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Autore: Panda_Ellie    16/12/2012    9 recensioni
Nessuno la amerà mai come l'ha amata lui.
Nessuno le mancherà mai come le manca lui.
Quando due fili rossi del destino si intrecciano, si intrecciano per sempre.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Maka Albarn, Soul Eater Evans | Coppie: Soul/Maka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CANZONE CONSIGLIATA: How to save a life  -The Fray-

 
 


-Shizu, metti in ordine i tuoi giocattoli che è quasi ora di cena!-
-Ma mamma, non ho ancora finito! Solo un altro po’…- piagnucolò la bimba, stringendo forte la sua falce di pezza con la manina.
Era da cica un paio d’ore che quella ragazzina dallo sguardo vispo e sveglio stava imitando la sua mamma durante uno dei suoi combattimenti, e aveva dipinta sul viso un’aria profondamente ammirata.
-Coraggio, tesoro- la esortò Maka, avvicinandosi alla figlia con un sorriso amorevole – Giocheremo ancora dopo cena. Guarda, ti ho preparato del buon pollo fritto!- disse, indicando i piatti fumanti che spandevano nella cucina un buon odore.
Shizu si alzò dal tappeto dei giochi, sempre allegramente incasinato, e mise su un’espressione raggiante, mentre correva in bagno a lavarsi le mani, attratta da quel ben di dio.
-Usa anche il sapone!- si raccomandò Maka, mentre portava le vivande sulla tavola apparecchiata con semplice cura.
La bambina tornò in sala da pranzo trotterellando allegramente, e si sedette a tavola impugnando la forchetta con espressione decisa.
-Voglio mangiare tutto e diventare grande per essere forte come te, mamma!- esclamò con un gran sorriso.
Le guance di Maka si tinsero di un leggero rosa, mentre la bambina si serviva di una generosa porzione di patate arrosto.
-Buon appetito!- dissero all’unisono, prima di cominciare a mangiare con grande gusto.
-Mamma, come mai hai cucinato tutti i miei piatti preferiti? C’è persino il ramen fatto in casa…-
Maka sorrise, accarezzando i codini biondi della bimba, che tanto somigliavano ai suoi.
-Che domande, piccola mia. Oggi è il tuo compleanno, naturalmente!-
Shizu spalancò la bocca con espressione stupita.
-Oggi è il 25 dicembre?-
Maka scoppiò a ridere.
-Ma no! Il 25 dicembre è il giorno di Natale, non c’entra nulla! Oggi è il primo marzo, il giorno del tuo decimo compleanno – Spiegò pazientemente.
-Allora hai un regalo per me!- esclamò Shizu, senza curarsi di non lasciar intravedere il proprio entusiasmo all’idea.
-Certo, tesoro. E’ un regalo davvero molto speciale-
-Una falce di pezza nuova?- chiese la bimba, illuminandosi.
Maka scosse la testa con espressione gentile.
La sua mano cercò istintivamente quella di sua figlia, e la strinse con dolcezza, quasi accarezzandola.
-Qualcosa di molto meglio.-
-E cioè?- domandò Shizu interrogativa.
-Oggi conoscerai il tuo papà-
 
 
-Il mio papà?- la piccola era palesemente incredula, mentre fissava la mamma con gli occhioni spalancati dallo stupore.
- Ma tu mi hai sempre detto che papà non può stare con noi…-
- E’ vero- ammise Maka, mentre la voce le tremava. –Papà non può stare con noi, purtroppo.
Siamo solo io e te, Shizu. Tuttavia, credo che sia arrivato il momento che tu sappia chi è l’uomo che ti ha dato la vita.-
Shizu si avvicinò a Maka, cingendola in un abbraccio silenzioso.
Le poggiò la testa sul cuore, ascoltando il suo battito irregolare.
-Ti fa male, mamma?-
Maka deglutì, bloccando istintivamente le lacrime che le salivano agli occhi.
-Solo un pochino- sorrise.
 
