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Autore: maketeanotwars    16/12/2012    5 recensioni
E’ risaputo che la gente odia perché non è amata, e se fosse che io odio perché non so amare?
Ha sempre pensato di essere sbagliato per il mondo, di avere qualcosa che non funziona in quel suo meccanismo, gli ingranaggi sono malfunzionanti, rotti, ‘Made in China’. Girano, eppure nel modo errato, confondono, lo rendono strano finto, non sente, non ascolta, non dice ciò che pensa, si limita a guardare il mondo, spento, e a rispondere se premi l’apposito pulsante con sopra scritto ‘Assecondami’. Non è vivo, è un errore, è di plastica, è un errore, lui non ti sente, è un errore. E’ sbagliato, se lo sente, questo mondo non fa per lui, perché lui (non) è qui, lui (non) è qui.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: PWP
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E’ risaputo che la gente odia perché non è amata, e se fosse che io odio perché non so amare?


Ha sempre pensato di essere sbagliato per il mondo, di avere qualcosa che non funziona in quel suo meccanismo, gli ingranaggi sono malfunzionanti, rotti, ‘Made in China’. Girano, eppure nel modo errato, confondono, lo rendono strano finto, non sente, non ascolta, non dice ciò che pensa, si limita a guardare il mondo, spento, e a rispondere se premi l’apposito pulsante con sopra scritto ‘Assecondami’. Non è vivo, è un errore, è di plastica, è un errore, lui non ti sente, è un errore. E’ sbagliato, se lo sente, questo mondo non fa per lui, perché lui (non) è qui, lui (non) è qui.
Vuoto. Alzarsi la mattina e non provare… Nulla, nulla o sola rabbia. Quando non percepisci nulla, la tua mente non capta nulla, sei… vuoto, vuoto perché stracolmo o perché insensibile. E’ così che la mattina si sveglia Jude, pieno di nulla, senza niente.
Sarà perché è sempre stato diverso, ha sempre ritenuto di avere tutto ma inverso, al contrario: di essere una persona ‘a testa in giù’. O perché un intreccio aggrovigliato di nervi e di pensieri è la sua mente. E’ così complicato che solo chi risolve i cubi di Rubik in brevissimo tempo riuscirebbe a capirlo, è così bravo a nascondere ciò che lo tormenta che ha cominciato anche lui a credere che i pensieri che gli martellano in testa siano scarsi e ininfluenti, ma solo chi lo conosce davvero sa dire quale persona perspicace possa essere, quale persona presuntuosa e fredda meno di quanto si possa immaginare si nasconda dietro a quel viso da schiaffi dannatamente bello e insensibilmente innocente. Certo cinico com’è, capace di ridurti uno zero in men che non si dica, capace di commentare ogni singolo difetto di una persona anche insignificante, lieve, in tal modo di farlo sembrare più evidente di quanto sembri, è capace di illudere le persone e di fargli credere che è lo stronzo della situazione, l’adolescente innamorato delle donne. Ah Jude, così presuntuoso, innamorato di te e della vita selvaggia, incuriosito dal tuo enigmatico ego e terribilmente ignorante sulla vita, avrai mai dei pregi, oppure sei solo un groviglio di difetti, l’unico fra i tanti della conformità a essere nato in errato modo? Intanto gli altri lasciali commentare il tuo eccessivo sarcasmo scettico, mentre riesci a far ridere i tuoi amici come non mai, divertendoli con i tuoi commenti acidi sull’aspetto bizzarro delle persone, lascia che parlino della tua apparente ‘malattia del sesso’, sempre pronto a farti qualcuno, quando invece a volte ti abbandoni al tuo essere a suonare la chitarra davanti alla finestra macchiata dalle gocce della pioggia di pensieri che ti tempestano in testa. I pregi, pur nascosti agli occhi, esistono, impercettibili, intastabili ma esistenti. Saranno le persone da cui sei circondato ad avere dei ‘Raggi X’ appositi? O è la tua contorta mente ad aprirsi erroneamente agli occhi dei tuoi amici? Così banale all’esterno ma complesso nell’essere, nell’animo.


