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Autore: _helianthus    16/12/2012    4 recensioni
F i g l i o
di una
M a m m a

_________________________________________________
Chrono Stone, signori, perché Chrono Stone merita più attenzione.
Fei-centric.
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fey Rune, Kinako Nanobana
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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minchiata
SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER 

Bene, non posso dire di non avervi avvertito. Spoiler per le ULTIMISSIME notizie su Chrono Stone. NON leggete se non sapete ALMENO la storia della famiglia di Fei. 
NON SIATE DEI PICCOLI LETTORI BIMBETTI CHE FANNO SPOILER, NESSUNO SARA' VOSTRO AMICO.

MAI.

Titolo: Particelle dorate sospinte dal vento
Sottotitolo(?): //
Rating: Verde
Genere: Angst, introspettivo, triste.
Avvertimenti: What if?
Note: Nulla da dire. Se non: SPOILERFJNBDLKFJ. (note a fine capitolo)
(ho preso spunto da questa immagine)
- Kya


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Particelle Dorate Sospinte dal Vento


"Mamma"


La parola risuonò. Risuonò, sbattè con insistenza su tutte le pareti della sua testa. Risuonò, venne ripetuta, compressa ed espansa. Toccò e sfiorò ogni nervo del suo corpo. Gli fece spalancare la bocca e gli occhi, e sentì l'immediato impulso di piangere. Piangere per un motivo davvero valido, forse per la prima volta dopo tanto tempo.
Gli era capitato molto più spesso, in quell'ultimo periodo, di ritrovarsi a piangere senza un motivo. Forse perché la convinzione di Tenma era quasi disarmante. Davanti a lui, si sentiva quasi perso.
In fin dei conti, lui era giunto nel suo tempo come "capo". Pensava che sarebbe stato lui a prendere il comando, soprattutto perché temeva di dover spingerlo a impegnarsi. Pensava che si sarebbe abbattuto, davanti ad avversari così forti.
Invece no. Invece era lui, quello che si stava abbattendo. Era troppo difficile anche per uno come lui. Come sperare di vincere contro avversari di quel calibro? Impossibile. Credeva di essere preparato psicologicamente, e invece non era vero. Non era vero nulla. Nulla di tutto quello in cui aveva creduto fino a quel momento era vero.

"Mamma"

Quella parola non gli era mai sembrata così triste. Il fatto che lui la chiamasse "Mamma" implicava anche che lui fosse suo figlio. Figlio.

F i g l i o
di una
M a m m a

Forse mancava papà. Forse era quello che mancava. Di solito era il papà a rassicurare la moglie e il figlio. Moglie e figlio.
Gli venne quasi da sorridere, anche tra le lacrime che una dietro l'altra solcavano le pallide guance, e si fermavano sulla punta del mento, oppure cadevano a terra. Formavano piccole macchiette scure, sulla terra chiara del campo da calcio usurato. Non cresceva più erba, in quel campo. Forse si era stufata di venire calpestata.
Magari anche lui si era stufato di vedersi distrutto ad ogni suo tentativo di rialzarsi in piedi.

- Mamma... - chiamò piano, e poi singhiozzò. Forse non era tanto male, avere scoperto di averne una. Forse si sentiva meno diverso. - Mamma... - sussurrò di nuovo, e si sfregò gli occhi. Pianse più forte, continuando a ripetere quella parola ancora e ancora, quasi fosse un mantra. Magari aveva un significato magico, magari sua madre sarebbe davvero arrivata ad abbracciarlo e stringerlo al suo petto, dirgli che sarebbe andato tutto bene e che non c'era motivo di piangere. E poi avrebbe anche preso in mano il suo peluche preferito, quello del coniglio, e gli avrebbe rivolto parole dolci per consolarlo, assicurandogli anche che quel peluche lo avrebbe aiutato nei momenti di difficoltà.
Pianse ancora più forte, mentre la parola "Mamma" veniva ancora ripetuta con insistenza e angoscia. Ogni suono che usciva dalla sua bocca era mescolato ai singhiozzi, - Mamma... - ogni singhiozzo era mescolato al sapore salato delle lacrime - Mamma...! - e ogni lacrima si mescolava con il vento che soffiava sempre con più insistenza.
- Mamma! - fu un grido, prima di tacere. Pensò di essere stupido. Un bambino che implora il ritorno della madre, magari dopo aver fatto un incubo, mentre piange e grida con tutto il fiato che ha in corpo, con la gola che brucia per lo sforzo e gli occhi sono rossi dal pianto prolungato.
Fermò anche il pianto. Le ultime lacrime scorrevano ancora sul viso, ma stava facendo del suo meglio per smorzare i singhiozzi.

Ancora una volta.
"M a  m   m    a"
e
"F i  g   l    i     o"

Un'ultima lacrima, si promise.
L'ultima... E poi basta.

