E’ ormai tardi, la notte ha preso il sopravvento sul giorno.
Il vento soffia forte, scuote i miei capelli corvini.
Fa volare il mio cappello.
“Fa volare il mio cappello? Oh, cavoli! Pikachu!”
Osservo immobile il balzo del mio piccolo, grande Pokemon.
Quindi, dopo averlo stretto con la bocca, me lo consegna, sorridendo.
E proprio vero che certe volte basta uno sguardo per capirsi.
Uno sguardo.
Uno, e uno solo.
Afferro il cappello, allontanandomi dalla tenda dove Iris e Spighetto dormono già da qualche minuto.
“Pika pi?”
Dinnanzi alla domanda di Pikachu non so cosa rispondere.
Non credo di aver intenzione di allenarmi ancora.
Forse ho solo bisogno di un po’ di tempo per riflettere.
D’altronde che senso ha allenarmi se tra qualche anno, tornerai debole come quando ti ho preso dal prof. Oak?
“Chu!” risponde il mio Pokemon fulminandomi.
Credo non abbia gradito la mia ironia.
Mezzo carbonizzato, provo a ricompormi per poi sedermi su un tronco di legno mozzato.
Che spettacolo osservare i riflessi della luna su questo specchio d’acqua!
Pikachu mi punzecchia.
“Bé, che c’è?”
“Pika!”
Giusto, ho lasciato una riflessione a metà. Quella sugli sguardi.
“Domani sarà qui, sei contento Pikachu? È passato così tanto tempo!”
Sorrido, incrociando le braccia. Fa freddo, e il mio solito look non è adatto a certe temperature.
“E’ probabile che possa arrivare anche stasera. Ma dubito sia in grado di trovarci… cosa pensi succederà?”
Nessuna risposta. Volto il capo, incuriosito.
Pikachu si è addormentato… poverino, devo averlo stancato molto in questi giorni.
Misty…
Non ce la faccio, non riesco minimamente ad imitarti, Pikachu. Sono troppo teso per dormire.
Chissà come sarà diventata, dopo tutto questo tempo. Sarà cresciuta? Era già più alta di me, quando viaggiavamo insieme. Mi odierà? O peggio, mi ignorerà per non averla minimamente cercata in tutti questi anni?
Ma soprattutto, andrà via subito? Come tutte le persone a me care, che non si rivelano altro che comparse nella mia vita…
Di certe cose ne capisci l’importanza solo dopo averle perse. Maledizione.
“Non hai idea, pikachu, che scelte avrei preso se potessi tornare indietro nel tempo. Mi basterebbe farlo anche il giorno in cui l’ho rivista, eravamo ad Hoenn, ricordi? Ma che parlo con te, dormi come un ghiro!”
Quindi una mano mi sfiora delicatamente la spalla.
Sobbalzo, intimorito, col cuore che mi pulsa in gola.
“M m misty…”
“E’ questo tutto quello che sai dire, Ash? Ahahah, non ti avrò spaventata, spero. Sai ho fatto prima, Spighetto mi aveva detto dove vi trovavate…”
I suoi occhi, verdi come smeraldi.
La sua pelle, candida e delicata.
I suoi capelli, arancioni come carote. Ok, questo non è romantico.
Provo a mostrare un sorriso. “Non sei arrabbiata con me?”
Misty deglutisce. “E per cosa dovrei esserlo?”
Non fare finta di niente, Misty…
“Mah, niente. Era così, tanto per dire qualcosa. C’è sempre tempo per parlare di cose intelligenti e mai abbastanza per quelle stupide. Anzi, in generale, c’è sempre tempo per parlare. Se qualcuno ti chiedesse scusa riguardo qualcosa di veramente grave accaduta diversi anni fa, lo perdoneresti?”
Misty è stordita, ma poi si rimette subito in sesto. “Lo manderei al rogo”
“Davvero?”
“Si?”
“Neppure se quello fosse pronto a sacrificarsi per te?”
“Neppure, al rogo”
“Neppure se quello fosse disposto a…”
“Oh, insomma Ash! C’è sempre tempo per parlare!”
Sono confuso, un po’ deluso. Ma prima che io possa dire altro mi stringe forte e avvicina le sue labbra alle mie.
C’è sempre tempo per rimediare a qualcosa.
Ma se ti sbrighi è meglio.