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Martedì mattina, piove. La testa appoggiata allo stipite della porta pesa tre tonnellate in più, in una maniera insostenibile, le mani che stringono la bottiglia di whiskey sono deboli e appartengono a un altro essere, il corpo accasciato a terra è morto, quasi privo di vita. Jude non osa aprire gli occhi, preferisce tenere celato tutto ciò che è al di fuori dalla sua testa, vuole nascondere la sua esistenza dallo sguardo attento del mondo crudele. Per quanto avesse sempre amato la vita e tutto ciò che gli ha offerto, ha sempre avuto l’abitudine di non affrontare gli ostacoli, bensì di lasciarsi perseguitare la notte da essi, come un bambino senza infanzia. Non è mai cresciuto realmente, ha sempre voluto le stesse cose e chissà se le continuerà a volere per altro tempo.
Lascia scorrere le mani ossute lungo le cosce in cerca delle tasche, non curandosi della bottiglia che, mollata la presa, piomba a terra causando un frastuono assordante; tanto lì, sono tutte persone disinteressate alla sua vita, prive di scopo, come lui, che non si accorgevano mai di nulla; un po’ di chiasso di certo non li avrebbe disturbati, come non lo aveva mai fatto prima d’ora. Insomma, in un riformatorio chi si sarebbe mai interessato a un povero ragazzo dalla vita distrutta, che dopo una nottata se ne torna indentro sbronzo? Oramai, a farci l’abitudine, non capisci neanche più quando Jude scherza o è serio, quando è felice o triste e quando, soprattutto, è ubriaco o semplicemente sobrio. Nessuno lo conosce veramente, o meglio, quasi nessuno. Eppure a lui non interessa piacere alle persone, lui vuole vivere, vuole assaporare ogni gusto che la vita ha e avrà da offrigli, sperimentare, essere libero, vivere, vivere selvaggiamente il suo misero secolo di vita, come se non ci fosse un domani e come se non ci fosse mai stato un ieri, con la vista perennemente appannata e con i pensieri fluenti di un ubriaco che canta sotto la pioggia la sua vecchia canzone preferita.
La mano fruga in tasca scoprendo un mazzo tintinnante di chiavi, piano piano Jude apre gli occhi verdi, come un bambino che ha paura di schiuderli al buio, insicuro, e comincia a scrutare una chiave per volta in cerca di quella giusta. «Insomma che cosa le cerco a fare?» borbotta infine con voce rauca, alzandosi di getto. Le gambe non reggono il peso e pian piano il mondo muta in un miscuglio di ecstasy e giri sulle giostre, veloci, sempre più veloci, che infine lo costringono a reggersi alla maniglia della porta per non cadere. Riacquistato l’equilibrio, inizia a bussare violentemente alla porta noncurante dell’orario che poteva essere. Controlla l’orologio stretto al polso, le otto meno cinque, non è poi così tardi in fondo. «Volete aprire questa dannata porta, dementi?» Dice mentre continua a bussare violentemente fino quando, finalmente, un ragazzo dall'alta e muscolosa corporatura e dalla pelle olivastra non viene ad aprirgli. Jude sorride beffardo. «Uh» - Lo squadra quasi con disgusto. - «Guarda un po’ chi viene aprirmi, alle… otto, sono le otto? ». Lo odia, lo ha sempre disprezzato, inutile e montato com'è. Il suo opposto. Perché per quanto poteva esser presuntuoso e spregiudicato anche lui, loro due erano diversi in tutto. Dalla pelle esangue completamente tatuata fino ai gusti in fatto di ragazze, insomma, lui non si sarebbe mai, come dire... permesso le "tamarre" che si portava a spasso tale giovane in piedi davanti a lui. «Avanti Cerritus, fammi entrare». Dice, infine, spingendolo per avanzare nella stanza.