Sentì un soffio di vento più forte, ma non si scompose più di tanto. Rimase fermo nella sua posa, stoica, in mezzo al campo da calcio usurato. Chiuse gli occhi, sentendo che se ne stava andando. Particelle dorate e argentee trasportate dal vento si disperdevano nel cielo tinto di rosa dal tramonto, accompagnate da lacrime e singhiozzi trattenuti.
Fu tentato dal chiamare il suo nome, ma non lo fece. Voleva dimostrarsi di essere capace di andare aavanti anche da solo. Si morse il labbro, forte, tanto forte da farsi male, poi strinse i pugni.
O forse no, dato che già le punte delle sue dita stavano scomparendo.
La pensò ancora. Il suo sorriso dolce ed energetico, i suoi capelli che non erano castani, ma color caramello. I grandi occhioni ambrati nei quali ci si poteva specchiare... Forse erano stati anche quelli a colpire papà e a farlo innamorare. Pensò a suo papà. Si chiese se l'avrebbe mai conosciuto. Forse aveva gli occhi come i suoi, o il colore dei capelli come i suoi, la forma del viso, gli atteggiamenti...
Di nuovo a piangere, ma senza ripetere il suo nome.
"Verrai?" si chiedeva Fei, che ormai a stento riusciva a stare retto in piedi. Le sue gambe, i suoi piedi, le sue mani e tutto il corpo se ne andava con il vento, sopra i tetti di Inazuma-cho. Si immaginò che il giorno seguente Tenma e gli altri ragazzi lo avrebbero cercato, gridando il suo nome in tutte le vie. Avrebbero cercato anche Kinako probabilmente.
Erano un errore, ovviamente, e come tale dovevano s c o m p a r i r e. Si chiese se morire perché non si ha spazio in nessuna parte di tempo fosse doloroso, anche se probabilmente lo era. Particelle. A milioni.
Voleva chiamarla, voleva invocarla e piangere sul suo petto, non su un campo da calcio.
"Kinako" disse, allora, pur di non chiamarla con il suo appellativo.
Una lacrima scese sul mento, e poi cadde.
Non toccò terra, ma la pelle color caramello di una giovane madre.


Una mano, piccola, si adagia con timore sul suo braccio. Un brivido lungo la schiena. Anche lei se ne sta andando, particelle luminose che si librano nell'aria.
Sorride, Kinako, incrociando gli occhi verdi di Fei. Questi sono tristi, e chiedono un conforto che non hanno mai avuto.
Ma il ragazzo non sostiene quel sorriso. È un attimo, prima che si abbraccino: l'unico particolare che non quadra è il fatto che il figlio superi in altezza la madre, sebbene sia lui quello a piangere.
Kinako sorride, e si stacca da lui. Lo guarda fisso, sorride ancora. Poi chiude gli occhi, con le mani sul suo viso.
Fei vorrebbe dirlo ancora una volta, farla sentire degna di essere chiamata così, ma la voce è serrata nella gola che brucia dalle lacrime.

Un'ultima volta...


Ma ormai è tutto un turbinio d'oro e argento.
Scaglie di storia, di uomo e sentimenti volano leggeri.
Del figlio e della mamma rimane solo il sapore di un abbraccio, qualche lacrima
e un lontano suono, un lamento, una eco.

"Mamma..."


cesio 133's corner

Buongiorno! O forse dovrei dire buon mattino, dato che sono le sette e mezza. (rendiamoci conto, mi sono svegliata alle sei per pubblicare. Ho lasciato che il mio latte si bruciasse solo per scrivere. VOGLIO DIRE.
Be', ma ricomponiamoci. Per quelle pochissime persone che sono arrivate fino qui: vi è piaciuto? No, non penso. Ma appena ho scoperto questa cosa mi sono fiondata a scriverci su (in realtà è passato un giorno intero)
Il fatto è che io amo gli inciucci (?) di parentela, perché sono sempre da "OMG".
Sapete che non so più che dire? Ah, sono contentissima per questa storia delle liste e dei nomi. Voglio dire, c'è Yuuichi <3 (sapete che se cercate "Yuuichi" tra i personaggi escono solo fanfiction mie?) (eccezione fa la magnifica Taiichi "Per sempre" di Roby <3)
Ora ho davvero finito le minchiate. Vado a farmi la doccia perché ho i capelli sporchi e i piedi puzzolenti.
Se vi passasse per la testa di recensire, rispondete anche a questa domanda: vi sono mancaaati i miei scritti da suicidio? ♥
Ora vado. Oh, dimenticavo, ho cambiato nick :'D Ma lo avete già notato, probabilmente. "Atum" in portoghese vuol dire tonno, e anche se sono vegetariana lo amo. Lo amavo, meglio, prima di diventarlo. E se devo mangiare del pesce mangio quello. Ringrazio Roby per l'assistenza. ♥
Heeellooo ♥
- Caty ♥

Ps: Mi sento anche in dovere di ringraziare Roby e Angy, rispettivamente MelaH_ e Marimo, per avermi spronata, ringraziata, minacciata e ricattata. Le ultime due solo Angy.
(a proposito Angy, ora voglio un fottuto bacino)

Buona domenica a tutti ♥
   
 
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