Prologo
 

-Kimberly Prescott dove stai andando?- gridò sua madre per l'ennesima volta.
-In giro, dove vuoi che vada, in Alaska?- le gridò scontrosa in risposta.
-Appena torni signorina io e te facciamo i conti..- ma ormai aveva già chiuso la porta di casa alle sue spalle.

Non sopportava più quella casa, nessuno la capiva, quando voleva stare sola le dicevano che non si esponeva mai e che faceva “l'asociale” e quando cercava di esternare le proprie emozioni la madre le ringhiava contro dicendole che di certo non era colpa sua se aveva quel problema. La malattia l'aveva segnata ormai, una malattia sempre più comune, eppure lei si sentiva sempre più sola. Era sempre stata solare, rideva spesso, una risata contagiosa e vivace, amava i colori accesi e desiderava fortemente quella storia d'amore da film, come tutte le adolescenti della sua età daltronde.

Si sedette sulla prima panchina che trovò libera, ecco, succedeva sempre nei momenti peggiori. Quanto più desiderava che non accadesse tanto più velocemente la colpiva. Le girava la testa, si sentiva debole. Calo di zuccheri. Diabete.
-Cazzo!- tirò fuori dalla tasca della borsa una bustina di zucchero e la ingerì. Odiava tutto quel dolce, i granellini che le si appiccicavano al palato, in quei momenti odiava semplicemente tutto.
Si distese sulla panchina e iniziò a fissare le nuvole. Guardare i paesaggi, le nuvole che si muovevano piano, ma soprattutto fissare la pioggia in silenzio per poter ascoltare il suo ticchettio leggero, sì, questo la calmava. 

-Prima ora?- chiese Veronica all'amica.
-Matematica, tanto scommetto che nonostante la campanella sia suonata da solo un minuto, quello è già in classe che spiega da almeno un quarto d'ora. Ma gli sto simpatica perciò è raro che mi segni il ritardo.. tu?-
-Sculata, io ho francese. Ci sentiamo dopo. Ah, non ti deprimere troppo!-
-Ma ti pare!?- le due amiche sorrisero e si lasciarono per prendere due corridoi diversi.
-Oh, Prescott mi chiedevo dove fosse.-
-Salve prof.- guardò la classe- Ehm, dove mi siedo?- il suo posto era occupato, ma ci era abituata. Preferiva stare in disparte e di sicuro non era molto simpatica agli occhi dei suoi compagni.
-Puoi sederti accanto a..- il professor Tinkle venne interrotto da qualcuno che era appena entrato.
-Anche tu eh?- Kim rise, erano sempre i ritardatari della situazione.
-Bella prof, come sta oggi?- chiese il biondo chiudendo la porta.
-Tanto per cambiare.- sbuffò- Prescott e Horan al banco laggiù, non vi segno il ritardo perchè sono i primi giorni di scuola ma che non accada mai più. Anche se non ci spero- l'intera classe rise.
La giornata passò abbastanza velocemente, anche se per Niall, il migliore amico di Kim, matematica era sempre un vero inferno.

-Ehi rossa! Con Arthur?!-
-Lascia stare Niall, mi sta sempre appiccicato come una cozza, non lo sopporto più!- rispose sbuffando Veronica.
-Se ti rompe ancora.. non so che gli faccio a quel..-
-Contieniti Horan!- Kim tirò fuori una sigaretta e l'accese, sapeva che le avrebbe fatto male ma era necessario per lei.
-Si dai, calmati Niall..- Veronica e Niall si baciarono, erano fidanzati da un bel po' di tempo, ma Kim non si ricordava con precisione da quanto.
-Ronnie, Horan ogni tanto respirate- disse con tono scherzoso agli amici- Io vado, tanto a meno che non vogliate un rapporto a tre non sono molto utile!- risero tutti.
-Okay, ciao Kim!-

Questa è la prima storia che pubblico, spero che vi piaccia e accetto tutte le recensioni, positive o no che siano. Con affetto FeelingAPanda :)