 
-Che cos’è?-
-E’ una vecchia videocassetta, Shizu. Si utilizzavano parecchi anni fa, prima di essere sostituite dai dvd.-
Maka era in piedi sull’ultimo gradino di una scala, e stava estraendo dalla libreria la custodia in plastica contenente il filmato.
Scese impugnandola saldamente, e spense le luci del salotto, illuminato solo dal chiarore azzurrino della televisioene.
-Siediti lì sul divano, arrivo subito- disse Maka, infilando la videocassetta nel lettore.
Stava per rivedere il suo viso.
Quanto tempo era passato da quando aveva potuto vederlo l’ultima volta?
I suoi occhi saranno ancora così espressivi e ironici come se li ricordava lei?
E soprattutto, il suo cuore avrebbe sopportato il sentire di nuovo la sua voce, ora che non riusciva nemmeno a ricordarne il suono?
Maka ricacciò bruscamente le lacrime indietro, e premette il tasto play.
 
Ciao, Senzatette!”
Maka sentì il cuore esploderle, mentre il cervello sembrava totalmente impazzito.
Affondò i polpastrelli delle dita nel tessuto morbido del divano, irrigidendo i muscoli.
L’unico pensiero che monopolizzava la sua mente era lui.
 “…papà?” fece Shizu, rannicchiandosi accanto alla madre.
Maka annuì, sfiorandole una guancia.
Ti starai chiedendo perché ti ho chiesto di guardare questo video, quando io sarò… beh, lo sai. Naturalmente, perché è molto cool! Insomma, nei film succede sempre, quindi volevo farlo anche io dato che nessuno è più cool di me.”
Maka sorrise nostalgica, torturandosi il labbro inferiore con gli incisivi tentando di reprimere le proprie emozioni che scaturivano come un torrente in piena.
“Papà sembra un idiota…” rise piano Shizu
“Oh, lo è, tesoro.”
Maka non aveva ancora imparato a riferirsi a lui utilizzando il passato.
Sai, Maka, ci sono un bel po’ di cose che vorrei dirti. A te e anche al bambino, o alla bambina. Per ora te ne dirò due. La prima è che il nome voglio sceglierlo io, perché dovrà avere il nome più cool al mondo. La seconda è che spero mi perdonerai se dovrai crescerlo da sola. Ho cercato di fare del mio meglio. Credevo che bastasse stare al tuo fianco per poter imprimere nel nostro cuore gli attimi che trascorrevamo insieme, eppure adesso quei giorni mi sembrano così lontani e non voglio distaccarmi ulteriormente da essi. Per questo ti lascio questo video.

Una chiara, piccola lacrima ribelle correva solitaria lungo la guancia di Maka, andandosi a depositare sul mento, aspettando qualche secondo prima di gocciolare a terra.

Sono tranquillo, Maka. Sei una ragazza incredibilmente forte, caparbia, tenace e testarda come un mulo. Un marmocchio non ti spaventa di certo, e questo lo so. Spero che ti assomigli, lo spero davvero tanto, perché questo mondo ha bisogno di altre persone come te. Devi credermi, non c’è stato un momento durante il quale sono stato con te in cui io non ti abbia stimata profondamente, non ti abbia ammirata e non ti abbia…”
Si interruppe un istante, ponderando le parole da usare.

“…amata.

Grossi lacrimoni scendevano ormai giù per il viso di Maka, e lei singhiozzava apertamente senza poter più trattenersi. Da un sommesso lacrimare, era passata al più crudo, disperato e angosciato dei pianti che si era mai fatta. Non riusciva nemmeno a respirare, non poteva prendere neanche fiato tra un singhiozzo e l’altro. Affondò il viso nelle braccia di sua figlia, bagnandole la maglietta, come se abbracciando lei abbracciasse una parte di Soul. La strinse forte, giurando a sé stessa che non avrebbe perso anche lei.
Guardò lo schermo della tv, e scorse anche sul viso di Soul una piccola lacrima.
Da quando ti ho conosciuta, ho pensato a te ogni giorno, ogni ora, ogni istante della mia vita. E lo farò anche dopo tutto questo. Lo farò per sempre.
Ti ringrazio, Maka.
Non sono molto bravo con le parole, questo lo sai già. Vorrei riuscire a scriverti tutto ciò che hai rappresentato per me, ma temo che non ci riuscirò. Non avrei mai potuto desiderare una meister migliore.  Ti prendevo in giro, ironizzavo sulle tue tette (anche se in effetti sei davvero piatta…) e mi ci è voluto un po’ per iniziare a  guardarti come un uomo guarda una donna.
Ma quando l’ho capito…. Quando l’ho capito, ho giurato che ogni cosa che avrei fatto l’avrei fatta per te, e per il bambino o la bambina che hai nella pancia.
Mi sarebbe piaciuto insegnargli a diventare cool come il padre, ma purtroppo è andata così.
Per favore, insegnaglielo tu da parte mia.
Promettimi che gli parlerai di me, in modo che non mi dimentichiate.”

