QUELLO CHE RIMANE
 
 
Da giorni ormai tentava di dare una risposta ad una delle domande più antiche del mondo: esiste un futuro per questo amore?
 Finora era riuscita a capire solo che la vita è piena di sorprese, che per ogni cosa c’è sempre un motivo, che è inutile impuntarsi e fare finta di niente, ci vuole forza coraggio e nel suo caso anche tante lacrime.
Tre giorni da quando lui l’aveva abbandonata.
 Per la precisione tre giorni e tre notti per un totale di settantadue ore e trentotto minuti.
Il tempo scorre lento, inesorabile fregandosene della sua vita, l’orologio continua a scandire i secondi, i minuti le ore senza sosta senza pietà.
Continua a scorrere nel buio della tenda, la stessa in cui tre giorni prima senza accorgersene, senza volerlo aveva fatto la scelta più importante della sua vita, una scelta che l’aveva portata a perdere quella che da sempre era l’unica certezza della sua esistenza il punto fermo dell’universo in movimento, lui.
Inizialmente la rabbia l’aveva portata a credere di aver fatto la scelta giusta.
Una rabbia cieca furiosa che aveva preso il sopravvento sulla sua razionalità, perché nell’amore non c’è proprio niente di razionale.
 Poi la confusione, il sentimento e la ragione che fanno a pugni, il cuore che scoppia insieme ad un fortissimo mal di testa.
E ora dopo la rabbia e la confusione, il vuoto e la paura, la voglia di nascondersi fra i ricordi e di farsi male.
Le sue labbra, quelle labbra che non aveva mai avuto il coraggio di sfiorare con le sue ma di cui immaginava il sapore, miele e arance.
Il rosso dei suoi capelli, del suo cuore che da anni batte solo con lui per lui.
Le mani che più di una volta le avevano regalato una dolce carezza.
La voce l’unica capace di ribalzare sull’anima e fare centro nei punti più reconditi.
Lui il solo capace di farla tremare per il semplice fatto di averla sfiorata, e il sorriso quel suo maledettissimo sorriso la stella più bella nel cielo delle sue notti, il sole perpetuo dei suoi giorni.
Cielo senza stelle, giorni senza sole da settantadue ore e quaranta minuti.
 Una striscia di luce si fa largo tra le fessure della tenda, la polvere leggera vola nell’aria insieme a quello che rimane del suo profumo, a quello rimane della persona che credeva di essere di cui ormai non rimane nulla.
E’ iniziato un nuovo giorno è tornato il sole a riscaldare tutti quelli che gli permettono di farlo, tutti quelli che continuano a vivere anche se lui se ne è andato..
Non ha il coraggio di guardarsi allo specchio non ha voglia di alzarsi dal suo letto che ormai è diventato un’isola.
 Naufraga sull’isola della tristezza della solitudine e della malinconia, un viaggio premio dopo aver sbagliato tutto.
 Una frase le ronza nella testa mentre continua a pensare a quello che è successo e la accompagna fino a quando il sonno non l’avvolge e la stacca anche solo per poche ore da quel mondo che ora le è insopportabile
 “Questo è quello che rimane di me, dei baci sperati e mai arrivati, dell’amore che ci guarda con un sorriso sghembo, del profumo della vita da scoprire insieme, fianco a fianco.
Quello che rimane di noi.”