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Autore: grantmeerkatgustin    16/12/2012    1 recensioni
Una piccola raccolta di one shots/drabbles Klaine che scrivo quando mi sfiora un'idea. Possono contenere fluff o angst, rating variabile(non ancora rosso).
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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«Kurt piccolo cosa vuoi guardare? » Elizabeth posa con cura i pop corn sul tavolino da caffè, andando allo scaffale delle cassette, perché in fondo, lo sa già.
«La Sirenetta! Mamma mamma guardiamo la Sirenetta! »
Elizabeth sorride e mette la cassetta nel registratore, andandosi a sedere poi sul divano, tra suo marito e Kurt. Burt alza gli occhi al cielo e sbuffa piano.  Elizabeth ridacchia; sa che se Burt potesse, urlerebbe omicidio al primo ‘granchio canterino’ che gli capiti davanti agli occhi. Se ciò non potesse traumatizzare Kurt, ovviamente.
Kurt canta tutte le canzoni, come fa sempre, riuscendo persino a far unire Burt nella canzone cantata dal cuoco. Elizabeth sospetta che sia semplicemente perché è una canzone sull’uccidere Sebastian.
Kurt guarda ammirato il vestito della Sirenetta, sospirando.
Elizabeth sorride, non smette mai quando c’è Kurt, «Ti piace Ariel, eh. Dimmi, la vorresti sposare quando sarai più grande? »
Kurt arriccia il nasino, «No, mamma. Il principe Eric è più bello! E poi, almeno sa come si usa una forchetta. »
Elizabeth e Burt si scambiano uno sguardo complice. Kurt ha solo otto anni, ma se un giornò volesse sposare Eric, così sarà.
Quella è l’ultima volta che guardano la Sirenetta tutti insieme. Poi, la cassetta va a finire in soffitta, come molte delle cose che ricordano loro di Elizabeth.
Kurt però gli chiede se va ancora bene che voglia sposare il principe Eric. Burt gli dice che ovviamente va bene.
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«Papà? Sono a casa e ho portato un amico! »
Burt alza gli occhi dal giornale, vedendo entrare Kurt con dietro il suo amico, che sembra un po’ nervoso. Burt lo guarda, e gli sfugge una piccola risata.
«Buongiorno signore, io sono Blaine Anderson, un amico di suo figlio. Sono lieto di conoscerla. », Blaine dice sorridendo, poi gli porge una mano.
Burt lo guarda meglio, e stavolta non può trattenere una grassa risata di cuore. Il ragazzo ha i capelli scuri elegantemente portati indietro, gli occhi grandi ed espressivi ed un viso dolce. Non può non ricordargli un certo principe.
Blaine è confuso, la mano ancora sospesa, e Kurt lo guarda come se fosse pazzo.
«Scusa, scusa, è solo che… no, niente. Io sono Burt Hummel, piacere mio. », Burt prende finalmente la sua mano. Blaine ha una stretta forte e sicura, gli piace.
«Papà, io e Blaine andiamo in camera a prendere un numero di Vogue che non ha mai letto, poi andiamo a prendere un caffè. »
«Va bene, figliolo. Porta Blaine nella tua grotto, e fagli vedere una parte del tuo mondo. »
Kurt lo guarda un attimo confuso, poi guarda Blaine, poi di nuovo Burt. L’uomo può vedere l’istante in cui suo figlio capisce, perché diventa rosso come un pomodoro e inizia a farfugliare.
«Cos- papà non è come- noi non siamo neppure-  non è che- Blaine andiamo in camera mia! »
Burt ride ancora, e ancora di più quando sente Blaine chiedere a suo figlio cosa sia successo con voce confusa e innocente, e Kurt rispondere con un acuto “NIENTE!”, e Burt lo può praticamente vedere mentre arrossisce di nuovo.
Un paio di mesi più tardi, proprio prima che si trasferisca alla Dalton, Kurt gli confesserà che sì, forse il suo subconscio ha fermato Blaine per quelle scale piene di ragazzi perché è come un sogno che diventa realtà.
Ma ora non è per quello che tiene a Blaine, è perché lui è dolce, e lo ha aiutato quando nessun’altro l’ha fatto, quando non poteva parlare, ma Blaine l’ha sentito lo stesso.
I parallelismi sono sempre più divertenti per Burt.
Ma quando quella notte sogna David Karofsky con i tentacoli, quello lo traumatizza un po’.
