Erano là, di fronte al LORO letto. Non sapevano se entrarci e come entrarci. Non era la prima volta che dormivano insieme, però quella sera era particolarmente complicato. Non erano più piccoli che potevano dormire insieme come se niente fosse. Erano là davanti da due minuti, poi Tom prese l’iniziativa. Il sonno era troppo per poter stare a pensare. Saltò nel letto, buttò le coperte a terra e poi si stese. -‘Notte!- disse al fratello. Bill seguì il suo esempio e si buttò nel letto. -‘Notte, Tomi!- Bill spense la luce del suo comodino e si girò dando le spalle al fratello, rimanendo al buio. Tom, dopo un minuto, sospirò. Bill non ci diede peso. -Cazzo!- disse Tom sospirando di nuovo. Bill si girò. -Che c’è?- chiese. -Ho caldo!- disse Tom sbuffando. -Vado ad accendere l’aria condizionata.- -C’era l’aria condizionata?- -Ja.- -Mh.- Bill si alzò, accese la luce e andò da accendere l’aria condizionata. Tornò a letto. -Grazie.- disse Tom senza spostarsi di un millimetro per non faticare e soprattutto sudare. -Prego. ‘Notte.- Bill spense la luce. Tre minuti dopo… -Porca miseria!- -Tom?- disse Bill, che equivaleva a “che cacchio ti succede ora?”. -Non riesco a dormire.- -Perché?- -Ho ancora caldo!- -Miseriaccia! Alleggerisciti!- Bill stava per avere una crisi di nervi. -Ma sto solo in maglia e boxer!- Bill non parlò. -Ok, mi tolgo la maglia.- concluse Tom. Senza accendere la luce, si sedette sul letto e si tolse la maglia lanciandola a terra. Si ributtò sul letto. Bill rabbrividì. -Ora stai bene?- chiese. -Non proprio.- -Hai ancora caldo.- -Già.- -Ma che stai in calore?!- -Noooo!!!- Bill accese la luce e si alzò di scatto, poi andò alla ricerca della maglietta che Tom aveva buttato a terra pochi secondi prima. -Che fai?- chiese Tom mettendosi seduto. Bill rispose prendendo la maglia e cominciando a sventolarla davanti a Tom, facendogli aria. -Va bene ora?- chiese Bill un po’ innervosito vedendo suo fratello soltanto in boxer completamente stravaccato sul letto. -Reggerai tutta la notte?- chiese Tom. Bill lanciò di nuovo la maglia all’aria e si ributtò sul letto a pancia sotto, senza spegnere la luce. -Sai, pensavo che, secondo me, farlo d’estate dev’essere una cosa da suicidio. Con questo caldo…- disse Tom sognante. -Ora che c’entra?- chiese Bill esasperato. -Niente.- Bill alzò la testa e guardò suo fratello. Poi si ributtò con la testa sul cuscino. -Che caldo!- -Tom, perché non dormi a terra, sul pavimento?- propose Bill. -Bill, ma tu non hai caldo?- -No! C’è l’aria condizionata accesa da mezz’ora e non mi chiamo Tom Kaulitz “ragazzo perennemente in calore”!- disse Bill soffocando un urlo nel cuscino. -Non sono un ragazzo in calore!- protestò Tom. -Diamine! Ecco perché non dormiamo mai insieme!- Calò di nuovo il silenzio. Dopo neanche due minuti Tom si girò di fianco e appoggiò la testa sulla mano, vedendo Bill. -Bill…- cominciò. Quest’ultimo alzò gli occhi senza trucco verso Tom e lo squadrò con faccia assassina. -… non ho più sonno, facciamo qualc…- Bill gli si buttò addosso e gli mise il cuscino in testa cercando di soffocarlo, poi lo buttò di lato. -Finiscila!! Sono le quattro di mattina!! Dormi!!!!- urlò Bill rimanendo ancora a cavalcioni sopra Tom. Bill si accorse di dove si trovava. Era sopra suo fratello in boxer e maglietta e Tom solo in boxer che era diventato rosso come un peperone, non solo perché Bill aveva tentato di soffocarlo con un cuscino, ma anche per quella strana posizione in cui si trovavano, che non significava nulla… Bill ritornò al suo posto senza proferire parola, ma arrossendo anche lui a sua volta. Spense la luce. -Buonanotte.- disse. -‘Notte.- disse Tom. Tom non parlò più. Si addormentarono.