“Guarda che bello, tutti che dormono” pensa schifato. Il silenzio piomba nella stanza e tutti dormono come fossero degli ex licantropi in pensione, divertente insomma. Jude detesta quel posto, solo perché sono finiti rinchiusi non vuol dire che debbano rinunciare alla loro vita, non li capisce proprio, lui non potrebbe mai rinunciare alle cose che ama di più: alcol e libertà, mai e poi mai, è sua la vita e la vive indifferentemente dal posto in cui sosta. Perché lui nei posti non ci abita, ci si ferma soltanto per un periodo, è un apolide, una giovane dall’anima nomade. Si dirige verso il suo letto e, forse deliberatamente, butta lo zaino che aveva sulle spalle in terra provocando un assordante tonfo. Piano piano vi si distende sopra e sviene sfinito per la serata di ieri. O almeno vorrebbe svenire se non ci fosse un ammasso di problemi accatastato, come si suol dire, sopra di lui. A partire dalla massa di persone che aveva svegliato in camera sua per poi arrivare a un Cerritus alquanto arrabbiato pronto a fare a pugni. Riflettendoci la sua vita è così colma di problemi che, probabilmente, è diventata tutta un problema unico. Jude Vitlaus, il ragazzo dalla vita complicata e facile allo stesso tempo, così contraddittorio e annullatorio che è come una lingua incomprensibile, la sua esistenza è un insieme di frasi così sconnesse che formano un copione privo di senso, forse proprio perché lui non ce l'ha. Si gira supino per guardare sottecchi il ragazzo pompato di fronte a lui che è impegnato a farsi gli affari suoi apparentemente tranquillo. «Oh, non ce bisogno che te la prendi, ti saresti dovuto svegliare comunque, no?» Sorride derisorio guardandolo divertito. «Vitlaus, non è aria, stattene zitto coglione.» Replica lui, con aria minacciosa.
«Cosa c’è, Dickens, una delle tue ragazze tamarre ti ha dato buca oppure ti sei svegliato con la luna storta?» Domanda fintamente interessato scoppiando a ridere. Quanto ama giocare con le persone, con le loro piccole menti a suo parere nettamente inferiori della sua, si diverte troppo. E’... come definirlo… un coglione? Uno di quelli veramente intrigati dalla negatività delle persone e dai momenti sbagliati in cui intervenire, che, aimè, se la cerca sempre. Finisce sempre nei guai perché ama giocare, è esilarante, sfida il fuoco perché adora ustionarsi. Ormai le sue mani sono segnate da tutte le piccole cicatrici che si è “guadagnato”. Si gira di nuovo nel letto. «Non giocare con me, idiota». Un compagno odioso arrabbiato e una decina di ore arretrate irrecuperabili, si prospetta una bella giornata. «Sei proprio sicuro che io voglia giocare con te, Cerritus? Sai di solito preferisco le cose complicate, difficili, e tu… » - Pausa. Si ferma a guardarlo. - «Diciamo, poco sveglio come sei, sei anche uno strumento troppo facile da utilizzare» dice infine mettendosi sul letto seduto e rassegnato all'idea di una bella dormita. «In fin dei conti, un’esclamazione del genere me la sarei aspettata da Cole, un ragazzo perspicace, mica da te… Dickens». No, non ce l’ha il senso della misura, mai avuto. Immaginarselo Jude con dell’equilibrio, quando è un ammasso confuso di idee e note stonate. In fondo, non gli si addice, non è coerente con il suo personaggio l’equilibrio, lui deve necessariamente mettersi nei guai, deve avere sempre l’adrenalina a mille a confondergli le idee, perché senno non è lui. Smette di ridacchiare divertito e poi torna ad allacciarsi le scarpe ai piedi del letto.

