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Autore: Soly_D    16/12/2012    11 recensioni
«Non scherzare, Rudi. Siamo tutto, tranne che fratelli. Basta fingere».
[Rudi/Alice]
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cudicini, Rodolfo Cesaroni
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Troppo perfetto


Una mano, piccola e delicata, si posò sulla guancia lievemente ispida di Rudi.
Il ragazzo aprì di scatto gli occhi, afferrando distrattamente due lembi della coperta e mettendosi a sedere con la schiena poggiata alla spalliera del letto. Alice era seduta vicino a lui, il sorriso stampato sulle labbra. Immerso com’era nel mondo della musica, non si era nemmeno accorto dell’arrivo della Cudicini.
«Cosa ascolti?», chiese lei, curiosa.
Rudi deglutì a vuoto e si limitò a un mezzo sorriso. Alice si sporse verso di lui, senza smettere di fissarlo negli occhi, e prese le cuffie del ragazzo. I loro volti si sfiorarono appena e Rudi potè giurare che il suo cuore avesse saltato un battito proprio in quell’istante.
«Carina, ha un bel ritmo», commentò Alice, con le cuffie di Rudi nelle orecchie, dondolando lievemente la testa. «Ma io ne conosco una più bella». Sorrise ancora e Rudi avvertì distintamente le farfalle nello stomaco. Forse Alice gli aveva sempre fatto quello strano effetto, ma lui era sempre stato troppo ingenuo e immaturo per capirlo. Ora, a diciotto anni, il nuovo Rudi Cesaroni si rendeva conto che la ragazza perfetta era sempre stata a pochi passi da lui e si malediceva per non essersene accorto prima. Solo un anno, un anno indietro, avrebbe fatto la differenza.
«Quale canzone?», chiese perplesso.
«La tua», rispose Alice, togliendosi le cuffie. «Anzi, la nostra».
Abbassò lo sguardo per un attimo, sorridendo tra sé e sé. Poi rialzò gli occhi verso il ragazzo – Rudi vi scorse una strana luce, nuova – e portò le gambe snelle sul letto, issandosi con le braccia sul materasso e afferrando due lembi di coperta per avvicinarsi al ragazzo.
Rudi si stese istintivamente sul letto, scivolando con la testa sul cuscino, e Alice ne approfittò per mettersi a cavalcioni su di lui, le gambe strette intorno alle sue e le braccia a sorreggere il peso del corpo. Si trovavano l’uno sopra l’altro. Il ragazzo la guardava dal basso, come ipnotizzato.
«Ma come fai? Sai dei miei guai, anche se non mi vedi...».
La voce di Alice, dolce e melodiosa, gli ricordò di dover respirare. Aveva smesso di farlo nel momento in cui lei gli si era avvicinata, o forse nel momento in cui l’aveva vista aprendo gli occhi.
«Ma come fai? Non manchi mai, quando non sto più in piedi...», continuò Alice, allungando una mano verso la guancia del ragazzo. La accarezzò con lentezza disarmante, seguendo con le dita i lineamenti di quel viso che si stava lentamente trasformando, assumendo sempre di più le sembianze di quello di un uomo.
«Se cado giù ci pensi tu, mi spieghi come fai?».
Rudi sorrise, incantato. Alice ritirò la mano, poi piegò le braccia e inarcò la schiena per abbassarsi sul ragazzo.
«A sopportare tutti i miei perché, a non urlare se ce l’ho con te...»
, riprese, mentre i loro corpi aderivano perfettamente e i loro respiri si mescolavano.
Il battito frenetico del cuore rimbombava nelle orecchie del ragazzo, frastornandolo. Il volto di Alice era talmente vicino al suo che avrebbe voluto prenderlo tra le mani, sentirne sotto le dita la consistenza morbida e delicata della pelle, diminuire la distanza e assaporare quelle labbra rosse che da mesi sognava di poter ritoccare.
«Combinazione senza nome, come due anelli, quasi fratelli...», questa volta fu lui a continuare, ripetendo quel verso della canzone in cui aveva dato tutto se stesso e racchiuso i suoi sentimenti per Alice. Non riusciva a capire perché lei si stesse comportando in quel modo. Amava Francesco, glielo aveva sentito dire mentre parlava con Lucia. Tra poco tempo sarebbe andata a vivere con il suo ragazzo e avrebbe messo da parte lui, il suo migliore amico, il fratellastro.
