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Autore: getta    15/12/2012    0 recensioni
spesso ci sono amori che apparentemente appaiono impossibili... ma la vita ci riserva sempre mille sorprese, e possiamo aspettarci,da essa, tutto o nulla.
Non esistono vie di mezzo.
Helena ed Enea ne sono un perfetto esempio.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Sono sempre stata una di quelle ragazzine etichettate dagli altri come "perfette".
Cresciuta in una bella casa, con una bella famiglia, pratico la danza classica da ancora prima  che nascessi, ho sempre ottenuto buoni voti a scuola  e i miei non mi hanno mai fatto mancare nulla.

Ma ora che sono arrivati ai miei 17 anni, capisco che forse una delle cose più importanti mi è sempre mancata....l'amore... non quello amore che si può volere al fidanzatino, quello che si può provare per un cane, o per i tuoi genitori.
L'amore quello con la A maiuscola; quell'amore che quando pensi a lui ti vengono le farfalle nello stomaco...o forse lo stomaco te lo divorano; quell'amore che non ti fa dormire la notte e che ti tiene sveglio di giorno, quell'amore che ti riempie i pensieri, quell'amore, non sdolcinato fatto solo di baci e carezze, ma quell'amore, fatto di baci con i morsi, pugni, occhiatacce, fatto di jeans sporchi di trerra a forza di rotolarsi, insieme, su un prato, quell'amore che quando ci pensi ti fa dire, "Porca merda...ma io lo amo davvero" o molto più semplicemente, quell'amore che ti fa essere Felice.
Ecco forse è questo che mi è sempre mancato.
Ho avuto qualche ragazzo, ma mai qualcosa di davvero profondo, di vero, mai qualcosa che potessi classificare come Amore.
Ma oramai ho anche smesso di cercarlo.
Frequento in terzo anno di liceo artistico e la mia vita si divide tra scuola, casa, danza e studio, e si, ho una vita davvero pallosa.
-Hele, come mai così in ritardo?  sono stata 20 minuti ad aspettarti quì al gelo-
-Prenditela con l'autista del cotral, o se vuoi direttamente con la società dei cotral, o prenditela con il signor Cotral insomma prenditela con chi vuoi perchè io...
-Hey hey hey stai calma occhei? ora andiamo a fare colazione e mi spieghi perchè sei così nervosa...e soprattutto perchè ce l'hai con il signor cotral- disse con un sorriso malizioso.
-ha inventato il cotral, mi sta antipatico a priori-
...
Mentre continuavamo la nostra allegra conversazione sui cotral, andammo da Melfa, il nostro bar preferito, prendemmo un cornetto e un cappuccino bollente, e parlammo del più e del meno, fino a quando la mia attenzione non venne catturatada un tipo che entrò nel bar, niente di speciale, o meglio, per niente il mio tipo, però aveva qualcosa che attirò la mia attenzione....forse il suo abbigliamento, o forse i dread, sta di fatto che non riuscii a guardarlo in faccia, entrò prese un caffè al volo e scappò.
-Hele...hele mi stai ascoltando? HELENA!!!-
-Uhm?-
- Ma che diavolo hai oggi?? sei distratta, non mi ascolti mai e poi ti sei messa a fissare il tipo di prima...ma mi dici che hai?- l'avevo davvero fatta incavolare, i suoi occhi verdi mi stavano fissando  e i capelli rossi erano sconvolti...segno che davvero le stavo dando sui nervi!
-Scusami ma...- abbassai gli occhi grigi sulle mani rosse e screpolate,a causa del freddo, attorcigliate attorno alla tazza bollente
-Ma..??-
Aspettava una risposta...ma non sapevo davvero cosa dirle.
-No niente, è che sono davvero stanca e...- il mio sguardo si alzo involontariamente sull'orologio del bar e "fortunatamente" segnava le 7:55
-e...-
-E niente alzati e sbrigati che tra 5 minuti dobbiamo essere in classe- gridai isterica...quell'orologio, involontariamente mi aveva salvato dal dire alla mia migliore amica una bugia su una verità che neanche io conoscevo.
Arrivammo in classe alle 8:00 precise spaccate, ci fiondammo sul nostro banco, la sciarpa attaccata al collo a causa del sudore, i capelli in ogni direzione per la corsa da centometriste contro vento e la proff arrivò solo 1 minuto dopo di noi.... fortuna sfacciata....sfacciatissima... in prima ora avevamo matematica con la Biondini, la proff più temuta di tutta la scuola, che anche se arrivi con mezzo minuto di ritardo, è capace di trovare una scusa per farti sospendere.