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«Io non ci posso ancora credere, papà! È stato lui a spingermi a venire a New York, poi, appena non posso parlargli per un po’, si gira e va a cercare qualcun altro? », Kurt è vicino alle lacrime, Burt lo sa anche attraverso un telefono.
Lo sa che suo figlio sta male. Sa che sta male per Blaine e sinceramente,  vorrebbe andare da quel ragazzino e farlo a pezzetti.
Ma un gesto sbagliato non può cancellare tutto quello che ha fatto di buono. Tutte le volte che ha messo un sorriso vero sul viso di Kurt. Quando Kurt ha capito che c’era qualcuno a cui importava. Quando hanno cantato il loro primo duetto insieme. Quando Blaine l’ha baciato, quando si è trasferito per lui, e tutte le altre innumerabili volte.
Non vuole prendere le parti di Blaine, ma vuole che Kurt sia felice,  e Burt sa che c’è un solo modo in cui lo sia mai stato davvero. Con Blaine. «Kurt, ti ricordi quando, da piccolo, dicevi sempre che volevi che la tua vita fosse come quella della sirenetta? Sapevi che nessuno ti capiva a Lima, e volevi uscirne e sposare Eric. Ma non c’è solo quello nella favola, Kurt.  C’è anche la parte durante la quale incrociavi le braccine e sbuffavi. Sai, quando Eric è uno stupido e si fa ammaliare da un’altra donna? Lo so che adesso ti senti più propenso al finale originale. Ma io non penso che il vostro sarà così. Non può andare tutto a rotoli. Vi amate, e chi dice che l’amore non è abbastanza dice stronzate. L’amore vero può farti superare qualunque cosa, e quando guardavo te e Blaine non vedevo spuma. Vedevo una nave, amici che si mettevano in mezzo a tutto per salvarvi e poi vedevo voi due insieme. Ovviamente io ero il Re Tritone e ti lasciavo andare verso la felicità perché sono così fantastico. Non ti dico che dovresti perdonare Blaine solo… parlagli, quando sei pronto. Non buttare via un amore da favola. »
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Burt propone un matrimonio su una nave. Blaine ne sembra entusiasta, ma Kurt si rifiuta categoricamente.
Alla fine però si sposano sulla spiaggia. È una bella giornata di primavera, calda, ma un venticello fresco rincuora e smuove le chiome delle invitate. Il mare si infrange piano sugli scogli.
Burt non ammetterà mai, ma ha pianto durante la cerimonia. Blaine e Kurt sono bellissimi nei vestiti che quest’ultimo ha disegnato.
Burt ha insistito per usare il suo vecchio vestito. L’unica aggiunta è una spilla che Kurt gli ha regalato ridendo appena lui e Blaine si erano rimessi insieme, come ringraziamento. È a forma di tridente.
Dopo la cerimonia vano tutti al ristorante. Burt è seduto al tavolo con gli sposi, con Carole e Finn  e sua moglie.
Finn fa un bel brindisi, e Burt è fiero di lui. Di quanto lui e Kurt siano arrivati lontano da quel giorno in cui li ha trovati in cantina, con Kurt che piangeva.
Poi è il turno di Burt di parlare. Ovviamente, non può non farlo accennando alla sua metafora preferita sulla vita di Kurt, «Quando Kurt era piccolo, il suo film preferito era la Sirenetta- » Burt vede Kurt che si passa una mano sul viso in esasperazione, ma no, non la smetterà mai, «-e voleva a tutti i costi sposare il principe Eric, ne era convinto. Ovviamente, se guardate Blaine, potete notare la somiglianza. Quando Kurt l’ha portato a casa la prima volta, prima ancora che iniziassero a frequentarsi, mi è venuto da ridere. »
E tutti ridono.
«Ora, so che non è questo il motivo per cui Kurt ha scelto lui con cui passare il resto della propria vita. Datemi dello stupido, ma penso che il destino abbia voluto che Blaine somigliasse a Eric così che Kurt abbia potuto trovare la sua anima gemella più in fretta, tra il mare di gente in questo mondo.
Hanno vissuto la loro storia d’amore, anche le parti brutte, e la stanno vivendo ancora e la vivranno per sempre. Perché insieme hanno sconfitto tutto e hanno trovato il loro lieto fine.  »
C’è un applauso e delle risate.
Blaine sorride dolcemente, prende una forchetta pulita e la passa teneramente tra i capelli di Kurt.
Kurt ride, brillando, «Oh no, e io che avevo sempre pensato che Eric fosse attraente perché sapeva usare una forchetta! »
   
 
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