E allora perché Alice cantava la loro canzone?
«Non scherzare, Rudi», disse la ragazza, ridacchiando sommessamente. «Siamo tutto, tranne che fratelli». E lui lo sapeva, lo sapeva benissimo. «Basta fingere», concluse lei, sospirando.
«Ma tu ami Francesco!», le ricordò Rudi con un velo di tristezza negli occhi scuri. Finalmente era riuscito a dirglielo, a farle capire indirettamente che moriva di gelosia ogni volta che li vedeva insieme e che desiderava semplicemente prendere il posto di Francesco nel suo cuore.
Era un desiderio tanto egoista?
«Tu credi?», chiese Alice, sfiorandolo con la punta del naso. Si morse il labbro inferiore e Rudi la trovò semplicemente bellissima in quel gesto così semplice e familiare.
«Non dovrei?», ribatté lui, sorpreso.
Continuavano a fissarsi, a sfiorarsi impercettibilmente con le mani, ad allontanarsi e poi avvicinarsi senza che se ne accorgessero. Occhi negli occhi, solo Rudi e Alice.
«Tu cosa vorresti credere?», chiese lei, divertita.
Rudi odiava quei “giochetti psicologici”, come li aveva definiti lui stesso pochi giorni prima, guardando la sua immagine riflessa nello specchio del bagno per trovare il coraggio di confessare ad Alice ciò che provava. Ma non ce l’aveva fatta, e forse quello era il momento giusto per rivelarle tutto, per mettere fine ad ogni dubbio.
«Vorrei credere che mi ami esattamente come ti amo io».
Lo disse tutto d’un fiato, il battito cardiaco accelerato e un velo di rossore sulle guance.
Rudi Cesaroni arrossiva per la prima volta in vita sua.
«E allora cosa stai aspettando?», rispose Alice, soffermandosi con lo sguardo sulle labbra del ragazzo. Rudi deglutì a vuoto, mentre le farfalle si libravano nuovamente nel suo stomaco.
E all’improvviso fu tutto chiaro.
Il ragazzo abbandonò qualsiasi altro pensiero e si mise a sedere sul letto, imitato da Alice che lo osservava con un sorriso. Poi accarezzò con una mano un braccio della ragazza e portò l’altra sulla sua nuca, facendo una lieve pressione sulla pelle fresca e invogliandola ad avvicinarsi a lui.
«Se è un sogno, non voglio più svegliarmi».
Alice non rispose, si limitò ad assecondare i movimenti di Rudi e ridusse lentamente la lieve distanza che li divideva. Rudi non seppe aspettare oltre e la precedette, sfiorando le labbra della ragazza in un bacio dolce e casto. «Non avrei mai pensato di dirlo proprio a te, ma... Ti amo».
Alice sorrise contro le labbra di Rudi e lo baciò a sua volta, seguendo con le labbra il contorno della sua bocca. «Ti amo anche io», rispose cercando le mani del ragazzo. Le strinse forte e Rudi si sentì in paradiso.
Era tutto perfetto, troppo.
Rudi lo capì quando le pareti e i mobili della stanza cominciarono a dissolversi, mentre la figura di Alice si allontanava da lui e appariva ogni secondo più lontana. Il ragazzo urlò il suo nome e allungò una mano verso di lei, come per fermarla. Le palpebre si facevano sempre più pesanti, e Rudi perdeva il controllo del suo corpo. Chiuse lentamente gli occhi, l’immagine di Alice ancora impressa nella mente, e quando li riaprì si ritrovò nuovamente nella sua stanza.
«Stai bene?», sembrava preoccupata. «Mi hai chiamata mentre dormivi».
Rudi capì e si diede una manata in faccia.
«Ho avuto un semplice incubo, stai tranquilla».
Alice sorrise e gli stampò un bacio sulla guancia.
Rudi la osservò con sguardo vacuo, mentre si allontanava e usciva dalla stanza.
Troppo perfetto: era stato solo un sogno.














Note dell'autrice:
Piccola one-shot sulla mia coppia preferita di tutti i telefilm, spero che vi sia piaciuta. Sicuramente mi starete odiando per il fatto che Rudi abbia solo sognato tutto questo, ma avevo voglia di scriverlo e spero che mi farete sapere il vostro parare. Grazie in anticipo a coloro che leggeranno e recensiranno :)
Soly Dea
  
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