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Autore: _Evil    15/12/2012    0 recensioni
"Era soltanto un brutto sogno". E se non fossimo più in grado di distinguere i sogni dalla realtà?
Genere: Horror, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Qual è la cosa più terrificante che possa capitare ad una persona?
Esistono centinaia di situazioni in grado di scatenare quella primitiva reazione che noi chiamiamo "paura", da macro-eventi come la guerra fino ad arrivare ad una verifica didattica per uno studente. C'è la paura di morire, paura di veder qualcuno morire, paura di non essere accettati.
Tuttavia credo che ci sia qualcosa in particolare in grado di scatenare un terrore che potremmo definire assoluto: un brutto sogno.
Un qualcosa meno la si conosce e più fa paura. E cosa c'è di più sconosciuto se non ciò che nella realtà non esiste? Anche il più strano degli eventi possibili finirà per tradirsi davanti ad una mente razionale. Potremmo credere di aver visto una sorta di mostro nel buio e farci prendere per un attimo dallo spavento, ma la nostra mente ci riporterebbe subito alla realtà, mostrandoci magari il cane del vicino. Quando si riesce a padroneggiare questa lucidità, non c'è mostro che possa farci paura. Possiamo temere una persona, un'arma, un luogo, ma nulla che non possa essere sondato, capito e represso dalla nostra mente. L'uomo può sconfiggere le sue paure.
La domanda è: e se queste paure non esistono? Se quel mostro che ci tormentava da bambini tornasse a farci visita da adulti? Non nella realtà, ovviamente, perché i mostri non esistono, giusto? Ma nei sogni...
Nei sogni tutto può esistere, tutto può prendere forma, e spesso è il nostro subconscio, la parte più profonda di noi stessi a materializzarsi. E cosa c'è di più sconosciuto a questo mondo di noi stessi?


Lisa era una giovane studentessa universitaria. Appassionata di storia, sognava di poter diventare un'insegnante.
Il suo ultimo brutto sogno risaliva a quasi dieci anni fa. Nella storia di cui vi parlo, invece, al massimo poteva sognare di non riuscire a passare un esame, di essere piantata in asso dal suo ragazzo, di veder morire una persona cara. Nulla che non potesse succedere anche nella realtà, nella vita di tutti i giorni. Era una ragazza qualsiasi, come tutte le altre. Finché qualcosa non cominciò a cambiare.
Luogo e tempo di questa storia: non sono importanti. Quello che c'è da sapere è che Lisa si trovava per strada, a percorrere a piedi i quartieri di città che separavano la stazione da casa sua. Era in compagnia di Monica, una vivace ragazza dai capelli di un nero quasi innaturale. Era una delle ragazze più gettonate dai maschi all'università, sia studenti che professori. Lisa la conosceva da più di dieci anni, ed al contrario di lei non era mai stata particolarmente brava a scuola, tuttavia i suoi voti agli esami di biologia erano un tantino troppo alti e non faceva altro che sorridere quando incrociava lo sguardo del professore, che ovviamente ricambiava. Quanto alla protagonista, Lisa, era una ragazza semplice. Non era brutta, non era bella. Una di quelle ragazze che se voleva poteva farsi carina, ma lei era troppo impegnata a descrivere le grandi imprese di Napoleone a Monica.
-Il più grande condottiero di tutti i tempi! Un impero che è nato con lui e che è morto con lui, una serie infinita di vittorie contro le più grandi potenze dell'epoc...-
-Si, si. Tutto molto affascinante, davvero. Almeno non devo subirmi anche oggi "l'affascinante corsa al potere di Adolf Hitler!"-, Monica si dilettò in una patetica imitazione della sua amica.
-Vuoi scherzare? Tutto quello che è riuscito a fare, considerando che il punto di partenza è stato quello di artista di strada fallito, è da ammirare. Non sto dicendo che sono a favore del nazismo, ci mancherebbe, non sono le idee di Hitler ad affascinarmi, ma la rapidità con cui è riuscito ad accentrare tutti i poteri della Repubblica su di lui!-, rispose accigliata.
-Va bene, va bene. Toh, che sfortuna, siamo arrivate-.
Lisa viveva al quarto piano di un palazzo. Appartamento non bello, non brutto. Le due amiche si salutarono e l'aspirante insegnante rimase ad osservare Monica che si allontanava, il Sole morente era come se venisse totalmente assorbito da quei capelli neri come piume di corvo. Nonostante i simpatici battibecchi che avevano ogni giorno, si volevano molto bene, e si supportavano a vicenda nei momenti di difficoltà.
Una volta dentro il palazzo prese l'ascensore, più per pigrizia che per vera necessità. Si ritrovò in uno stretto pianerottolo, dominato dalla luce arancione del tramonto. Dietro il portone di legno davanti a lei c'era casa sua, il suo mondo. Sua madre venne ad aprire, una donna buona che rifiutava di tingersi quei capelli grigi, che la facevano sembrare molto più vecchia di quello che in realtà era. Il secondo saluto fu quello di Tom, il grosso gatto dal pelo grigio e folto che viveva con loro da quando lei aveva memoria.
Quando era bambina, c'era anche un terzo saluto ad accoglierla. Quella barba ispida che pizzicava le sue guancie; la mani callose, le mani di un lavoratore instancabile perché nella sua testa c'è sempre e solo la famiglia.
Scosse leggermente la testa per rimuovere quei brutti pensieri e si accovacciò per giocherellare con il grosso gatto.
-Tutto bene con la scuola? E' davvero una benedizione che tu sia così brava, se non fosse per le borse di studio non saprei proprio come fare-, disse la madre.
Lisa tacque. Ormai sapeva distinguere le domande che esigevano una risposta dalle altre, come quella che gli era appena stata fatta.
Come ogni venerdì sera, cenarono con una bella pizza, dopodiché la ragazza andò a sdraiarsi sul letto, con il suo amato libro di storia e le fusa di Tom a farle compagnia. Come succedeva spesso, si addormentò immersa nei resoconti di avvincenti battaglie e biografie di uomini e donne che avevano fatto la storia. Ma quella notte accadde qualcosa di strano, qualcosa che sarebbe stato soltanto il trampolino di lancio verso un mondo di follia, di terrore assoluto.
  
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