Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: acculturazione    15/12/2012    4 recensioni
Questa FF è un augurio di buona fortuna per la mia adorata Hogwarts_lady, parla della signora Weasley che in un momento di solitudine, ricorda la sua giovinezza accompagnata dalle note di un vecchio pianoforte
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Molly Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Questa Fic è tutta per te, Giuli, parla di Molly (e non della nostra amata coppia :'() perché mi hai detto che è uno dei personaggi che più ammiri... non so da dove l'idea mi sia venuta, però mi sono molto divertita a scrivere, e spero che ti piaccia.. è solo un piccolo "omaggio" per augurarti buona fortuna nel tuo saggio di dopodomani, che lo so, ti andrà strepitosamente! Spero che ti piaccia ;) Un bacio enormissimo, Fede.
____________________________________________________________________________________________________________________________





Il salotto della Tana, come poche volte nella sua storia, era sgombro di tutto il disordine che normalmente i ragazzi Weasley lasciavano al loro passaggio.
Erano due sere che tutti loro erano via da casa e alla signora Weasley faceva strano tutto quel silenzio, un po’ la deprimeva, ebbe l’istinto di sbattere le padelle in giro pur di rallegrare un po’ l’ambiente... persino il Demone in soffitta pareva essersene andato.
Arthur sarebbe tornato entro qualche ora dall’ufficio, le aveva spedito un gufo, Bill era in Egitto, Charlie in Romania, Percy, Fred, George, Ron e Ginny ad Hogwarts, e lei era li a casa tutta sola.
Osservò il tavolino che aveva scrupolosamente ordinato, avendo avuto tanto tempo nel pomeriggio, osservò la mensola sopra il caminetto ben spolverata, infine osservò le sette o otto cornici appoggiate sulla cassa armonica di un malconcio pianoforte verticale.
Molly era così abituata a vederlo chiuso e usato come semplice comò per le foto, che spesso si dimenticava della sua presenza. Era molto vecchio, pitturato di marrone rossiccio e un po’ scrostato, ma comunque bellissimo agli occhi della donna.
Si avvicinò lentamente allo strumento, cercando di non fare rumore, come se adesso il religioso silenzio che l’aveva tanto colpita fosse soltanto rispetto da portare a quel pezzo della sua vita.
Quando fu davanti al piano vi passò delicatamente un dito, spostando un po’ di polvere, fissò commossa le numerose fotografie raffiguranti i suoi amati figli nelle azioni più svariate (Charlie faceva il solletico a Ginny, Bill aiutava Ron nei compiti, Fred lanciava un rapanello a Percy da dietro, George rideva con suo padre e il suo gemello, Molly abbracciava i figli maggiori, Percy di sette anni inseguiva Ron di 3 e Ginny di 2 e così via) tirò sul col naso.
Si sedette sempre con lentezza sullo sgabello imbottito, che vicino all’angolo sinistro recava un piccolo buco da cui l’ovatta tentava di uscire, Molly sollevò il copri tasti cigolante e permise ai suoi occhi di sfamarsi alla vista di quei tasti bianchi e neri. Con le mani li accarezzò, andando su e giù per tutta la tastiera, ma senza mai premere abbastanza per dare il via alle note.
Era tanto che non faceva musica, perciò era un po’ nervosa al pensiero di suonare una qualsiasi melodia e, mentre con le dita continuava a sfiorare i tasti deliziandosi della loro lindezza, si frugò nella mente alla ricerca della canzone che più in gioventù aveva amato suonare. Così i ricordi si concentrarono sulla prima lezione di piano che aveva preso, su Gideon che la prendeva in giro e su Fabian che le diceva quanto era brava, su sua madre con le lacrima agli occhi vedendola suonare tutta felice e su suo padre, che il giorno dei suoi diciassette anni le regalò il pianoforte verticale più a buon mercato che aveva scovato a Diagon Alley.
Trovò la canzone giusta, la canzone perfetta per il suo ritorno dopo tanti anni a quella passione cui aveva dovuto rinunciare per forza di cose... occuparsi di sette figli non lascia molto tempo libero.
Si mise a suonare prima ancora di dare l’ordine al cervello, semplicemente le sue mani si mossero come dotate di mente propria, danzavano schiacciando i tasti, le note in pochi secondi riempirono tutto. Riempirono la Tana, ma soprattutto riempirono il cuore di Molly, melodiose e sinuose veleggiarono nella sua anima, salirono le scale fino alla soffitta, uscirono dalla porta verso l’orto, colmarono di ricordi felici ogni cosa. Le sue mani volteggiavano  sulla tastiera veloci e sicure adesso, non si curavano di nulla, il loro unico impegno era di allungare all’infinito quel momento di poesia pura.
Molly piangeva di gioia mentre, ancora suonando, constatava che era tuttora capace, che quella musica non l’avrebbe mai abbandonata. Era parte di lei, come lo erano i suoi figli, come lo era Arthur e come lo erano i suoi ricordi, quel piano scrostato, forse non il massimo alla vista ma perfetto per suonare, era il filo conduttore della sua vita.
Rideva e piangeva, seduta su uno sgabello bucato e con le mani impegnate a produrre una canzone allegra che per quei pochi minuti riempì la forte nostalgia della Tana

 
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: acculturazione