Un aspetto infinitamente angelico ed innocente, spezzato, rovinato, dal tratto interminabile dei tatuaggi che seguivano la sua pelle come una strada, formando vari disegni, e, ora, anche da un occhio nero causato da un bel pugno di un Cerritus non poco arrabbiato. Solo Dio può sapere perché lui se la va sempre a cercare, ed ottenere sempre la risposta, che poi risposta non è, “Lui è Jude”. Sì, lui è Jude, ed è un emerito sciocco. Cammina ignaro del suo destino, proseguendo sempre a testa alta, scordando giorno dopo giorno il passato, non curandosi del futuro e tra poco neanche del presente. Vive all'ultimo. Coglie sempre l’ultimo pensiero la sera, coglie sempre l’ultimo ricordo la mattina, coglierà all'ultimo anche il treno per l’inferno? Dire che non si merita il “Perdono da Dio” è piuttosto crudele, ma siamo sicuri che meritarsi il paradiso non sia un po’ troppo? Sì, si sarebbe divertito con i suoi coetanei, nelle terre di Ade, con incise sul petto le parole di Jim Morrison: “Morirò ubriaco per vomitare alle porte dell’inferno”. Quale frase più opportuna? E’ quello che vuole e che ha sempre voluto, perlomeno. Avrebbe camminato per le strade infuocate di quel posto facendo come faceva sempre. «Mettilo dove ti fa male» dice la voce squillante dell’infermiera che gli porge un pezzo di carne surgelato. “Ma le vecchie usanze del ghiaccio dove sono finite?” «No» risponde lui facendo una smorfia che da un accenno di disgusto muta in un sorriso benché minimo pungente e malizioso. L’infermiera che si trova di fronte a lui è una ragazza di più o meno diciassette o diciotto, anni, giovane, e dall'aspetto immacolato. Candida e avvolta da un’aurea di purezza con i suoi fili d’oro al posto dei capelli. «Non sono sicura saresti altrettanto attraente, con un occhio gonfio, sai?» dice infine lei lanciandole il pezzo di carne. «Sono vegetariano, non mi metto gli animali morti sulle botte, ti pare?» dice lui ghignando interiormente, con la voce ancora più rauca mentre tira fuori un pacchetto di Marlboro dalla tasca. Lei gli rivolge uno sguardo fulmineo accennando un sorriso e si sofferma a guardare le sigarette che impugna nella mano destra. «Gold? Sai, trasgressivo come apparivi e come mi dicevano, mi sembravi più un personaggio da Rosse. Di quelli che fumano come turchi».
«Da quando in qua pretendi di conoscere gli sconosciuti?» posa i piedi sulla scrivania, si porta la sigaretta alla bocca e a suo modo l’accende. «Io sono così un bravo ragazzo, da cosa lo capisci che sono “trasgressivo”, eh?»
«Mi hanno detto che la tua ironia è deliziosa.»
«Ma io sono delizioso, vuoi provare?» Sogghigna ammiccando.
«Magari un’altra volta». Silenzio, lo guarda nascondendo l’indignazione. «Non puoi fumare qui dentro».
Jude aspira un grosso tiro dalla sigaretta, si avvicina a lei e le espira il fumo in viso. «Chi te lo dice? Io non mi faccio comandare dai cartelli appesi al muro.» Osserva il cartello appeso al muro inclinando lievemente la testa e si allontana dall'infermeria rivolgendo alla ragazza un ultimo sguardo con tanto di occhiolino colmo di orgoglio.



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Eccoci qui con il primo capitolo di questa strana, strana storia. Sinceramente è priva di senso, mi è venuta così parlando con delle amiche è sorta la domanda. "Perchè non fare un esempio di wild life in un riformatorio? Ed è così che è nato Jude Vitlaus, il ragazzo 'trasgre'. Beh,a me non ispira molto, ma spero vi piaccia e che lasciate una recensione.
Tanti saluti,
Marts.


Ah, volevo ringraziare @harrymeal per il supporto, love ya. <3
  
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