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Autore: lu and the diamonds    15/12/2012    3 recensioni
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[georgexjj]
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Dal testo:
Da quando l’avevo conosciuto, da quando era entrato nelle nostre vite, tutto era un po’ cambiato, perché lui ci aveva cambiati.
George Shelley era una di quelle persone belle, belle davvero.
Di quelle genuine, che ti si stampa il sorriso sul volto a starci insieme e dalle quali non vorresti separarti mai perché ti fanno stare bene e non ne hai mai abbastanza, di sentirti così.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: George Shelley, JJ Hamblett
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Some nights.

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Alle ragazze del The Union G(ay),
vi adoro!



«Non resti con noi?» domandò George, un’espressione delusa sul bel volto da bambino.
Jaymi scosse la testa ed infilò il cappotto scuro.
«Olly si è liberato all’ultimo momento, quindi prendo il primo volo e lo raggiungo. Scusate, ragazzi» 
«Non c’è problema» mi affrettai a rispondere.
Il riccio mi scoccò un’occhiata strana, un misto fra lo stupito e lo sconcertato, e io non capii perché.
Inclinai la testa su un lato, pensandoci. 
Jaymi mi dette una pacca sulla spalla, prima di uscire dalla porta della nostra camera, in quell’hotel ad Aberdeen, lasciando me e George soli; Josh era tornato a casa quella mattina.
Fu allora che compresi il motivo dello stupore del più piccolo alla mia affermazione: quel pomeriggio avevamo avuto una piccola incomprensione, rimasta irrisolta, e forse non gli andava a genio l’idea di restare soli.
Sospirando, mi trascinai fino al divano chiaro.
Non ricordavo nemmeno il motivo del nostro litigio e nemmeno mi importava, in quel momento volevo solo far pace con lui.
Mi sedetti, lasciandomi sprofondare nei cuscini, ed accesi la tv.
Cercai di distrarmi, provando ad interessarmi ad un quiz, ma mi fu impossibile: George si muoveva, irrequieto. 
L’avevo sentito fare avanti e indietro per la stanza almeno tre volte, poi era andato in bagno, aveva aperto il piccolo frigo di cui la camera era dotato e infine si era sdraiato sul letto. 
Ora non la smetteva di digitare qualcosa sul suo cellulare.
Sospirai ancora, non sapendo che altro fare.


Avevo continuato a saltare da un canale all’altro per un’ora, senza nemmeno soffermarmi a guardare una trasmissione, l’avevo fatto solo per ingannare il tempo.
«Ho sonno» annunciò improvvisamente George, facendomi sobbalzare appena, spegnendo la lampada che troneggiava sul comodino.
Non mi aspettavo che mi parlasse dopo tutto quel silenzio.
Mi voltai verso di lui, che però non mi stava guardando.
«Vuoi che spenga la tv?» gli domandai.
«Se non è un problema per te…» 
«Tranquillo» lo rassicurai, chiudendola, e alzandomi per lasciare il telecomando sul mobile.
Guardai l’orario sul display del mio cellulare: era quasi mezzanotte.
Decisi di fare una doccia veloce, sperando che un po’ di quelle preoccupazioni potessero scivolarmi via di dosso assieme all’acqua che scorreva calda sul mio corpo.
Una volta finito, mi avvolsi nell’accappatoio e mi asciugai in fretta, rabbrividendo.
In Scozia faceva molto più freddo che in Inghilterra, pensai, indossando il pigiama blu che mi ero portato dietro.
Quando rientrai nella camera da letto, notai che George si era infilato sotto le coperte del grande letto matrimoniale posto al centro della stanza, in cui la sera precedente avevamo dormito io e Josh.
Nel buio, feci attenzione a non inciampare nelle scarpe e nel jeans che il piccolo aveva abbandonato per terra.
Mi guardai un attimo attorno: dove avrei dovuto dormire?
Nel letto con il riccio?
I due letti singoli mi mettevano troppa tristezza e poi stavo tremando dal freddo…
Decisi che per una volta volevo non preoccuparmi troppo, così girai intorno al letto più grande e scivolai velocemente fra le coperte calde.
Mi ci sistemai piano, cercando di non svegliare George, che sembrava essersi addormentato.
Lo osservai per un momento: era bellissimo.
I ricci castani gli ricadevano in modo disordinato sulla fronte, incorniciando il suo volto pallido.
Aveva le labbra rosse leggermente schiuse e il petto gli si alzava, gonfiandosi lentamente, ad ogni respiro.
Mi costrinsi a staccargli di occhi di dosso e mi voltai su un lato, dandogli le spalle.
Magari non guardandolo, mi sarebbe passata quell’irrefrenabile voglia di abbracciarlo che avevo.
Da quando l’avevo conosciuto, da quando era entrato nelle nostre vite, tutto era un po’ cambiato, perché lui ci aveva cambiati.
George Shelley era una di quelle persone belle, belle davvero. 
Di quelle genuine, che ti si stampa il sorriso sul volto a starci insieme e dalle quali non vorresti separarti mai perché ti fanno stare bene e non ne hai mai abbastanza, di sentirti così.
Proprio mentre mi perdevo in queste riflessioni, il letto si mosse, un peso si spostò verso di me.
Il riccio mi circondò da dietro, insicuro.
Percepii il suo petto contro la mia schiena e il mio cuore battere un po’ più forte. 
I suoi piedi si incatenarono ai miei, le sue gambe nude e fredde fra le mie a cercare calore. 
«JJ?» sussurrò George, la voce ovattata dal sonno.
«Sì?»
«Mi dispiace per oggi…»
«Non importa»
«Mi vuoi ancora bene?» domandò a mezza voce.
Mi si bloccò per un attimo il respiro.
«Ti voglio tanto bene, George» risposi accarezzandogli il braccio che mi avvolgeva, scorrendo dal gomito in giù e soffermandomi sulla mano morbida per esplorarne le lunghe dita.
«Anche io te ne voglio» sussurrò e sentii un sorriso schiudersi sulle sue labbra.
Poi mi si accoccolò contro e in pochi minuti il suo respiro si fece più pesante, segno che ormai era nella culla di Morfeo.
Sospirai per l’ennesima volta in quella serata: cosa mi stava facendo quel ragazzino?


 

 

ohrisensun's corner:

ciao pipooool! 
No, okay, che vergogna pubblicare quella roba lì sopra D:
*fa una faccia schifata*

E' la prima volta che scrivo in questa categoria (per ora!)
ma non ho potuto astenermi quando George ha scritto quel favoloso tweet 
che annunciava che lui e JJ avrebbero dormito da soli in hotel!

Okay, la smetto. Se vi va, scrivetemi cosa ne pensate!

Per ogni eventualità, >QUI< trovate tutti i miei contatti!

A presto,
Lu

 

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