 “IDIOTA!” urlò Maka allo schermo, gettandosi giù dal divano e cadendo sulle ginocchia, continuando a piangere disperata.

Le lacrime le avevano inzuppato il collo e continuavano a scendere senza sosta.
Non riusciva a controllarsi. Troppo dolore represso, ferite troppo profonde.
Non doveva andare così.

“IDIOTA! Come potrei… dimenticarmi di te?”

“Sai, Maka… quando morirò, avrò un unico rimpianto. Quello di non averti sposato. Anche se tu, conoscendomi, sai che una promessa del genere non avrebbe senso fatta da me. Capirai da sola che, anche senza un voto, io rimarrò al tuo fianco finchè mi sarà possibile. E anche quando sarà scaduto il mio tempo, continuerò a proteggerti per sempre. Ti suonerà stupido, lo so. Non hai bisogno di essere protetta, tu. In fin dei conti, se stai guardando questo video vuol dire che quello morto sono io. Ma capiscimi.                                                                                                                                    
Un uomo deve avere qualcosa da proteggere, qualcosa per cui varrà sempre la pena lottare.
Anche quando avrò perso tutto il resto, Maka, se mi sarai rimasta te andrà bene. Tu sei quel qualcosa, per me.                                                 
  Spero di vederti presto. Anzi, spero di vederti il più tardi possibile e ti auguro una vita lunga e serena insieme a… insieme a nostro figlio o a nostra figlia.

E non fare quella faccia triste, avanti! Smettila di singhiozzare. Non piangere, io ti amo. E amo anche l’esserino nella tua pancia. Dopo che avrai letto queste parole, Maka, dovrai pensare a me come a quel solito idiota che conoscevi tu. Anche se adesso non sono più in questo mondo, la cosa importante è che la mia anima non smetterà mai di vibrare ogni volta che penserò a te.                                
So che sarai imbattibile come sempre, Maka.”

Soul pareva sereno, e salutava agitando la mano. Sorrideva.
Con un leggero ronzio, il nastro della videocassetta finì.
Anche Maka sorrideva, con gli occhi gonfi ma più rilassati. Le aveva fatto bene rivederlo, nonostante tutti i ricordi che le avevano di nuovo lacerato il cuore.
Riempiendosi ancora una volta gli occhi di lui, avrebbe potuto affrontare qualsiasi dolore, per quanto forte.
Abbracciò sua figlia, la loro figlia.

 “Sai, Shizu…Non importa se il suo corpo non si trova più qui, o se non possiamo toccarlo, o abbracciarlo… o se non possiamo preparargli il cioccolato di San Valentino, né stirargli i vestiti, né andare a fare un picnic con lui.  La cosa importante è che Soul…papà… ci ha sempre amato. Ci ama anche adesso, in questo istante. Riesci a crederci? E’ lassù in cielo, e ci sta amando. La sede dei sentimenti non è il cuore. Il cuore è fatto di carne, e la carne si decompone, così come il cervello. E una volta che una persona muore, muore il suo corpo. Ma l’anima, quella invece non muore mai. I sentimenti si trovano solo nell’anima.  E’ l’anima ciò che conta, piccola mia.”
 
 
 

MESSAGGIO DELL’AUTRICE:

Eccomi qua con la mia prima, tristissima (o almeno per i miei standard lo è x°) SoMa. In genere prima di scrivere una FF ci penso su per almeno un paio di giorni, invece questa l’ho scritta di getto, mentre piangevo per le cose scritte da me stessa (povera malata mentale). Vi è piaciuta? Non vi è piaciuta? Troppo deprimente? Troppo poco deprimente? Fatemelo sapere, mi fa sempre piacere leggere le vostre bellissime recensioni.
Un bacione e a presto!
 

 
 
 
 
 
   
 
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