Mentre spiegava le incomprensibili disequazioni,  Leila mi passò un fogliettino *Ricorda che non la scampi con me, dopo mi dici ciò che abbiamo lasciato in sospeso al bar* Perfetto, ero decisamente rovinata.
Passarono le ore, la ricreazione e ci ritrovammo all'ultima ora e io ero ancora viva dalla mia bugia senza verità.
Fortunatamente Leila ha sempre avuto la mente corta, così uscimmo da scuola e lei corse a prendere l'auto che tanto avrebbe perso comunque, e io mi incamminai verso il parco, con le cuffie nelle orecchie.
Non avevo alcuna voglia di rientrare in casa, quella piena di... di ricordi noiosi della mia noiosa vita.
La mia unica fortuna, se così si può chiamare, è che i miei genitori fanno un lavoro che li porta almeno due volte al mese fuori città, se non in altri paesi, e casa è perennemente vuota, ci sono solo io e i miei pensieri...ah e ovviamente le mie stupide serate con Leila in compagnia di cioccolata calda, marshmallow, panna ed m&m!!
Cambia canzone e continuai a camminare verso il parco, mentre cantavo solo con il labbiale facendo uscire nuvolette dalla bocca ad ogni piccolo soffio.
Le nocche arrossate e screpolate cominciarono a riscaldarsi nelle tasche felpate del cappotto.
Arrivai al parco con un pezzo di pizza enorme preso durante il tragitto, tolsi le cuffie, e misi il cappello per riparare almeno un pò le orecchie, il naso rosso per il freddo e gli occhi lucidi per l'aria gelida.
Mi sedetti su una panchina; il parco era vuoto e bellissimo, bianco e gelido per la nevicata notturna.
C'ero soltanto io, la neve e il silenzio...ah e il mio pezzo di pizza enorme e buonissima....eppure c'era qualcosa che mi turbava.
Non so cosa fosse, ma è come se ci fosse qualcun'altro oltre a me, mi sentii osservata, eppure non c'era nessuno... probabilmente qualche scherzo della mia mente malata.
Continuai a mangiare silenzionsamente, e anche se cominciavo a non sentire più il sedere non avevo alcuna intenzione di alzarmi ed andarmene.
Cominciò a fioccare,chiusi gli occhi e alzai la testa al cielo per prendere tutte quelle piccole nuvolette gelide e cristalline sul viso.
Quando cominciai a non sentire più sensibilità lo riabassai e..
-Aaaaahhhha!!!- urlai e per lo spavento caddi dalla panchina; dall'altra parte di essa arrivò una risata soffocata.
-Avresti dovuto vedere la tua faccia- disse.
 Aveva una bella voce, ma era davvero molto fastidiosa, almeno così apparve alle mie orecchie.
Mi rialzai dai terra, o meglio dal metro e mezzo di neve, e rimasi in piedi a guardarlo mentre faceva....cosa stava facendo?
-Che fai?- chiesi
Lui non alzò la testa e neanche mi rispose, continuò il suo lavoro in silenzio.
-Sai, quando ti fanno una domanda dovresti rispondere, è da maleducati continuare a farsi i fatti propri!- affermai convinta
-Bhè è anche da maleducati farsi i cazzi degli altri- rispose, con una tranquillità davvero irritante.
-...Ma vai a quel paese va...Ah e potresti almeno alzare il viso sei davvero maleducato.-
Non mi rispose, continuò a....a ... a fare non so cosa, arrotolò solo quel pezzetto di carta, leccò un'estremita e l'attaccò sulla parte già arrotolata.
Ebbi una strana fitta allo stomaco, probabilmente mi stava salendo davvero il nervoso, così presi la mia borsa, lo mandai a quel paese con il dito medio, ma non ero sicura che avesse visto il mio gesto, continuava a tenere la testa bassa; così presi la borsa e me ne andai.





Se volete lasciate una recensione, un commento, insulti, puntualizzazioni, o correzioni, ne sarei felice, qualsiasi commento va bene, che sia una critica costruttiva o un complimento va bene qualsiasi cosa, spero solo che vi piaccia, è solo l'inizio, ma la storia cambierà totalmente. :)

















 

 



 






















 

  
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