corpo sembrava ormai un giocattolo, era spento.
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Furono queste le scene che Zayn ricordò, seduto sulla sedia scomoda di quell’ospedale, in attesa di buone notizie. A un mese da quel pomeriggio, Lauren, la ragazza o meglio scopa mica, fu investita. In centro città, da un pazzo sicuramente impasticcato mentre tornava dall’università.
“Zayn, zayn! Lauren è stata investita.” lo svegliò precedentemente una chiamata. A Zayn non era mai importato tanto, perché si era alzato di fretta dal letto senza badare al suo aspetto? Perché era corso così all’ospedale? Nessuno se lo sarebbe spiegato. Zayn l’aveva sempre usata per puro piacere. A lui piaceva tutto quello. Nient’altro. Il motivo non era chiaro, mai sarebbe stato chiaro.
Si trovava seduto, su quelle sedie scomode, con gente, infermieri, malati, infortunati che correva di qua e di là con cartelline bianche e barelle. Lui era lì, disperato. Con le mani fra i capelli, a fissare il vuoto. A guardare il pavimento a pallini. Ogni tanto tirava fuori il suo iPhone 5, si aggiustava la giacca in pelle e tornava a pensare, si immergeva nei suoi pensieri. Le parole di Lauren, gli tornavano in mente, magicamente.
‘sono una delle tante?’ fu una delle prime frasi a saltargli in mente. Desiderava averla, in un letto e sapere che lei non fosse in pericolo. Avrebbe preferito, rinunciare al suo corpo ma vederla sana. Eppure era lì e lui era impotente. Sentiva dei grossi pesi, si sentiva in colpa per averla usata come oggetto del proprio piacere per tutto quel tempo. Era su un letto, tra la vita e la morte, ma lui non poteva farci niente. Camminava avanti e indietro per la sala d’attesa. Attendeva un ‘Lauren Oxford sta bene, torni pure a casa.’ Ma no, nessuna di queste cose accadeva.
Vide un dottore lontano, preso dal panico si alzò e si mise le mani in tasca, tremava e sudava. Sentiva che si stesse dirigendo verso di lui.
“Malik?”
“Si, sono io dottore.”
“Venga.” Disse mettendogli una mano sulla spalla mostrandogli la via verso la stanza o meglio l’ufficio. Lo fece sedere e gli parlò.
“Aveva contatti con la ragazza? Siete parenti?”
Zayn cosa avrebbe dovuto rispondere? ‘è la mia scopamica?’
‘amici …’ risponde guardando una penna sulla scrivania.
‘ è deceduta, mi dispiace.’ Disse sfregandosi le mani e alzandosi.
A Zayn venne una fitta. Si sentì inutile, si sentì una merda. Se n’era accorto troppo tardi. Si era accorto troppo tardi di quanto lei avesse reso la sua vita migliore, di quanto lei fosse importante. Di
quante emozioni gli regalasse, al di là del sesso. Era troppo tardi e se n’era accorto, quando avrebbe potuto abbracciare un solo fantasma o parlare al vuoto. Era troppo tardi, e lui l’amava.
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Gente, ho scritto anche questa col cuore vi giuro. ho tantissime idee ultimamente. ci tengo un sacco a questa, mi piacerebbe sapere che ne pensate. alla prossima c: su twitter sono @inharoldsheart ! x